Gruppo 3: professionalizzazione in carcere
Questo intervento non essendo stato registrato su
nastro viene presentato in base a quanto riportato per iscritto.
Coordinato da Borin Gabriella Associazione Tangram
Dopo un’attenta riflessione sulle condizioni di
vita all’interno del carcere esposta da Scremin il gruppo ha evidenziato alcuni
aspetti importanti per la promozione del lavoro all’interno dell’istituto
penitenziario, tenendo in considerazione le caratteristiche di una casa
circondariale, diverse per condizioni e tempi da quelle di una casa di
reclusione.
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Corsi con tempi di realizzo in istituto dai 4 ai
6 mesi massimo, corsi manuali. |
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Corsi avviati dopo un’attenta indagine, che
permetta di capire a priori quali siano le reali esigenze del mercato,
preparando i detenuti a ricoprire ruoli occupazionali spendibili da subito..
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Corsi finalizzati ad un reale reinserimento, che
abbiano come obiettivo unico quello di reinserire, non che siano fini a se
stessi. Quindi chiediamo una responsabilizzazione ed un impegno da parte di
coloro che li promuovono. |
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Corsi di professionalizzazione con stage
all’interno ed all’esterno dell’istituto presso le imprese. |
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Corsi proposti dopo un sondaggio tra la
popolazione detenuta per verificare quali siano i corsi che suscitano maggiore
richiesta ed interesse. |
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Corsi che permettano di riprendere i ritmi reali
della vita esterna, dentro il carcere tutto assume tempi dilatati, sicuramente
non in sintonia con quelli richiesti dalla società fuori, che sono ritmi molto
veloci. Il detenuto dovrà un po’ alla volta riabituare il proprio corpo al
lavoro, e nello stesso tempo anche il carcere dovrà velocizzare tutti quei
passaggi che servono affinché all’interno del carcere si lavori e si possa
essere produttivi e competitivi sul mercato. |
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Fare un’attenta valutazione dei detenuti da
inserire ai corsi. |
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Molto importante che, oltre alla possibilità del
lavoro, ci sia da supporto, un accompagnamento alla persona. Spesso l’impatto
con l’esterno è forte e disorientante. Aiutare chi esce, scontata la pena, a
superare le grosse difficoltà emotive e psicologiche del primo periodo
significherebbe ridurre di molto la recidiva. |
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Velocizzare i tempi e le dinamiche per le misure
alternative, cioè nel momento in cui ci siano tutte le condizioni per
accedervi, inoltrare la richiesta. Questo permetterebbe alle aziende di avere
a disposizione lavoranti in tempi ragionevoli. |
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I corsi che maggiormente sono stati indicati da
svolgere all’interno della casa circondariale sono: cucina - pizzaiolo -
falegnameria - giardinaggio - imbianchino - idraulico-restauro mobili.
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