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Associazione "Diritti umani - Sviluppo umano" di Padova e Associazione "Antigone" Il difensore civico per le carceri
Giuseppe Zaccaria
Mi fa molto piacere porgere in questa sede il benvenuto e il saluto più cordiale dell’Università di Padova ai promotori e ai partecipanti a questo convegno internazionale. L’Università di Padova è da tempo, da molto tempo, impegnata con decisione sul tema dei diritti umani si è dotata di una scuola di specializzazione ormai consolidata in Istituzioni e Tecniche di tutela dei diritti umani si è dotata di recente di un importante Master europeo in democratizzazione e diritti umani che coordina con la partecipazione di altre nove importanti università europee. Quindi è un impegno di lunga data che ha già una tradizione, è un impegno che giorno per giorno deve essere rinnovato su tutti i temi che interessano questo importantissimo e fondamentalissimo scacchiere. Da parte mia in questa sede il mio saluto non può essere formale: io sono docente presso la scuola di Istituzioni e Tecniche di tutela dei diritti umani e quindi credo di poter conoscere e di poter seguire questa problematica con un interesse particolare; più di altri come a noi noto il tema dei diritti umani è esposto a rischio dell’appello retorico, è esposto al rischio del discorso edificante, è esposto al rischio della vuota declamazione e certamente una delle cause principali di questo fenomeno ricorrente è nella divaricazione che possiamo riscontrare assai agevolmente tra teoria e prassi in tema di diritti umani. Una divaricazione che, non ci sarebbe neppure bisogno di sottolinearlo, diventa particolarmente acuta e talora insopportabile, diciamolo pure, nei luoghi di detenzione. Ma noi sappiamo che i diritti dell’uomo sono diritti che spettano a ogni uomo proprio in virtù del suo essere uomo e quindi non per qualunque altro motivo, e quindi questi diritti non possono sopportare limitazioni, questi diritti debbono davvero essere universali; perché negarne l’universalità vorrebbe dire contestare tout-court questi diritti, quindi limitarli a gruppi di uomini. Escludere da questo diritto qualunque uomo significherebbe ledere irreversibilmente l’universalità dei diritti dell’uomo. Allora questo tema che avete ritenuto di porre al centro del vostro convegno internazionale giunga particolarmente utile, particolarmente opportuno, particolarmente importante e assieme a questo tema l’esplorazione della difesa civica in questo settore che è evidentemente una questione estremamente delicata ed estremamente nevralgica. Grazie di nuovo a tutti, alle associazioni promotrici, ai relatori, agli ospiti stranieri, al pubblico e da parte mia e da parte dell’intero ateneo un convinto augurio di buon lavoro con giornata si fondono tre filoni di ricerca, di analisi, di impegno anche personale propri dei membri delle organizzazioni che hanno voluto questa giornata; non parlo solo delle due associazioni che la stanno promuovendo direttamente ma anche delle strutture che stanno dietro, in particolare le strutture universitarie del Centro sui diritti dell’uomo e dei popolo che è già stato evocato dai nostri primissimi relatori. Nelle tematiche del convegno di questi giorni si sommano infatti tre filoni importanti di ricerca, di analisi, di studio e anche di proposta che sono da un lato quella della tutela dei diritti umani, dei diritti fondamentali delle persone che si trovano in situazioni estreme in cui il discrimine tra il rispetto della dignità e la promozione della dignità dell’uomo e l’offesa di questa stessa dignità è spesso labile, molto difficile da definire e difficilissimo da garantire sul piano pratico. La condizione di detenuti è tipica da questo punto di vista. E su questo tema presso la scuola di specializzazione e le altre strutture che fanno capo agli organismi promotori di questa iniziativa esistono progetti, esistono iniziative politiche, esistono una serie di attività che in queste giornate possono essere messe sul piatto. L’altro filone che interseca i temi di queste giornate è la problematica della tutela non giurisdizionale, non soltanto giurisdizionale, dei diritti umani: i diritti umani possono essere promossi, garantiti e protetti attraverso l’azione delle magistrature, varie magistrature ma anche, e questo è un punto che abbiamo esplorato come associazione e come Centro sui diritti dell’uomo e dei popoli promuovendo negli anni scorsi incontri, meeting internazionali proprio sul tema della difesa civica, attraverso questa figura molto importante, in via di promozione molto forte nel nostro Paese, dell’ombudsman, del difensore civico, una figura che non è di tipo giurisdizionale, che non si occupa soltanto della pubblica amministrazione, una figura le cui caratteristiche verranno esposte e presentate nelle giornate che ci sono davanti. Il terzo filone di impegno, la terza chiave di lettura di queste giornate è la problematica dell’adattamento dell’ordinamento italiano a quello che ci viene richiesto dalle carte internazionali, dagli organismi internazionali che si occupano di promuovere i diritti umani. Il nostro Paese deve adattare non soltanto le proprie leggi, le proprie norme, ma anche le proprie strutture organizzative, direi la propria cultura, la cultura della pubblica amministrazione, la cultura anche dei cittadini, a norme internazionali poste a tutela dei diritti dell’uomo, alle raccomandazioni, alle richieste che vengono dai tanti organismi che si occupano dell’attuazione a livello locale, a livello nazionale d queste norme internazionali. Abbiamo voluto iniziare questo nostro convegno con una panoramica su quali sono le strutture internazionali, in particolare europee che sono deputate a controllare anche il nostro Paese e a dare indirizzi anche alla nostra pubblica amministrazione in materia di promozione dei diritti umani e nello specifico campo dei luoghi di detenzione. La rappresentante del CPT del Consiglio d’Europa presenterà un organismo molto importante ma ancora poco noto nel nostro Paese alle cui raccomandazioni, alla cui prassi le nostre strutture, la nostra amministrazione deve adattarsi perché questo è richiesto come impegno internazionale per il nostro Paese ma è anche richiesto da esigenze di crescita civile che tutti comprendiamo e accettiamo. Sono quindi tre gli ambiti di impegno che confluiscono in questo convegno: quello sulla promozione dei diritti, la tutela e la garanzia di chi si trova in condizioni particolari di sofferenza, i detenuti; quello della promozione di forme alternative ma concorrenti di tutela dei diritti umani, concorrenti rispetto a quella classica di tipo giurisdizionale, il ruolo dell’Ombudsman, del difensore civico; la necessità di aprire le nostre strutture istituzionali e anche la nostra cultura istituzionale a esigenze di adattamento alla tematica dei diritti umani che ci vengono molto forti, molto pressanti dal contesto internazionale, europeo e più ampio. Questo ha guidato la definizione del programma e questo spero, è mio auspicio, guiderà lo svolgimento dei lavori di oggi e di domani. Vi rinnovo il benvenuto e lascio la parola e il tavolo agli ospiti che animeranno la prima sessione di questo convegno. Non c’è il Prof. Constantin Economides membro del CPT ma abbiamo il piacere di avere con noi un altro membro autorevole del CPT la Prof. Renate Kicker; abbiamo poi il Prof. Johannes Feest, Antonio Rodrigues Maximiano, ombudsman per la Polizia del Portogallo e Marco Mona rappresentante dell’APT. La sessione di questa mattina verrà guidata e presieduta da Patrizio Gonnella.
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