|
Giustizia: venerdì in CdM la bozza di riforma di Mastella
Adnkronos, 12 febbraio 2007
Cambio di regione per i giudici che vogliono fare i pubblici ministeri; verifiche ogni quattro anni sulla professionalità con conseguenze sugli stipendi in caso di valutazione negativa; controlli ogni due anni per i capi degli uffici giudiziari che, se risulteranno inadeguati perderanno l’incarico; doppio canale di accesso alla magistratura. Sono le linee portanti del disegno di legge di riforma dell’ordinamento giudiziario del ministro Mastella, che sarà discusso venerdì dal Consiglio dei ministri. Accesso. Non basterà più la laurea in giurisprudenza: per partecipare al concorso ordinario bisognerà essere in possesso di un titolo derivante dal superamento di un vaglio precedente. Tra le prove scritte, una sarà pratica: la redazione di una sentenza. Tra quelle orali una sarà di lingua straniera. All’accesso tradizionale si affiancherà quello per corso-concorso, destinato ai laureati più meritevoli (media di 28 agli esami e non più di 35 anni) che per due anni percepiranno una borsa di studio di 900 euro mensili. Scuola. Si occuperà della formazione dei magistrati, per i quali aggiornarsi e riqualificarsi diventerà un obbligo per tutta la carriera: almeno ogni quattro anni ognuno dovrà frequentare un corso. Avrà tre sedi (a Bergamo, Firenze e Benevento). Il Comitato direttivo sarà nominato per metà dal ministro della Giustizia e per metà dal Csm: ne faranno parte sette magistrati, tre docenti universitari e due avvocati. Carriera. Gli aumenti di stipendio saranno legati al superamento delle valutazioni di professionalità previste ogni quattro anni e affidate al Csm. Sotto esame competenza tecnico-giuridica, ma anche efficienza e produttività, rapporto tra mezzi utilizzati e risultati raggiunti, capacità di utilizzare il lavoro di gruppo. Qualità che saranno valutate anche a partire dai provvedimenti emessi dal magistrato. Con due bocciature il magistrato sarà dispensato dal servizio. Funzioni. Il passaggio potrà essere chiesto dopo almeno cinque anni di servizio in ciascuna funzione, dopo aver frequentato un corso e aver conseguito un giudizio di idoneità. Sarà obbligatorio cambiare distretto, che grosso modo equivale al territorio regionale. Incarichi direttivi. Diventeranno temporanei: sulla poltrona di capo di un ufficio giudiziario non si potrà sedere per più di quattro anni, rinnovabili una sola volta, ma solo partecipando a un nuovo concorso. I responsabili degli uffici giudiziari saranno sottoposti a un controllo di gestione ogni due anni: chi si rivelerà inadeguato perderà l’incarico. Cassazione. Per accedere alle funzioni di legittimità bisognerà avere attitudini specifiche che saranno vagliate da una Commissione speciale. L’ultima parola spetta al Csm. Procure. Il procuratore resterà il titolare unico dell’azione penale; ma le sue scelte sull’assetto organizzativo da dare alla procura saranno vagliate dal Csm. Csm. Il numero dei componenti sarà riportato a 30: 20 togati e 10 laici. L’elezione dei togati avverrà secondo il sistema proporzionale con liste contrapposte. Giustizia: Magistratura Democratica; la riforma entro luglio
Apcom, 12 febbraio 2007
