IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO Edizione n° 45, del 13 novembre 2008
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Il Granello di Senape all’Exposcuola
Quest’anno il "Granello di senape", che con il suo progetto "Il carcere entra a scuole - Le scuole entrano in carcere" è giunto al 5° anno, non aveva uno stand all’Exposcuola, ma è stato ugualmente presente, invitato dalla Lega Consumatori, a una tavola rotonda nell’ambito del progetto che l’associazione di consumatori sta portando avanti. Il progetto "Più risparmio per il mio futuro" gestito dalla Lega Consumatori, dal Centro Ricerca e Formazione Toniolo di Padova, dall’ASA, società cooperativa, in partnership con Banca Etica, prevedeva incontri nelle scuole superiori, la Tavola Rotonda all’Exposcuola e un concorso di elaborati che verranno premiati alla fine di gennaio Il progetto + risparmio x il mio futuro "intende favorire lo sviluppo di una consapevolezza diffusa in merito al valore del risparmio al fine di prevenire situazioni di sovra-indebitamento". Cosa c’entra il Granello di Senape, che si occupa di carcere, con un discorso sul risparmio? A parte il fatto che in quattro anni "ci siamo fatti le ossa" nella comunicazione di argomenti scomodi agli studenti medi, c’entra eccome. Pensiamo agli operai, padri di famiglia, che nella disperazione di non essere riusciti a "pagare il mutuo" si improvvisano rapinatori. Pensiamo a quelli che per problemi di tipo economico distruggono la famiglia. Insomma i reati si compiono, nella maggioranza dei casi, "per denaro solo per denaro" che è stato poi il sottotitolo dell’intervento del rappresentante del Granello alla tavola rotonda. La scaletta delle due ore d’incontro con le classi che hanno partecipato al progetto - quinte dell’Enaip di Padova, del Gramsci, sempre di Padova, del Ferrari di Este, del Liceo scientifico e classico Ferrari di Este, Itc De Nicola Piove di Sacco. Per un totale di 17 classi - è stata "interrotta" da interventi comici del duo MarcoePippo per fare in modo che i ragazzi, la cui capacità di concentrazione su temi seri ha bisogno, secondo gli organizzatori, di essere "aiutata", prestassero tutta la loro attenzione nei momenti meno leggeri. Dopo l’apertura di Maurizio Padovan del Centro Toniolo, ci sono stati i saluti di benvenuti di suor Francesca di lega Consumatori, un breve sketch del duo comico, un video, sempre del duo, sul tema della pubblicità ingannevole. Poi è intervenuta la rappresentante del Granello di Senape che è riuscita a mantenere l’attenzione sufficientemente alta nei quasi 300 studenti (con insegnanti al seguito) presenti. Del resto quando si tratta di storie di vita vera ci siamo resi conto che i ragazzi ne sono interessati in modo profondo. Sarà la stanchezza di sentir parlare solo di cose costruite in televisione e completamente avulse dalla realtà? Questo significherebbe avere qualche speranza in più nel nostro futuro! In successione, con la scaletta purtroppo un po’ tagliata, ci sono stati altri intermezzi del duo comico, l’intervento di Riccardo Milano di banca Etica che ha parlato del Microcredito e di Giampietro Bonomi di Rimini, fondatore della cooperativa Aria Coop, cooperativa di autocostruzione, che ha raccontato come, per far fronte al caro-affitti alcune persone si sono associate per costruirsi le case, a basso impatto ambientale, da soli. Alla fine dell’incontro è stato lanciato il concorso "Vota lo slogan" dove sono stati votati i migliori tra i 17 slogan sul risparmio che le scolaresche avevano lanciato. A noi è molto piaciuto quello che una ragazza del Ferrari di Este aveva coniato, perché specchio di una consapevolezza di un percorso sbagliato, ma anche di una speranza verso un futuro migliore. Che recita così: "Passato sprecato, presente in crisi... futuro possibile!"
