Rassegna stampa 30 settembre

 

Giustizia: Verdi; Castelli porta amministrazione al collasso

 

Adnkronos, 30 settembre 2005

 

"L’arroganza del ministro Castelli che, ancora una volta, ha affossato il tavolo negoziale con i sindacati confederali e il segretario di Unsa e Osapp, sta portando l’amministrazione penitenziaria al collasso". A denunciarlo è la senatrice dei Verdi Loredana De Petris. "Oggi è la festa della Polizia penitenziaria – ricorda - ma c’è poco da festeggiare, davanti a una situazione drammatica dei lavoratori e del sistema penitenziario italiano". La De Petris sottolinea che "la Polizia penitenziaria, gli educatori, gli assistenti sociali, gli psicologi sono coloro su cui ricade tutto il peso del trattamento; e il ministro in questi anni non ha fatto nulla per migliorare le loro condizioni di lavoro e quindi le condizioni di vita nelle carceri, anzi piuttosto le ha peggiorate. Le richieste dei sindacati - osserva l’esponente dei Verdi - non solo sono totalmente condivisibili, ma sono il segno del senso di responsabilità dei lavoratori penitenziari che, nel porre le loro legittime rivendicazioni, indicano con chiarezza la via per rendere più vivibile e umano il carcere". Loredana De Petris ha anche presentato un’interrogazione parlamentare sul comportamento tenuto dal ministro della Giustizia Roberto Castelli durante il negoziato".

Giustizia: D’Antoni; sistema allo sfascio, colpa del governo

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

"Il sistema dell’esecuzione penale in Italia è allo sfascio, al limite del collasso e la responsabilità principale è di questo Governo che fa solo promesse, sapendo di non poterle mantenerle". È quanto ha affermato Sergio D’Antoni, responsabile delle politiche europee della Margherita, che ha preso la parola, a nome dei partiti del centro sinistra, a Piazza Montecitorio durante la manifestazione dei lavoratori penitenziari. "Sono qui in piazza con voi per esprimere la solidarietà del centro sinistra e della Margherita nei confronti delle vostre giuste rivendicazioni - ha affermato l’ex leader della Cisl - Le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori penitenziari sono oramai divenute intollerabili e segnalano con ancor più evidenza la crisi del sistema penitenziario italiano. "Il Governo Berlusconi non ha saputo fornire alcuna risposta sia ai problemi del personale sia a quelli del sovraffollamento carcerario. Oggi, infatti, con quasi sessantamila detenuti in 207 carceri (che ne potrebbero ospitare 24mila in meno) si è toccato il record negativo nella storia della repubblica. L’Italia, rispetto ai 25 Paesi membri dell’UE ha una densità penitenziaria tra le più alte (133.9%) superata solo dalla Grecia e dall’Ungheria. I detenuti in attesa di giudizio sono il 36% circa! È un sistema, quello carcerario italiano, che sta rischiando di implodere. Per questo il centro sinistra e la Margherita assumono sin da ora l’impegno di porre la soluzione della questione carceraria tra le priorità del prossimo programma di Governo" ha concluso D’Antoni.

Giustizia: Antigone; appello a Casini, accantoni ex-Cirielli

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

Il sistema penitenziario "è allo sbando", con 60 mila detenuti per 42 mila posti letto "eppure c’è chi in Parlamento vorrebbe far passare leggi infauste come la ex-Cirielli sulla recidiva o la Fini sulle droghe che se approvate determinerebbero il caos nelle carceri con ondate di nuovi arrivi". A dichiararlo è il presidente di "Antigone", Patrizio Gonnella, che rivolge un appello al Presidente della Camera, Casini "perché suggerisca alle forze politiche di accantonare la ex-Cirielli e riaprire la discussione in Aula sul disegno di legge istitutivo del garante nazionale delle persone private della libertà".

