Rassegna stampa 16 febbraio

 

Giustizia: da 2009 detenuti dell'Ue trasferiti nei rispettivi paesi

 

Il Sole 24 Ore, 16 febbraio 2007

 

Come l’indulto, anzi meglio, perché questa volta non dovrebbero tornare dentro tanto facilmente. L’Unione europea ha trovato un’intesa sulla restituzione dei detenuti al Paese di origine, principio scaturito dal mutuo riconoscimento delle sentenze che impongono la reclusione. Per l’Italia è un provvedimento importante, un potenziale "svuota carceri" che fra tre anni, all’entrata in vigore dell’accordo, darà un netto taglio al popolo del sole a scacchi. Solo quella dei romeni potrebbe essere un vera migrazione: a fine 2006 i nostri penitenziari ne ospitavano oltre 1.600. In cambio, i nostri connazionali rispediti nelle patrie galere dovrebbero essere qualche centinaio.

 

Il recupero del detenuto

 

L’obiettivo del Consiglio Giustizia Ue è facilitare il recupero del condannato che, in patria, dovrebbe trovare un ambiente più consono al reinserimento. L’unica condizione che limita il trasferimento è che il detenuto abbia la residenza nel Paese d’origine, una famiglia o legami sociali. Se è di nazionalità straniera, ma vive legalmente nello Stato dove viene condannato, è qui che la sentenza dev’essere eseguita. "Così è più semplice anche la riabilitazione", ha spiegato il guardasigilli tedesco, Brigitte Zypries. "È un grosso successo per la presidenza tedesca - aggiunge a La Stampa Clemente Mastella -, una decisione che interverrà positivamente sul sistema penitenziario italiano in cui la presenza straniera è più che discreta".

La prassi sarà nel complesso meno laboriosa. Per esempio, se l’imputato si trova nel Paese d’origine al momento della condanna in contumacia, la detenzione avviene automaticamente in loco. Saltano molti passaggi burocratici, anche perché per il trasferimento non serve il consenso dell’amministrazione a cui il detenuto fa capo. La precedente Convenzione del Consiglio d’Europa (1983), stabiliva che il carcerato potesse essere rimpatriato solo se entrambe le parti erano d’accordo.

 

Effetto "svuota carceri"

 

A fine 2006 gli stranieri detenuti nelle prigioni italiani erano 13.152 e fra questi 779 erano donne, su una popolazione complessiva di 39 mila. I romeni erano il 12,5% dei non nazionali, su un 18% totale di cittadini dell’Unione europea, schiera variopinta formata tra l’altro da 120 francesi, 84 tedeschi, i 24 inglesi, e un unico solitario irlandese.

Non contano per ora i polacchi (che poi sono 175) perché Varsavia ha chiesto e ottenuto una deroga di cinque anni, dato l’alto numero di carcerati che dovrebbero rientrare una volta che il meccanismo di restituzione fosse in vigore. Prima di spalancare le porte, è stato spiegato, è il caso di rivedere la metratura dei bagni penali.

In attesa del valzer fra penitenziari, ieri il Consiglio Giustizia ha deciso di rafforzare la cooperazione fra le polizie, dando una mano al Trattato di Prüm, testo firmato due anni fa nella cittadina tedesca da Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda e Spagna.

Altri nove Paesi, fra cui l’Italia, hanno annunciato l’intenzione di aderire. I ministri hanno stabilito di introdurre per quanto possibile le disposizioni di Prüm nel quadro Ue, puntando alla creazione di una rete dei database delle polizie europee. Secondo il ministro dell’interno tedesco Schäuble il sistema funziona: Austria e Germania si scambiano informazioni sui Dna dalla fine dello scorso anno. Il problema, ha sottolineato l’italiano Giuliano Amato, è l’art. 18, laddove si stabilisce che in determinate circostanze la polizia possa fare incursioni oltre confine. "Sarebbe un buon ingrediente di integrazione - ha commentato - ma anche un’ovvia violazione del potere sovrano. Non passerà. Però dobbiamo tentare di portare a casa tutto quello che si può".

