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Caritas Italiana: a rischio l’assistenza sociale nel sistema penale
Comunicato Stampa n° 20/2005
Alla discussione dell’aula Camera dei deputati, domani, giovedì 17 marzo, il provvedimento normativo "Delega al Governo per la disciplina dell’ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria". Sotto un titolo piuttosto generale, il provvedimento contiene un vero e proprio colpo di mano che elimina i servizi sociali della giustizia trasformando gli uffici degli attuali assistenti sociali in meri uffici amministrativi e di controllo. L’articolo 3 della proposta di legge già approvata dal Senato il 14 luglio scorso, sotto il titolo "Esecuzione penale esterna" modifica il titolo del capo III del titolo II della legge sull’Ordinamento penitenziario, e riformula interamente l’articolo 72 che riguardava i centri di servizio sociale per adulti. Non si può non rimanere sconcertati per gli effetti devastanti che questa nuova legge delega comporterebbe:
A destare ulteriori perplessità sul provvedimento va inoltre segnalato che esso conteneva, nella versione licenziata al Senato, addirittura l’abrogazione dell’intero capo III dell’Ordinamento Penitenziario, cancellando di fatto anche il Volontariato Penitenziario previsto dall’art. 78. Tale rischio, cui un emendamento recentemente presentato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, e che si spera l’aula recepirà prontamente, pare aver posto rimedio, ha causato la mobilitazione della società civile e destato fortissime preoccupazioni tra tutti coloro che hanno a cuore i diritti ed il benessere dei detenuti. La cura e il rispetto per la dignità della persona che è intangibile, quale che sia la sua condizione di vita, impone un’attenta riflessione quando si elaborano delle norme che silenziosamente tentano di restringere gli spazi per un’assunzione di responsabilità di tutta la comunità nell’aiuto ai fratelli più deboli nel percorso di recupero e di reinserimento sociale. La Caritas Italiana, che nel recente sussidio "Liberare la pena" ha delineato i bisogni che emergono nel mondo del carcere e alcune possibili risposte, condividendo le preoccupazioni già espresse dal Coordinamento Assistenti Sociali Giustizia e dall’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali, rivolge un appello al Parlamento e a tutti coloro che hanno a cuore i valori della giustizia e del volontariato perché ci sia un ripensamento su una norma che costituirebbe un notevole passo indietro rispetto al faticoso cammino compiuto per restituire dignità all’esecuzione della pena in Italia e che rischierebbe di smantellare un altro importante pezzo del già martoriato welfare italiano.
Roma, 16 marzo 2005
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