Giancarlo Zotti

 

Giancarlo Zotti

 

Grazie direttore. Signori relatori, in una giornata già densa di impegni non ho voluto mancare seppur per un breve messaggio a questo appuntamento, perché ritengo il tema di assoluta importanza. Su questioni come queste, che riguardano aspetti delicati e dolorosi della nostra vita sociale, è fondamentale avviare una riflessione collettiva, dove ciascuno possa esprimere punti di vista, proposte ed esperienze diverse. D’altra parte la nuova cultura del carcere vissuto non più come un mondo a parte, ma oggetto di apertura e scambi nei confronti  delle altri parti sociali, è resa possibile e può svilupparsi solo con un dialogo costante e concreto. È quindi lodevole l’iniziativa della direzione della Casa di Reclusione di Padova che ha organizzato questa giornata in collaborazione con il Centro di Documentazione Due Palazzi e con la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia.

Sono certo che dai vari interventi emergeranno proposte da valutare con interesse e attenzione, e in cui sarà possibile la ragione di un proprio impegno secondo i diversi ruoli e competenze. Per quanto mi riguarda mi sento di poter riconoscere un lento, ma significativo, cambio di atteggiamento nel comune pensare della città. Penso di poter dire che questo dipenda in una certa misure anche dal serio lavoro che gli stessi detenuti stanno compiendo nella comunicazione all’esterno di idee e di esperienze e qui ne abbiamo una documentazione. Ma certo un ruolo significativo è giocato da quanto i servizi sociali del comune stanno promovendo in questi anni con una progressiva crescita di impegno e di attività. L’amministrazione comunale ha dato corpo ad una serie di progetti, che in sintonia con l’amministrazione carceraria sostengono le associazioni di volontariato operanti nelle carceri e tutti coloro che si battono per aiutare i detenuti e le loro famiglie. E in questo nostro intervento nel rispetto della persona della società non si gioca solo il futuro dei detenuti, ma dell’intera nostra comunità. Quanto più il processo di educazione e di preparazione sarà attento, tanto più potremmo sperare in una società capace di produrre cittadini evoluti e coscienti, e tanto più riusciremo a creare un circuito virtuoso nella vita del paese che possiamo definire partecipazione, legalità, lealtà, rispetto per la persona, per i beni personali e per i beni di tutti.

È questa la sfida su cui tutti siamo impegnati che ci presenta, come tema forse di frontiera, le misure alternative alla detenzione al centro dell’incontro di oggi. Misure che non sono più basate solo su coloro che devono scontare una pena, ma sul rapporto che questi devono continuare a mantenere nei confronti della società di cui comunque fanno parte. Rapporto che è determinante per un loro pieno e reale recupero e reinserimento nel contesto sociale e lavorativo. Ecco perché Padova è particolarmente attenta a quanto potrà emergere dai lavori di questa giornata. Nel ringraziare ancora gli organizzatori e quanti porteranno il loro contributo, auguro a tutti buon lavoro e riporto il saluto di Padova tutta.

 

 

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