Il governo rispetti la scadenza del 31 luglio per riscrivere la riforma Castelli, dando "alla magistratura e al Paese un nuovo ordinamento giudiziario". Ma senza cedere in Parlamento a "marce indietro" e a "stravolgimenti". Nella mozione approvata a conclusione del suo 16esimo congresso, Magistratura democratica riassume la posizione emersa dal dibattito e indica quelli che la corrente di sinistra delle toghe considera i punti fermi. Md promette che terrà alta la guardia sull’iter delle modifiche alla riforma dell’ordinamento voluta dalla Cdl: "incalzerà il ministro sul rispetto dei tempi", "stimolerà miglioramenti" delle nuove norme proposte dal ministro Mastella, "vigilerà sul rischio di stravolgimenti durante l’iter parlamentare". E coglie l’occasione per confermare il suo ‘no’ al nuovo assetto delle Procure, "ancora caratterizzate da un modello gerarchico", e le sue "critiche" per l’organizzazione della Scuola della magistratura. Bene il metodo del "dialogo" avviato dal nuovo governo di centrosinistra, dice ancora Md, che però conferma la preoccupazione per il "rischio di uno stallo" sulle riforme che riguardano la giustizia, visto che gli interventi "auspicati e preannunciati tardano a concretizzarsi, mentre non si attenua la crisi di efficienza del sistema giudiziario". Servono "tempestivamente" interventi "limitati e precisi" nel processo: in particolare, nel penale è "prioritario" un intervento su "notifiche, nullità, snellimento degli adempimenti meramente formali e regime della prescrizione". Ed è "indispensabile un intervento di riforma radicale sulle leggi che producono carcere", dalla ex-Cirielli alla Fini-Giovanardi sulla droga, alle leggi sull’immigrazione. Giustizia: Pecorella (Fi); Mastella copia le riforme della Cdl
Apcom, 12 febbraio 2007
Il ministro della Giustizia "copia" le riforme della Cdl. Lo sostiene il capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera, Gaetano Pecorella, commentando il pacchetto di riforme processuali messo a punto dal Guardasigilli Clemente Mastella. Riforme, sostiene l’esponente azzurro, che "nella passata legislatura non fu possibile fare per i continui ritardi dovuti agli ostruzionismi dell’allora opposizione o che in questa legislatura sono rimaste ferme per mesi prima di essere messe in calendario alla commissione Giustizia". "Così è - spiega Pecorella - per il patteggiamento dilatato nel tempo in caso di indulto, che è una proposta di Costa di Forza Italia, o per la messa alla prova che è una proposta di Ghedini e Pecorella della scorsa legislatura ripresentata in questa. Perfino la Cirielli - prosegue il deputato di Fi - mantiene le sue caratteristiche di novità come il calcolo della durata della prescrizione. Anche l’appello diventa una forma di impugnazione marginale. Leggeremo le proposte. Se saranno così - conclude - daremo atto al ministro Mastella che ha saputo apprezzare le riforme della Casa delle Libertà...". Giustizia: scioperano gli operatori sanitari del carcere di Lucca
Comunicato stampa, 12 febbraio 2007
Compatti aderiamo allo sciopero nazionale di protesta indetto dall’Amapi per il 21 febbraio 2007. Compatti partecipiamo alla manifestazione nazionale di Pisa. Una goccia nel mare. Anzi una stilla. Ma la più amara; la più salata. Alludiamo al taglio di tredici milioni di euro alla Medicina Penitenziaria voluta dal governo Prodi. Neanche il più perfido sceriffo di Nottingham per risanare il bilancio dello Stato avrebbe mai pensato di tassare i detenuti. Poiché, alla fin fine, di questo si tratta: far pagare il balzello anche a loro. Sull’altare da 35 miliardi di questa finanziaria faraonica viene immolata la salute dei detenuti. Tanto per capirci, il carcere di Lucca ha ricevuto quest’anno centomila euro in meno per la medicina penitenziaria. Sinceramente non sappiamo quanto percentualmente centomila euro incidano su 35 miliardi tanto la cifra è infima. Ma sappiamo quanto incide sul bilancio sanitario di questo Istituto: il 40% in meno. Il 40%!!! Così, tutto d’un botto. Se una cosa del genere fosse stata fatta ai liberi cittadini altro che rivolta dei Ciompi! Sarebbe stata percepita peggio che la tassa sul macinato! La salute sarebbe stata affari da ricchi Epuloni. Sarebbe scoppiata una sommossa, una rivoluzione. I detenuti, invece, a