Giustizia: Caruso (Prc); l'Opg di Napoli è in condizioni indecenti

 

Comunicato stampa, 16 febbraio 2007

 

Una delegazione composta da Francesco Caruso, deputato indipendente del Prc, Sergio Piro, del Forum Salute Mentale e da Dario Stefano Dell’Aquila, presidente dell’associazione Antigone Napoli, si è recata in visita presso l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli. Nella struttura sono presenti circa un centinaio di internati. Gli internati sono persone, che hanno commesso un reato, che sono dichiarate non in grado di intendere e volere. Scontano la loro pena, tecnicamente definita misura di sicurezza, in un Opg (ex manicomio criminale).

“Sono rimasto scioccato - ha dichiarato Francesco Caruso - dalle condizioni di detenzione di larga parte degli internati. Se si eccettua un reparto, di recente ristrutturato, dove le condizioni appaiono appena sostenibili, ha visto celle in disastrate condizioni igienico - sanitarie. Vi sono avanzi di pasto, cicche di sigarette, odore di urina, bagni pieni di ruggine e liquami. I letti e le coperte sono lacerati e maleodoranti. Gli internati non hanno a disposizione non dico la doccia in cella, ma nemmeno quella sul piano. Sono in cinque o sei nella stessa cella e vestono tutti con panni laceri e vecchi.”

“C’è un diffuso senso di abbandono, per persone che, pur in uno stato di evidente povertà, sono lucidi quando raccontano le loro storie. Un ragazzo di poco più di vent’anni, Giovanni M., con problemi di tossicodipendenza è dentro per una estorsione di 12 euro. A denunciarlo è stata la stessa famiglia che non sapeva come affrontare il disagio del figlio L’abbandono e il degrado in cui versano le celle e gli internati non può essere giustificato solo dall’assenza di risorse. Vi sono tre educatori, quaranta infermieri e cinque psichiatri a contratto. Non è molto, ma almeno si potrebbero garantire condizioni di vita almeno dignitose. Quello che ho visto è invece un luogo in cui la detenzione è inumana e degradante.”

“A questo punto - ha concluso Caruso - proporrò che in commissione Affari sociali della Camera si attivi subito una indagine conoscitiva sullo stato degli Opg in Italia, ma nel frattempo chiedo al Ministro della Giustizia Clemente Mastella e al sottosegretario Luigi Manconi un intervento immediato, perché verifichino lo stato delle cose e prendano immediati provvedimenti. Ritengo che non sia più rinviabile definire, con un disegno di legge, un percorso di superamento e chiusura degli Opg”.

Giustizia: rinviato l'esame del Pdl sul Garante dei detenuti

 

Apcom, 16 febbraio 2007

 

L’esame del testo che istituisce la commissione nazionale per la tutela dei diritti umani e il garante dei diritti delle persone detenute è stato rinviato ad altra seduta. Lo ha comunicato all’Aula di Montecitorio il vicepresidente di turno Carlo Leoni alla ripresa della seduta dopo la sospensione dovuta alla mancanza del numero legale.

Vercelli: delegazione Radicale in visita al carcere cittadino

 

Agenzia Radicale, 16 febbraio 2007

 

Questa mattina, una delegazione guidata dal deputato radicale della Rosa nel Pugno, Bruno Mellano, accompagnato da Roswitha Flaibani, della Giunta di Segreteria dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta e Alessandro Rosasco del Comitato Nazionale di Radicali Italiani ha effettuato una visita al carcere di Vercelli.

Prima della visita alle sezioni la delegazione ha incontrato il direttore Antonino Raineri che ha convocato presso il suo ufficio i responsabili dell’area educativa, sanitaria e di sorveglianza. Numerose sono state le visite radicali negli ultimi anni ma questa è stata la prima dopo l’approvazione del provvedimento di indulto da parte del Parlamento. L’incontro è servito ad affrontare i principali temi della casa circondariale: il numero dei detenuti, le scarcerazioni effettuate, i progetti in corso, la carenza di personale e la situazione strutturale dell’edificio.

