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Interrogazioni al Ministro della Giustizia (Camera dei Deputati)
Perrotta - Seduta del 28.12.2004
Per sapere - premesso che: in base a dei dati del 30 giugno 2004, riferiti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema informativo automatizzato - sezione statistica, il 48 per cento della popolazione carceraria è stato in cella prima dei 18 anni; a seguito della summenzionata statistica ne è nata una polemica in merito al ruolo correttivo degli istituti minorili di pena -: a quanto ammonti la percentuale in questione per il 2001; quali provvedimenti intenda adottare per in merito alla situazione carceraria degli adolescenti ed al loro reinserimento sociale.
Delmastro Delle Vedove - Seduta del 28.12.2004
Per sapere - premesso che: secondo quanto pubblicato dal quotidiano Il Giornale di venerdì 24 dicembre 2004, alla pagina 4, il tribunale penale di Milano, in data 11 dicembre 2004, ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti di due donne moldave per la clandestinità della loro presenza sul territorio italiano alla pena di mesi 4 di reclusione; secondo il quotidiano la condanna è avvenuta sulla base dell’applicazione della vecchia legge sull’immigrazione e senza tener conto della nuova legge (decreto-legge n. 241 del 14 settembre 2004 convertito in legge il 12 novembre 2004 ed entrato in vigore il 14 novembre 2004) che ha "riscritto" il reato prevedendo una pena che va da un anno a quattro anni di reclusione, che diventano cinque per i recidivi; sempre secondo il quotidiano, durante l’udienza un agente di polizia avrebbe informato il giudice dottoressa Ilaria Simi De Burgis dell’entrata in vigore della nuova legge che si sarebbe rivolto al pubblico ministero con le parole "Davvero è cambiata la legge?"; la narrativa del quotidiano prosegue affermando che il pubblico ministero avrebbe a sua volta "allargato le braccia", in segno di non conoscenza della nuova normativa di cui avevano avuto notizia da un agente di polizia; anche la motivazione recita testualmente: "chi, senza giustificato motivo si trattiene nel territorio dello Stato in violazione dell’ordine impartito dal questore è punito con l’arresto da sei mesi ad un anno", a conferma del fatto che non si è ritenuto di dover applicare il decreto 241 del 2004 convertito in legge, o per volontà o per sconoscenza; ovviamente le due moldave si sono dileguate in palese contrasto con la filosofia della nuova normativa non applicata; il caso è grave anche perché, francamente, appare difficile immaginare che il giudice ed il pubblico ministero abbiano ignorato la vigenza della norma e non abbiano letto un solo quotidiano e visto un solo telegiornale per i commenti e le polemiche sul decreto-legge n. 241 del 14 settembre 2004 -: quali iniziative tra quelle di propria competenza si intendano adottare in merito a quanto descritto in premessa.
Carboni - Seduta del 28.12.2004
Per sapere - premesso che: le funzioni di comandante di reparto dell’istituto penitenziario di massima sicurezza di Trani risultano scoperte dal gennaio 2002 e ciò a seguito della partecipazione al corso di commissario di polizia penitenziaria dell’allora ispettore comandante del reparto; da quella data, si sono susseguiti nelle funzioni di comandante di reparto ben quattro ispettori del corpo di polizia penitenziaria, tutti appartenenti al gruppo operativo mobile ed in servizio in realtà carcerarie diverse da quella di Trani; questa ripetuta precarietà nell’esercizio del delicatissimo ruolo di comandante di reparto sembra aver prodotto una pericolosa situazione di instabilità sia nell’organizzazione del servizio di Polizia penitenziaria sia nelle relazioni istituzionali e sindacali, in quella specifica realtà carceraria; anche a seguito di questa insostenibile situazione di precarietà, il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Puglia e, successivamente, il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, hanno provveduto a diramare un apposito interpello fra gli ispettori di Polizia penitenziaria, per l’affidamento, in forma stabile, di quelle funzioni; le risultanze dei due interpelli, diramati con disposizioni ufficiali dell’Amministrazione penitenziaria, hanno indicato quale ispettore in grado di svolgere le funzioni di comandante di reparto l’ispettore superiore del corpo di polizia penitenziaria Michele Casamassima; lo stesso ispettore ha ripetutamente esercitato le funzioni di sostituto comandante di reparto nel carcere di Trani, con eccellenti risultati operativi e nelle relazioni con gli altri settori operativi all’interno dell’istituto; l’ispettore superiore Casamassima, inoltre, ha già svolto le funzioni di comandante di reparto presso il carcere di Brindisi dal 1995 al 1997 -: se corrisponda al vero che l’ispettore superiore Casamassima Michele, nonostante la sua formale indicazione quale vincitore degli interpelli diramati a riguardo, non sia ancora stato formalmente nominato comandante di reparto del carcere di Trani; quali ragioni ostino alla formalizzazione della nomina.
Foti - Seduta del 28.12.2004
Per sapere - premesso che: la cronica carenza di personale presso la struttura penitenziaria della Casa Circondariale di Piacenza pur essendo stata più volte denunciata dall’interrogante, non risulta ancora risolta in modo soddisfacente, il che impedisce l’ottimale funzionamento della struttura in questione; all’insufficiente numero di agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la detta struttura, si aggiungono situazioni di scarsa efficienza della stessa, il che aggrava lo stato delle cose: i servizi igienici riservati agli agenti della Polizia Penitenziaria, operanti nei reparti detentivi, sono inagibili oramai da alcuni mesi; le garitte sono inutilizzabili; la Caserma Agenti versa in uno stato di totale degrado ed è inutilizzabile; il block-house, oltre a rilevarsi inadeguato, è insicuro; la gestione della mensa è stata più volte oggetto di fondate rimostranze da parte degli agenti della Polizia Penitenziaria, sia per quanto riguarda la qualità del cibo somministrato, sia per quanto riguarda il rispetto delle norme igienico sanitarie; il parcheggio auto riservato al personale è privo di qualsiasi protezione, la qual cosa è fonte di particolare disagio, soprattutto nel periodo estivo -: se alla luce dei fatti evidenziati in premessa ritenga di dovere disporre opportuni interventi volti a migliorare, anche in parte, uno stato di fatto non più ulteriormente tollerabile.
