Contesto
Il
tema della collaborazione/concorrenza tra servizio pubblico e privato è da
sempre al centro del dibattito sulla tossicodipendenza e delle strategie per la
promozione della salute. Secondo le ultime rilevazioni. i Servizi pubblici per
le Tossicodipendenze (circa 500 sul territorio nazionale) hanno un bacino di
utenza che si aggira sulle 135mila persone, mentre le strutture
socio-riabilitative (circa 1.300) hanno in carico 20mila tossicodipendenti.
L’età media delle persone tossicodipendenti che frequentano i Ser.T. e le
comunità, in costante crescita nell’ultimo decennio, è di 32 anni.
Questioni
critiche
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Il
recente decreto governativo del 14 giugno 2002 - il "nuovo 444 " -
ha istituito i Dipartimenti per le dipendenze e ha esteso il potere di
certificazione della tossicodipendenza alle comunità. Il rischio è di un
conflitto di interessi laddove una comunità accerti lo stato di
tossicodipendenza e, al tempo stesso, avvii la persona al proprio programma
di recupero ritenendolo il più idoneo. Inoltre potrebbe verificarsi una
confusione tra consumo e dipendenza, specialmente in tema di droghe leggere.
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Le
nuove disposizioni rischiano anche di contrastare con il titolo V della
Costituzione, secondo il quale l’organizzazione dell’assistenza e dei
servizi sanitari rientra nella competenza delle Regioni e non potrebbe
essere modificata da un decreto governativo. Alcune regioni si sono già
mosse in questo senso, impugnando il decreto n. 444.
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Rimane
tuttora inapplicato l’Atto d’intesa, che - nelle sue traduzioni
regionali - definisce le modalità di collaborazione e di integrazione tra
servizi pubblici e privato sociale.
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Proposte
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Mantenere
la certificazione di tossicodipendenza una funzione pubblica, anche per la
delicata distinzione tra consumo, consumo problematico e dipendenza.
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Dare
piena attuazione all’Accordo Stato-Regioni e all’Atto d’intesa,
stipulati già 3 anni fa, che le Regioni ancora faticano a tradurre in
pratica.
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Favorire
l’entrata in vigore della legge quadro sull’alcol (n. 125 del 2001), di
cui mancano ancora i decreti attuativi.
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Istituire
le modalità di accesso alla cura anche per le persone straniere senza
permesso di soggiorno - STP, stranieri temporaneamente presenti - come
definito dai decreti attuativi della legge n. 40 del 1998 e ribadito dalla
circolare del Ministero della Salute n. 5 del 2000.
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Portare
a pieno regime le piante organiche dei servizi pubblici, in modo che al
numero degli operatori previsti sulla carta corrisponda l’effettività
degli interventi.
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