"Mai il sistema penitenziario è stato coinvolto in una crisi così nera dice Patrizio Gonnella senza che nessuno al governo si sia posto il problema di prospettare ragionevoli vie di uscita. Ci sono 60 mila detenuti per 42 mila circa posti letto; il regolamento firmato dal Presidente Ciampi cinque anni fa, per garantire migliori condizioni di vita nelle carceri, è rimasto quasi del tutto inattuato; ogni giorno arriva una notizia tragica dai penitenziari; la legge sulla sanità è stata archiviata". Intanto, aggiunge Gonnella "il ministro Castelli cita come esempi di buon lavoro la mattanza di Bolzaneto e i fatti di Regina Coeli della scorsa estate. Questa è l’ulteriore prova della quanto meno scarsa sensibilità istituzionale del Ministro". Da qui l’appello di "Antigone" a Casini per evitare "ondate di nuovi ingressi in carcere" che avverrebbero dopo l’approvazione di leggi come quella sulla droga o l’ex Cirielli.

Giustizia: Rizzi (Lega); serve garante dei diritti dei detenuti

 

Adnkronos, 30 settembre 2005

 

"Sono d’accordo con l’istituzione di un Ufficio nazionale del Garante delle persone private della libertà. Su questo punto la Lega Nord ha del resto già presentato, insieme ad altri partiti della maggioranza, un disegno di legge in Parlamento che mi auguro sia al più presto discusso, approvato e adeguatamente finanziato". Così il consigliere lombardo della Lega Nord, Monica Rizzi, interviene sul tema delle carceri al termine dell’incontro del Comitato promotore per le iniziative di sensibilizzazione sui problemi delle carceri. "Nonostante l’impegno sul campo del ministro Castelli - aggiunge Rizzi - la situazione delle carceri in Italia presenta infatti alcuni aspetti preoccupanti: sono sotto gli occhi di tutti il sovraffollamento e le gravi carenze sanitarie di molte strutture carcerarie. Occorrono nuovi istituti". Monica Rizzi chiede inoltre che il Parlamento si esprima sollecitando Nazioni Unite, Unione Europea, Governo e altri organi competenti "perché verifichino il rispetto dei diritti umani nella Repubblica Popolare Cinese, facendo pressione affinché nelle carceri cinesi non vengano più praticate torture, esecuzioni capitali, lavoro forzato o altri tipi di esecuzioni sommarie".

Giustizia: Cento (Verdi); con ex-Cirielli 120.000 detenuti in più

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

"È assurdo negare, come fa Castelli, che l’amnistia sia l’unica soluzione all’emergenza carceri: se verrà approvata la ex Cirielli nei penitenziari ci saranno 120.000 persone". Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, sostiene che "il Ministro Castelli applica il metodo dei due pesi e due misure: molta clemenza con i potenti, come dimostra la modifica ad personam della legge sul falso in bilancio, e molta forca con tossicodipendenti e con gli autori dei reati tipici del disagio sociale. "La stessa proposta del Garante Nazionale dei detenuti che noi Verdi pure condividiamo - conclude il coordinatore dei Verdi in una nota - non può essere il pannicello caldo per eludere, anche a sinistra, la necessità di un serio provvedimento di clemenza".

Giustizia: sovraffollamento carceri crea anche emergenza sanitaria

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

La salute in carcere, una situazione di "difficilissima gestione". La denuncia arriva dalla Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (Simsp), che da domani e fino al primo ottobre, si riunirà a Milano per la sesta edizione del congresso nazionale dal titolo "La metamorfosi della medicina penitenziaria: l’etica nelle cure". Oggi le carceri italiane ospitano 60 mila detenuti con un 30% di stranieri. Al 30 agosto 2005 il totale degli stranieri risultava di 19.799 unità (18.438 uomini e 1.295 donne). ben 148 i Paesi rappresentati: 4177 marocchini, 2.973 albanesi, 2.071 tunisini, 1.777 rumeni. "Si tratta di una situazione di sovraffollamento mai vista prima - spiega il presidente della Simsp, Giulio Starnini - un numero di detenuti come non lo abbiamo mai avuto.

