I pedofili in carcere

 

Pedofili in carcere: tenerli nelle sezioni "comuni" 
o separarli dagli altri detenuti?

 

Truciolo,  24 aprile 2002

Non guardo mai la televisione, stasera ho voluto guardare il canale italiano... ancora si parla di pedofili!!! Lasciatemi dire questo, forse anche a nome di una grande maggioranza di detenuti. In carcere mettono tutti, ci sono ladri ed operai, dottori ed assassini, amministratori e truffatori, tutto assieme, ma a Voi che non avete mai visto il carcere dall'interno, a Voi una volta per tutte voglio chiarire che, i pedofili e merda simile, sono decisamente nemici di tutti i detenuti e credo anche di una parte importante delle guardie. In carcere mettono tutti, ma questa merda di esseri non vive mai con gli altri detenuti, dovrebbero costruire delle pedo-carceri! I carcere ci sono uomini che con una mano, potrebbero stritolare esseri così infami, perché anche li c'è spesso una morale, anche se essere detenuto vuol dire un po' tante cose. A morte la pedofilia!

 

Rossella, 24 aprile 2002

Caro Truciolo, interventi come il tuo mi fanno star male. Insegno in carcere da tanti anni: è il mio lavoro. Ho insegnato in tutte le sezioni: comuni, alta sicurezza, protetti...
Sai, il primo anno in cui è stata aperta la scuola ai "protetti" (per chi è estraneo all'ambiente: la sezione in cui stanno i collaboratori di giustizia e i condannati per reati come pedofilia, violenza e molestie sessuali, che sono separati dagli altri detenuti per motivi di sicurezza) ho dovuto fare la guerra con i detenuti "comuni". Si chiedevano come potessi fare scuola a simile "merda" (come dici tu).
Io rispondevo che, fuori dal carcere, tanti mi dicevano: "Come puoi insegnare ad assassini, spacciatori, sequestratori, ladri, mafiosi, truffatori? Merita la tua fatica simile merda?"
Ho sempre risposto che il diritto allo studio resta nella detenzione, che c'è l'articolo 27 della Costituzione che parla di rieducazione del condannato,.. e soprattutto che il detenuto è una persona, una persona che ha "anche" commesso dei reati, ma non perde per questo le sue caratteristiche di essere umano...(sai, come scuola organizziamo spesso "permessi premio" all'esterno per incontri con studenti, giovani... La società civile ha bisogno di vedere che... i detenuti non sono marziani o mostri, ma persone con storie e vite da capire e ascoltare). Certo, alcuni reati fanno più orrore di altri, ma mi sono sempre chiesta perché, tra i detenuti "comuni" nessuno mi abbia mai domandato perché accetto di insegnare anche ai detenuti di mafia accusati di aver sciolto i bambini nell'acido. Si tratta forse di reati più nobili di quelli dei protetti? Forse anche le categorie mentali classiche dei detenuti vanno un po' ridicusse. Che ne dici?

 

Truciolo, 25 aprile 2002

Ciao Rossella, ho conosciuto tante ragioni che hanno portato una persona in carcere, tanti reati voglio dire, dietro tanti motivi e tante giustificazioni, ma non cambierò mai la mia idea sulla pedofilia: è molto difficile farla venire a galla, di solito conosciamo la cima di un iceberg.
Scusami per la mia ristrettezza, ci vogliono appunto persone capaci per loro, però in carcere con gli altri che ci fanno? Cosa c'è scritto sul codice? In Italia si è dovuto negoziare per capire se una persona che indossa un jeans può eventualmente ritenersi "violentata" o meno, forse il codice prevede che nemmeno una mano di un individuo dovrebbe sfiorare un altro, specialmente in modo minaccioso. Ma cosa/quanto si applica?
Non riesco ad immaginare un pedofilo nelle mani della giustizia, anche perché mai potremo conoscere a fondo ciò che potrebbe esprimere, la vittima... un baby, ma certamente anche una donna ridotta ad una nullità da un cervello che forse fa solo orgasmo.