Buemi - Seduta del 20.12.2004
Per sapere - premesso che: da una lettera inviata da un gruppo di detenute della casa circondariale di Rebibbia, e pubblicata sul quotidiano Il Manifesto in data 8 dicembre 2004, si apprende che nella notte tra il 25 e 26 novembre 2004 una donna di nazionalità russa di 39 anni, si è suicidata impiccandosi alla sponda del letto; la donna era detenuta nella sezione "infermeria" e, a causa delle sue precarie condizioni psicologiche era sottoposta a sorveglianza a vista; quanto accaduto dimostra, quantomeno, che la suddetta sorveglianza era del tutto superficiale e insufficiente -: come si sono svolti i fatti e, in particolare, come abbia potuto una donna, sottoposta a sorveglianza a vista, suicidarsi; se è stata avviata da parte dell’Amministrazione di Rebibbia e dal Ministero un’inchiesta su quest’episodio e quali sono le responsabilità emerse e gli eventuali provvedimenti presi; quanti siano stati, nel corso dell’anno che sta per concludersi, gli episodi di suicidi e d’autolesionismo avvenuti nelle carceri italiane e quali strumenti siano stati approntati o s’intendano attivare, a cominciare dalle condizioni di vita, per evitare o limitare tale grave fenomeno.
Magnolfi, Michele Ventura, Bellini e Spini - Seduta del 16.12.2004
Per sapere - premesso che: lunedì 13 dicembre 2004 si è svolta presso la casa circondariale di Sollicciano, una seduta straordinaria del consiglio comunale di Firenze sulle problematiche dell’istituto di pena, aperta alla partecipazione dei detenuti, delle associazioni di volontariato, dei rappresentanti del mondo del lavoro, del personale amministrativo e di polizia penitenziaria dell’Istituto, nonché dei Parlamentari del collegio; il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della giustizia, nell’autorizzare la suddetta iniziativa, ha concesso l’ingresso ai giornalisti, al fine di realizzare dei servizi foto/giornalistici e delle riprese radio/televisive registrate; tuttavia, nella stessa nota ufficiale non ha autorizzato - nonostante i due sopralluoghi svolti all’interno di Sollicciano e i positivi contatti intrapresi con la stessa direzione del carcere - la diretta radio attraverso l’emittente radiofonica fiorentina "Novaradio", senza specificarne le motivazioni; l’emittente radiofonica Novaradio svolge un importante servizio pubblico per il comune di Firenze dal 1995, con la regolare trasmissione in diretta di tutti i Consigli Comunali, anche se tenuti fuori sede; concessioni in deroga per la diretta radio in occasione di analoghe iniziative erano state autorizzate in passato in più occasioni, anche alla stessa emittente radiofonica Novaradio, come ad esempio nel 1996 presso l’istituto penitenziario di Prato -: quali siano le motivazioni, che hanno portato alla mancata concessione della diretta radio dei lavori del consiglio comunale straordinario di Firenze presso l’Istituto penitenziario di Sollicciano attraverso l’emittente radiofonica fiorentina Novaradio.
Bulgarelli - Seduta del 16.12.2004
Per sapere - premesso che: secondo quanto riportato dagli organi di stampa, l’ex appartenente alle Brigate rosse Paolo Persichetti, da molti anni rifugiatosi a Parigi e - dopo essere stato estradato nel nostro paese nell’agosto del 2002 - attualmente detenuto nel carcere di Viterbo, ha iniziato uno sciopero della fame dopo che sia il tribunale di sorveglianza di Viterbo che quello di Roma hanno rifiutato la concessione di un permesso; secondo quanto riferito da Persichetti, la motivazione del rifiuto sarebbe da addebitare alla mancanza delle informazioni richieste, ormai un anno fa, all’Interpol sui 10 anni trascorsi in Francia, anni che il Persichetti ha trascorso alla luce del sole, insegnando presso l’università -: se e quali iniziative si intendano adottare presso l’Interpol francese perché fornisca le informazione richieste dai tribunali di Viterbo e Roma.
Delmastro Delle Vedove - Seduta del 10.12.2004
Per sapere - premesso che: sono note, ancorché ereditate dall’incuria di una serie di precedenti governi, le condizioni tristi in cui vive la popolazione detenuta nel nostro Paese; fra l’altro, è noto che il 38,85 per cento delle persone ristrette sono in attesa di giudizio, con grande pregiudizio per i valori più autentici della Giustizia; per fortuna non è particolarmente elevato il numero di donne detenute con i figli in tenera età in cella; peraltro appare francamente deplorevole immaginare che bambini in tenera età debbano vivere la loro vita all’interno di un carcere; proprio il modesto numero di detenute con bimbi in tenera età dovrebbe consentire una soluzione che, ferma restando la restrizione della libertà personale per la detenuta, consenta la permanenza in una struttura controllata e protetta che non sia lo squallore del carcere -: se non si ritenga di elaborare un progetto per il ricovero delle detenute con bimbi in tenera età in strutture protette e controllate diverse dagli istituti di pena, per evitare l’immagine penosa di bambini costretti a vivere l’angustia del carcere.
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