Per questo - dice - personalmente, sono favorevole ad amnistie e indulti che vadano di pari passo con modifiche normative che impediscano di ritrovarci nella stessa situazione da qui a pochi mesi; mi riferisco in particolare a misure alternative al carcere per detenuti tossicodipendenti". La fotografia della sanità nelle carceri rivela, secondo la Simps, "una situazione di emergenza anche per il taglio di fondi alla sanità penitenziaria che negli ultimi 15 anni, a fronte di un aumento di quasi il 50% dei detenuti, sono diminuiti del 20%". Ma quali sono le emergenze sanitarie nelle carceri? "In primis è da sottolineare che un terzo della popolazione carceraria, 20 mila persone, sono extracomunitari. In Lombardia, regione col maggior numero di detenuti, fino al 50%". Dalle rilevazioni riferita al 2004-2005 di 80 mila schede sanitarie raccolte dall’ufficio sanitario del Dap, emerge una percentuale di tossicodipendenti del 22%.

"Al secondo posto tra le emergenze sanitarie spiccano, sorprendentemente (in quanto presenti in popolazione giovane 40-45 anni ) le patologie osteoarticolari, il 14% ; al terzo - prosegue Starnini - le malattie infettive, specie epatiti virali croniche e Hiv, 11%; le psicopatologie arrivano al 10% e al 9% le malattie gastrointestinali, seguite dalle cardiovascolari per diete grasse e stress, 8%; mentre un 4% è colpito da neoplasie". Il filo conduttore che attraversa tutti i temi del convegno sarà l’etica delle cure. Particolare attenzione sarà dedicata anche alle questioni di ordine psicologico e in particolare al problema dei suicidi in carcere per affrontare ciò che uno dei principali relatori al convegno, Alfredo De Risio, definisce come un problema di "dis-integrazione coatta", in un complesso quadro che coinvolge aspetti etici, etnici e giuridici.

La Simsp raccoglie medici, infermieri, tecnici e operatori amministrativi del settore e si occupa di elaborare studi e ricerche in ambito sanitario penitenziario. Tra i progetti di rilievo che saranno esaminati al congresso, il progetto In&Out, mirato alle prevenzione della trasmissione di malattie infettive, e il progetto Iceberg (seguito dai professori Sergio Babudieri dell’università di Sassari e Roberto Monarca per centro infettivologico Belcolle di Viterbo) finalizzato alla cura delle principali malattie infettive (Aids ed epatiti virali croniche) anche dopo aver lasciato il carcere.

Giustizia: A Buon Diritto; da Castelli dati inesatti su detenuti suicidi

 

Adnkronos, 30 settembre 2005

 

"I dati in nostro possesso ci dicono che il fenomeno suicidario, nella carceri italiane, è esponenziale rispetto al numero di persone che si tolgono la vita tra la popolazione libera. Il ministro Castelli, invece di abbandonarsi a toni da campagna elettorale, dovrebbe mostrare pudore e senso delle istituzioni, nonché contezza del dramma rappresentato oggi dalle condizioni di vita nelle carceri italiane". Con queste parole Andrea Boraschi, direttore di ‘A Buon Diritto. Associazione per le liberta", ha commentato le dichiarazioni rese oggi dal ministro Castelli alla festa nazionale della Polizia Penitenziaria. "Il ministro - prosegue Boraschi - cita dati inesatti sul numero dei suicidi tra la popolazione detenuta. Era stato lui stesso a dichiarare, lo scorso 28 aprile, quanto segue: ‘Non è possibile che ci sia un così alto numero di suicidi in un carcere. È ormai chiaro che c’è qualcosa che non và. Il ministro è al corrente del fatto che, nel solo 2004, sono stati ben 8 gli agenti di custodia che si sono tolti la vita in carcere? Lo sa che il numero di suicidi tra gli agenti, dal 2001 a oggi, è triplicato?".

Giustizia: Manconi (Ds), su suicidi Castelli elude verità numeri

 

Adnkronos, 30 settembre 2005

 

"Ho dichiarato che il ministro della giustizia in una sede pubblica e solenne ha fatto affermazioni non rispondenti al vero". Così Luigi Manconi, responsabile Diritti Civili della Direzione Nazionale Ds, replica alle affermazioni di Castelli sul tema dei suicidi all’interno delle carceri. "La sua sola risposta, in una patetica manifestazione di spirito di patate, è stata un poco onorevole darsela a gambe. Il che - conclude Manconi - dimostra una sola cosa: riconosce inequivocabilmente che sui dati (le cifre sui suicidi in carcere) ho ragione io. Come volevasi dimostrare".

