Iniziata
la rassegna “Spazio Scena”: il carcere fra i temi scelti per la serata inaugurale
Si è aperta venerdì scorso al Piccolo Teatro “Tom Benetollo” - Spazio “G.
Gershwin” di Padova - la rassegna “Spazio Scena”, proposta dalla Scuola di musica “G. Gershwin”, l’associazione Amistad e il Consiglio di Quartiere 3 Est, e che si inserisce all’interno di un percorso pensato dal Consiglio di Quartiere 3 per rivitalizzare e rivalorizzare il territorio. Il circolo culturale Arci Gershwin - con la sua filosofia di cultura come strumento di promozione sociale che lo candida da sempre a partner d’eccellenza di iniziative come questa - ha ospitato venerdì 7 dicembre alle 21.00 nel suo teatro, “5 storie da raccontare al buio”, spettacolo andato in replica sabato 8. Sul palco un bravissimo Loris Contarini, accompagnato dalle note del sax di Maurizio Camardi, ha recitato storie di amianto, persecuzioni, mendicanti, immigrati… e ancora patrioti, assedi in piazza S. Marco, e
carcere. La prigione vista dal tipico cittadino del Nordest, nei suoi pregiudizi e luoghi comuni al limite fra il cinico e lo spietato; ma anche la prigione nelle parole e nei gesti di chi l’ha vissuta, da dietro le sbarre, cercando di non impazzire, ripetendosi ogni giorno, ogni ora e ogni minuto “Non pensare, fotti la galera, non pensare, se non vuoi che la galera fotta te”. Delle cinque storie di venerdì quella sul carcere è stata forse la più emozionante e suggestiva, sarà che i testi messi in scena portavano la firma di Massimo Carlotto, ma davvero sul quel palco Contarini è riuscito a far rivivere gli orari e i ritmi alienanti dell’istituzione penitenziaria, i fantasmi della follia e delle angosce di tante persone detenute, le loro speranze, ma anche le paure che si mescolano a volte alla tentazione di farla finita.
Il programma di “Spazio Scena” prevede quindici spettacoli (quasi tutti a ingresso libero) e continuerà per altrettanti fine settimana fino al prossimo maggio.
Informazione dal carcere: esperienze a confronto
Si è tenuto lunedì 10 dicembre nella redazione di Ristretti Orizzonti l’incontro di lavoro dei coordinatori dei giornali e di altre esperienze di informazione dal carcere e sul carcere. Emersa in maniera chiara la necessità per le varie redazioni di definire con il Dap la gestione degli spazi e le possibili sperimentazioni di strumenti. Le considerazioni in merito si sono tradotte in una serie di richieste da presentare al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, fra cui che la direzione dovrebbe fornire un’aula adeguata al lavoro redazionale, attrezzata con computer, stampanti, scanner; che ai detenuti-redattori dovrebbe essere concessa l’autorizzazione a usare computer portatili in cella, e supporti informatici (dvd, cd rom, floppy, chiavette usb); e che si dovrebbe lasciar portare quotidianamente all’interno della redazione materiale informatico inerente al lavoro redazionale, utilizzando supporti informatici.
Altro problema riportato è stato quello relativo all’autonomia, rispetto al quale si è concordato unanimemente che non ci debba essere una lettura preventiva degli articolo da parte della direzione del carcere, in quanto della correttezza del loro contenuto, spetta al Direttore responsabile rispondere. Nel corso del seminario si è tornati più volte a dibattere sulla questione del linguaggio da usare nei giornali, con una maggioranza dei coordinatori che sostiene l’importanza di una “comunicazione calda” e che faccia ampio uso di testimonianze, ed altri che invece ritengono si debba tendere al registro del classico linguaggio giornalistico. Il prossimo appuntamento è per il marzo 2008 a Bologna, per la Giornata di Confronto organizzata dalla Federazione dell’informazione dal carcere e sul carcere, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna.
Incontro
nella redazione di Ristretti Orizzonti con Sebastiano Ardita, Direttore dell’Area Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
L'atro
ieri giovedì 13 dicembre la redazione di Ristretti Orizzonti ha incontrato Sebastiano Ardita, Direttore dell’Area Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Ardita ha sostenuto la necessità del contatto e del confronto tra il carcere e la realtà esterna, anche attraverso attività come quelle delle redazioni interne agli Istituti di pena, che Ristretti Orizzonti da tempo coordina all’interno della Federazione dell’informazione dal carcere e sul carcere.
