Giovanni Martina

 

Detenuto? Non parli di carcere

 

Il Manifesto, 2 febbraio 2001

 

Giovanni Martina, consigliere della Regione Piemonte

 

Casa circondariale di Voghera. Perché ad un gruppo di detenuti è stata negata la possibilità di organizzare un convegno sulle problematiche del carcere? Volevamo parlare davanti ad una platea di carcere, soprusi e illegalità, di situazioni insostenibili come le sezioni lager E.I.V., di condizioni igieniche preoccupanti, mancanza di vitto regolare, prezzi, vessazioni, applicazione arbitraria del regolamento

La direttrice ha un atteggiamento ostile che spesso la porta a non relazionarsi con nessuno, non sono solo i detenuti a soffrire la direzione, ma anche le guardie (esasperate) e le associazioni di volontariato. La direttrice ha sempre cercato di smantellare le attività che si svolgono all’interno del carcere, laboratori e ogni ambito in cui è facilitata la socializzazione. Un esempio: undici detenuti lavorano per la Nova SPES, una cooperativa sociale che nonostante si sia detta disponibile ad assumere altri non ha mai incontrato il consenso della direzione. 

Hanno sempre risposto che era poco lo spazio disponibile anche se nel carcere di Voghera c’è un’ala dismessa. Siamo di fronte a una totale mancanza di relazione tra carcere e territorio, e sarebbe bene cercare di migliorare la vita di chi è detenuto e di chi ci lavora. I detenuti non demordono e pensano di andare avanti, inserendo in un libricino le loro raccolte di documenti, i loro pensieri, le loro proposte che, purtroppo è loro negato esporre.

 

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