Progetto "Tonino" a Secondigliano

 

Giornata di studi "Carcere: salviamo gli affetti"

L’affettività e le relazioni famigliari nella vita delle persone detenute

(La giornata di studi si è tenuta il 10 maggio 2002 nella Casa di Reclusione di Padova)

Il Progetto "Tonino" nella Casa Circondariale di Poggioreale

a cura della dottoressa Annunziata Apollonia, Supervisore del Progetto Tonino

 

Tonino è il nome di ciascun bambino che si reca al carcere per far visita ad un proprio familiare. Il Progetto, avviato lo scorso anno nel Centro Penitenziario di Secondigliano, nasce a tutela del rapporto detenuto/famiglia, è finalizzato al miglioramento di questa relazione secondo le previsioni dell’Ordinamento Penitenziario e del nuovo regolamento (cfr DPR n° 230/2000).

Il Progetto parte dall’osservazione di quei fattori che incidendo più negativamente sulla salute psichica del detenuto ne determinano uno stato di "adattamento passivo".

 

Tra questi:

il distacco dagli affetti, accentuato dai percorsi tortuosi della burocrazia e dall’ignoranza della normative di legge in materia di incontri e di colloqui dei detenuti con i parenti;

il trasferimento in carceri lontane dalla residenza dei congiunti;

la promiscuità e la limitatezza degli ambienti posti a disposizione dalle strutture penitenziarie rendono l’incontro mortificante per i detenuti, doloroso per i parenti;

la presenza di figli, traumatizzati dalla situazione di detenzione del genitore (talvolta di entrambi). Va considerato che il coinvolgimento emotivo sui minori è molto forte e tale da porre gli stessi a rischio di diventare potenziali criminali.

 

Da tali considerazioni nasce il progetto Tonino, che prevede, attraverso gli incontri ed il colloquio tra volontari e detenuti, di favorire il reinserimento sociale di questi ultimi.

La Caritas della diocesi di Napoli si è presa carico dei problemi, facendosi interprete della voce dei volontari, promuovendo il progetto presso il Comune di Napoli e gli istituti penitenziari della città.

Il Comune di Napoli ha reso operativo il progetto, facendolo rientrare nell’accordo di programma triennale, stipulato ai sensi della Legge 285/97 che prevede tra l’altro "l’integrazione sociale per i figli di detenuti e sostegno all’integrazione sociale per minori nomadi e immigrati". Il progetto Tonino è strumento di grande utilità per la conoscenza e la verifica del disagio derivante dalla detenzione.

 

Le finalità generali, perseguite attraverso il progetto, sono:

Rendere attivo, attraverso il monitoraggio e la valutazione dei servizi, un Osservatorio Permanente dei disagi connessi alla realtà carceraria, alla specifica detenzione;

Offrire sostegno e consulenza ai familiari dei detenuti;

Promuovere nelle famiglie ed in particolare nei minori fiducia nelle istituzioni;

Promuovere la cultura della legalità e l’integrazione dei beneficiari dell’intervento nel contesto sociale di riferimento;

Favorire l’affermazione di condizioni di maggiore vivibilità ed umanità per i familiari dei detenuti all’interno delle strutture penitenziarie;

Promuovere l’integrazione e la complementarietà nelle attività specifiche del sistema penitenziario per migliorare lo stato di detenzione e promuovere l’armoniosa unità familiare dei detenuti con i propri congiunti.

 

Obiettivo fondamentale è quello di produrre cambiamenti di mentalità all’interno del mondo carcerario.

 

Nello specifico, invece, il progetto ha i seguenti obiettivi:

La promozione dei diritti del bambino;

La stimolazione dei processi creativi ed espressivi;

Lo sviluppo della qualità della vita;

La trasformazione del carcere in uno spazio ludico;

L’incentivazione della cultura del gioco;

La promozione dalla partecipazione del bambino;

La divulgazione dei diritti dell’infanzia;

La concertazione con Enti ed Istituzioni pubbliche e private;

La valorizzazione delle diversità;

Il miglioramento della fruizione dell’ambiente.

 

Il centro penitenziario di Secondigliano è diventato centro modello, quale luogo di incontro delle famiglie del detenuto. Nel centro stesso è stato realizzato uno spazio attrezzato con giochi con area ricreazione ed area studio, dove il bambino trascorre con i volontari il tempo che lo separa dall’incontro con il genitore detenuto. In uno stato d’animo più rilassato vede il parente e l’incontro risulta più positivo per entrambi perché sono state eliminate precedenti situazioni di tensione e di pathos.

 

Altre situazioni, portate allo sportello famiglie sono:

Richieste iscrizioni del figlio presso enti (asilo, centri sociali e/o educativi, ecc.)

Sussidi economici, disagio economico e redditi Supporto scuola e buoni pasto.

Arresti domiciliari per il figlio detenuto.

Semilibertà ed affidamento al lavoro.

Disagio psicologico e sociale del bambino.

Problemi sanitari.

Lavoro.

Pratiche di invalidità del detenuto.

Recupero per tossicodipendenti ed indirizzo alle comunità terapeutiche.

Disagio psicologico personale e familiare.

Problemi legali e di avvocatura Informazioni generali sullo sportello "famiglie".

 

Il progetto Tonino, dunque, rappresenta un’innovazione in un sistema penitenziario che comincia ad essere sensibile all’integrazione con il territorio e, per tanto, con gli Enti locali, con le Istituzioni pubbliche e private, nonché con tutta la comunità civile. Questo è quanto si cerca di rendere possibile, proprio affiancando e sostenendo la famiglia del detenuto attraverso il progetto Tonino.

Al termine del primo anno si è superata ogni diffidenza da parte sia del personale carcerario che le famiglie dei detenuti, riscuotendo ampi consensi e continuità. Il primo consuntivo è soddisfacente. L’auspicio è che altri centri penitenziari si rendano promotori di analoghi progetti.

 

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