Giustizia: Castelli; Manconi faccia bene i conti sui suicidi

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

"Manconi faccia bene i conti" è la replica del ministro della Giustizia, Roberto Castelli alle dichiarazioni del responsabile nazionale Diritti Civili dei Democratici di Sinistra. "Manconi - afferma il ministro - dice che se avesse la mia stessa vocazione a fare i conti (quindi lascia supporre di non esserne capace) dimostrerebbe che i dati sui suicidi che ho riportato sono diversi, anzi falsi. È curioso che un illustre membro dei DS abbia difficoltà a fare di conto...".

Droghe: Cartello; aspettiamo di vedere stralcio del Pdl Fini

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

Sulle misure preannunciate restano forti le contrarietà, ma si apprezza la disponibilità al dialogo mostrata da Giovanardi, che intende "fare della Conferenza di Palermo un luogo in cui recuperare il rapporto con gli operatori": è questa la posizione del Cartello "Non incarcerate il nostro crescere" dopo l’incontro di oggi con il ministro per i rapporti con il Parlamento, che ha anche la delega in materia di lotta alle tossicodipendenze. Il cartello di organizzazioni e associazioni contrarie alla proposta di legge Fini conferma che Giovanardi, nell’incontro, ha annunciato l’intenzione di stralciare alcuni punti del ddl Fini da portare all’esame del Parlamento. Ma allo stesso tempo, il ministro ha fatto una proposta che il cartello definisce "interessante", cioè che la Conferenza nazionale di Palermo sulle tossicodipendenze sia il luogo in cui recuperare il rapporto con gli operatori, con i quali verrebbero discusse anche le norme contenute nello stralcio. "Aspettiamo comunque di vedere le misure proposte nello stralcio" affermano.

In particolare, il ministro - riferiscono - ha elencato tre punti: innalzamento da 4 a 6 anni del limite di accesso alle misure alternative al carcere (nei servizi territoriali e nelle comunità) per i tossicodipendenti; ridefinizione dei rapporti tra pubblico e privato (di cui tuttavia non sono stati esposti i termini); definizione di alcune norme che permettano di distinguere in modo più preciso lo spaccio dal consumo personale. Il cartello, pur apprezzando l’occasione di dialogo, mantiene quindi le proprie "forti perplessità sia sui contenuti del ddl stralcio - così come sono stati anticipati, non essendo stato presentato al riguardo alcun testo scritto - sia soprattutto sull’ipotesi di un percorso parlamentare che rischia di rendere inutile, rispetto alla revisione legislativa in atto, qualunque conclusione emergesse dai lavori della Conferenza di Palermo", alla quale comunque il gruppo di organizzazioni e associazioni "si riserva di partecipare o meno".

Su un punto si dicono d’accordo, cioè quello che riguarda l’allargamento della possibilità, per i detenuti per reati legati alla droga, di scontare la pena in comunità. Sugli altri due, cioè l’equiparazione tra strutture pubbliche e private e la riproposizione delle tabelle sul consumo personale, rimangono invece contrari.

Sessantamila detenuti: 1 su 3 straniero, 1 su 5 tossicodipendente

 

Il Messaggero, 30 settembre 2005

 

Mai così tanti dietro le sbarre. Il leit motiv della celebrazione ufficiale è l’emergenza. Ieri, al Colosseo, alla festa della Polizia penitenziaria il ministro della Giustizia Roberto Castelli non ha usato mezzi termini. Nel discorso pronunciato alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e delle massime cariche istituzionali, Castelli lo ha detto chiaramente, parlando ai reparti in rappresentanza dei 43 mila operatori impegnati nei 207 istituti di pena italiani: "Il maggior problema affrontato in questa legislatura dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è stato l’inesauribile e costante aumento di popolazione detenuta".

