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Lara Scrittori Presidente Associazione Tangram
Io rappresento l’Associazione Tangram che ha iniziato la propria attività nel 1998 all’interno della Casa di Reclusione con dei progetti prevalentemente nelle attività culturali e sportive. Rimango seduta perché i nostri interventi saranno lievemente più lunghi e cercheremo di concentrare il tutto in un lasso di tempo che consenta a tutti di intervenire perché gli ospiti sono molti. Il progetto che invece stiamo seguendo in questo Istituto è più recente e risale ad un anno fa quando abbiamo iniziato, all’interno della socialità nelle sezioni, un progetto di incontro con il territorio e di sensibilizzazione all’interno del carcere. L’intenzione è stata quella di trovare delle soluzioni che consentissero sempre più di riportare il carcere all’interno della città e questa è un po’ l’idea del titolo, del progetto SOUK che in arabo significa mercato. L’intenzione è stata proprio quella, come nei paesi arabi, di restituire un luogo di importanza al carcere, l’intenzione che si è sempre più venuta a costruire è stata quella di definire una progettualità rispetto al lavoro. Proprio per questo abbiamo ipotizzato questa giornata che prevede nel pomeriggio tre gruppi di intervento: uno che si occupi della professionalizzazione, strutturare una professionalizzazione all’interno del carcere che consenta alle persone di non avere più troppo tempo per oziare, come capita attualmente, ma che si venga sempre più a realizzare un tempo costruttivo all’interno del carcere; il secondo gruppo invece prevede una promozione delle misure alternative e questo quale occasione di sostituire il carcere con una modalità che sia sempre più rivolta al reinserimento della persona; il terzo gruppo invece prevede di lavorare rispetto al lavoro dentro e fuori che ancora oggi rappresenta un’occasione solo per pochi. Io pensavo di presentare alcuni dati che sono stati presi dal sito dell’Amministrazione Penitenziaria, credo che diano una panoramica generale della situazione in carcere rispetto alle tematiche che affronteremo oggi. I dati poi verranno integrati da alcuni detenuti che hanno collaborato con noi a tutto il progetto e in particolare Scremin darà i dati riguardanti la situazione di questo Istituto. L’idea di mostrare i dati è una necessità per le molte persone che oggi sono ospiti e che non hanno neanche vagamente idea di cosa sia il carcere. (Presentazione dei lucidi) Questo riguarda i presenti negli Istituti Penitenziari in Italia, il dato risale al 31 dicembre 2001, se è vero che ogni anno sono 3000 le persone in più in carcere, attualmente che siamo in dicembre dovrebbero essere all’incirca 58.000 persone, al 31 dicembre 2001 erano 55.275. In secondo luogo riguardo la percentuale di detenuti stranieri la situazione nelle carceri è molto cambiata negli ultimi dieci anni e la percentuale di stranieri è sempre più numerosa in particolare nelle Case Circondariali. Qui il dato, sempre del 31 dicembre 2001 è di circa il 25% della popolazione complessiva, di cui il 41% proveniente dai Paesi Africani ed il 25% proveniente dai Paesi dell’Est. Mi sembrava anche interessante far capire qui quale è la fascia di età prevalente all’interno del carcere che è la fascia di età inclusa fra i 25 e i 40 anni, questa raggruppa il 55% delle persone. Siccome ci sono diversi enti di formazione e per far in modo che la formazione sia rivolta, non fine a sé stessa, ma abbia sempre più opportunità di inserire nel mondo del lavoro le persone, per far capire a chi si sta avvicinando nell’ambito formativo al carcere quale è il livello di istruzione medio della popolazione. Come si può vedere l’1,5% è addirittura analfabeta, il resto senza titolo di studio, complessivamente il 9,7%, il 66% ha assolto le scuole dell’obbligo e solo il 7,5% ha fatto una scuola superiore o la scuola professionale, lo 0,9% ha la laurea. Per tutto questo, si fa un po’ fatica a crederlo, ci sono i corsi professionali svolti nell’ambito Penitenziario suddivisi in aree e i più paradossalmente frequenti sono quelli nell’ambito dell’informatizzazione, dico paradossalmente rispetto al livello di istruzione. L’ultimo riguarda il lavoro nelle carceri e vediamo come solo il 25% della popolazione abbia un lavoro e vedremo poi di questo 25% come una parte abbia un lavoro a rotazione, ossia solo pochi mesi l’anno.
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