Don Virgilio Balducchi

 

S.E.A.C. Triveneto - Conferenza Regionale Volontariato Giustizia

Sportello Giustizia di Rovigo - Ristretti Orizzonti

 

Meno carcere, più impegno sociale

 

Seminario sul volontariato penitenziario

(Padova, 3 - 5 luglio 2003)

 

Domanda dal pubblico

 

È curioso che don Virgilio, nel suo intervento, non abbia mai accennato alle persone che non hanno il nostro credo. Mi sembra una cosa strana, nel momento della globalizzazione. Più della metà, forse, delle persone dentro il carcere non sono di religione cristiana cattolica. Io penso che un cappellano dovrebbe dedicare il 10% del tempo, almeno, a queste altre persone.

 

Don Virgilio Balducchi (Delegato dei Cappellani della Lombardia)

 

Se devo spiegare il modo con cui lavoro con persone di altre religioni, posso entrare nei dettagli ma, innanzi tutto, io sono un cittadino, come tutti gli altri, e lavoro con tutti gli altri per il rispetto dei diritti, compresi quelli delle persone che devono professare una religione diversa. In concreto, all’interno del carcere di Bergamo, stiamo lottando perché un imam possa entrare a guidare la preghiera con i ragazzi mussulmani. Stiamo facendo un percorso di integrazione, con vari gruppi di persone, in cui la presenza degli immigrati stranieri musulmani è abbastanza forte. Io sono sempre invitato a questi percorsi, come cappellano, per confrontarci, per ragionare sulla religione.

Però, tutte queste cose, io non le faccio come un compito specifico del cappellano. Le faccio come cittadino, nell’Associazione "Carcere e territorio", che coinvolge, nella provincia di Bergamo, tutti coloro che ci stanno a lavorare sulle tematiche della giustizia. In quel contesto si lavora e si progetta per tutti, quindi si progetta anche per chi non è cristiano cattolico. È chiaro che il mio mandato è quello di una Chiesa, ma la Chiesa vive in un territorio e risponde ai bisogni di tutti e cerca di far esprimere il diritto di tutti.

 

 

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