IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO Edizione n° 22, del 21 maggio 2008
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Notizie da Padova
Sto imparando a non odiare, giornata di studi al Due Palazzi
"Sto imparando a non odiare", ha detto, in una recente intervista, Antonia Custra, figlia di un poliziotto, ucciso il 14 maggio 1977 a Milano da manifestanti che aprirono il fuoco contro le forze dell’ordine. Abbiamo deciso di dare questo titolo alla Giornata di studi, che si svolgerà il 23 maggio all’interno della Casa di Reclusione di Padova, per indicare un percorso di sofferenza che però ha un punto di arrivo fondamentale: smettere di odiare. Imparare a non odiare è fondamentale per le vittime di reati violenti, perché nutrirsi di odio per anni significa rinunciare a vivere; fondamentale per le vittime dei reati "di allarme sociale" come i furti o gli scippi, perché comunque c’è una forte spinta a trasformare l’allarme sociale in odio, che significa coltivare un clima di angoscia e insicurezza che peggiora enormemente la qualità della vita di tutti; fondamentale per i famigliari delle persone detenute, che arrivano a detestare la loro condizione, quel paradosso per cui sono vittime trattate spesso allo stesso modo degli autori di reato. La scelta di un tema complesso come il rapporto tra autori e vittime di reato è nata nella redazione di Ristretti Orizzonti in modo molto limpido: prima di tutto, durante un incontro in cui Olga D’Antona ha accettato di venir lì a parlare, in mezzo a persone che si sono macchiate di reati di sangue, del suo dolore e della "fortuna di non saper odiare"; poi, quando in un incontro con gli studenti una ragazza si è alzata in piedi e ha spiegato che cosa vuol dire essere rimasta vittima di un reato come il furto in appartamento e aver perso il coraggio di tutto, di uscire ma anche di restare in casa, nel luogo che dovrebbe essere per eccellenza quello dell’intimità e della sicurezza. I reati, anche quelli meno gravi, non possono essere "monetizzati", non è la perdita materiale ciò che angoscia chi li subisce. Ma imparare a non odiare è una strada obbligata anche per chi sta in carcere: perché tanti reati nascono proprio da una incapacità di controllare i propri "cattivi sentimenti" e da una mancanza di rispetto, un odio autentico per la vita degli altri, e in fondo anche per la propria. E il carcere, poi, spesso si trasforma in un moltiplicatore di odio, perché rende gli autori di reato a loro volta vittime di una carcerazione, nella quale spesso non è garantito neppure il rispetto della dignità delle persone. Il 23 maggio sarà dunque prima di tutto una "Giornata di ascolto" di chi ha subito un reato e di confronto "severo" su questo tema. Vi parteciperanno più di 100 detenuti della Casa di Reclusione e circa 500 persone provenienti dal mondo "libero", magistrati, avvocati, operatori penitenziari, operatori sociali, docenti, studenti.
Si incontrano gli sportelli di Segretariato Sociale
Venerdì 16 maggio abbiamo partecipato, in rappresentanza del Granello di Senape di Padova, alla riunione degli Sportelli di Segretariato Sociale organizzata dall’associazione "il Granello di Senape" di Venezia nella cornice del 13° incontro che l’associazione stessa organizza annualmente. Il tema della due giorni di quest’anno è stato: "Escludere o Integrare. Quali vie per la sicurezza", mentre la riunione di venerdì aveva come argomento: "Gli Sportelli: strumenti per l’inclusione sociale. Scambio di buone pratiche tra Sportelli rivolti a detenuti ed ex detenuti." L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Venezia non ha potuto partecipare e ha mandato i suoi saluti attraverso Enzo Castelli, Presidente della Municipalità di Venezia-Murano-Burano. Dopo i saluti di rito da parte della Presidente dell’associazione veneziana, Maria Teresa Menotto, la coordinatrice, Francesca Vingiani, responsabile