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Lettere dal carcere di Darmstadt
Con 50 € la vita nel carcere di Darmstadt è dura
di Attilio Garzillo
Mi trovo rinchiuso nel carcere penale di Darmstadt, in Germania, un carcere dove ci sono condizioni di vita accettabili. Io ho avuto esperienze detentive anche in alcuni carceri italiani, ad esempio negli anni ‘80 nel penale di Alessandria, e negli anni ‘90 alle Vallette di Torino. Trovo che c’è una differenza enorme tra un istituto e l’altro, e comunque a mio avviso in Italia è molto meglio. Porto alcuni esempi: in Germania il detenuto può spendere solo 3/7 della paga e di solito si guadagna qualcosa come 200 euro. Con 90 euro al mese, uno che fuma non si può nutrire bene, dal momento che i prezzi del commerciante sono molto alti. In più mancano gli alimenti freschi, tipo legumi, carne e frutta. Noi mangiamo solo una volta al giorno il cibo caldo. Questo accade a mezzogiorno, mentre di sera ci danno soltanto un paio di fettine di pane e qualche salume. Di solito abbiamo poche ore libere solo nel pomeriggio, dalle 15.30 alle ore 19.00. Nel resto della giornata le porte sono sempre chiuse, con il blindo. Durante la settimana facciamo 4 volte un corso d’italiano, di tedesco, di computer e di matematica. Di solito sono tre ore scolastiche per ogni lezione. In questo corso abbiamo anche l’insegnante d’italiano, una persona gentilissima, e le ore che trascorriamo con lui sono le migliori della settimana, peccato che venga poco. I colloqui si possono effettuare 2 volte al mese, durano 45 minuti e ad ogni incontro possono entrare fino a 3 persone. Non possiamo usufruire dei nostri abiti privati, ma si devono mettere i vestiti che fornisce il carcere, anche in situazioni particolari come lo sono i colloqui; l’unica eccezione è che possiamo comprare 2 tute e 2 paia di scarpe da ginnastica. E questo non in tutte le carceri, perché in alcune nemmeno queste cose si possono avere.
La nostra esperienza con il corso della Ial-cisl
di Emiliano Lepore
La nostra esperienza fino adesso è stata molto positiva, ci da la possibilità di stare insieme ai nostri paesani per un paio di ore al giorno. Il nostro professore è molto gentile e ci fa dimenticare un po’ il carcere mentre siamo a scuola. Per molti italiani nati qui in Germania, è la prima volta che hanno delle lezioni scolastiche in lingua italiana, e si nota che frequentando questo corso parlano e scrivono già molto meglio. Prima di questo corso, tanti scolari in vita loro non avevano mai usato un computer, ed invece è molto utile conoscerne l’uso anche per un futuro. Oltre alle lezioni d’italiano, abbiamo anche delle lezioni d’inglese, di tedesco, di matematica e d’informatica. Andiamo a scuola quattro volte alla settimana, sempre due o tre ore al giorno. Impariamo molto sulla storia della repubblica italiana, ed ora sappiamo anche come se la passano i detenuti nelle carceri italiane. A noi piacerebbe se questo corso potesse essere più intensivo, se si svolgesse tutti i giorni della settimana e anche più ore al giorno. Sarebbe anche molto bello se questa attività ci fosse per l’intero anno e non solo per un paio di mesi. Al momento stiamo preparando degli articoli per un periodico che viene pubblicato in un carcere in Italia e scriviamo sui vari problemi e sulle esperienze dei detenuti nelle carceri tedesche. Quando abbiamo saputo della festa di Natale eravamo molto contenti, perché sarà un’altra opportunità di stare insieme per un paio d’ore e dimenticare le mura intorno a noi. Personalmente sono anche molto contento di potere partecipare a una messa in lingua italiana, e per questo vorrei ringraziare Don Luciano. Siamo molto fieri che lo stato italiano si occupa un po’ di noi, perché ci sono molte nazioni che non si occupano dei loro cittadini all’estero.