Musica dentro - musica fuori
Dopo alcuni anni di presenza all’interno della Casa circondariale con il progetto ViceVersa, la cooperativa Nuovi spazi sta riuscendo anche nell’intento di indire un concorso per gruppi musicali. Dal 2001 la cooperativa tiene un corso di musica all’interno del carcere circondariale di tre ore due volta la settimana. C’è il "maestro" Luca Bellan, percussionista ma profondo conoscitore di vari strumenti musicali, affiancato da uno psicologo e un educatore. Raffaele Sammarco, il responsabile del progetto, ci ha parlato dell’importanza di questa attività, delle speranze riposte nella buona riuscita del concorso, delle difficoltà che il lavorare in un ambiente a grande ricambio di persone come un carcere circondariale presentano riguardo la continuità e l’efficacia di un progetto. La novità di quest’anno rispetto ai precedenti è un concorso musicale che era già stato tentato lo scorso anno e a cui si è dovuto rinunciare per mancanza di tempo tecnico - si era partiti troppo tardi. Quest’anno si è partiti subito. Al concorso i gruppi musicali interessati possono iscriversi già da ora, contattando Sammarco, inviando un CD audio con all’interno al massimo quattro canzoni sui seguenti temi: la privazione della libertà, la marginalità sociale, le dipendenze, la solidarietà, l’integrazione culturale. Almeno una delle quattro canzoni deve essere originale. La commissione che sceglierà i 4 gruppi che accederanno alle semifinali previste all’interno della Casa Circondariale (la data della semifinale è da concordare; per vincoli legali saranno esclusi il sabato e la domenica; l’orario sarà di mattina, indicativamente dalle 9.00 alle 12.00), sarà composta da detenuti che frequentano il corso. Durante la semifinale, la stessa commissione, decreterà i due gruppi musicali finalisti che si esibiranno nella giornata finale (giorno e orario sono da concordare). Il gruppo vincente verrà premiato e si esibirà insieme al gruppo musicale interno alla Casa circondariale di Padova ("I Viceversa"). Per informazioni: Raffaele Sammarco cell. 3355869126 Nuovi Spazi Società Cooperativa Sociale Via Levico n° 1 - 35030 - Selvazzano Dentro (PD). Tel/Fax 049.8987249; raffaele.sammarco@nuovispazi.org www.nuovispazi.org.
Uno scrittore algerino alla Casa di Reclusione
TamTeatroCarcere e Immaginafrica, in collaborazione con la redazione di Ristretti Orizzonti, hanno organizzato il 7 Novembre, nell’auditorium della Casa di reclusione, un incontro con Karim Metref, scrittore e giornalista algerino. Metref nato in Algeria nel 1967, è stato insegnante per circa dieci anni in Algeria, impegnandosi nella militanza per i diritti culturali dei Berberi e per l’accesso ai diritti democratici in Algeria; oltre ad aver pubblicato diversi libri nel suo paese, ora svolge attività giornalistica in Italia collaborando con le riviste Carta, Diario, DeriveApprodi, Guerra e Pace, e con giornali on-line come Migranews e Peacereporter, occupandosi di tematiche legate all’immigrazione, ma anche a emergenze e conflitti. Il giornalismo e la scrittura sono strumenti per veicolare le sue convinzioni politiche e le nuove forme di pedagogia che ha imparato e diffuso come formatore a partire dal 1998. Ha lavorato nel Balcani, in Medio Oriente ed in Asia sempre in situazioni di emergenza o conflitto. Nel 2006 ha pubblicato per Traccediverse edizioni (collana Mangrovie) Caravan to Bagdad e Tagliato per l’esilio. Il tema dell’incontro con Karim Metref era l’esilio che, secondo lui, non è solo l’allontanamento forzato, bensì ogni condizione di diversità, di separazione, di discriminazione o intolleranza: quando una persona si sente esclusa quella persona vive un esilio. Lo scrittore ha anche raccontato ai detenuti come, attraverso la sua esperienza d’immigrazione, si è ritrovato a subire gli stessi abusi che nel suo paese subiscono molti immigrati, ed ha così guidato i suoi ascoltatori ad un ragionamento sempre prezioso: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Di particolare interesse è stato sentire la sua esperienza fatta in un centro per minori a Bagdad, nel corso del quale ha scritto anche le pagine pubblicate nella raccolta dal titolo Caravan to Bagdad pubblicato nel 2006 da Traccediverse edizioni (collana Mangrovie). Karim Metref ha parlato anche dell’altro suo libro, pubblicato sempre da Traccediverse edizioni,"Tagliato per l’esilio", in cui raccoglie racconti scritti in Algeria prima del suo esilio. Alla fine dell’incontro c’è stato anche uno spazio di discussione in cui i detenuti hanno potuto rivolgere domande e fare commenti sui suoi libri.