 

Francesco, 28 aprile 2002

 

Caro Truciolo, è facile schierarsi contro la pedofilia. Credo non ci sia una sola persona che si dichiari favorevole ad essa, nemmeno tra chi la pratica. È come dichiararsi "contrari" alla fame nel mondo, o alla droga.

La scorsa settimana ero in permesso a Venezia e un tipo mi ha invitato ad un chiosco dove raccoglievano le firme "contro la droga". Mi sono messo a ridere: cosa vuol dire essere "contro la droga"? Vuol dire che dobbiamo prendere a calci tutti i tossici che incontriamo sulla strada!? Oppure che dobbiamo organizzare delle spedizioni in Colombia per bruciare le piantagioni di coca!? O dobbiamo metterci alle dogane a ispezionare di persona i bagagliai delle auto!?

Non credo. Invece penso sia possibile agire su un diverso livello, promuovendo una cultura di "responsabilità nella libertà" per sgonfiare il retroterra di disagio esistenziale, di povertà di relazioni, che alla fine alimenta il fenomeno delle tossicodipendenze.

La stessa cosa vale per la pedofilia. Prendersela con quei "poveri uomini" che stanno in carcere per questo tipo di reati non risolve un bel niente. Non serve a scopo deterrente, come la pena di morte non fa diminuire in numero degli omicidi. Serve soltanto ad avere qualcuno con cui prendersela, contro cui coalizzarsi (anche tra detenuti e agenti) e verso i quali nutrire sentimenti di superiorità.

Ti chiarisco che non ho particolari simpatie per i pedofili, ma nemmeno ne ho per gli spacciatori o per tante altre "categorie" di detenuti, se è per questo. Tempo fa ho avuto un compagno di cella che raccontava candidamente di essersi "fatto le ossa" spacciano droghe tra i ragazzi delle scuole media, individuando quelli che potevano aiutarlo nella "distribuzione", etc. Dare droghe a un ragazzino di dieci anni è "più morale", rispetto all'indurlo a fare sesso? Se ci mettiamo a fare di questi conti ne usciamo avviliti…

Poi c'è un altro tipo di "giustificazione" che mi pare ipocrita: i bambini non si toccano, le donne nemmeno, invece gli uomini possiamo anche sequestrarli e rispedirli ai parenti un pezzo alla volta… perché paghino il riscatto. I sequestratori sono molto rispettati tra i detenuti, eppure se ci pensiamo hanno fatto i "carcerieri", a volte i torturatori, con persone che non gli avevano fatto nulla. Potrei continuare con molti altri esempi, ma non credo servirebbe. Ogni detenuto, per stare un po' meglio con se stesso, DEVE crearsi delle categorie e DEVE sentire che quella a cui appartiene è migliore delle altre. Magari non lo ammette, ma in fondo DEVE crederci, per sopravvivere.

Tornando alla pedofilia, anche lì ci sono fenomeni a monte su cui lavorare, dal turismo sessuale, alla pornografia infantile, alle varie forme di sfruttamento economico dei bambini. Potrei azzardare paragoni pure su questo: c'è chi addestra i bambini al furto, chi li fa nascere con il proposito di venderli e guadagnarci qualcosa, e cosi via.

Proprio in Olanda c'è un'associazione (ufficialmente riconosciuta) di "amanti dei bambini". Ho letto un articolo su di loro qualche tempo fa. Prendono le distanze, con forza, dai pedofili e dichiarano di nutrire sentimenti "platonici" per i ragazzini, limitandosi a scambiarsi fotografie, film, etc., su di loro. Apparentemente non fanno granché di male, ma dietro quel materiale che si scambiano ci sono inevitabilmente dei bambini "usati" (anche se non necessariamente per produrre roba pornografica).

I pedofili condannati, come rilevi giustamente, sono soltanto la punta dell'iceberg. Una ragione in più per indagare su quello che c'è sott'acqua… mi pare.

 

 

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