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Pedofili
in carcere: tenerli nelle sezioni "comuni"
Truciolo,
24 aprile 2002
Rossella,
24 aprile 2002
Truciolo, 25 aprile 2002
Francesco, 28 aprile 2002 Caro Truciolo, è facile schierarsi contro la pedofilia. Credo non ci sia una sola persona che si dichiari favorevole ad essa, nemmeno tra chi la pratica. È come dichiararsi "contrari" alla fame nel mondo, o alla droga. La scorsa settimana ero in permesso a Venezia e un tipo mi ha invitato ad un chiosco dove raccoglievano le firme "contro la droga". Mi sono messo a ridere: cosa vuol dire essere "contro la droga"? Vuol dire che dobbiamo prendere a calci tutti i tossici che incontriamo sulla strada!? Oppure che dobbiamo organizzare delle spedizioni in Colombia per bruciare le piantagioni di coca!? O dobbiamo metterci alle dogane a ispezionare di persona i bagagliai delle auto!? Non credo. Invece penso sia possibile agire su un diverso livello, promuovendo una cultura di "responsabilità nella libertà" per sgonfiare il retroterra di disagio esistenziale, di povertà di relazioni, che alla fine alimenta il fenomeno delle tossicodipendenze. La stessa cosa vale per la pedofilia. Prendersela con quei "poveri uomini" che stanno in carcere per questo tipo di reati non risolve un bel niente. Non serve a scopo deterrente, come la pena di morte non fa diminuire in numero degli omicidi. Serve soltanto ad avere qualcuno con cui prendersela, contro cui coalizzarsi (anche tra detenuti e agenti) e verso i quali nutrire sentimenti di superiorità. Ti chiarisco che non ho particolari simpatie per i pedofili, ma nemmeno ne ho per gli spacciatori o per tante altre "categorie" di detenuti, se è per questo. Tempo fa ho avuto un compagno di cella che raccontava candidamente di essersi "fatto le ossa" spacciano droghe tra i ragazzi delle scuole media, individuando quelli che potevano aiutarlo nella "distribuzione", etc. Dare droghe a un ragazzino di dieci anni è "più morale", rispetto all'indurlo a fare sesso? Se ci mettiamo a fare di questi conti ne usciamo avviliti… Poi c'è un altro tipo di "giustificazione" che mi pare ipocrita: i bambini non si toccano, le donne nemmeno, invece gli uomini possiamo anche sequestrarli e rispedirli ai parenti un pezzo alla volta… perché paghino il riscatto. I sequestratori sono molto rispettati tra i detenuti, eppure se ci pensiamo hanno fatto i "carcerieri", a volte i torturatori, con persone che non gli avevano fatto nulla. Potrei continuare con molti altri esempi, ma non credo servirebbe. Ogni detenuto, per stare un po' meglio con se stesso, DEVE crearsi delle categorie e DEVE sentire che quella a cui appartiene è migliore delle altre. Magari non lo ammette, ma in fondo DEVE crederci, per sopravvivere. Tornando alla pedofilia, anche lì ci sono fenomeni a monte su cui lavorare, dal turismo sessuale, alla pornografia infantile, alle varie forme di sfruttamento economico dei bambini. Potrei azzardare paragoni pure su questo: c'è chi addestra i bambini al furto, chi li fa nascere con il proposito di venderli e guadagnarci qualcosa, e cosi via. Proprio in Olanda c'è un'associazione (ufficialmente riconosciuta) di "amanti dei bambini". Ho letto un articolo su di loro qualche tempo fa. Prendono le distanze, con forza, dai pedofili e dichiarano di nutrire sentimenti "platonici" per i ragazzini, limitandosi a scambiarsi fotografie, film, etc., su di loro. Apparentemente non fanno granché di male, ma dietro quel materiale che si scambiano ci sono inevitabilmente dei bambini "usati" (anche se non necessariamente per produrre roba pornografica). I pedofili condannati, come rilevi giustamente, sono soltanto la punta dell'iceberg. Una ragione in più per indagare su quello che c'è sott'acqua… mi pare.
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