quel che sembra, si possono anche sacrificare. Tali imponenti decurtazioni stanno già avvenendo in tutti gli istituti di pena della Penisola. Il carcere non è solo l’abitazione dei detenuti, ma anche il luogo di lavoro di agenti penitenziari, infermieri, medici, educatori e quant’altro. Il malessere che si verrà a creare non sarà dunque solo un affare dei detenuti, ma di tutte queste figure. Tracimerà. Andrà al di là delle mura di contenimento e coinvolgerà tutta la società civile. Al carcere di Lucca verrà abolita la Guardia Medica notturna e saranno drasticamente ridotte le ore degli infermieri. D’ora innanzi, la notte, sarà la guardia penitenziaria a dover decidere la gravità o meno di un sintomo. In caso di intervento di un medico di continuità assistenziale ci chiediamo quale di loro si sentirà, per una colica addominale, di lasciare "a casa" un paziente che non può ricontattare e che non ha la possibilità di rivolgersi altrove, ad esempio, recarsi all’ospedale se lo ritiene necessario. Il Medico di Guardia sarà obbligato - per non avere eventuali implicazioni medico-legali - a ricorrere al P.S. Ciò significa organizzare una scorta. Basteranno due interventi del genere nel corso di una notte per mettere in ginocchio la sicurezza dell’Istituto. Per non considerare che un banale mal di testa - che ognuno di noi si cura prendendo un analgesico - diventerà un problema per il detenuto il quale non ha accesso ai farmaci. Chi glielo somministrerà? E se necessitasse di una terapia intramuscolare, ad esempio per una lombalgia o un forte mal di denti? Sarà un nuovo compito da assegnare alla guardia penitenziaria quella di praticare una puntura? Non pensiamo. Ovvio, dovrà occuparsene il Medico di continuità assistenziale. Dunque questa figura verrà captata dal carcere per qualsiasi evenienza a scapito degli utenti sul territorio. Se tutto questo appare troppo apocalittico prendiamo un esempio più raro, ma più concreto. Un tentato suicidio. Si chiama immediatamente il 118. Ma non è detto che vi sia subito a disposizione un’ambulanza con medico a bordo. Non è detto che vi non sia una festa che rende le strade meno accessibili pur se a sirene spiegate. In sostanza, se con un medico all’interno del carcere il malcapitato avrebbe avuto una possibilità di salvarsi, d’ora in avanti tale possibilità sarà ridotta al minimo. In questa triste scelta di cancellare la Medicina Penitenziaria - poiché in concreto è di questo che si tratta - oltre che ravvisare un gesto vergognoso e cinico si adombra un sottile razzismo. Quando a una persona gli neghi il diritto alla salute esso smette di essere un soggetto e diventa un oggetto. Non è più considerato un essere umano ma una cosa. La percezione è quella di considerare il detenuto alla stregua di uno schiavo al tempo dei negrieri. Se non può curarsi gli neghi la malattia. Se gli neghi la malattia lo privi dei sentimenti. Fa specie che a razzolare l’obolo dalla ciotola dei diseredati sia un governo di sinistra che a parole si fa alfiere dei diritti dei più deboli. Fa specie che il cattolicissimo ministro Mastella faccia orecchie da mercante al grido di dolore e di rabbia che gli viene da più parti, dimenticando, e noi glielo rammendiamo, che assistere i detenuti fa parte delle sette opere di misericordia corporale, come il catechismo della nonna dovrebbe avergli insegnato. Centomila euro non sono nulla e non risolveranno i problemi dell’Italia. Ma per i detenuti del carcere di Lucca vorrà dire meno medicina specialistica, meno farmaci, meno assistenza medica e infermieristica, e tutte le problematiche su menzionate. C’è da scommette che questa cifra in un anno verrà spesa dai nostri parlamentari per qualche francobollo, qualche telefonata in più.