La delegazione ha poi visitato la sezione femminile, in particolare le aule scolastiche ed il laboratorio di "codice a sbarre", il locale adibito a teatro, la sezione dei collaboratori di giustizia, in particolare la cucina, la palestra e il passeggio.

I detenuti ad oggi presenti nella casa circondariale sono 218, rispetto ai 350 di inizio agosto, prima dell’effetto indulto che aveva portato l’istituto al minimo storico di 172 presenze. Di questi 29 sono donne. 48 detenuti sono occupati in mansioni lavorative interne (pulizie, cucine, manutenzione ecc.), 2 sono semiliberi e 2 ammessi al lavoro esterno (art. 21). Attorno al 50% sono extracomunitari. 38 detenuti sono classificati come tossicodipendenti (alcool e droghe): 4 di questi sono in terapia metadonica a scalare. Parte dei progetti formativi e lavorativi da anni messi in campo dall’equipe trattamentale ha dovuto fare i conti con le scarcerazioni dell’indulto.

Al termine della visita Bruno Mellano ha dichiarato: "Conosco bene la struttura carceraria vercellese per le numerose visite effettuate in passato; il dato che ritengo importante e significativo segnalare oggi è quello del bassissimo numero di detenuti beneficiari dell’indulto rientrati in carcere. Il dato nazionale si aggira attorno al 4%, percentuale che a Vercelli non è stata raggiunta.

Si confermano ottimi i rapporti della casa circondariale con il territorio ed in particolare con il Ser.T.: sottolineo l’utilizzo del metadone come terapia per i tossicodipendenti, purtroppo non succede in ogni carcere. Ho verificato anche la situazione del corpo degli agenti di polizia penitenziaria con il direttore e con il capo ispettore Sperati: su un organico previsto di 249 agenti ne risultano effettivi solo 187 di cui 17 donne. All’inizio di maggio è atteso l’arrivo del Commissario dirigente del Corpo, una nuova figura di responsabile dell’area sicurezza per il quale è stata assegnata una donna, ora in stage formativo presso il carcere di Viterbo."

Bologna: da Provincia 90 mln per sport in scuole e carceri

 

Adnkronos, 16 febbraio 2007

 

Ammonta a circa 90 milioni di euro il valore delle attrezzature sportive che la Provincia di Bologna ha acquistato per rifornire scuole, carceri, federazioni sportive di atletica e ginnastica. Parte degli attrezzi ginnici, invece, saranno utilizzate per le iniziative sportive del progetto "Sportlandia in tour", che si svolgeranno a breve nei Comuni del territorio. Nell’ambito di questa iniziativa, prossimo lunedì alle 13 a Palazzo D’Accursio avverrà la firma di un protocollo di intenti per la realizzazione di azioni di promozione sportiva tra la Provincia, le scuole, le istituzioni carcerarie e le federazioni sportive beneficiarie della donazione.

All’appuntamento saranno presenti il presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di Bologna, Paolo Marcheselli, il direttore dell’Istituto penale minorenni di Bologna Paola Ziccone, il direttore della Casa circondariale di Bologna, Manuela Ceresani, e gli assessori provinciali allo Sport e al Patrimonio, Marco Strada e Giuseppina Tedde.

Palermo: mostra fotografica "Dentro il carcere italiano"

 

Adnkronos, 16 febbraio 2007

 

Immagini che riguardano la vita quotidiana dei detenuti all’interno delle celle, durante l’ora d’aria, alle prese con le attività culturali e sportive, ed ancora i momenti di lavoro ed i colloqui con i familiari. Le fotografie sono state realizzate da Mauro D’Agati dal 2000 ad oggi, in dodici case circondariali, quattro manicomi criminali ed un istituto penale minorile e adesso saranno esposte nel contesto di una mostra dal titolo "Dentro - Il carcere italiano", presso lo spazio B quadro di via XII gennaio a Palermo, dal 2 al 16 marzo.

