Vol.Gi.Ter

 

A Busto Arsizio inaugurato un Centro di Ascolto Carcere

 

Nato dalla collaborazione tra la Caritas Decanale e l’Associazione Volontariato Giustizia Territorio, è uno strumento a sostegno delle persone giunte a fine pena o ammesse a pene alternative e delle loro famiglie

 

(Realizzata nel mese di gennaio 2004)

 

A cura di Marino Occhipinti

 

L’Associazione Volontariato Giustizia e Territorio è una Onlus, cioè un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, ispirata ai principi cristiani del "farsi prossimo e del saper condividere", ed è nata nel mese di luglio 2003, all’indomani di una serie di corsi di formazione sul volontariato che si sono tenuti presso la parrocchia S. Croce a Busto Arsizio, su sollecitazione del cappellano del carcere e parroco della stessa parrocchia, don Silvano Brambilla.

Le finalità perseguite riguardano la solidarietà sociale nei confronti delle nuove povertà e, in particolare, delle persone con problemi penali e delle loro famiglie. I 26 volontari del Vol.Gi.Ter. si occupano delle attività di ascolto e di accoglienza, di sostegno materiale e morale, di accompagnamento al recupero del diritto alla dignità civile, di progettazione di percorsi di orientamento al reinserimento sociale, di documentazione rispetto alla normativa, alle pratiche, alle esperienze e ad ogni informazione che possa favorire percorsi di reinserimento.

Inoltre, gli aderenti al Vol.Gi.Ter. lavorano alla formazione e al continuo aggiornamento degli operatori mediante corsi mirati, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche della giustizia, del carcere e del suo rapporto col territorio, in conformità ai principi costituzionali e alle leggi vigenti; vengono incentivate le promozioni ed il sostegno di iniziative tese alla diffusione della legalità nei diversi ambiti: educativo, sociale ed economico.

Infine, l’Associazione si occupa del coordinamento con le istituzioni del territorio, regionali, provinciali, comunali, la magistratura, le forze politiche, l’amministrazione penitenziaria, le organizzazioni del privato sociale e del volontariato per ottimizzare le risorse attraverso sinergie e azioni in rete.

 

Che cosa è esattamente il Centro di Ascolto?

E’ un Centro di Ascolto sul tema "Carcere" e sulle situazioni ad esso collegate. Si affianca all’esistente Centro di Ascolto "don Alfonso Milani" della Caritas Decanale ed affronta i bisogni che il mondo carcerario propone con crescente urgenza e drammaticità alla comunità cristiana e alla società civile. Inoltre, vuole essere uno strumento della Caritas e del "territorio" a sostegno delle persone che, giunte a fine pena o ammesse a pene alternative, necessitano di aiuto per recuperare a pieno titolo il diritto alla dignità civile, quindi è un punto di riferimento per le persone con problemi penali e per le loro famiglie.

 

Perché avete deciso di aprire un Centro di Ascolto Carcere?

"Perché - dicono i responsabili dell’Associazione - avvertiamo, a proposito del carcere e di tutto quanto ruota attorno ad esso, una "povertà" dura da comprendere, ignota ai più, spesso rimossa nella coscienza individuale e collettiva, talvolta vissuta in modo ostile. Per contrasto, cogliamo nel territorio i segni di una crescente domanda di aiuto e sostegno in questo ambito da parte di chi é passato attraverso l’esperienza carcere e intende reinserirsi nella società. Inoltre, come cristiani ci sentiamo interpellati dalla parola del Signore e dal vissuto dei nostri fratelli a cui vogliamo rispondere, con ascolto attivo.

Come cittadini, vogliamo che l’articolo 27 della Costituzione abbia compimento e che la funzione rieducativa della pena non sia vanificata da indifferenza e chiusura al termine della stessa, anche perché come volontari crediamo che l’ascolto sia il primo e fondamentale strumento per giungere alla condivisione che ci interroga sul rapporto carità-giustizia e sulle sue mediazioni.

Nella consapevolezza che il Centro di Ascolto, non avendo mezzi propri, né risorse, poco avrebbe potuto nel rispondere ai bisogni materiali, è stato deciso di creare una "rete" di sostegno con altre associazioni operanti sul territorio che potessero fornire consulenze mediche, legali, psicologiche e soprattutto risorse materiali, in particolare generi alimentari e vestiario.

L’associazione ha intenzione, comunque, nonostante le difficoltà e le diffidenze, di proporre una segreteria di coordinamento di tutte le realtà di volontariato che operano attorno al carcere di Busto, per meglio ottimizzare le risorse e per divenire interlocutori "forti" nei confronti delle Istituzioni.

È a buon punto anche la procedura per aprire, nell’autunno del 2004, una Casa di Accoglienza per detenuti in permesso premio, misure alternative e per ex detenuti senza dimora, con l’intento di accompagnarli al recupero della propria autonomia e al progressivo reinserimento nella società attraverso progetti mirati".

 

Riassumendo, quali sono quindi gli obbiettivi del Vol.Gi.Ter.?

Gli obiettivi principali sono essenzialmente cinque: 1) promuovere, responsabilizzare, ridare dignità, riconoscere e tutelare i diritti della persona attraverso progetti di aiuto mirato; 2) accompagnare le persone nel progressivo processo di liberazione dalle cause che hanno provocato la devianza; 3) sostenere e favorire l’attuazione di nuovi progetti di vita; 4) operare concretamente perché si possa costruire una via non illusoria che consenta di arginare la reiterazione del reato; 5) impegnarsi per reinserire le persone nella vita lavorativa e nel tessuto sociale del territorio.

 

Centro di Ascolto Carcere: Via Pozzi, 7 – 21052 Busto Arsizio – telefono 0331 627797. Aperto nelle giornate del martedì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00.

 

 

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