Ufficio Carcere e Marginalità Sociale delle Regione Veneto ha presentato le linee guida che sono state prodotte dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i Rapporti con Regioni, Enti Locali e Terzo Settore, istituita presso il Ministero della Giustizia. Obiettivo della commissione era elaborare uno strumento per la programmazione territoriale delle azioni di inclusione sociale, per superare la frammentazione progettuale e di risorse che contraddistingue spesso le iniziative che riguardano il reinserimento.. Come ha spiegato Francesca Vingiani, "il gruppo tecnico, attraverso un’analisi attenta delle azioni in atto, ha lavorato sulla condivisione degli obiettivi e dei processi possibili per rendere realizzabile un percorso di inclusione sociale delle persone sottoposte a provvedimenti giudiziari, siano essi minori o adulti, attraverso la formula delle linee guida". Si è visto quanto sia importante colmare lo spazio fra la normativa relativa all’Ordinamento penitenziario, le indicazioni generali della L. 328/00 e la programmazione delle singole Regioni. Si è voluto introdurre lo strumento del Patto fra i soggetti istituzionali e tutte le componenti sociali, al fine di: sensibilizzare la collettività per attivare processi di conoscenza sulle tematiche della legalità, della mediazione dei conflitti, della sicurezza sociale; migliorare la qualità della vita in carcere; sostenere e accompagnare i soggetti nei percorsi di reinserimento; formare congiuntamente gli operatori. I risultati che si vogliono raggiungere sono: il consolidamento delle iniziative ed intese già strutturate; l’adozione formale in ogni regione di almeno uno degli strumenti e ambiti di collaborazione individuati; la ricezione, da parte degli enti locali, degli accordi ed indicazioni regionali; l’ampliamento del partenariato, a livello locale, ai soggetti del mondo produttivo; la diffusione delle buone prassi, attraverso la redazione di un rapporto triennale. Naturalmente, in attesa che tutte queste "buone intenzioni" divengano realtà, gli operatori dei vari sportelli - era presente l’Agenzia AgeSol di Milano, il Centro Attavante di Firenze, gli Sportelli Giustizia di Rovigo e Verona, lo Sportello di Segretariato Sociale delle Provincia di Lodi, lo Sportello Info-Lavoro di Bologna, lo Sportello Segretariato Sociale e Orientamento Giuridico di Padova, lo Sportello Spin di Milano, l’Ufficio Interventi Carcere del Comune di Firenze, la rete dei servizi di Venezia, il Progetto Jonathan di Vicenza e una rappresentante dell’Ordine degli avvocati - hanno esposto la propria attività, e quello che ne è uscito dimostra che la situazione è davvero complessa. Pochi i soggetti istituzionali che appoggiano queste attività, che, per la maggior parte, si sostengono economicamente attraverso progetti annuali o grazie al "buon cuore" di alcune persone. L’istituzione è presente solo in alcuni casi. Licia Roselli, presente nella veste di responsabile dell’AgeSol di Milano, per esempio, ci ha spiegato che la regione Lombardia ha una vera e propria legge per l’inclusione, ma che gli sportelli Spin non sono stati rifinanziati, per cui da dieci che erano, ne è rimasto aperto solo uno. A Milano poi la Provincia ha preso in carico gli sportelli, ma non ha fatto molto, e lo sportello dell’AgeSol di consulenza per le aziende chiuderà tra due mesi per mancanza di fondi! La situazione è ancora peggiore in Veneto, dove, a parte il Comune di Venezia che si è preso in carico gli sportelli che erano precedentemente finanziati dal progetto Urban, si è riscontrato che da altre parti le Istituzioni non hanno dimostrato il necessario impegno in materia. Tutti gli operatori però hanno dato prova di non volersi arrendersi ed è stato proposto di incontrarsi con maggior frequenza per scambiarsi le "buone pratiche", per far fronte comune ed essere degli interlocutori ascoltati in ambito istituzionale.
