Editoriale

 

Saremo tutti ricercati?

 

L’indultino ha messo fuori dal carcere finora poco più di 2000 detenuti. Ma quanti ne metterà dentro, se passa, il nuovo disegno di legge sulla droga? A giudicare dalle indagini, condotte nelle scuole sul consumo di quelle che noi vogliamo continuare a chiamare droghe leggere, la situazione è grave, ma non seria. Grave, perché è altissima la percentuale di ragazzi che fanno uso di sostanze, non seria, perché ci rifiutiamo di pensare che si possa davvero decidere di affrontare il problema della droga a colpi di proibizionismo e galera. La nostra copertina, "Saremo tutti ricercati?" ironizza esattamente su questo, sul fatto che un po’ alla volta la galera sembra diventare la soluzione per tutto: per il clandestino che sbarca sulle nostre coste, stanco della sua miseria, per il ragazzo che si impasticca per sentirsi più coraggioso e trasgressivo, per lo studente che "evade" dalla noia della scuola facendosi uno spinello.

A essere sinceri, l’ironia della nostra copertina esorcizza in qualche modo la paura, ma la paura c’è, ed è forte: abbiamo provato a ragionare, in redazione, su quanti entrerebbero in carcere, se una legge simile passasse, e le prospettive non sono rosee. Ed è anche difficile pensare che in carcere ci finisca l’imprenditore che sniffa cocaina per essere più efficiente o il ragazzo di buona famiglia che festeggia la laurea fumando una canna, più facile prevedere che in carcere ci finiranno ancora di più i "soliti noti", quelli che non hanno risorse e soldi per pagarsi buoni avvocati.

Qualcuno ha scritto su Fuoriluogo del novembre 2000: "Se vogliamo, quindi, affrontare sul serio il problema, dobbiamo far sparire i profitti dal commercio di droga, il che significa rinunziare al proibizionismo; una più decisa "lotta alla droga" e un inasprimento delle pene, invece, determinerebbe con ogni probabilità l’effetto opposto". Ebbene, questo qualcuno che boccia con decisione le politiche proibizioniste non è un radicale, e neppure un esponente dell’opposizione, e neppure ancora un oscuro esponente di Forza Italia in disaccordo con i vertici del suo partito. Questo qualcuno è l’attuale Ministro della Difesa Antonio Martino.

Che dire allora? Che siamo d’accordo con lui e speriamo di cuore che non tradisca questa sua profonda convinzione, che è anche la nostra, che un inasprimento delle pene può causare soltanto un effetto contrario a quello che si vorrebbe ottenere. E non invece, come dovremmo desiderare tutti, una riduzione del danno provocato dall’abuso di sostanze.

 

La Redazione

 

 

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