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Imperia, dove i detenuti si occupano di pulire gli argini dei fiumi e di altri interventi sui campi di olivo
(Realizzata nel mese di gennaio 2003)
A cura di Marino Occhipinti
Intervista al Dottor Alessio Saso, Vice Sindaco di Imperia
Dottor Saso, ci spiega come nasce, da parte dell’amministrazione comunale di Imperia, l’impegno a favore delle persone ristrette? I progetti che mettiamo in atto nascono dalla convinzione personale che questi percorsi siano utili per i ristretti e per la collettività, e dalla conoscenza diretta della realtà carceraria, quale formatore in corsi tenuti nell’Istituto di Imperia.
In cosa consistono esattamente i lavori socialmente utili che hanno svolto i ragazzi detenuti? Hanno effettuato lavori di pulizia degli argini dei fiumi, pulizia delle spiagge, interventi sui campi di olivo, e quest’ultima attività ha preso avvio dopo un idoneo corso di qualificazione sulla coltura delle stesse piante.
Avete incontrato parecchie difficoltà di tipo burocratico nel mettere in atto l’iniziativa? Una volta impostata la prima delibera, no, anche grazie all’ottima collaborazione con i direttori degli Istituti, senza i quali non avremmo potuto fare assolutamente nulla.
Quante sono le persone coinvolte? Complessivamente sono state impegnate tra le 20 e le 25 persone, e non è poco per una realtà relativamente piccola come quella di Imperia.
Quali criteri retributivi sono stati applicati? Circa 250,00 Euro mensili, retribuzione inferiore alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, ma sostenibile dal comma che fornisce anche adeguata formazione.
Quali altri enti, siano essi privati o istituzionali, hanno partecipato ed appoggiato il progetto? Proprio riguardo alla formazione, che riteniamo essenziale, abbiamo coinvolto un Centro formativo, oltre all’Onaoo, l’organizzazione degli assaggiatori di olio, e tra i docenti ci sono state persone estremamente qualificate come l’agronomo Fulvio Balli e Orazio Sappa, altro grande esperto locale.
Avete già effettuato altri progetti analoghi, e con quali risultati? Pensate eventualmente di ripeterli in futuro? Siamo al 4° progetto, andiamo avanti con soddisfazione da parte di tutti e quindi, senza alcun dubbio, ripercorreremo le iniziative ed anzi cercheremo di ampliarle.
Come Comune in quale modo intervenite per fornire ai detenuti ed agli ex detenuti il sostegno necessario al reinserimento sociale? Tra le nostre modalità di intervento, abbiamo forme di sostegno come le borse lavoro ed incentiviamo e sosteniamo una Cooperativa sociale che si occupa appunto del reinserimento sociale. Si tratta della Cooperativa L’Arca, presieduta da don Paolo Pozzoli, che è anche il cappellano della Casa Circondariale, quindi un buon conoscitore delle problematiche connesse al disagio sociale.
Quali attività lavorative offre il territorio ligure per chi fruisce delle misure alternative o per chi termina la detenzione? Esistono settori dove ci sono maggiori difficoltà a reperire manodopera, e mi riferisco ai settori dell’edilizia, dell’agricoltura, della ristorazione, che offrono qualche spazio in più.
Di queste esperienze, del fatto di poter "lavorare" con persone ristrette, cosa le è rimasto più impresso e qual è stata la gratificazione più significativa? La cosa che mi ha più gratificato di queste esperienze è stata la soddisfazione dei detenuti di poter lavorare insieme all’aria aperta, senza marcire inattivi in cella, unitamente all’apprezzamento e alla riconoscenza dei cittadini per degli interventi importanti per il territorio effettuati da persone più affidabili di quanto pensassero.
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