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Muore un detenuto in carcere, i compagni di cella accusano
La Sicilia, 26 marzo 2003
A loro volta i detenuti del carcere di piazza Lanza ci hanno scritto una lettera in cui. dopo avere ripercorso i momenti in cui il loro compagno si è sentito male, aggiungono: "Il medico si è visto arrivare solo verso le ore 20.45, orario in cui il Gallucci è stato portato presso l’infermeria del carcere aiutato da un altro detenuto che lo ha dovuto ripulire visto che gli infermieri si schifavano... Gallucci è morto ed è stato fatto morire privo di quella dignità di cui ogni essere umano, anche se detenuto, ha diritto... In questo carcere ammalarsi è un rischio, dato che possiamo sognarci una visita medica solo un giorno la settimana; se poi hai bisogno di uno specialista i mesi di attesa sono incredibili, le medicine a disposizione sono limitate e per potere acquistare dei farmaci per conto proprio bisogna avere l’autorizzazione della direzione e ci vuole un altro mese. Qui ci sono detenuti che per un esame al cuore aspettano da cinque mesi... Qui siamo abbandonati a noi stessi e privi di poterci ammalare come tanti altri essere umani perché ognuno di noi potrebbe fare la fine di Gallucci, che per inciso era in attesa di giudizio. Adesso noi le chiediamo: se Gallucci fosse stato innocente? Scriviamo questa lettera affinché tutti sappiamo come è stato fatto morire Maurizio Gallucci alla cui famiglia tutti i detenuti si uniscono al dolore in suo ricordo".
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