Interviste di "Ristretti"

 

29 Giugno, una cooperativa di Roma che opera in campo ambientale

E che non intende affatto "abbandonare la persona proprio nel momento di maggior bisogno", cioè a fine pena

 

(Realizzata nel mese di marzo 2004)

 

di Marino Occhipinti

 

Sono sintetici nelle risposte ma concreti, "quelli della 29 Giugno", una cooperativa sociale nata 18 anni fa a Roma con lo scopo di favorire il reinserimento delle persone detenute. Obiettivo senza dubbio pienamente centrato, come ci ha spiegato Salvatore Buzzi, uno che la galera e l’esclusione dalla società le ha provate sulla propria pelle e che della 29 Giugno, una cooperativa con 215 dipendenti, ora è il presidente.

 

Come nasce la Cooperativa 29 Giugno e perché proprio questo nome?

La 29 Giugno nasce nel 1985, in seguito alle aperture prodotte da un convegno promosso ed organizzato dai detenuti del carcere penale di Roma Rebibbia su "Le misure alternative alla detenzione e il ruolo della comunità esterna", tenutosi il 29 giugno 1984. Da qui il nome, perché ci sembrava giusto tenere sempre a mente i risultati di quella giornata.

Nel corso di quel convegno, fu teorizzata l’idea di costituire una cooperativa con soci detenuti per dare modo, a chi era stato a lungo separato dalla società e avesse i requisiti oggettivi e soggettivi per poter beneficiare di una misura alternativa alla detenzione o del lavoro esterno, di poter uscire dal carcere in un contesto lavorativo.

 

E lei, invece, per quali motivazioni particolari ha deciso di impegnarsi nel sociale?

In quel periodo ero detenuto in attesa di giudizio, pertanto non ero un operatore volontario, e il mio modo di essere e di impegnare il mio tempo durante la detenzione mi portarono ad occuparmi di "sociale" e quindi un po’ anche di me.

 

Di quali attività vi occupate, quali sono le possibilità lavorative che offrite e con quali criteri retributivi?

La nostra è una Cooperativa che opera in campo ambientale, quale la realizzazione e la manutenzione di aree verdi, la raccolta di rifiuti e le pulizie industriali. Le retribuzioni dei nostri soci lavoratori sono mediamente più alte di quanto previsto nel CCNL, il contratto di categoria, dato che la Cooperativa ha una struttura patrimoniale solida e chiude i suoi bilanci in utile.

 

La legge Smuraglia può costituire un incentivo all’assunzione di detenuti? Vi avvalete degli sgravi fiscali previsti da tale normativa?

È naturale che la Smuraglia possa incentivare le aziende a portare le lavorazioni all’interno degli istituti di pena, e noi stessi ce ne avvaliamo, ma è necessario intervenire anche in altri settori. Ad esempio, bisognerebbe snellire la parte burocratica e limitare i tempi morti di accesso alle lavorazioni, pur rispettando i criteri legati alla sicurezza.

 

Quanto personale avete alle vostre dipendenze e quanti sono i soggetti svantaggiati, in particolare detenuti ed ex detenuti?

Occupiamo stabilmente 215 persone di cui 72 svantaggiate ai sensi della Legge 381/91 e 47 fra detenuti ed ex detenuti. Abbiamo fra i nostri soci anche invalidi fisici, psichici, ex tossicodipendenti ed altri soggetti deboli quali senza fissa dimora e vittime della tratta.

 

Relativamente ai detenuti mantenete le assunzioni anche una volta terminata la pena, oppure il rapporto di lavoro è limitato solamente al periodo di fruizione delle misure alternative?

L’assunzione di un detenuto non è legata temporalmente alla durata della pena, bensì è un’occasione occupazionale per tutta la vita lavorativa. Per noi, in termini prettamente economici, sarebbe certamente più conveniente interrompere il rapporto di lavoro una volta terminato il periodo di erogazione degli sgravi previsti per le persone svantaggiate, ma questo non rientra assolutamente nella nostra politica. Significherebbe abbandonare la persona proprio nel momento di maggior bisogno, e questo non lo vogliamo assolutamente fare, non la riteniamo la strada giusta.

 

Come avvengono le assunzioni?

Con i metodi più classici: su segnalazione dei Servizi Sociali Comunali e delle ASL, dell’Amministrazione Penitenziaria quando ci sono casi particolari e a volte dietro richiesta diretta degli interessati.

 

Riuscite a collaborare, e come, con gli Enti Locali?

Abbiamo attivato numerose convenzioni, con il Comune e la Provincia di Roma e con altri Enti Locali, per la manutenzione di aree verdi ove sono impiegati i soci della Cooperativa. Inoltre, lavoriamo anche con commesse reperite partecipando a gare d’appalto, quindi in concorrenza con il "normale" mondo del lavoro.

La Regione Lazio, invece, in tre occasioni ha finanziato corsi di formazione professionale per giardinieri, che abbiamo promosso ed utilizzato per preparare le persone che successivamente siamo andati ad assumere.

 

Il lavoro, anche se è solamente il primo passo, sembra essere un buon antidoto alla recidiva: quanti detenuti in misura alternativa, ed ex detenuti, sono "passati" nel corso degli anni dalla vostra Cooperativa e qual è la percentuale di successo, riferita al reinserimento?

Nel corso di questi anni oltre 300 detenuti ed ex detenuti hanno lavorato nella nostra Cooperativa e i casi di recidiva non superano le 10 unità: anche per quanto riguarda il versante sociale ci sembra di avere un buon bilancio, non crede?

 

Cooperativa Sociale 29 Giugno

Via Pomona 63, 00158 Roma

Telefono 064510901

 

 

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