I Giuristi democratici chiedono il Garante dei detenuti
Riportiamo integralmente il testo della richiesta che l’associazione di Padova Giuristi Democratici "G. Ambrosoli" ha rivolto al Comune di Padova perché anche nella nostra città venga istituita la figura del Garante dei Detenuti. In comuni come Firenze (con Franco Corleone) e Bologna (con Desi Bruno) sono presenti ormai da anni, ma anche comuni con carceri più piccole, come Lodi, Ferrara, Rovigo ad esempio, hanno istituito questa figura. Come mai Padova, città del ricco nord est, con ben due carceri e quasi mille detenuti non l’ha ancora istituita? Appoggiamo in pieno l’iniziativa e nelle prossime newsletter vi terremo aggiornati sugli sviluppi della cosa, anche perché come associazione Granello di Senape e come associazione Avvocatodistrada ne siamo coinvolti. La città di Padova vede presenti sul proprio territorio due istituti penitenziari, la Casa circondariale e quella di reclusione, che contano un numero complessivo di detenuti pari a quasi mille persone. La popolazione carceraria presente a Padova rappresenta una realtà importante e non marginale della vita cittadina, se solo si considerano i numerosi familiari - oltre agli operatori ed ai volontari - che frequentano settimanalmente gli istituti. Il numero delle persone private della libertà personale cresce ulteriormente, aggiungendo ai detenuti le persone ammesse a scontare in regime alternativo la condanna definitiva. Siamo convinti che alla privazione della libertà dell’individuo non debba mai corrispondere alcuna limitazione della dignità dell’essere umano, in ossequio ai principi costituzionali che tutelano i diritti inviolabili dell’uomo, l’uguaglianza e la rieducazione dei condannati. È per questi motivi che richiediamo all’Amministrazione comunale - in linea con le positive esperienze da tempo avviate a livello locale, grazie all’impegno di numerosi comuni, province e regioni - l’istituzione anche a Padova del Garante dei Diritti delle Persone private della libertà personale, quale figura istituzionale che opera in piena libertà ed indipendenza e senza sottoposizione a controlli di natura gerarchica e funzionale al fine di migliorare le condizioni di vita e di inserimento sociale delle persone private della libertà; promuovere l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e della fruizione dei servizi comunali delle persone residenti, domiciliate o comunque presenti nel territorio comunale, con riferimento alle competenze dell’Amministrazione Comunale, nonché il diritto al lavoro, alla formazione, alla salute, alla cura della persona, alla crescita culturale ed allo sport. Il Garante svolge le sue funzioni, nelle realtà nelle quali è stato istituito, anche attraverso intese ed accordi con le Amministrazioni interessate volti a conseguire una migliore conoscenza delle condizioni delle persone private della libertà personale mediante visite ai luoghi dove esse si trovino, nonché stipulando convenzioni specifiche con Associazioni ed Organismi operanti per la tutela dei diritti della persona. Il Garante riferisce al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio Comunale ed alle Commissioni Consiliari per quanto di loro competenza e sulle iniziative assunte e sui problemi insorti ogni qualvolta lo ritenga opportuno e comunque almeno una volta ogni semestre. Quest’anno il Comitato europeo che supervisiona i luoghi di privazione della libertà in Europa - qualsiasi sia l’autorità da cui dipendono - visiterà l’Italia: tempi, istituti, casi in esame non sono noti perché le visite non sono annunciate. È, dunque, auspicabile che anche la città di Padova non si faccia trovare impreparata e si munisca tempestivamente di un autonomo ed indipendente organismo volto a rendere più accettabile e meno gravosa la condizione dei detenuti, in ossequio agli obiettivi specifici già indicati dal "Piano cittadino sul carcere" redatto dall’Amministrazione comunale. D’altronde, il repentino mutamento ed incremento della popolazione carceraria impone una costante ridefinizione delle esigenze e delle politiche sociali volte a rendere effettiva, in modo efficace, la funzione rieducativa della pena. La riflessione e l’impegno per l’adeguamento del nostro ordinamento giuridico alla piena applicazione dei diritti costituzionali ed agli impegni internazionali assunti dall’Italia in materia di tutela dei diritti umani, a partire da quelli dei detenuti, non deve rimanere confinato in ambito ristretto e necessita, in ogni caso, dell’apertura di un ampio dibattito che coinvolga la società civile e, al suo interno, quanti da tempo sono impegnati nella promozione dei diritti delle persone soggette a limitazioni della libertà.