La causa per Castelli è "soprattutto il mutato orientamento della società che vuole più sicurezza e più certezza della pena". Per questo il numero delle persone dietro le sbarre è passato dalle 45 mila del ‘96 alle 60 mila di oggi: uno su tre è straniero, uno su cinque tossicodipendente. Il governo - ha continuato il Guardasigilli - "non si è fatto cogliere impreparato e ha accelerato la costruzione di nuovi penitenziari approntando gli strumenti legislativi e amministrativi per una più rapida realizzazione di nuove strutture. Il sistema ha retto e ancora regge, ma ciò è accaduto soprattutto grazie alla professionalità e all’abnegazione del personale, la cui parte rilevante è costituita dagli agenti di polizia penitenziaria". Parla di umanità e sicurezza, il ministro, punta sul calo delle evasioni, delle morti per cause naturali e dei suicidi dietro le sbarre.

Ma a pochi metri dalla festa ufficiale, quest’anno, è andato in scena un fuori programma: la protesta di cinque sindacati di categoria in polemica con il governo e il ministro, accusati di "essere i responsabili del sovraffollamento, della gestione fallimentare e del degrado del sistema". Proprio mentre Castelli parlava, e il capo del Dap, Giovanni Tinebra, aveva appena riconosciuto che "lavorare in carcere e garantire le condizioni di legalità sono il compito più difficile, a volte improbo", è esplosa la protesta di agenti, educatori e personale amministrativo di Cgil, Cisl Uil Sag-Unsa e Osapp. Al centro della vertenza, anche la promessa di assunzione per 500 nuovi agenti e il reintegro di 5 milioni di euro per le indennità.

Viterbo: detenuto morto in carcere, assolto il compagno di cella

 

Il Messaggero, 30 settembre 2005

 

Era il diciotto agosto del 2003 quando all’interno di una cella del carcere Mammagialla un detenuto, di origini tunisine, fu trovato senza vita. Dall’esame autoptico risultò che a stroncarlo fu un’overdose di subotex, farmaco usato dai tossicodipendenti nel periodo di disintossicazione. Della sua morte fu accusato un altro detenuto, Fabio De Santis, originario di Sezze, in provincia di Latina, suo compagno di cella, allora al fresco per spaccio di sostanze stupefacenti e per rapina. Reati per i quali sarebbe uscito di galera sette giorni dopo. Secondo l’accusa - che si basa sulle testimonianze rilasciate da altri carcerati connazionali della vittima - il De Santis avrebbe rubato quel farmaco dall’infermeria della casa circondariale, per cederlo poi al tunisino.

Assistito dall’avvocato Gianmarco Conca del foro di Latina, si ritrovò sul banco degli imputati per omicidio colposo, furto aggravato e cessione di sostanze psicotrope. Ma ieri mattina il giudice per le udienze preliminari di Viterbo, Eugenio Turco, ha disposto di non doversi procedere nei suoi confronti.

Prostituzione: Pia Covre; il carcere per noi è un’idea forcaiola

 

Ansa, 30 settembre 2005

 

"Dovrebbero vergognarsi a parlare di certe cose, non ne hanno titolo. Solo dei gran forcaioli possono pensare di punire con il carcere chi si prostituisce in strada". Pia Covre, segretaria - e fondatrice con Carla Corso, più di venti anni fa, del Comitato per i diritti civili delle prostitute - boccia senza termini l’emendamento approvato ieri dalla Commissione giustizia della Camera, che prevede fino a 6 mesi di detenzione per le "lucciole".

Giustizia: Riforma, la Cassazione lancia un allarme a Ciampi

 

Agi, 30 settembre 2005

 

La Cassazione lancia il suo grido di allarme al presidente della Repubblica: le riforma all’esame del Parlamento che rende inappellabili alcune sentenze ed amplia i motivi di ricorso a Palazzaccio sarà catastrofica per la Suprema Corte che, trasformata in giudice di terza istanza, potrebbe rischiare il collasso, invasa fra l’altro da centinaia di migliaia di faldoni legati ai 50 mila ricorsi penali che ormai ogni anno giungono a Piazza Cavour.

 

 

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