Il
fratello di un detenuto morto nel carcere di Poggioreale ha scoperto che il
parente era deceduto solo dopo diversi giorni, quando già stavano eseguendo
l'autopsia, e soltanto grazie alla telefonata di alcuni conoscenti che lo
avevano avvisato.
Sulla
vicenda - resa nota ieri dall'avvocato Vittorio Trupiano che ha raccolto la
denuncia dell'uomo - la Procura della Repubblica di Napoli aveva già aperto
un'inchiesta giudiziaria.
Secondo quanto affermato da Carmine Montescuro, il fratello Vittorio, di 39
anni, sarebbe morto nel carcere napoletano lo scorso 16 agosto, nove giorni
prima della conclusione dei tre anni di pena ai quali era stato condannato per
spaccio di sostanze stupefacenti. La scoperta del decesso sarebbe stata fatta da
due detenuti di colore. Nessuno degli organi preposti, secondo Montescuro,avrebbe
però avvertito della morte del detenuto, e la notizia sarebbe arrivata tre
giorni dopo grazie ad alcuni conoscenti.
Nessuno gli avrebbe inoltre detto se il fratello si sia suicidato, se è morto
per cause naturali o se è stato ucciso. Quando si è rivolto ai carabinieri
della caserma Arenaccia per chiedere spiegazioni, afferma Montescuro nella
denuncia, i militari gli avrebbero risposto che lo avevano cercato già una
volta e che «non erano dei postini». Nella denuncia Montescuro ha scritto di
aver «trovato il corpo di Vittorio sottoposto ad autopsia e immerso in una
vasca piena d'acqua gelida con il torace aperto in due».