L’Associazione giuristi democratici "G. Ambrosoli" di Padova
Notizie da Venezia
Insegnanti e amministratori di Pianiga incontrano Ristretti Orizzonti
Nella redazione di "Ristretti Orizzonti", presso la Casa di Reclusione di Padova, una rappresentanza composta da insegnanti, il dirigente scolastico, il presidente del Consiglio di Istituto e l’Assessore alla Cultura del Comune di Pianiga, in provincia di Venezia, è venuta a discutere con la redazione un nuovo progetto, da realizzare con gli studenti di questo Comune. Questo progetto ha lo scopo di informare i ragazzi in modo diretto sui comportamenti che hanno portato le persone in carcere. Le storie personali dei detenuti, raccontate con sincerità e chiarezza, anche se a volte con grande fatica, aiutano i ragazzi a ragionare sulle scelte sbagliate fatte nel passato dalle persone che hanno di fronte. Essere consapevoli che queste scelte portano gravissime conseguenze sia a chi le fa, alla propria famiglia, ma anche a quella degli altri, le vittime di reato, sono punti fermi su cui sviluppare un confronto critico. Il Comune di Pianiga ha dato ai ragazzi anche la possibilità di sviluppare un progetto particolare di allenamento alla democrazia e di educazione civica unico in Italia: "Il Consiglio comunale dei ragazzi", regolarmente eletto, con sindaco, vicesindaco ed assessori. Il Consiglio comunale dei ragazzi si può occupare anche dei problemi relativi alla sicurezza, all’informazione e alla prevenzione dei comportamenti a rischio per i giovani del Comune di Pianiga. Da qui l’idea di un confronto su questi temi, con i detenuti della redazione di "Ristretti Orizzonti". La collaborazione si svilupperà durante tutto l’anno scolastico. Verranno fatti degli incontri in carcere e nelle scuole di Pianiga. Tutto il progetto verrà documentato e sarà proposto anche ad altre realtà che lo richiederanno, perché è un modo nuovo e concreto per affrontare i problemi dei giovani, per cercare di risolverli insieme a loro, attraverso il dialogo, l’allenamento alla legalità, alla democrazia e al rispetto degli altri.
Nuova sede per il Centro Servizi per il Volontariato a Mestre
È stata inaugurata martedì 4 novembre la nuova sede del Centro di Servizio per il Volontariato della Provincia di Venezia (C.S.V.), in via Muratori 3 a Mestre, in località Bissuola. La struttura si pone come centro di servizi per la promozione e la valorizzazione del volontariato offrendo, gratuitamente, a tutte le realtà iscritte e non iscritte al Registro Regionale del Volontariato, vari tipi di servizi, finalizzati a promuovere la progettazione, la costituzione e l’organizzazione gestionale di un’associazione, valorizzare le competenze e le esperienze del volontariato attraverso interventi qualificati di aiuto, approntare strumenti per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative nonché il rafforzamento di quelle esistenti. Il Centro offre anche consulenza e assistenza, strumenti per l’avvio e la progettazione di attività, propone iniziative di formazione e qualificazione per gli operatori delle associazioni di volontariato.
Notizie da Verona
Una città allo specchio. Verona deve imparare ad accogliere
"A Verona la popolazione non è abituata a guardarsi allo specchio". Ad affermarlo è Guido Papalia, attuale procuratore della Repubblica a Brescia e per anni capo della Procura di Verona, durante l’incontro che si è svolto venerdì scorso all’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea sul tema "Calma apparente. I giovani, la violenza, la città". Continua Papalia: "la visione che hanno i veronesi è come quella che si ha di fronte a uno specchio rotto. Ogni persona è intenta a guardare solo il frammento che la riguarda, perdendo di vista la ben diversa visione d’insieme". Nella mancanza di questa visione d’insieme, gli ultimi atti di violenza dei giovani veronesi si sono mostrati essere rivolti "non verso un avversario di ideali", ma piuttosto contro chi invade un determinato territorio (il centro storico per Nicola Tommasoli). Si tratta di giovani e giovanissimi che non hanno una struttura gerarchica, un gruppo di riferimento, ma rappresentano piuttosto un’orda di ragazzini che provocano e attaccano senza nessun disegno politico. "Nei rilevamenti effettuati durante le perquisizioni a casa di ragazzi fermati dalla Procura di Verona - prosegue l’ex procuratore scaligero - sono risultati invece chiari i riferimenti a un’ideologia nazi-fascista". Dopo anni di esperienza nel veronese, Papalia sottolinea anche il fatto che "un tempo era più facile risalire agli istigatori. Ora non si conosce la provenienza di tutta questa violenza. È il diverso in tutte le sue forme a essere il nemico, come se i ragazzi sentissero la necessità di difendere un luogo che sentono proprio dalla minaccia di invasione di chiunque sia considerato diverso". È naturale pensare a un collegamento con l’odio razziale ma, continua il procuratore, "l’avversione non è più solo contro lo straniero, ma più in generale contro "il diverso". E a proposito di stranieri, Papalia conclude: "non si possono associare immigrazione e delinquenza. Sicurezza e immigrazione sono due problemi diversi, distinti, da risolvere separatamente. Non si può attribuire al clandestino - a cui nella maggior parte dei casi viene erroneamente associata anche la differentissima condizione del richiedente asilo - il ruolo di capro espiatorio di tutta la delinquenza: Verona è destinata a diventare multietnica e deve imparare ad accogliere".