Detenuti e volontari della redazione hanno quindi chiesto un impegno da parte dal Dap a favorire lo sviluppo di queste attività anche in altre realtà carcerarie, ragionando su alcune richieste concrete per aumentare gli spazi e le risorse a disposizione di chi si occupa dell’informazione dal e sul carcere. Il dottor Ardita si è detto disponibile ad altri incontri con la redazione di Ristretti Orizzonti e a lavorare insieme per la promozione di iniziative che rendano il carcere il più aperto possibile alla società, come i progetti di sensibilizzazione delle scuole che già sono attivi a Padova e in molte altre città italiane. La Federazione attende ora risposte alle richieste avanzate, riguardanti gli spazi, i tempi e le modalità delle attività di informazione e sensibilizzazione all’interno delle carceri.
Presentata
a Padova l’edizione 2007/2008 del progetto
“Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere”
È stata presentata ieri
in Sala Giunta di Palazzo Moroni, l’edizione del progetto “Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere” per l’anno scolastico 2007/2008, un’iniziativa nata dall’Associazione Il Granello di Senape di Padova, che permette ad alcuni detenuti redattori della rivista di Ristretti Orizzonti di incontrare gli alunni delle scuole medie e superiori di Padova, e a questi ultimi di entrare nella struttura penitenziaria del Due Palazzi per trascorrere qualche ora all’interno della redazione di Ristretti, e continuare a parlare - questa volta “da dentro” - di come si finisce a commettere reati, di quale sia il senso della pena e di quanto difficile il rientro in società….”È importante comunicare con i ragazzi attraverso esempi di vita”, ha affermato stamattina l’Assessore ai Servizi Scolastici Claudio Piron “I nostri figli - ha detto - ci chiedono sempre più di essere concreti”. E che la concretezza stia alla base di questo progetto, lo testimoniano le numerosissime scuole che vi aderito lo scorso hanno: 87 incontri realizzati nelle classi, e 16 all’interno del carcere, che hanno fatto “assaggiare a più di 600 ragazzi un po’ di galera”; e ancora, più di 500 alunni delle medie terze che hanno preso parte a questo percorso. Ma anche per l’edizione 2007-2008 la partecipazione si preannuncia altissima, visto che nei soli mesi di novembre e dicembre, ragazzi e detenuti si sono già incontrati in una ventina di classi. E anche attraverso le parole degli alunni coinvolti è stato presentato il progetto oggi a Palazzo Moroni, leggendo brani dalle due pubblicazioni che ne raccolgono pensieri e testimonianze: “La pena raccontata ai ragazzi” (scuole superiori) e “Se sbagli ti cancello” (scuole medie). “Questo progetto” - ha raccontato Ornella Favero del Granello, “ci ha permesso di arrivare anche a tante famiglie, attraverso i figli che raccontavano ai genitori le esperienze che stavano vivendo”. Un interessante occasione di scambio e confronto per l’intera comunità dunque, che offre la possibilità di uscire per una volta dagli stereotipi e dai luoghi comuni che circondano il carcere e i detenuti, incontrandoli personalmente. Ma anche un momento ad altro valore educativo: ““Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere” è un importante tassello del Piano Carcere del Comune di Padova” ha spiegato il vicesindaco Claudio Sinigaglia, “e dell’azione di prevenzione in favore della sicurezza e della legalità che sta a cuore a tutti noi”.
Venezia, 15 - 25 Dicembre 2007
Campo Santo Stefano 9.00 -19.30 chiuso lunedì
Mercatino Rio Terà dei Pensieri
In occasione delle festività natalizie la cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri dal 15 al 25 dicembre sarà aperta per tutta la giornata in Campo Santo Stefano con i prodotti dei laboratori artigianali (cosmetica, legatoria, pelletteria e serigrafia) del carcere femminile della Giudecca e del maschile di Santa Maria Maggiore. Per informazioni tel. 041.2960658 riotera@libero.it
Venezia,
Sabato 15 dicembre ore 10.00
Centro Culturale Candiani, Mestre
“Rileggere la violenza contro le donne”
Il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità propone un seminario di riflessione sul delicato tema donna e violenza coordinato da Alberta Basaglia, con interventi di giornaliste provenienti da varie culture. Info: Centro Donna 041.2690630 cittadinanza.donne@comune.venezia.it
Venezia,
fino al 10 Febbraio 2008
Fondazione Querini Stampalia, Campo Santa Maria Formosa
Georges Adéagbo “La rencontre”..!Venice - Florence.. !”