Il personale sanitario della Casa Circondariale di Lucca Ferrara: "Un fiore dietro le sbarre", ecco il carcere "sostenibile"
Romagna Oggi, 12 febbraio 2007
Educare alla sostenibilità si può anche dietro le sbarre. Ci credono fortemente la Provincia di Ferrara e la Regione Emilia Romagna che hanno dato vita al progetto Casa Circondariale sostenibile. I cui frutti sono stati in questi giorni pubblicati in un manuale dal titolo "Un fiore dietro le sbarre". Il manuale è stato scritto e realizzato da Punto 3 per la Provincia di Ferrara e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il bando Infea 2005, racconta. Il progetto ha creato all’interno del carcere una scuola interna che ha inserito i temi dello sviluppo sostenibile in un percorso di rieducazione alla cittadinanza coinvolgendo 400 detenuti e 300 agenti di polizia penitenziaria. "Un fiore dietro le sbarre" costituisce un documento preparatorio per tutti coloro che volessero affrontare percorsi di educazione ambientale all’interno degli istituti penitenziari. Il progetto Casa Circondariale sostenibile vuole essere un laboratorio di sperimentazione per coniugare le attività di informazione ed educazione ambientale con attività sociali ed allargare le competenze dei Cea (Centri di educazione ambientali), sensibilizzandoli e rendendoli capaci di proporre percorsi di educazione ambientale ad una particolare categoria sociale di adulti: i detenuti. Il principale elemento di innovazione e sperimentazione del progetto Casa Circondariale sostenibile è nella "particolarità dell’utenza" a cui vengono rivolte attività educative dei Cea, i detenuti appunto. L’importanza di avvicinare i Centri ai detenuti è insita nel ruolo stesso che la legge italiana affida alla detenzione, ovvero la rieducazione alla cittadinanza. Far entrare l’educazione ambientale negli istituti di detenzione significa quindi arricchire il percorso rieducativo dei detenuti con i principi della sostenibilità, affinché al loro ritorno in società siano consapevoli dei corretti comportamenti ambientali che sono richiesti a tutti i cittadini. Per i Cea portare l’educazione ambientale all’interno delle Case Circondariali è l’occasione di coniugare alla consueta attività a carattere ambientale un alto valore sociale, corrispondendo al più ampio concetto di sostenibilità e ponendosi come soggetto capace di fornire occasioni di formazione civica e servizi utili alla comunità locale. Inoltre, come avvenuto nel progetto Casa Circondariale sostenibile, i punti di contatto tra i Cea ed i detenuti possono essere molti: dalla produzione di materiale di sensibilizzazione da destinare ad altre utenze (opere grafiche, prosa, poesie, umoristica) alla stipula di convenzioni con cooperative sociali per l’utilizzo dei detenuti che affrontano percorsi di re-introduzione al lavoro nelle attività di manutenzione e gestione dei Cea stessi. Udine: resoconto visita nel carcere della delegazione Radicale
Agenzia Radicale, 12 febbraio 2007
Oggi pomeriggio una delegazione radicale ha visitato la Casa Circondariale di Udine. Il Deputato della Rosa nel Pugno Bruno Mellano, accompagnato da Lorenzo Lorenzon, presidente dell’Associazione Radicali Friulani, Gianfranco Leonarduzzi e Alessandro Rosasco, membri del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, Valter Beltramini, militante storico radicale di Udine. La delegazione è stata accolta dal direttore, Francesco Macrì, dall’ispettore capo degli agenti di polizia penitenziaria, Russo, dal responsabile dell’area educativa e trattamentale, Frattiti. I detenuti odierni presso il carcere di via Spalato sono 95, esattamente la metà dei 190 reclusi presenti all’inizio di agosto 2005, prima dell’effetto della legge di indulto; 39 sono italiani e 54 extracomunitari; la sezione femminile è chiusa da alcuni anni; i semiliberi, ammessi al lavoro esterno, oggi erano 2 mentre prima dell’indulto erano ben 22; lavoranti interni 17. La popolazione detenuta, in gran parte in attesa di giudizio, è comunque con condanne inferiori ai 5 anni. Al termine della visita Bruno Mellano ha dichiarato: "Con i compagni radicali friulani, che da sempre seguono attivamente la situazione del circuito penale delle 5 carceri friulane (Gorizia, Pordenone, Tolmezzo, Trieste, Udine), ho visitato una struttura profondamente rinnovata e riaperta nel 2005 dopo significativi lavori di adeguamento funzionale. Le celle, doppie o quadruple, hanno ora la doccia interna e l’angolo cottura: un dato significativo, previsto da tempo dall’ordinamento penitenziario, ma raramente realizzato nelle carceri italiane. La casa circondariale, costruita nel 1925, ha ora acquisito standard elevati, anche se le celle sono comunque piccole. Il personale penitenziario, 130 agenti circa, è sottodimensionato rispetto all’organico previsto. Il direttore ci ha confermato che anche qui sono pochi i casi di rientro in carcere