Prima accoglienza: volontari e operatori devono agire in rete
Nella Casa Circondariale di Verona vi è una notevole partecipazione dei volontari all’interno dello staff multidisciplinare destinato ai momenti di prima accoglienza dei nuovi giunti, ossia dei detenuti che entrano in carcere per la prima volta e di quelli che vi arrivano a seguito di un trasferimento da altre strutture penitenziarie. La quasi totalità dello staff di accoglienza è formato da volontari, cui si aggiungono il direttore del carcere e un educatore. Una realtà descritta dallo stesso direttore della struttura veronese, Salvatore Erminio, durante il corso di formazione per lo staff multidisciplinare di accoglienza degli Istituti Penitenziari di Verona, Padova, Venezia, che si è svolto nella Casa di Reclusione di Padova il 29 e il 30 ottobre. Durante l’incontro - dal titolo "I detenuti provenienti dalla libertà: regole di accoglienza. Linee di indirizzo" - è emerso che tale massiccia presenza di volontari nel carcere di Montorio rappresenta un caso unico in Veneto. La presenza dei volontari non è da attribuirsi ad un’unica associazione, ma a diverse associazioni. Il che - secondo alcuni volontari partecipanti al corso - se da un lato lascia intendere un positivo interessamento alla problematica carceraria distribuito sul territorio veronese, dall’altro può portare a conseguenze negative per la mancanza di una condivisione delle informazioni tra i diversi operatori. L’operare con uno stesso detenuto senza essere in rete riduce di molto l’efficacia del servizio svolto. A tal fine risulterebbe necessaria una "istruzione della pratica", una presa a carico del bisogno di far circolare le notizie attraverso, per esempio, la stesura di un modulo su ogni detenuto, costantemente aggiornato da volontari e operatori. "A fronte di una situazione di emergenza assolutamente ingestibile - lamenta poi uno dei partecipanti al corso - non si capisce il perché di una formazione che prende in esame un modello che non tiene conto della realtà. La circolare sulle linee di indirizzo delle regole di accoglienza non è una novità: il servizio accoglienza nuovi giunti è stato istituito parecchi anni fa, come da normativa. Non c’è quindi bisogno di precisare azioni e ruoli in previsione di eventuali miglioramenti, quando le strutture devono ancora applicare quanto previsto dalla circolare: lo scollamento tra teoria e prassi è davvero impressionante". A Verona sono 18 le etnie che vivono nella stessa struttura, ma non ci sono fondi per finanziare quegli interpreti previsti dalla legge. Al di là degli obbiettivi più vasti di prima accoglienza - diagnosi, cura e socializzazione - i volontari e operatori attualmente devono limitarsi al tentativo di minimizzare i rischi di auto/etero lesionismo e la valutazione del rischio di suicidio. In questa limitazione di funzione quello cui si auspicherebbe sarebbe almeno un’efficace modalità di circolazione delle informazioni. In questo modo Verona potrebbe davvero valorizzare la sua schiera di volontari presenti, quotidianamente e concretamente, sul campo.
Appuntamenti
Venezia: gli homeless in mostra
Venezia: Centro espositivo Sala s. Leonardo Cannareggio 1584. 8 - 15 novembre 10.00 - 19.00. "Muri, Porte, Persone - Il disinteresse non è civiltà" - Mostra del Laboratorio di pittura della Comunità S. Alvise - a cura di Maurizio Favaretto con la collaborazione di Nerio Comisso, Serena Nono, Ana Maria Reque. Inaugurazione sabato 8 novembre ore 18.00. In mostra selezione di lavori del Laboratorio creativo della Casa dell’Ospitalità di Mestre.
Verona: diritti anche per i "senza diritti"
Villafranca di Verona: Auditorium comunale. Venerdì 14 novembre alle 21. Il vice questore di Verona, Gianpaolo Trevisi, presenta il suo libro "Fogli di via". Introduce don Carlo Vinco. La serata si inserisce nel ciclo di incontri organizzati da Emmaus Villafranca per ricordare il 60 anniversario della dichiarazione Onu sui diritti umani.
Direttore: Ornella Favero Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella. Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto" |