Gli scatti sono stati effettuati nelle carceri di Milano, Pisa, Roma, Napoli, Porto Azzurro, Gorgonia, Pozzuoli, Catania, Palermo, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione delle Stiviere, Nisida e Laureana di Borrello. Una sezione della mostra sarà dedicata agli ospedali psichiatrici giudiziari, mentre un ulteriore spazio riguarderà le immagini realizzate recentemente all’interno dell’istituto di pena sperimentale a custodia attenuata "Luigi Daga" di Laureana di Borrello (Rc).

Torino: apre "Sportello Off", per vittime di reati e aggressioni

 

Redattore Sociale, 16 febbraio 2007

 

Si chiama Off il nuovo sportello dedicato alle vittime di reato. Lo ha presentato oggi il Gruppo Abele, in una conferenza stampa presso la Sala Consiliare Cascina Giaione a Torino, alla presenza di don Luigi Ciotti, Ilda Curti (assessora alle Periferie del Comune di Torino), Andrea Stara (presidente Circoscrizione 2 e Urban 2) e Anna Sironi (Gruppo Abele). Il progetto Off, gestito dall’équipe di lavoro della Casa dei Conflitti dell"Associazione Gruppo Abele, sperimenta un servizio innovativo a livello nazionale impegnato nella riparazione dei danni sociali e relazionali cui vanno incontro le vittime di reato e aggressione. Un intervento volto a tutelare il diritto di tali persone ad essere aiutate ed assistite, ma soprattutto a non essere lasciate sole nella gestione di una situazione di emergenza e di difficoltà.

Lo sportello Off ha sede in via Biscarra 2. Si tratterà di un luogo in cui verranno accolti coloro che chiederanno di accedere al servizio, che potranno trovarvi assistenza e sostegno emotivo. Ma non solo: saranno anche offerte consulenze legali, informazioni sui risarcimenti e sui percorsi giudiziari, oltre ad indicazioni circa la possibilità di intraprendere percorsi di mediazione. Il servizio è totalmente gratuito e per accedervi sarà sufficiente contattare gli operatori presso lo sportello di via Biscarra o telefonicamente gli operatori (011 3139575). È attivo un numero telefonico cellulare che garantisce la reperibilità dal lunedì al giovedì, dalle 9.30 alle 18.

Il progetto, oltre all’aspetto assistenziale, svilupperà anche quello culturale: l’équipe lavora, in collaborazione con il Centro Studi Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele, alla costruzione di una Banca Dati volta a favorire la diffusione di contenuti ed informazioni specialistiche in tema di riparazione del danno. Il materiale prodotto sarà reso reperibile e fruibile da specialisti, operatori, amministratori pubblici e cittadini interessati al tema, presso la biblioteca del Centro Studi Documentazione e Ricerche del Gruppo Abele.

Immigrazione: De Mistura; Cpt inefficaci e troppo costosi

 

Asca, 16 febbraio 2007

 

I Cpt "hanno fallito costituendo un sistema che ha prodotto un topolino", visto le 20 mila persone che vi sono transitate a fronte dei soli 8 mila identificati e i 6 mila espulsi. Da qui la necessità di una loro "profonda revisione" che parta da due concetti-chiave: la convenienza ad essere identificati da parte degli immigrati anche attraverso forme premiali e la collaborazione con gli stessi immigrati e il mondo della società civile. A confermare le conclusioni della Commissione da lui presieduta è stato oggi l’ambasciatore Staffan De Mistura nel corso di una audizione alla Commissione Schengen.