delle persone che hanno beneficiato dell’indulto. Due aspetti ancora da sottolineare: il metadone e la cassa delle ammende. L’istituto dichiara di avere un buon rapporto con il Ser.T. locale e questo è dimostrato dall’utilizzo del metadone come strumento importante di intervento e recupero delle tossicodipendenze: 8 o 9 i detenuti in terapia metadonica attualmente in corso. Ho infine chiesto all’ufficio trattamentale sulla presentazione di progetti specifici ed autonomi per il finanziamento della cassa delle ammende: ho avuto conferma che occorre potenziare l’informazione, anche verso il pianeta carcerario, per far finalmente decollare l’utilizzo normale dei fondi che la legge prevede esplicitamente destinati al reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti, ex-detenuti e loro familiari." Foggia: il "Festival della sensibilità" porta il cinema in carcere
Asca, 12 febbraio 2007
"Il carcere non è una discarica sociale, i detenuti non sono rifiuti della società e non smettono di essere persone con tutti i loro diritti: il diritto allo studio, a leggere i giornali, il diritto alle cure". Ha strappato un lunghissimo applauso Vladimir Luxuria, che oggi è intervenuto alla proiezione del film "Mater Natura", organizzata dal Festival del Cinema Indipendente di Foggia presso la Casa Circondariale della città capoluogo. "Ho visitato due volte il carcere di Rebibbia, una volta quello di Pisa e adesso sono a Foggia", ha detto Luxuria. "La cosa che amo di più della mia attività di parlamentare è quella di poter visitare le carceri", ha ribadito l’onorevole che prossimamente si recherà presso il carcere di Belluno. "Occorrono maggiori finanziamenti per i progetti destinati al reinserimento sociale degli ex detenuti", ha concluso Luxuria, annunciando che in Parlamento si sta varando una legge per il Garante dei detenuti, figura professionale che farà da ponte tra carceri e Governo. Alla proiezione hanno partecipato anche Massimo Andrei, regista del film che vede Vladimir Luxuria nei panni di Massimino, transessuale che dirige una piccola compagnia teatrale di trans e cura la campagna elettorale di un candidato al Parlamento. È intervenuto anche Valerio Foglia Manzillo, co-protagonista insieme a Maria Pia Calzone, che a causa di impegni precedenti non ha potuto prendere parte alla proiezione. "Il Festival, che quest’anno si caratterizza per un’attenzione particolare ai temi della diversità e del disagio, ha accettato con grande entusiasmo l’invito della Direzione della Casa Circondariale", ha detto il direttore artistico del Festival Geppe Inserra. "Si tratta di un esperimento che, con molta probabilità, avrà un seguito". Soddisfatto anche il direttore dell’Istituto penitenziario Davide Di Florio, che ha consegnato una targa ricordo a Vladimir Luxuria: "Un grazie all’onorevole per la sua sensibilità e per la disponibilità verso tutti i problemi degli ultimi". L’assessore alle Politiche Educative della Provincia di Foggia Giuseppe De Leonardis, in rappresentanza del presidente Carmine Stallone, trattenuto da impegni istituzionali, ha sottolineato che la cultura è uno straordinario veicolo di libertà e di promozione sociale. Consegnata una targa al direttore del Carcere con la seguente motivazione: "Per aver scelto il cinema come linguaggio universale di comunicazione e di socializzazione". "Ho presentato questo film in diverse occasioni, di fronte a platee molto numerose", ha detto il regista Massimo Andrei, "ma l’emozione che provo questa sera è davvero molto forte: questo è un film sui sentimenti, che affronta il problema degli ex, nel film si racconta anche la storia di ex prostitute, e più in generale di coloro che a un certo punto della propria vita hanno fatto scelte differenti". Molto emozionato anche il co-protagonista del film, Valerio Foglia Manzillo, che è alla sua seconda esperienza di proiezione in carcere: "Ero già stato nel 2003 nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, per presentare il film "L’imbalsamatore" di Matteo Garrone. Anche questa volta, come allora, provo una sensazione fortissima". Droghe: la riforma presentata in Commissione Sanità del Senato
Progetto Uomo, 12 febbraio 2007
