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CONVEGNO "Difesa di ufficio e gratuito patrocinio: una difesa effettiva?" 21 settembre 2001 ore 9.00 presso la Casa di Reclusione di Padova, via Due Palazzi, 35/A
Dr. Curtarello (Vice Procuratore di Padova)
Buongiorno a tutti. Voglio iniziare definendo, in una battuta, quello che è oggi il dibattimento in un’aula di Tribunale: uno scambio di tesi e antitesi, per permettere al giudice di definire, attraverso la sentenza, una sintesi. Secondo me, è di limitata efficacia anche la riforma che è stata fatta, perché dare il gratuito patrocinio soltanto ai non abbienti che hanno un reddito di 18 milioni, è un reddito diciamo un po’ basso, tenuto conto che la riforma del codice di procedura penale del processo, che risale al 1998, e che ha modificato il vecchio codice, che aveva enormi lacune per quanto riguardava la difesa in senso generale, ha trasformato il processo in un processo molto tecnico, un processo molto costoso, tant’è che allora (e ancora oggi) taluno parla di un processo soltanto per ricchi. Gli avvocati saranno sempre più investiti di grande responsabilità: lo dico perché mi ha estremamente colpito un punto del dottor Anastasia, laddove, richiamando le statistiche, ha detto che in Italia lo scarto tra condanne e assoluzioni sarebbe del 30% (mettendo a confronto i processi in cui il difensore era stato nominato d’ufficio con quelli in cui era di fiducia) mentre in America abbiamo una percentuale talmente ridotta, dell’1%, da far sì che in America la difesa d’ufficio ottenga gli stessi risultati del difensore di fiducia. Allora, quando mi vengono in mente questi dati statistici 1%, 30%, dovremmo cercare, anche per rendere veramente effettiva la difesa, di verificare se ci è possibile quali sono, o possono essere, le cause che fanno sì che ci sia questo enorme divario, in percentuale, tra l’Italia e l’America. Forse potremmo avere le stesse statistiche se facessimo tra l’Italia e il Canada, che ha un sistema di difesa d’ufficio simile, se non parallelo, a quello americano, laddove esiste un Ufficio del difensore d’ufficio. Nel tentativo di dare la risposta, allora, a queste possibili cause, per trovare, se ci è possibile, dei rimedi e per far sì allora che la difesa d’ufficio possa diventare, nella sostanza, una difesa piena nei confronti dell’imputato, quasi fosse una difesa di fiducia, mi vengono in mente due passaggi, che mi danno motivo di riflessione, fatti dal collega Tamburino: laddove, indicandone quattro, ne indicava uno quasi nella necessità che si instauri (mi pare di aver colto nelle parole del collega questa stimolazione), anche tra cliente e imputato e difensore, anche se difensore d’ufficio, quel rapporto che è essenziale per far sì che il difensore possa espletare fino alle estreme conseguenze il suo mandato, il rapporto che noi diciamo "fiduciario", di fiducia. I difensori, gli avvocati (prima di fare questa attività, l’ho fatta anch’io, per 5 anni, la libera professione), sanno benissimo e pretendono dal cliente il massimo della verità, la conoscenza completa del fatto. Mi rendo conto che delle volte è anche difficile arrivare a questa conoscenza completa, però questa conoscenza la si pretende, perché è il difensore che, una volta acquisita la conoscenza totale e sincera e vera dei fatti, potrà adattare nella sua conoscenza tecnica quelle strategie processuali per meglio difendere il proprio assistito. E mi rendo conto che, talvolta, questo non si ottiene perché non si ottiene il rapporto fiduciario tra difensore d’ufficio e imputato. Non lo si ottiene, anzi, in certi casi nemmeno quando la difesa è di fiducia. Ma il secondo aspetto, poi, che mi fa molto riflettere, messo in evidenza sempre dal dottor Tamburino, è l’ultimo, nel momento cioè in cui, il dottor Tamburino diceva (a mio giudizio in maniera estremamente corretta e fondata), che la difesa d’ufficio è sicuramente un servizio, un servizio pubblico. Servizio pubblico perché è chiaro che si inserisce in una attività che è pubblica, in una attività giurisdizionale. E, allora, se questo è vero, e se è vera allora anche la statistica comparativa alla quale facevo cenno