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Morire di carcere: dossier 2002 - 2003 Suicidi, assistenza sanitaria disastrata, morti per cause non chiare, overdose
Gruppi di Attenzione al disagio psichico nel carcere Le Vallette di Torino
Il disagio psichico è intrinsecamente legato allo stato di privazione della libertà; spesso è preesistente alla detenzione, e risulta anzi essere una delle cause della devianza. E' un fenomeno che in una realtà complessa e variegata come quella de "Le Vallette" può trovare molte forme di espressione, fino alla manifestazione più eclatante, l'autolesionismo e il gesto anticonservativo. Chi soffre può avanzare in diversi modi una richiesta d'aiuto; spesso lascia che a parlare siano i segni sul suo corpo, e talvolta può non trovare altra forma se non l'atto tragico ed estremo. Il servizio dei Gruppi di attenzione, avviato nel giugno 2001, è nato proprio dall'esigenza di cogliere in maniera tempestiva i segni del disagio, accogliere le richieste d'aiuto individuandone le specificità, rispondere alle diverse situazioni di sofferenza con interventi mirati ed adeguati. Il suo carattere innovativo consiste nell'intervento integrato di diversi operatori (educatori, esperti psicologi, assistenti volontari) ai quali i singoli casi vengono assegnati nominativamente, in modo da evitare che le segnalazioni rimangano prive di feedback. Gli educatori referenti dei singoli padiglioni hanno il compito di individuare le professionalità più adatte al tipo di intervento da effettuare e di coordinare i vari momenti del servizio. L'obiettivo immediato dei gruppi di lavoro all'interno dei padiglioni è di rispondere in maniera rapida ed efficace ai casi di disagio segnalati, quello finale è la verifica nel tempo dell'andamento dei casi e la programmazione di interventi integrati in cui si possono prevedere ulteriori proposte operative. In tal modo la manifestazione dei disagio non solo è oggetto di "attenzione", ma può costituire l'inizio di un percorso trattamentale realmente individualizzato, secondo quanto previsto dall'Ordinamento Penitenziario.
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