Il Ministro per la Solidarietà sociale preannuncia in Senato quali saranno i cambiamenti della legge sulle tossicodipendenze. Riportiamo il resoconto sommario relativo all’intervento del ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero avvenuto l’8 febbraio 2007 in Commissione Igiene e Sanità del Senato. Dopo una breve introduzione, il presidente della Commissione Sanità del Senato Ignazio Marino dà la parola al Ministro per la Solidarietà sociale, riprendendo l’intervento che del 17 gennaio scorso in merito alla Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2005. Il ministro Paolo Ferrero illustra la strategia dell’Esecutivo in tema di lotta alle tossicodipendenze soffermandosi in primo luogo sulla necessità di migliorare i metodi di lotta al traffico di sostanze stupefacenti, nel senso di puntare sul contrasto delle organizzazioni criminali e all’intervento, da concordare a livello internazionale, sui luoghi di produzione delle sostanze. Per quanto riguarda la prevenzione, il Ministro illustra alcune linee di intervento riguardanti in modo particolare la predisposizione di piani regionali, la limitazione della pubblicità delle bevande alcoliche e il superamento dell’attuale normativa basata sulla mancanza di distinzione tra sostanze stupefacenti di diversa natura e sulla previsione della dose massima consentita per uso personale. Ritiene peraltro che il consumo personale debba continuare ad essere considerato un illecito, cui consegue la previsione di sanzioni nei casi correlati di comportamenti pericolosi nei confronti di terzi. Passando ad affrontare l’ambito della cura e della riabilitazione, il Ministro sottolinea la necessità di migliorare il sistema dei servizi, anche sulla base di un più congruo rapporto tra il settore pubblico ed il settore privato. Il Ministro indica quindi come ulteriore componente fondamentale della strategia antidroga la riduzione del danno, da attuare attraverso una messa a regime degli strumenti necessari, anche di carattere socio-sanitario, la cui attuazione, alla luce del rinnovato Titolo V della parte seconda della Costituzione, spetta alle regioni, necessariamente nell’ottica di un superamento dei vincoli normativi esistenti. In considerazione dei rilevanti elementi innovativi forniti dal ministro nel suo intervento, il presidente della Commissione Ignazio Marino dà la parola ai senatori per ulteriori richieste di chiarimento.
Gli interventi dei Senatori
La senatrice Tiziana Valpiana (RC-SE) esprime compiacimento per le considerazioni svolte dal Ministro nel suo intervento, con particolare riferimento alla necessità di modificare le norme sulla tossicodipendenza recate nel decreto-legge n. 272 del 2005. Richiama indi l’attenzione sulla gravità del consumo degli psicofarmaci e, a tal fine, sollecita iniziative informative rivolte alle famiglie ed alla scuola. Infine, invita ad adottare misure in funzione di contrasto al gioco d’azzardo. La senatrice Maria Burani Proccaccini (FI), dopo aver espresso apprezzamento per il tenore dell’intervento del Ministro, svolge talune riflessioni in merito alla produzione di sostanze stupefacenti nei paesi extraeuropei e invita a riporre particolare attenzione al crescente consumo di sostanze alcoliche. Si sofferma poi sulle attribuzioni dei dicasteri della solidarietà sociale, della salute e dell’istruzione in materia di tossicodipendenze, giudicando non chiara la distinzione delle competenze. Conclude auspicando specifiche iniziative per contrastare la diffusione della cocaina, anche con riferimento al potenziamento di forme di supporto per le famiglie e gli insegnanti. La senatrice Emanuela Baio (Ulivo) condivide il percorso intrapreso dal Governo in tema di contrasto alle tossicodipendenze ed in particolare la priorità accordata al momento della prevenzione del consumo. Si sofferma indi sull’aumento del consumo di cocaina, giudicando improcrastinabili specifiche iniziative ministeriali, nonché sull’esigenza di puntare su sanzioni alternative al carcere. La senatrice Erminia Emprin Gilardini (RC-SE) svolge considerazioni in merito all’opportunità di promuovere misure preventive rispetto al consumo di stupefacenti e di sostanze legali che generano dipendenza e misure alternative rispetto alla detenzione. Il senatore Paolo Bodini (Ulivo) dopo aver richiamato la necessità di superare la disciplina del decreto legge n. 272 del 2005, con riferimento all’approccio repressivo e alla scelta di non discriminare fra le diverse sostanze stupefacenti, esprime rilievi sull’utilità di misure di carattere educativo e volte al recupero dei tossicodipendenti. La senatrice Paola Binetti (Ulivo) si sofferma sul ruolo dei microspacciatori nella diffusione delle sostanze stupefacenti e sollecita particolare attenzione sugli aspetti motivazionali dei percorsi formativi. Quanto al consumo di cocaina, ritiene indispensabile un’interlocuzione con i soggetti a rischio. Dopo aver svolto talune riflessioni in merito al contributo delle forme di spaccio favorite dall’immigrazione, rileva la necessità di porre particolare attenzione alle modalità di comunicazione delle iniziative nel settore onde evitare effetti controproducenti. Il senatore Domenico Gramazio (AN), dopo aver espresso le proprie perplessità sulla strategia delineata dal Ministro e dissenso ad ogni ipotesi di abrogazione della legislazione attualmente in vigore in materia di tossicodipendenza, critica talune scelte operate dal Ministro con riferimento alla composizione della Consulta per le tossicodipendenze istituita presso il Dicastero della solidarietà sociale.