nella mia premessa, credo che qui intervenga un’ulteriore riflessione, non certo da parte mia "raccomandazione", ma "desiderio", nei confronti di chi dovrebbe dare determinate regole, anche se non scritte, a coloro che un domani potranno svolgere questa funzione di difensore d’ufficio. E cioè, mi spiego meglio, giustamente l’avvocato Sangiorgio parlava di una crescita di legalità, di cultura di legalità. Cosa significa, fra le tante cose: significa anche professionalità a mio giudizio, soprattutto. Professionalità che ci deve essere per un pubblico ministero, che è una delle parti, perché un pubblico ministero che non è professionale, non dà al giudice gli elementi, come terzo indipendente, per valutare in maniera chiara e completa gli elementi probatori. Ma professionalità, soprattutto, anche da parte del difensore e, badate bene, io sono super favorevole a una massima professionalità e massima efficacia, non dico del difensore di fiducia, anche di quello d’ufficio, che in sostanza si differenziano per quel piccolo particolare "ufficio – fiducia", ma in realtà il difensore quando è difensore, davanti al giudice, nel corso di un dibattimento è "il difensore". Dovrebbe quasi sparire, se fosse possibile, dalla sua mente che ha l’etichetta di difensore di fiducia perché è pagato da un privato, o di difensore d’ufficio perché è pagato dallo Stato. E allora su questo punto credo che sia grande onere, che spetta chi ne ha le competenze, forse Camere Penali, Ordini professionali, forse ci doveva pensare anche il legislatore, prima di varare una legge che è stata approvata molto velocemente nell’imminenza della chiusura dell’ultimo Parlamento, insieme a tante altre, che presentano pregi e presentano difetti, normative che diversamente non possono essere proprio perché approvate così, molto velocemente. Che sia quindi necessario, ripeto, fare attività di formazione professionale per quella crescita che è necessaria e indispensabile per rendere, se vogliamo, veramente la difesa d’ufficio, visto che parliamo di difesa d’ufficio, efficace, immediata, pronta e rapida. E io sono favorevole, dicevo, a questo perché non mi pongo il problema di una difesa d’ufficio nel momento terminale del processo, o del procedimento di primo grado, cioè andiamo a discutere il processo davanti al giudice monocratico o al collegio. Perché se la difesa, anche d’ufficio, è efficace nel corso delle indagini preliminari, funziona (o potrebbe funzionare) già con effetto importante per l’indagato, che non ha ancora la veste di imputato, che avrà un proscioglimento o meglio un’archiviazione del caso. Ma perché, per la giustizia stessa, in momenti come quelli attuali, dove abbiamo cercato, il legislatore ha cercato, di far sì che i processi che arrivano al dibattimento siano abbastanza ridotti, una difesa efficace, anche d’ufficio, che presenti al magistrato inquirente elementi probatori che vanno a configgere o a smentire categoricamente quegli elementi accusatori che la polizia giudiziaria aveva acquisito, potrebbe veramente funzionare, oso dire, non come rito deflattorio, ma un qualche cosa di simile, che fa sì che vadano al dibattimento soltanto quei processi dove le prove acquisite sono di un certo spessore, per cui è necessario il vaglio dibattimentale. Quindi l’efficacia della difesa non bisogna soltanto sostenerla, a mio giudizio, a parole, perché sul punto credo siano tutti perfettamente d’accordo, ma bisogna anche renderlo un concetto concreto, che abbia una sostanza e che non sia soltanto un flatus. Ultimo accenno: nessuno si meraviglia (almeno, io personalmente, non mi meraviglio) si gridi allo scandalo, diceva l’avvocato Sangiorgio, quando, partecipando per tre anni a udienze in Corte d’Assise, sono stati presentati delle parcelle e sono stati liquidati dei compensi sostanziosi. I compensi del difensore d’ufficio dovrebbero essere sostanzialmente simili, uguali, a quelli di un difensore di fiducia, perché se è vero che la difesa d’ufficio deve essere efficace, ripeto ancora, deve avere gli stessi paradigmi, gli stessi crismi, di una difesa di fiducia. Altrimenti sarebbe un qualcosa di minore, di limitato, e certamente non