Vita - 6 dicembre

 

Le mie ventiquattr'ore, in trentasette passi in su e in giù

 

Ventiquattro ore: Diario di una giornata è la descrizione di come un detenuto passa nel nulla il suo tempo, fatta da Renato su La voce nel silenzio, giornale della Casa circondariale di Udine. Ne riportiamo alcuni passi, perché fa bene, ogni tanto, fare un piccolo ripasso dello squallore della vita in carcere, per non dimenticarsi che il disagio più insopportabile della detenzione è il vuoto, la sensazione angosciante del tempo buttato.

 

Ornella Favero

 

Trentasette passi verso ovest e altrettanti in senso opposto: oppure sarà verso nord? Da est a ovest? Da sud a nord? In fondo non t'importa nulla: sono sempre trentasette passi e basta: "vasca dopo vasca" è giunta la fine dell'ora d'aria. Si rientra: cancello, scale, cancello... sezione... cancello della "suite" numerata e branda. Ti stendi e leggi un quotidiano per tenerti informato, quasi aggrappandoti ad abitudini "esterne".

Si distraggono perché è arrivata la posta.

Wow! Magic Moment..." Altro brandello di felicità che riporta l'illusione d'esser tornato a far parte degli esseri umani di categoria A, poiché per questo periodo di "restrizione"... sei stato retrocesso in serie B. Lettere e cartoline, oltre ai colloqui canonici con i parenti, sono l'ossigeno vitale, l'alternativa unica per ricaricare le "batterie dell'anima" con un po' di ottimismo. Batterie che si scaricano sempre troppo in fretta nella monotonia detentiva.

Ore 11.30: si pranza. Passa il carrello con il rancio. Dopo aver consumato il pasto e il rito del caffè, si aspettano le 13 per trascorrere fino alle ore 15.30, come si pronuncia in gergo tecnico, "l'ora d'aria". Solita, ennesima trafila di cancelli e scale ed eccoci di nuovo in cortile; quest'ultimo si trasforma anche in campo di calcetto, e quindi ci si può descrivere fra quelli che giocano a pallone, chi passeggia su e giù... chi seduto per tetra gioca a carte, chi sta seduto e basta e chi vaga qua e là, senza meta...

Rientrati dal cortile ancora cancello, corridoio, scale, cancello, cancello e cella. Cominci a pensare che cosa cucinare per la cena (i fortunati hanno la possibilità economica di comprare il necessario, tramite le spese settimanali regolarmente stabilite dalla Casa circondariale), sempre pensando più a far trascorrere il tempo con un impegno, piuttosto che riempirti lo stomaco. In fondo (ma neanche tanto..) un detenuto cosa fa? Non ha altro che lasciare che il tempo trascorra: anni, mesi, giorno dopo giorno, fino alla data della libertà... un giorno. Se solo ci fosse concessa la possibilità di essere utili, produttivi con qualsiasi attività o lavoro, per noi stessi e la società di cui facciamo parte....

 

Renato, Udine

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