Roberto Castelli

 

Il vero nodo la lunghezza dei processi

 

Giornale di Sicilia, 28 giugno 2001

 

Non vorrei però che si creassero eccessive drammatizzazioni né vorrei prestarmi a eventuali strumentalizzazioni, e scusate se faccio una battuta alla Catalano: “tutti gli anni arriva l’estate”. Ricorre a questa battuta il ministro della Giustizia Roberto Castelli per dire che sì, “l’emergenza carceri è in questo momento in cima alla mia attenzione” ma di amnistia per ora non se ne parla. Sul tema, che era stato rilanciato nei giorni scorsi dal senatore di Forza Italia Contestabile, sollevando numerose polemiche, il neo Guardasigilli taglia corto, sottolineando che “amnistia e indulto in questo momento non sono nell’agenda” del governo.

Ciò non toglie che la questione carceraria non sia tra le priorità del ministro, che però intende affrontarla senza eccessive “drammatizzazioni”. E proprio ieri il Guardasigilli ha avuto una riunione con il direttore del dipartimento degli affari penitenziari, Mancuso, per valutare la situazione dei detenuti. Partecipando all’assemblea dell’Unioncamere Castelli ha comunque fatto capire in modo esplicito come intende muoversi, sottolineando che “il problema fondamentale da affrontare è certamente la lunghezza dei processi”, a cominciare da quelli civili. “Si tratta di trovare strade efficaci e condivise per abbreviare i tempi dei processi, e trasformare tali strade in provvedimenti legislativi”.

Il ministro non si sottrae ad un commento sulla prima evasione di un detenuto agli arresti domiciliari col braccialetto. “Sembrava, quando è stato prospettato, una buona soluzione per i detenuti agli arresti domiciliari. Evidentemente ci devono essere problemi di carattere tecnico” si limita a dire, sottolineando che questa comunque è una questione che riguarda o il ministro degli Interni.

 

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