Il Garante dei detenuti

 

Il garante dei detenuti della regione Lazio

 

Associazione Papillon, 5 aprile 2004

 

Il Garante dei detenuti recentemente eletto dalla Regione Lazio, Angiolo Marroni (consigliere regionale dei Democratici di Sinistra), ha partecipato ad un’assemblea della Consulta Cittadina sui problemi Penitenziari del Comune di Roma.

 

Con un intervento autocelebrativo, il nuovo Garante ha sostanzialmente detto tre cose:

anzitutto, ha ribadito ai presenti quanto aveva già affermato in varie dichiarazioni ai giornali, ossia di essere stato eletto all’unanimità dal Consiglio Regionale del Lazio;

in secondo luogo ha elencato tutte le sue relazioni, più o meno buone, con i vari ambienti che gestiscono i carceri nel Lazio (dalle Direzioni degli istituti di Rebibbia alla Direzione del Provveditorato, dalle aree educative alla Magistratura di Sorveglianza) ed ha sottolineato un suo generico impegno (ossia senza impegni precisi!) sui problemi della sanità e del lavoro;

infine, ha sottolineato che l’ufficio del Garante non ha un preciso programma definito dalla Regione Lazio e soprattutto non ha dei poteri ben definiti dalla Legge; il che vuol dire che per operare in qualsiasi campo sarà prima costretto a stipulare delle convenzioni con questo o quel pezzo dell’amministrazione penitenziaria (convenzioni che senza copertura della Legge potrebbero benissimo restare lettera morta).

 

Durante l’assemblea, il portavoce della Papillon, detenuto da 19 anni, ha ribadito alcuni semplici dati di fatto:

Anzitutto non è vero che il Sign. Marroni sia stato eletto all’unanimità. Egli ha ricevuto 41 voti (su oltre 60 Consiglieri Regionali) e ciò che più conta è che non ha ricevuto i voti del partito dei Verdi, di Rifondazione Comunista, della Margherita e dei Comunisti italiani, ossia dei partiti che insieme ai Democratici di sinistra compongono l’opposizione nel Consiglio regionale. In pratica, il sign. Marroni ha ricevuto i voti unicamente dagli esponenti del centro destra e dal suo partito (i Democratici di Sinistra).
In realtà, mistificare questo importante dato politico serve al sign. Marroni soltanto per nascondere il fatto che egli, insieme al suo capogruppo e ad alcuni esponenti del centro destra hanno affossato la decisione (presa già nel luglio 2001 fa dall’intero Consiglio Regionale!) di instaurare una vera e propria Commissione Regionale di Controllo sulla condizione dei detenuti nelle carceri del lazio. Una Commissione che aveva già di per se tutti i poteri ispettivi e di intervento che la Legge attribuisce ad ogni Consiglio Regionale d’Italia e ad ogni singolo Consigliere Regionale.
Avere affossato deliberatamente quella Commissione (per ragioni di parrocchia politica o addirittura per interessi personali!) ha portato all’instaurazione di un ufficio del Garante che per il momento non ha alcun potere di intervento reale sulle drammatiche condizioni delle carceri del Lazio, ed ha invece l’unico potere di amministrare e spendere per il suo funzionamento 250000,00 Euro (duecentocinquantamila!).
Come non capire allora che i partiti che non hanno votato per il sign. Marroni hanno voluto così evidenziare il loro disaccordo sull’affossamento della Commissione Regionale di controllo sulle Carceri e su questo modo "privatistico" di procedere su questioni così drammatiche, che sembra piacere tanto al sign. Marroni, al suo capogruppo e ad alcuni ambienti del centro destra (dai quali francamente ci saremmo aspettati qualcosa di più e di meglio anche nella scelta della persona da eleggere a garante!).
Noi capiamo bene che a volte le varie figure di Garanti dei soggetti sociali deboli (bambini, detenuti, malati, ecc.) che oggi sembrano andare tanto di moda, servono in realtà come specchietto delle allodole per catturare consensi elettorali, ma francamente nel caso del nostro garante sembra davvero che la politica si sia ridotta alla comica "arte dei pazzi": si è affossata una Commissione Regionale che avrebbe avuto già automaticamente tutti i pieni poteri ispettivi e di intervento nelle carceri (sanità, lavoro, Diritti, trattamento, ecc.) per formare invece un Ufficio che non ha alcun potere e dovrà elemosinare in giro delle convenzioni anche soltanto per ottenere il diritto di entrare in tutte le carceri del Lazio. Davvero tanti complimenti al sign. Marroni, al suo capogruppo ed a quanti hanno contribuito a questa splendida operazione politica!!
In secondo luogo, il portavoce della Papillon ha ribadito che la nostra associazione non si farà incantare dalle chiacchiere e dalle "passeggiate" che il nuovo Garante si farà nelle varie carceri, anche perché conosce l’abitudine del sign. Marroni di evitare accuratamente di "disturbare" le Direzioni dei carceri di Rebibbia e di evitare di denunciare pubblicamente persino le più assurde situazioni riguardanti la sanità, il sovraffollamento e la mancata applicazione dei benefici previsti dalla Legge.
La nostra associazione ha quindi chiesto al garante un impegno preciso ed immediato ad organizzare nel più breve tempo possibile una conferenza regionale di verifica sugli ostacoli che incontra nel Lazio l’applicazione piena ed integrale della Legge Gozzini. In pratica, abbiamo chiesto di organizzare nella regione Lazio quella verifica che stiamo cercando di organizzare, insieme alle Commissioni Giustizia della Camera e del senato, in tutto il paese, dalla Sicilia al Veneto.
E per sostenere questa nostra richiesta, abbiamo deciso di organizzare da subito, dentro e fuori dalle carceri del Lazio (cosa che in seguito faremo anche in altre regioni) una raccolta di firme da rivolgere al Consiglio Regionale, ai parlamentari di tutti i partiti eletti nella regione e agli uffici dell’amministrazione penitenziaria.
Contiamo sull’impegno di tutti i detenuti, qualunque siano le loro nazionalità e le loro convinzioni religiose e politiche, per aiutarci in questa piccola ma importante iniziativa di difesa dei Diritti e della Dignità dei Cittadini detenuti.

 

 

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