Le precisazioni del ministro
Alle ulteriori richieste di chiarimento risponde il ministro Ferrero, il quale respinge anzitutto le critiche rivolte in merito alla composizione della Consulta per le tossicodipendenze. Ribadisce il ruolo di coordinamento del proprio Ministero nelle politiche antidroga e svolge alcune precisazioni in merito all’opportunità di misure preventive e sanzioni alternative alla detenzione, nonché alla gravità dell’incremento del consumo di cocaina. Ritiene inoltre prioritaria un’effettiva azione di controllo sui luoghi di aggregazione giovanile nei quali è più presente la diffusione di droghe, sia in funzione preventiva che in termini di riduzione del danno. Sottolinea infine l’esigenza di modificare la normativa vigente, nel senso di demandare alla magistratura la distinzione fra consumo personale e spaccio di droga, confermando tuttavia il carattere illecito della detenzione di sostanze stupefacenti. Droghe: Ministero Salute; insediata la Commissione di esperti
Progetto Uomo, 12 febbraio 2007
Presto un Piano d’azione 2007 per il rilancio della lotta alle droghe e alle sostanze e ai comportamenti che danno dipendenza. Rilancio delle politiche e delle iniziative di prevenzione ed educazione sanitaria; definizione dei livelli di assistenza per le dipendenze patologiche; formazione; ricerca e assistenza ai tossicodipendenti detenuti: alcune delle tematiche sulle quali opererà la nuova "Commissione consultiva sulle dipendenze patologiche" insediata oggi dal Ministro della Salute Livia Turco. Obiettivo della Commissione è la messa a punto di un Piano d’azione complessivo per il 2007 per incrementare le azioni di contrasto all’uso delle droghe ma anche all’uso e all’abuso di sostanze legali come l’alcol, il fumo o gli psicofarmaci che danno dipendenza e che provocano danni alla salute dei cittadini. All’attenzione della Commissione anche i comportamenti compulsivi, come il gioco d’azzardo, causa di vere e proprie patologie psico-sociali. La Commissione, presieduta dal Sottosegretario Antonio Gaglione, vicepresidente Giuseppe Vaccari, è composta dai rappresentanti delle associazioni e società scientifiche più rappresentative nel campo delle dipendenze, da esponenti di comunità terapeutiche e reti di comunità, da rappresentanti dei ministeri coinvolti nella prevenzione delle tossicodipendenze, dalle regioni, dagli enti locali: Laura Antonelli, Lucio Babbolin, Giuseppe Barletta, Alberto Barni, Giovanni Boda, Antonio Boschini, Giuseppe Carrà, Adriana Casagrande, Cozzolino Edoardo, De Luca Mario, Di Tommaso Angela, Dutto Mario, Falconi Emanuela, Pierino Gelmini, Patrizio Gonnella, Leopoldo Grosso, Luigi Maccaro, Isolina Mantelli, Henry Margaron, Roberto Marino, Paolo Mezzelani, Valentino Patussi, Andrea Pilloni, Ellena Pioli, Fiorenzo Ranieri, Franco Vaccari, Lucia Di Furia, Mila Ferri, Giovanni Serpelloni, Giovanni Salina, Piergiorgio Semboloni, Enrico Tempesta, Emanuela Trogu, Giuseppe Varacalli, Alessandro Zamai, Riccardo Zerbetto, Piergiorgio Zuccaro. Più in dettaglio la commissione interviene nei seguenti ambiti: prevenzione (in particolare secondaria e terziaria); educazione alla salute; definizione dei livelli di assistenza che il SSN deve garantire per le dipendenze patologiche; linee di indirizzo, in collaborazione ed accordo con le regioni, sulla organizzazione dei servizi; monitoraggio continuo del fenomeno con la costruzione di un sistema informativo ed epidemiologico informatizzato; formazione degli operatori sanitari; ricerca sanitaria finalizzata; assistenza ai tossicodipendenti detenuti. Droghe; Casini (Udc); farò Pdl per test antidroga a parlamentari