Commissione cucina nelle carceri italiane
di Emiliano Lepore e Andrezey Lakatos
È una commissione molto utile per i detenuti condannati in Italia, perché consente loro di controllare la qualità e la quantità del cibo prima che venga distribuito. È importantissimo anche per il morale dei detenuti, perché avendo un mangiare migliore si sentono molto meglio. Io penso che, visto che viviamo in un’Europa unita, ci dovrebbe essere in ogni Paese. Il detenuto che è stato scelto per svolgere questo “lavoro” deve essere sano. Controlla tutto il cibo che viene portato al carcere dai fornitori, e se la qualità non è adeguata alle tabelle ministeriali, può mandare indietro tutto quello che non è in regola. Se il detenuto scelto per fare questo lavoro ci sa fare, può anche richiedere dei menù speciali se questi non sono troppo cari, perché ogni carcere può solo spendere una certa somma al giorno e al mese per i vari menù. Se i detenuti hanno delle lamentele o volessero mangiare un’altra cosa, possono rivolgersi al detenuto della commissione cucina, e lui se la vede con le persone che sono responsabili per queste incombenze. Il detenuto della commissione può anche controllare la pulizia in cucina, e così è garantito che non ci sia sporcizia. In poche parole la commissione cucina è davvero molto utile e importante. Vorrei che ci fossero anche nelle carceri tedesche queste cose, perché in questo modo la qualità del cibo sarebbe molto migliore. Qui nel carcere di Darmstadt invece il mangiare non è di buona qualità. Non esiste nessuna commissione che controlla il cibo. Solo a mezzogiorno si mangia caldo, di sera e al mattino dobbiamo arrangiarci. Abbiamo fortuna che in questo carcere ci sono delle piccole cucine che possiamo usare. La spesa si può fare solo una volta al mese per 60 euro, ma i prezzi sono esagerati e non si possono comprare alcune cose fresche, tipo carne, legumi e frutta. Io penso che una persona che deve farsi un paio di anni in questo carcere esce malato.
Festa di Natale 2006
di Emiliano Lepore e Salvatore Marletta
All’interno del carcere di Darmstadt, quest’anno è stato possibile organizzare una festa natalizia per i detenuti. Questa festa è stata organizzata con l’aiuto dello Ial-cisl, ente di formazione professionale che ha una sua delegazione fuori dal territorio nazionale (è presente nelle circoscrizioni consolari di Stoccarda, Monaco e Francoforte, www.ialcisl.de). I miei ricordi della festa sono molto positivi. Soprattutto la messa di Don Luciano Candiollo è stata bellissima. Con il suo modo di fare mi ha impressionato molto. Lui è una persona di cuore e si sente che ci crede davvero in quello che dice. Il direttore dello Ial-cisl, Tony Mazzaro, invece mi ha stupito un po’, non immaginavo che potesse suonare così bene l’organo. Quando siamo saliti in sala, all’inizio ci è voluto un po’ di tempo prima che le persone si ambientassero, poi però la situazione si è normalizzata e noi, come tutti, siamo arrivati anche con i pensieri alla festa e tutto ha preso il suo cammino. Il mangiare era molto buono, penso che siano stati tutti soddisfatti del pranzo e anche del piccolo servizio che abbiamo cercato di offrire ai nostri ospiti, tra i quali il direttore e il responsabile della polizia penitenziaria. Mi ha fatto molto piacere che abbiano potuto partecipare anche i detenuti italiani che non seguono il nostro corso. Al momento ufficiale, quando dovevo parlare davanti a tutti, mi sono emozionato un po’, ma penso di essermela cavata abbastanza bene. Certo che bisogna dire anche una parola sulla bellissima presenza della viceconsole, signora Gioella. Lei è stata molto gentile e interessata alle cose che le abbiamo riferito. Voglio ringraziare soprattutto il nostro professore, Gianluca Radivo, che con la sua personalità e il suo impegno è riuscito ad organizzare una bellissima festa. Spero che anche lui si sia divertito e che non gli abbiamo fatto fare brutta figura. Secondo me tutti i ragazzi si sono dati da fare e si sono comportati abbastanza bene. Hanno aiutato a fare funzionare questa eccezionale festa.
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