Notizie da Venezia
Scout ed educazione alla legalità
La Municipalità di Marghera in collaborazione con il Gruppo Scout Agesci Marghera 1 organizza un incontro pubblico sul tema dell’educazione alla legalità: un confronto sul ruolo delle mafie come elementi destabilizzanti della nostra società. "La mafia, il territorio e le risposte della società civile". Questo il titolo dell’incontro che si terrà venerdì 23 maggio alle ore 18.30 all’Auditorium Monteverdi in Piazzale Giovannacci a Marghera. Questo appuntamento è una delle tante iniziative che il gruppo ha organizzato all’interno di un percorso di educazione alla legalità durato alcuni mesi e - in particolare - lo spunto per questa iniziativa nasce dalla ricorrenza, proprio in questi giorni, dell’anniversario a 16 anni dalla strage di Capaci (23.5.1992 - 23.5.2008) in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la sua scorta. Presenzieranno all’incontro Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, e Maurizio Dianese, giornalista. Ingresso libero. Per informazioni: Uff. Cultura 041.2746326
Diritti umani e cultura di pace: un concorso per gli studenti
Per celebrare il decennale della legge, l’Assessorato regionale ai Diritti umani e alle Pari opportunità ha indetto un Concorso a premi, diviso in tre categorie (grafica - fotografica - video), per la realizzazione dell’immagine che celebra i dieci anni della Legge. Al Concorso possono partecipare tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del Veneto. I progetti presentati saranno valutati da un’apposita Commissione che proclamerà i vincitori e attribuirà 6 premi, (ciascuno del valore di 3.000,00), due per ciascuna delle tre categorie in Concorso: uno riservato ai progetti realizzati dagli studenti delle classi del biennio, l’altro ai progetti realizzati dagli studenti delle classi del triennio. La richiesta di partecipazione dovrà essere presentata entro e non oltre il 31 ottobre 2008.
Notizie da Verona
Carcere a vita o recupero della persona?
"Non si tratta di un fatto di cronaca, ma di un fatto sociale". I ragazzi della III B del Liceo delle Scienze Sociali Montanari - futuri sociologi e "investigatori" della società contemporanea - sono tutti d’accordo nell’individuare, all’origine dello sconvolgente pestaggio che ha provocato la morte di Nicola Tommaselli, una mancanza di valori e un senso di noia che si riscontrano in molti dei loro coetanei. Pur tenendoci a sottolineare l’importanza di non generalizzare e non cercare "soluzioni matematiche" a fatti di tale gravità, più di uno studente avverte un generale clima di tensione che si trascina da tempo nella città di Verona. "Con questo non vogliamo dire che Verona sia una città violenta e nemmeno che i 5 ragazzi coinvolti abbiano commesso un gesto politico. Piuttosto hanno utilizzato un’ideologia - che poteva essere di sinistra come di destra - in maniera funzionale al loro disagio". Un disagio che più di uno studente della III B si è travato a gestire, anche con l’aiuto di specialisti. "Prima pensavo che fosse una cosa da sfigati - confessa uno dei ragazzi - ma poi ho capito che andare da uno psicologo farebbe bene a chiunque. Sono cresciuto in cattive compagnie, pensavo di stare bene, che quella fosse la normalità. Adesso però mi rendo conto che avrei potuto finire male". "Io ho iniziato ad andare dallo psicologo quando avevo 3 anni - dichiara un’altra ragazza - e in questi anni non sono certo uscita con le persone più raccomandabili. Per me è stata proprio la scuola a offrirmi un’alternativa, riuscendo a darmi la serenità che non avevo a casa". Secondo la classe "molti giovani non sanno riconoscersi nei valori alla base della società civile". Parte della responsabilità viene attribuita a modelli politici poco ispirati, altra a media che "fanno ormai cinema", puntando all’audience nonostante fatti tragici che andrebbero analizzati nel loro contesto e con la dovuta cautela. Per quanto riguarda il ruolo della famiglia, la classe si trova spaccata tra chi sostiene che dovrebbe fare di più per la formazione dei figli e chi pensa che per i genitori non sia possibile avere il controllo su un figlio adolescente. Tutti d’accordo, invece, sul fatto che il dramma poteva essere evitato: "C’erano dei precedenti, dei segnali di allarme". E adesso, qual è la giusta pena per i 5 arrestati? "Stare in carcere il più a lungo possibile, anche tutta la vita!" interviene qualcuno, mentre altri, più moderati, pensano che "nonostante il carcere sia giusto, tutti possono sbagliare e - come nelle strutture per gli alcolisti anonimi - deve essere offerta la possibilità di un recupero e una rieducazione". Un dibattito davvero partecipe e nel rispetto di ogni opinione quello che si è svolto con gli alunni del Montanari, a dimostrazione che la scuola - come sostengono gli insegnanti di Scienze Sociali e di Filosofia, Angelo Leonardi e Ferdinando De Marchi - può e deve essere "non solo trasmissione del sapere, ma anche e soprattutto formazione critica".
