Anna Olivo

 

Intervista ad Anna Olivo, della Cooperativa Insieme di Vicenza

che si occupa di attività di riciclaggio di materiale proveniente da abitazioni

 

(Realizzata nel mese di settembre 2000)

 

A cura di Nicola Sansonna

 

In un giornale del carcere lavorano i giornalisti più forzatamente "sedentari" che ci siano sul mercato, ma a inchiodarli alla "poltrona" (si fa per dire) per una volta non è la pigrizia, né la mancanza di curiosità. L’unica alternativa è darsi da fare con le lettere, ed è così che noi stiamo contattando le cooperative sociali che, nei loro programmi, riservano spazio ed energie ai detenuti.

Anna Olivo, della cooperativa Insieme di Vicenza, ha risposto cortesemente alle nostre domande.

 

In quale settore svolge la sua attività la vostra cooperativa?

La nostra cooperativa è occupata in attività di riciclaggio e riuso di materiale proveniente da abitazioni, con un luogo di vendita del materiale recuperato.

In questo momento abbiamo assunto dodici persone, con una persona in tirocinio, che appartengono a tutte le categorie previste dall’art. 4 della legge 381/91 (legge sulla cooperazione sociale).

Nella nostra cooperativa sono inseriti anche alcuni detenuti in misura alternativa alla detenzione.

 

Quali sono stati i problemi maggiori che avete incontrato nell’inserimento lavorativo di detenuti e soggetti svantaggiati?

I problemi maggiori sono quelli relativi al periodo d’attesa tra la disponibilità all’inserimento e l’effettivo arrivo. Per quanto riguarda le procedure e i contatti con i servizi, la cooperativa ha un gruppo che si occupa di carcere, il "Gruppo soccorso giuridico", e opera ormai da venti anni accumulando una buona rete di contatti con i servizi.

 

Nella globalità degli inserimenti lavorativi, che riguardano detenuti ed ex detenuti, qual è stata la percentuale di successo?

Abbiamo portato a termine quarantacinque inserimenti con detenuti o ex detenuti su circa centoquaranta accoglienze, con una percentuale di successo tra quelli che hanno concluso il progetto del 70%.

La causa delle recidive, per chi dopo aver espiato la pena torna a commettere un reato, è spesso da ricercare nella ricaduta nello stato di dipendenza da sostanze tossiche, o malattie ad esse correlate, difficoltà nel mantenere un rapporto, prevalenza di altre malattie croniche, di cui il carcere poteva essere più che altro un incidente di percorso.

 

E’ stata approvata definitivamente in Parlamento una legge, la cosiddetta legge Smuraglia, che equiparerà i detenuti ai soggetti svantaggiati per la durata della pena, e per i sei mesi successivi alla scarcerazione. Qual è il vostro parere sulla questione?

Pensiamo sia una possibilità che facilita l’accesso, ma certamente non risolve il problema di mantenere la persona che è in difficoltà nel mondo del lavoro. Si deve incentivare anche un accompagnamento nel mondo del lavoro, che sappia mediare tra lavoratore e mondo del lavoro (datore ed altri lavoratori).

 

Di quali finanziamenti gode la vostra cooperativa?

La cooperativa ha finanziamenti previsti dalla Regione Veneto e dalle convenzioni con i servizi sociali dell’ente locale o dell’Asl.

 

Quanto percepisce chi lavora da voi?

La paga media per trentasei ore settimanali è di 1.000.000, con salario di primo ingresso vistato dalla commissione paritetica e con contratto a termine.

 

Pensate che ci sia nella società un impegno sufficiente, per quanto riguarda il rientro nell’organizzazione sociale e familiare di detenuti ed ex detenuti?

Pensiamo di no. Si dovrebbe dar vita a un rapporto effettivo tra carcere e territorio, come per esempio istituire corsi professionali aderenti al mercato del lavoro, avvertire il servizio del paese di residenza della fine pena di una persona in modo da progettare il suo ritorno.

 

 

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