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I medici devono rispondere della morte di Giovanna Franzò
La Sicilia, 3 ottobre 2002
La donna, detenuta per reati contro il patrimonio, morì il primo maggio 2000 per le complicanze di un’infezione da ascesso dentario. Il
giudice delle udienze preliminari presso il tribunale, Vincenzo Saito,
accogliendo la richiesta del pubblico ministero Nicoletta Mari, ha rinviato a
giudizio, per concorso in omicidio colposo, undici medici che, a titolo diverso,
avrebbero avuto responsabilità nella drammatica fine di una giovane ospite
della casa circondariale di contrada «Pendente», a Ragusa, la siracusana
Giovanna Franzò, 28 anni al tempo del decesso. La donna, che stava scontando
una condanna a sette mesi di reclusione per reati contro il patrimonio, è morta
il primo maggio del 2000 a seguito di una infezione da ascesso dentario che poi,
non curata adeguatamente, aveva interessato la trachea e un polmone. Gli eredi della Franzò (la donna era madre di due bimbi) si sono costituiti parte civile tramite gli avvocati Giuseppe Rizza e Massimo Milazzo. Giovanna Franzò, una volta tratta in arresto, era stata assegnata al carcere di Ragusa perché in quello aretuseo mancava la sezione femminile. Sin dai primi giorni della sua detenzione la ragazza ebbe a dire di avere dei disturbi ai denti, di accusare cioè dei forti mal di denti che gli provocavano dei dolori fortissimi. Dopo qualche tempo alla detenuta veniva estratta una radice dentaria; sembrava che il problema fosse stato risolto ed invece la Franzò continuava ad accusare malesseri che cercava di lenire con degli analgesici. La situazione precipitava alla fine di aprile del 2000. La donna veniva ricoverata il 26 aprile all’ospedale Maria Paternò Arezzo e veniva sottoposta a due interventi operatori alle vie respiratori, ma ormai era troppo tardi. Il primo maggio spirava. Il caso aveva ripercussioni nazionali e venivano ordinate anche delle inchieste da parte di ispettori ministeriali.
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