Adéagbo racconta le difficoltà di persone che vivono separate e cercano un contatto “…vicini, separati da un alto muro, sentono ciascuno i rumori dell’altro, ma hanno solo un’idea vaga di come gli altri vivano. Alla fine uno di loro costruisce una scala, vi si arrampica e intravede chi sono gli altri e come vivono”. Info: 041.2711411 fondazione@querinistampalia.org
Venezia, fino al 6 Gennaio 2008
Museo di Palazzo Mocenigo - Androne al piano terra
Abu Ghraib. Abuso di potere
Opere su carta di Susan Crile
Ventinove opere dell’artista statunitense ispirate dall’orrore delle foto scattate nel carcere iracheno di Abu-Ghraib nel 2004. Immagini che ribaltano le intenzioni di chi aveva scattato quelle foto: non trofei di vittoria ma inqualificabili prove di brutalità, non degrado nelle vittime, ma dolente umanità. Una riflessione sulla tortura ancora pratica in gran parte del mondo.
Info: tel. 041.2747607 www.museiciviciveneziani.it
Ragazza in servizio civile a Verona si confronta con il vasto mondo delle associazioni
Di recente a Roma si sono svolti tre giorni dedicati a Il volontariato per la persona e la giustizia, in occasione dei 40 anni del Seac (Segretariato enti e associazioni di volontariato penitenziario). Paola, giovane ragazza in servizio civile all’associazione veronese La Fraternità, riporta i punti principali che sono stati dibattuti: dall’importanza della persona in sé, a quella di restituire dignità al detenuto tramite l’ascolto, dall’assoluta necessità di sensibilizzare e coinvolgere la società, a quella di assorbire ex detenuti nel mondo del volontariato e, soprattutto, di lavorare in rete ed essere “scomodi” per portare a una coscienza dei problemi nella loro complessità, stando attenti a non cadere nella dicotomia società “cattiva”
- detenuto “vittima”.
“Nonostante qualche difficoltà nell’afferrare alcuni concetti, data la mia ancora scarsa conoscenza dell’ambiente carcere” - confessa Paola - “ciò che mi ha maggiormente colpito è che le difficoltà spesso riportate nelle riunioni della Fraternità, sono pane quotidiano anche in altre città”. Ma non mancano spiragli di luce con presenze come Gherardo Colombo (ex Consigliere della Corte di Cassazione), e il Magistrato di Sorveglianza di Roma Paolo Canevelli “uomini straordinari, realmente interessati al detenuto come persona”.
Percorsi
per la persona: si parte dal lavoro
La mattinata del 18 dicembre al Centro Polifunzionale Don Calabria in via San Marco 21 sarà dedicata alla presentazione operativa e informativa del progetto “Percorsi per la persona: La rete come strumento di sussidiarietà orizzontale nei percorsi di riqualificazione di persone svantaggiate”. Finanziato dalla Fondazione Cariverona e attuato da Comune di Verona, Provincia, Ulss 20, 21, 22 con la collaborazione dell’Associazione La Fraternità e altri partner, il progetto è finalizzato all’inserimento lavorativo di 120 disabili, 45 persone con problemi di dipendenze, 20 detenuti ammessi alle misure alternative alla detenzione ed ex detenuti. “Data la realtà molto problematica per numerose fasce di persone nell’inserimento nel mondo del lavoro” dichiara Lina Negrini, operatrice dell’Ufficio per l’Impiego della Provincia - “ci siamo posti il problema di come aiutare chi ha delle problematiche persino ulteriori: la fascia delle persone svantaggiate secondo la legge 381/99 delle cooperative sociali”. Operatori di Servizi Pubblici e soggetti privati sono tutti invitati a partecipare all’incontro
che avrà inizio alle 9,30.
Aperto il 5° sportello Cittadini Immigrati nella provincia di Verona
Si tratta di un progetto della Caritas Diocesana di Verona, che coinvolge 7 associazioni e che - spiega Barbara Simoncelli dell’Ufficio Progetti Caritas - nasce nel 2005 in vista di “un ripensamento delle attività di accompagnamento e di supporto per la legale permanenza del cittadino immigrato in Italia”.
Formati per l’80% da volontari - affiancati da figure professionali - i 5 sportelli si trovano a Verona e nella provincia (Castelnuovo del Garda, Legnago, San Giovanni Lupatoto e ora anche a Colognola ai Colli). Offrono un supporto di prima informazione all’immigrato e agli italiani che necessitano di essere informati sulla normativa dell’immigrazione. Partecipano ai tavoli istituzionali per portarvi informazioni e discutere delle diverse esigenze e problematiche individuate con l’esperienza.
Il progetto collabora anche con lo Sportello Immigrati attivo nel carcere di Montorio, gestito da un volontario dell’associazione La Fraternità.
Per informazioni: Ufficio Progetti Caritas, Lungadige Matteotti 8, Verona.
Tel 045.8302649.
ufficioprogetti@caritas.vr.it.
Direttore:
Ornella Favero
Redazione:
Chiara Bazzanella, Francesca Carbone,
Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco
Morelli, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.
Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto
"Il Carcere dentro le Cittą", realizzato grazie al contributo
del "Comitato
di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"