Tra le "questioni aperte", secondo De Mistura, resta quello dei costi dei Centri che, secondo "cifre del tutto indicative" fornite alla stessa Commissione, ammonterebbero a 120 milioni di euro di stanziamenti totali per mettere in funzione l’intero sistema dei Cpt, circa 6 milioni di euro per la costruzione di ogni singolo Centro e 1,3 milioni per la loro gestione. Cifre che dimostrano, ha detto in audizione De Mistura, che "il sistema non funziona ma costa molto, se guardiamo ai fatti". Lo stesso ambasciatore ha, quindi, auspicato che l’intera questione dei Cpt non venga affrontata in modo "ideologico ma pragmaticamente" puntando sul progressivo "svuotamento" dei centri così come si sono fino ad oggi conosciuti, soprattutto, evitando ogni possibile "promiscuità" tra ex detenuti (che in alcuni casi raggiungono il 60% degli ospiti dei Cpt), colf e semplici persone entrate nel nostro paese irregolarmente.

Immigrazione: monitoraggio su 4 Cpt; destinati a chiudere?

 

Redattore Sociale, 16 febbraio 2007

 

Dopo la relazione della Commissione De Mistura sarebbero sotto stretto monitoraggio. Zanotti: "Il tema è sul tavolo dei ministri Ferrero e Amato". Il Comune emiliano delinea il piano di "svuotamento" della struttura.

I Cpt di Bologna, Ragusa, Torino e Brindisi sono sotto stretto monitoraggio ed è in discussione al ministero degli Interni e delle Politiche sociale una loro possibile chiusura. "Per ora non c’è niente di ufficiale - spiega l’onorevole Katia Zanotti, da anni impegnata nella battaglia per il superamento di queste strutture -, ma alla luce della relazione della Commissione De Mistura questi quattro Cpt sono monitorati, e si sta discutendo anche di una loro possibile chiusura. È un tema, insomma, sul tavolo dei ministri Ferrero e Amato". E che a fine mese verrà affrontato dal Consiglio dei ministri.

I quattro centri, infatti, secondo la Commissione De Mistura, sono risultati i peggiori d’Italia: in particolare, quello di Bologna - che nei prossimi giorni verrà visitato dal sindaco, Sergio Cofferati - costringe gli stranieri a vivere all’interno di vere e proprie gabbie, i bagni sono privi di porte, per andare alla mensa è necessario attraversare quattro cancelli chiusi a chiave. "Una gabbia quasi da zoo", lo ha definito il garante dei diritti delle persone private della libertà personale, l’avvocato Desi Bruno, "inadatto a tenere delle persone". In attesa della decisione del Governo, il Comune di Bologna sta infatti delineando un piano "di svuotamento" del Centro, facendo uscire 15 ragazze dell’Est Europa vittime di tratta, i profughi e i lavoratori che, non più occupati, hanno perso il permesso di soggiorno.

"Era da tempo che sollecitavo, al Cpt di Bologna, interventi di monitoraggio, uno sportello giuridico, un intervento sulle donne sottoposte alla tratta e allo sfruttamento della prostituzione - ha aggiunto Katia Zanotti - . Possiamo essere soddisfatti per la forte collaborazione che si registra finalmente fra Comune e Prefettura e per l’importante lavoro che sta svolgendo il garante. Qualsiasi decisione porti alla chiusura di questa e delle altre strutture, non può che trovarmi favorevole".

Droghe: Corleone sospende digiuno dopo incontro con Bertinotti

 

Notiziario Aduc, 16 febbraio 2007

 

Franco Corleone, ex sottosegretario alla giustizia e segretario di "Forum droghe", ha deciso di sospendere il digiuno che portava avanti da 14 giorni per chiedere al Parlamento di avviare l’iter della pdl Boato sulle tossicodipendenze, dopo un incontro ieri con il presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Ne dà notizia lo stesso Corleone.

"Ho illustrato al presidente il senso dell’iniziativa del digiuno di dialogo avviato da me, al quale hanno poi anche aderito anche altre persone - spiega Corleone - e l’ho ringraziato per la sua sollecitudine". Proprio per un senso di rispetto e di considerazione nei confronti del presidente della Camera, l’ex sottosegretario ha deciso di sospendere il suo digiuno, ma la staffetta sarà continuata dagli altri. Bertinotti, secondo quanto riferisce Corleone, si sarebbe detto d’accordo sulla necessità che il Parlamento discuta di una nuova legge sulla droga e sull’idea che l’iniziativa parlamentare non sia in contrasto con l’eventuale iniziativa del governo su questo tema. Bertinotti, inoltre, si sarebbe impegnato a parlare con i presidenti delle Commissioni Affari Sociali e Giustizia della Camera, per sollecitare l’esame della proposta Boato.