A Verona l’incontro tra studenti e detenuti è possibile solo in carcere
Continua "Carcere & Scuola", il progetto di formazione e informazione destinato ai più giovani, ideato da Maurizio Ruzzenenti dell’associazione Progetto Carcere 663. Tutti i giorni, nonostante la bufera mediatica che ha circondato il carcere di Verona in seguito all’arresto dei 5 ragazzi che hanno tolto la vita a Nicola Tommaselli, l’associazione porta nel carcere di Montorio una quindicina di studenti per degli incontri sportivi con i detenuti. A breve, il 26 e il 29 maggio, si svolgeranno gli ultimi due incontri "lunghi" dell’iniziativa: quelli che, oltre all’incontro sportivo pomeridiano, prevedono una visita anche interna del luogo di detenzione, per un confronto più approfondito con chi vi è recluso. Maurizio Ruzzenenti si mostra però preoccupato circa la situazione per le richieste di uscita dei detenuti: di 35 domande nessuna è stata accolta. Secondo il presidente dell’associazione "la situazione su questo fronte si fa ogni giorno più pesante. La mancanza di uscite mina alla base il nostro lavoro di coinvolgimento della comunità esterna portato avanti in vent’anni di attività. Non ho idea di dove potremo andare a finire. Vogliamo richiudere il carcere in sé?"
I detenuti stranieri alla Festa dei popoli: "non fisicamente, ma ci siamo anche noi!"
Nel carcere di Montorio il 70% della popolazione detenuta è straniera. Molte di queste persone partecipano alle attività educative, ricreative e culturali che si svolgono all’interno del carcere grazie all’intervento di diverse associazioni del territorio. Tra le varie iniziative, l’associazione La Fraternità propone ogni anno dei corsi di pittura e di ceramica, i cui risultati (quadri e oggettistica) sono stati proposti al pubblico presente alla Festa dei popoli che si è svolta a Villa Buri domenica scorsa. In questo modo i detenuti di Montorio hanno potuto portare la loro presenza a una festa pensata proprio per offrire un momento di incontro e confronto alle diverse popolazioni presenti a Verona. Non potendolo farlo fisicamente, la loro voce è stata affidata alle opere che hanno realizzato.
Una messa per i diversi popoli detenuti
Un "Padre Nostro" multilingue e multiculturale quello recitato la scorsa domenica a Montorio, in occasione della Pentecoste. Prendendo spunto dalla festa dei popoli che si è svolta a Verona durante la stessa giornata, il fondatore dell’associazione La Fraternità Fra Beppe Prioli, si è recato a Montorio con altri 5 frati di diverse nazionalità: un russo, due ucraini, un coreano e un ungherese. Con la convinzione che sia necessaria "una diversità nella diversità delle lingue e delle culture" il gruppo di religiosi ha proposto una messa in ogni sezione e tra tutte, confessa Fra Beppe, "quella con gli isolati della terza sezione è stata senz’altro la più sentita". Uno dei detenuti ha chiesto che fosse recitata una preghiera per le vittime del recente terremoto in Birmania e, al momento dell’offertorio, i doni sono stati tra i più diversi e originali: chi un mappamondo, chi un lumino e chi una manciata di terra, quella terra che manca sotto i piedi dei detenuti, sia fisicamente che come luogo d’origine, lontano come un ricordo.
Capire per comprendere: un progetto di formazione on-line
Quali sono gli incidenti più frequenti tra persone di credo diverso? Quali stereotipi ci portiamo dietro dall’infanzia senza averli mai criticamente riesaminati? Abbiamo davvero capito l’importanza e le competenze necessarie al dialogo? Quali esperienze positive in Europa possono indicarci delle valide piste d’azione per costruire il dialogo interculturale e interreligioso? Queste le domande da cui ha preso il via il progetto di formazione on-line "Capire per comprendere le fedi e le culture dell’Europa". Presentata il 16 maggio scorso all’Istituto Don Bosco di Verona, in occasione della conferenza dibattito su "Laicità e pluralismo religioso" con il docente di economia politica Stefano Zamagni, l’iniziativa è promossa dal Centro Europeo di Gargnano, nell’anno europeo del dialogo interculturale, in partenariato con Voies de l’Orient di Bruxelles e del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Verona. A partire dal 17 maggio, chiunque voglia partecipare gratuitamente all’esperienza di formazione può liberamente accedervi attraverso il sito: www.dialoguelearning.eu.
