Salviamo la Gozzini: 23 giugno 2008

 

L’appello: più insicurezza senza la Gozzini

di Paolo Persichetti

 

Liberazione, 23 giugno 2008

 

Crescono le adesioni attorno all’appello lanciato dalla redazione di Ristretti Orizzonti e da alcune associazioni di volontariato in difesa di quel che resta della legge sui benefici penitenziari, dopo le ripetute restrizioni che già l’avevano colpita negli anni passati. "In un momento in cui al centro dell’attenzione generale viene posto il tema della sicurezza, ha senso rinunciare a una legge che da anni contribuisce a crearla?", si domandano gli autori del documento a cui hanno già aderito molti degli organismi quotidianamente impegnati nel volontariato carcerario o in difesa e tutela delle persone detenute. Tra i firmatari la Consulta nazionale delle Associazioni di volontariato giustizia, Antigone, i vari uffici del Garante per i detenuti, cooperative sociali, medici e psicologi del Sert, i cappellani delle Case Circondariali di Rebibbia Nuovo Complesso e Trani, il Presidente dell’associazione medici penitenziari insieme a molti altri operatori del settore. È l’intera rete degli enti che si occupano di carcere che si sta mobilitando in queste ore.

Il disegno di legge depositato dal presidente della commissione giustizia del senato, l’esponente di An Filippo Berselli, elimina gli sconti di pena per buona condotta, abolisce la semilibertà per gli ergastolani e porta alla soglia del fine pena la possibilità di ottenere le misure alternative per tutte le altre categorie di detenuti. Si tratta di un brusco ritorno al principio della pena incomprimibile, della sanzione afflittiva e vendicativa che inficia quegli stessi presupposti costituzionali ancora posti (fino a quando?) a fondamento dell’esecuzione della pena. Tutto ciò nel momento in cui il governo cerca di portare a casa diverse soluzioni legislative che hanno il sapore di vere e proprie misure ad personam, ispirate da un garantismo processuale peloso e classista che applica le tutele soltanto ai potenti e le toglie o le nega ai deboli. Piove sul bagnato, insomma.

In un durissimo comunicato, Oreste Dominioni, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane denuncia il carattere demagogico-populistico del progetto messo in campo dalla maggioranza di governo. "L’abrogazione della legge Gozzini - dichiara - porterebbe a privarsi di strumenti preziosi per neutralizzare efficacemente quei fenomeni che producono nella collettività sentimenti di insicurezza. Non si può pensare seriamente che il senso di insicurezza della popolazione sia assorbito da proposte-proclami di nessuna efficacia". Tutti gli operatori del settore carcere ricordano come l’applicazione delle misure alternative faccia registrare un tasso di recidiva nettamente inferiore (solo 0,6%) rispetto a chi ha scontato l’intera pena. Dati che ad avviso delle camere penali e del volontariato giustizia dovrebbero indurre il governo a seguire scelte politiche esattamente opposte a quelle intraprese.

La Cgil - Fp aderisce all’appello "Salviamo la Legge Gozzini"

 

Aderiamo con convinzione all’appello "salviamo la Legge Gozzini" ritenendo il disegno di Legge "Berselli" una pericolosa e preoccupante involuzione del nostro sistema giuridico in tema di esecuzione della pena che fonda i suoi principi nel dettato costituzionale.

La Legge Gozzini, attuando compiutamente il principio della "funzione rieducativa della pena" previsto dall’art. 27 della Costituzione, rappresenta una delle massime espressioni di quei valori democratici che caratterizzano la società civile. La modifica dei principi in essa contenuti dimentica la Costituzione e mortifica l’operatività del personale penitenziario, della sicurezza e dell’area trattamentale, che in questi anni, con responsabilità ed abnegazione, ha assolto il mandato previsto dalla norma che continuerà ad essere sostenuta e difesa da ogni tipo di iniziativa reazionaria. (vedi il comunicato ufficiale).

 

Il Segretario Nazionale Fp Cgil - Funzioni centrali, Alfredo Garzi
Il Segretario Nazionale Fp Cgil - Comparto Sicurezza, Mauro Beschi

 

Giuseppe Centomani, dirigente dei Centri per la Giustizia Minorile di Emilia Romagna e Toscana/Umbria

 

Aderisco all’iniziativa perché il problema della certezza della pena non si risolve con iniziative demagogiche ed irresponsabili, ma con il miglioramento di strumenti che, negli ultimi 30 anni, hanno reso possibile il lavoro degli operatori penitenziari e in qualche modo accettabile la condizione dei detenuti.

 

Barbara Campagna, Educatrice a S. Vittore e Coordinatrice Reg. Penitenziario Ministeri Fp Cgil

 

Aderisco all’appello per la difesa della legge Gozzini perché lavoro nel penitenziario da 26 anni e credo che attraverso questa legge si sia offerto alla società un valido aiuto in termini di prevenzione e sicurezza (basterebbe consultare e comparare i dati sull’andamento delle misure alternative e sulla recidiva).