"Dopo l’incontro mi è stata data notizia che mi giungerà una lettera dai due presidenti delle commissioni, Lucà e Pisicchio, per informarmi che il 28 febbraio le Commissioni congiunte ascolteranno il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, in merito al ddl governativo. Sulla base degli intendimenti del governo, le commissioni decideranno se aspettare la proposta dell’esecutivo o partire con l’esame della pdl Boato".

Droghe: progetto "Kriptòs", sensibilizzazione sulla cocaina

 

Redattore Sociale, 16 febbraio 2007

 

Lo slogan su autobus urbani ed extraurbani, cartoline distribuite in migliaia di copie nel locali pubblici e, presto, su adesivi affissi alle portiere delle automobili dell’Ulss. È il progetto "Kriptòs" promosso dal Ceis di Treviso.

È entrato nella fase operativa il progetto "Kriptòs", presentato ormai da qualche settimana e già in piena attività. Venti sono state, dall’attivazione a oggi, le segnalazioni pervenute al gruppo coordinato da Michele Gazzola e 15 le persone prese in carico finora. Ma è già pronta a partire un"ulteriore offensiva, con un’ampia campagna di comunicazione e sensibilizzazione, dal titolo "Attenzione alle strisce". Uno slogan, questo, che sarà apposto sugli autobus urbani ed extraurbani, su cartoline distribuite in migliaia di copie nel locali pubblici e, presto, anche su adesivi affissi alle portiere delle automobili dell’Ulss 9. "Abbiamo informato le istituzioni e attivato una fitta rete di servizi pubblici e privati nel progetto - spiega Daniele Corbetta, direttore del Ceis - enti, associazioni e gruppi di tutto il territorio dell’Ulss 9. Educatori, psicoterapeuti, un medico e un’infermiera inoltre formeranno un gruppo tecnico di accompagnamento per tre diverse aree di intervento: medico-sanitaria, psico-terapica e psico-educazionale". L’obiettivo è sempre quello: cercare di parlare e di aiutare quelle persone che assumono le cosiddette "droghe ricreative", cocaina in primis, ma anche fumo, pasticche e alcol. Sono persone nascoste - da qui il nome "Kriptòs" (di origine greca) -, che non solo non chiedono aiuto, ma non credono nemmeno di averne bisogno né di avere sviluppato una dipendenza. Secondo le statistiche sono intrappolati in questa rete studenti, professionisti, persone di rilievo, perlopiù di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Sono tutte persone che all’apparenza sono ben inserite nella società, sono attivi, impegnati, vivono una vita normale.

Lo dicono le statistiche recenti anche in Veneto e in provincia di Treviso: "Le modalità e i tempi di assunzione della droga - come spiega Giuseppe Dal Ben, direttore sociale dell’Ulss 9 - sono cambiati ed è cresciuta in maniera sensibile la quantità di persone che assumono cocaina". Nella nostra regione, le quote maggiori di soggetti che hanno consumato almeno una volta cocaina sono nelle province di Treviso, Padova, Venezia e Verona, in media il 6% dei maschi e il 3.5% delle femmine. Tutti questi dati sono ricavati dall’indagine campionaria Ipsad Italia 2003-2004, effettuata dalla sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’istituto di Fisiologia Clinica del Centro nazionale di ricerca). Ecco perché si è voluto rafforzare la presenza sul territorio del progetto Kriptòs, che già prevede il sito internet www.kriptosonline.org, il numero verde gratuito 800.912.821 e una sede (accuratamente resa non riconoscibile, garantendo l’anonimato).

 

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