Notizie da Vicenza
"Carcere e Scuola" anche a Vicenza
È da ormai sei anni che il Centro Sportivo Italiano di Vicenza ha adottato l’iniziativa veronese ideata da Maurizio Ruzzenenti di Progetto Carcere 663 come "supporto tecnico e di competenze" per creare occasioni di incontro tra studenti e detenuti. Il progetto, che si chiama "Carcere e Scuola", a Vicenza quest’anno vede il coinvolgimento di 6 istituti. "Da metà aprile a metà maggio si sono svolti circa 13 incontri per un totale complessivo di circa 220 studenti entrati - spiega il presidente del Csi Enrico Mastella, specificando che si tratta di incontri sportivi di calcio pallavolo e, prerogativa rispetto a Verona, anche di atletica leggera (mezzo fondo, velocità e lancio del peso). Nel frattempo non mancano certo le attività esterne per la diffusione di una sensibilizzazione e presa di coscienza da parte dei giovani sulla complessa realtà carceraria. "Organizziamo momenti di assemblea nelle scuole e corsi di educazione alla legalità", spiega ancora il presidente che, circa quest’ultimo aspetto aggiunge: "Da due anni ci hanno chiesto di portare il nostro contributo anche in alcune scuole medie".
Pienone allo spettacolo per l’Associazione "Progetto Jonathan"
Grande successo di pubblico allo spettacolo di sabato 17 maggio al Teatro Comunale Nuovo di Vicenza dove è stata presentata la parodia di "La Spada nella Roccia". "La Casa dei Sogni" Onlus è il nome della compagnia teatrale che ha allestito la rappresentazione di beneficenza. Il teatro, che ha mille posti a sedere, era praticamente pieno. I biglietti venduti sono stati 904 a dimostrazione del fatto che ci sono ancora molte persone che credono che far del bene e aiutare il prossimo sia importante e giusto. Aspettiamo di sapere quanto denaro riuscirà a entrare nella cassa dell’associazione.
Notizie da Rovigo
Il carcere va in piazza, per non far dimenticare…
Torna la manifestazione "Il carcere in piazza", venerdì 18 luglio alle 21 in piazza Vittorio Emanuele a Rovigo. La serata di riflessione, musica, poesia e racconti sulla condizione carceraria, organizzata dal coordinamento dei volontari della Casa Circondariale in collaborazione con gli assessorati comunale ai Servizi sociali, provinciale alle Politiche sociali e la Casa circondariale, sarà imperniata sulle testimonianze di persone detenute in carcere a Rovigo con interventi dei volontari che operano al suo interno. Sul palco gli attori Ivana Monti e Andrea Bagno. Si esibiranno i cantautori Claudio Lolli e Paolo Capodacqua. Regia di Livio Ferrari.
Appuntamenti
Padova: Granello di Senape e C.S.V. per gli Avvocati di Strada
Granello di Senape e C.S.V.: per gli Avvocati di Strada. Padova: Casa Comboni, via Citolo da Perugia, 35. Giovedì 22 maggio 19.00-21.00. Ottavo incontro del corso di formazione e aggiornamento per il servizio di Avvocato di Strada. Il corso è gratuito e aperto al pubblico, previa iscrizione. Tema: "I minori stranieri non accompagnati". Relatore: avv. Maria Antonietta Zuccalà
Venezia: incontri sul tema "Adolescenze difficili"
Incontri sul tema: "Adolescenze difficili". Mestre: Centro Culturale Candiani. Mercoledì 21 maggio - ore 9.30-14.00. Tema: "Giovani e alcol". Proiezione del video "La notte dell’alcol". Commenta Daniela Orlandini, Ulss 12 Veneziana. Tavola Rotonda con Mara Mabilia, antropologa dell’Università di Padova, Isabella Mastropasqua, dirigente Servizio Studi e Ricerche del Dipartimento Giustizia Minorile, Roberto Simionato, docente di Scuola Media Superiore. Visione del cortometraggio "Buongiorno" presentato dall’autore Alberto Baraldi. Info: c/o Opere Riunite Buon Pastore tel. 041.5222689, e-mail sede@buonpastore.org. Direttore: Ornella Favero Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.
Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto" |