Le scelte che si faranno oggi potranno presentare il conto negli anni a venire in termini di ingestibilità del carcere e di ulteriore aumento di tensione dentro e fuori dall’istituto penitenziario, come peraltro avveniva prima dell’inserimento della Gozzini. Grazie quindi per il vostro impegno nella campagna di sostegno a questa legge che spero veda partecipi anche altre associazioni/enti/sindacati in grado di spiegare e far riscoprire alla gente le ragioni della tolleranza e della solidarietà.

 

Giovanna Gioia, Volontaria C.C. Ucciardone

 

Aderisco all’appello "Salviamo la legge Gozzini", legge senza dubbio di alto valore sociale, giuridico e umano. Sappiamo bene che essa non ha potuto dare i frutti sperati perché non ha trovato reale applicazione per la mancanza di adeguate risorse umane e finanziarie. Dovrebbe, quindi, essere pienamente applicata e non vanificata. È chiaro che si sta strumentalizzando la paura della gente e, come è sempre avvenuto, si additano come capri espiatori il povero, l’emarginato, il diverso. I cittadini liberi e non sudditi non possono accettare ciò, specialmente in un momento in cui si tenta di approvare leggi - salva potenti.

 

Linda Salvaggio

 

Mi appresto da poco a condividere un mondo da me poco conosciuto, quello del carcere, in qualità di volontaria. Ho avuto la mia prima esperienza in tal senso, grazie all’incontro avuto a Padova, in occasione del dibattito "Sto imparando a non odiare". Mi sono ritrovata catapultata tra persone solo in apparenza diverse da me, ma che in pratica stanno cercando di migliorare se stessi, e sopratutto l’ immagine che hanno agli occhi degli altri.

Questa legge può essere un mezzo, un occasione, una possibilità per recuperare la mente, il cuore e l’anima dell’ uomo che ha sbagliato!

 

Pietro Sestili

 

Sono un elettore di centrodestra, favorevole in generale al pacchetto sicurezza; ma in ordine alla legge Gozzini, bisogna combattere l’ignoranza di coloro che non conoscono lo stabilimento carcerario. In particolare sui permessi premio, è grave vedere l’indifferenza di avvocati, (chiamati per scienza professionale a conoscere le realtà dei Tribunali di Sorveglianza, cancellerie in attesa di lenti camminatori o "educatori" che non riescono/non vogliono inviare relazioni in tempi stretti) una volta in Parlamento dimenticare il bagaglio personale per pura demagogia. I giornalisti, bravi a far quadrato sulle intercettazioni, dovrebbero insegnare alla classe forense a vedere un po’ più in là dei 100 euro, e attivarsi non tanto per sciocchezze ma per far funzionare le buone leggi che già esistono. Oppure vogliamo far aumentare i suicidi, e creare un nuovo mercato dei "permessi".

 

Clara Lanzani, insegnante presso la casa circondariale di Monza

 

La proposta Berselli è quanto di più vago e improvvisato possa esistere. Perché non cita dati nazionali dal 75 ad oggi per far conoscere al pubblico qual è la percentuale dei detenuti che delinquono durante i permessi premio? Non si può solo parlare di "tanti" o "numerosi", mi meraviglio che il Parlamento accetti un a proposta così poco documentata.

 

Giampiero Leonessi

 

Sono un Medico Penitenziario dell’istituto di Gorgona Isola e chiedo di salvare la legge gozzini. Chi sa di galera sa che ha cambiato il modo di vivere la pena e ha significato ridare speranza e valori ai detenuti. Tornare in dietro non si può e non si deve.

 

Adesioni del 23 giugno 2008

 

Cgil Funzione Pubblica; Emilio Santoro (Associazione L’Altro Diritto); Gianluca Borghi (Consigliere PD Regione Emilia-Romagna); Associazione "Per Ricominciare", di Treviso; Associazione "Avvocato di Strada"; Marina Giglioni (educatore dipartimento amministrazione penitenziaria); Domenica Sprizzi (Arci solidarietà ora d’aria Perugia); Giuliano Verrengia (Dirigente Ufficio bilancio Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria); Antonella Barone (educatrice - Ufficio per il rapporti con le Regioni-Dap); Alessandra Naldi (Associazione Antigone Lombardia); Giuseppe Centomani (dirigente dei Centri per la Giustizia Minorile di Emilia Romagna e Toscana/Umbria); Giovanna Marani (Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Verona); Roberta Orlandi (Associazione "A Roma insieme"); Pietro Sestili; Walter Fiocchi (prete e giornalista pubblicista); Bombonato Francesco, Mandrino Giancarlo, Belluschi Graziella, Carpenè Giovanni, Codognotto Adelio; De Alexandris Gianna, Perusati Pierluigi, Viglino Bruno, Zucca Anna, Fino Mariella, Laura Colombo (Associazione Volontari Penitenziari "Betel" di Alessandria);Valentina Rovedo; Patrizia Caprara (Presidente Coop. Sociale Alba - Roma).

 

 

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