adeguato alla tutela della persona, indipendente che questo possa pagarsi il difensore di tasca sua o che glielo debba pagare lo Stato, altrimenti faremmo sempre le cose a metà. Sul discorso, allora, come diceva l’avvocato Sangiorgio, si andava anche a chiedere la liquidazione e si otteneva la risposta che erano impegnati e che c’erano cose più importanti di che si andasse a battere cassa. Noi sappiamo, oggi, che i compensi vengono liquidati a modello 12; i funzionari addetti possono essere impegnati… possiamo trovare un qualche cosa che sgravi eventualmente quell’ufficio e lo porti a un altro settore, per dare maggiore celerità: anche questo potrebbe essere un interessante campo da percorrere. Ultimo punto che volevo sottolineare era, poi, sempre sui compensi: che dovrà essere fatta un’opera di sensibilizzazione e di maggiore, forse, efficacia, che potrebbe avere (o essere dato) al Consiglio dell’Ordine. La legge sul patrocinio gratuito, che si collega naturalmente con la legge sul difensore d’ufficio, la norma del Codice di procedura penale, dice che il compenso viene sempre liquidato dal giudice, previo parere del consiglio dell’ordine. Qui bisognerebbe fare in modo, secondo me, non dico che il parere del Consiglio dell’Ordine diventi quasi vincolante nei confronti del giudice che lo deve liquidare. Ma è chiaro che un difensore di ufficio, anche inconsciamente, avendo tante altre pratiche dove difensore di fiducia (e dove sapendo che il giusto compenso lo potrebbe chiedere anche al cliente) potrebbe, sapendo che il giudice potrebbe liquidare un compenso non adeguato, non dico fare la difesa d’ufficio soltanto proforma, ma non metterci tutto quell’impegno, anche perché il tempo è quello che è (e noi sappiamo che il processo, come dicevo prima, oggi è un processo molto pesante, dove la prova si raccoglie al dibattimento, e quindi richiede impegno massimo di presenze e di costanza nel dibattimento), potrebbe essere anche nella difficoltà di esplicare completamente, con rammarico magari, il suo mandato. Ultimo punto, scusate la durata del mio intervento. Sul Magistrato di Sorveglianza, sono state molto corrette le osservazioni, sia dall’avvocato Alborghetti, sia della collega Sangiorgio. Io credo che basterebbe solo farlo presente, io ne parlerò anche con il Magistrato di Sorveglianza: fare uno stampato un po’ diverso… ci vuole tanto poco, so che in Procura, appena uscita la legge, ci siamo posti il problema del 390, comma 2 bis (anche lì non sappiamo perché il legislatore, anziché fare un articolo bis non l’abbia inserito già nell’esistente, non si sa). Abbiamo lavorato, ci siamo confrontati, abbiamo cercato di fare uno stampato che fosse inattaccabile da parte dei difensori… poi lo attaccano sempre con eccezioni e, naturalmente, svolgono il loro ruolo istituzionale. Lo abbiamo fatto a livello distrettuale, questo stampato, e ai giudici di sorveglianza basterebbe (anzi, sarebbe doveroso, a mio giudizio) inserire in quell’avviso di fissazione e di udienza, in sede di incidente di esecuzione, o altri provvedimenti (come previsto dall’articolo 8) tutto quanto quel frasario… che ha diritto di avere un difensore… Anche se potrebbero essere premessi determinati richiami, contenuti nell’articolo 391 bis, che sotto certi aspetti, lasciatemelo dire, a me è suonato come un po’ offensivo nei confronti della categoria, nei confronti dell’avvocatura. Perché sembra quasi che sia la pubblica accusa che debba dire all’imputato, dopo che lo ha avvisato che è stato nominato un difensore d’ufficio (non da parte nostra, perché la nomina avviene attraverso l’organismo dell’avvocatura in sede distrettuale), quali sono tutte le facoltà, tutti i diritti che gli spettano. Tant’è che qualcuno aveva detto, anche scherzosamente: "Stampiamo un mini-codice di procedura penale e lo alleghiamo a questo avviso". Ma, scusatemi la battuta, tornando all’ultimo problema, credo veramente si tratterebbe di una questione non solo cambiamento di stampato, ma di un cambiamento di stampato per rendere, ancora una volta, se lo vogliamo veramente, effettiva la difesa d’ufficio. Grazie.
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