Ansa, 12 febbraio 2007
Un test antidroga volontario per i parlamentari. Lo ha annunciato Pierferdinando Casini, presidente dell’Udc, ieri a "30 contro 1", lo spazio condotto da Massimo Giletti durante la trasmissione "Domenica In". "Presenterò una proposta di legge ad hoc - ha spiegato il leader Udc -. Così come dobbiamo dichiarare i contributi, per un patto di trasparenza con gli elettori, rendiamo anche conto della nostra condizione tossicologica". Ha poi sottolineato Casini: "Non è un obbligo, ma una possibilità, cosicché nel fascicolo delle pubblicazioni dei singoli parlamentari ciascuno potrà sapere se quel certificato c’è oppure no". In un’ intervista oggi sul Messaggero, il parlamentare si è poi espresso a proposito dell’allarme di Amato sul consumo spaventoso di cocaina: "È molto grave che ciò sia accaduto. È ancora più grave che alle inchieste sui giornali si risponda concentrandosi su tutt’altro temi. Ci sono troppe complicità nella politica e nel mondo dello spettacolo". E più avanti: "La tolleranza zero deve partire da chi ha rappresentanza sociale". Sulla iniziative annunciate dal ministro della Solidarietà sociale, Ferrero, per rendere non punibile il consumo di droghe leggere e pesanti, Casini commenta: "È un pessimo segnale, come quello che in questi giorni è stato dato sulla famiglia. Un segnale da contrastare politicamente in tutte le sedi". Stati Uniti: sito internet organizza appuntamenti con detenuti
Reuters, 12 febbraio 2007
Ancora alla disperata ricerca di un compagno per S. Valentino? Hai una simpatia per i muscoli addominali, i capelli a spazzola e i tatuaggi? Allora www.hotprisonpals.com è il sito Internet che fa per te. Questi ragazzi non si presenteranno sulla soglia di casa con una rosa rossa fra i denti, non ti offriranno una cena romantica, né ti sedurranno prodigando baci. Tuttavia alcuni degli uomini più desiderabili d’America muoiono dalla voglia di inviarti lettere d’amore, poesie e persino proposte di matrimonio. Guardalo come un investimento per il futuro. Molti dei prigionieri, come Keith Virgil Dunaway, che posa a torso nudo e jeans, usciranno di prigione quest’anno. Se preferisci Randy Sands, della Florida, dovrai aspettare un po’ più a lungo per abbracciarlo. Sapendo che verrà rilasciato nel 2023: è alla ricerca di una donna aperta, oltre la trentina, che non si faccia troppi problemi. L’idea di www.hotprisonpals.com è nata dalla mente dell’artista pop newyorchese Sam Wagner, che ha iniziato una corrispondenza con un amico in carcere diversi anni fa. Il detenuto chiese a Wagner di scrivere al suo compagno di cella che non riceveva più lettere dai famigliari. Le richieste da parte di detenuti che si sentivano soli sono aumentate vertiginosamente, fino a che Wagner non è arrivato a spedire una lettera al mese a oltre 100 detenuti. Non avendo accesso alla Rete, le lettere sono spesso l’unico collegamento dei detenuti statunitensi con il mondo esterno. "I detenuti soffrono di solitudine. Amici e famigliari spesso smettono di scrivere loro dopo un paio d’anni", ha detto il partner in affari di Wagner, Jason Rupp, che ha creato il sito Internet nel 2003. "Le lettere che ricevono sul sito Internet sono importanti per farli sentire bene. Hanno bisogno di sapere che c’è qualcuno là fuori che è interessato a loro".
|