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Roma: morto detenuto tossicodipendente in carcere da due giorni
Vita, 26 ottobre 2005
È morto stamattina alle 9 Antonio Schiano di Colella - 36enne di Fiumicino tossicodipendente - detenuto da due giorni in una "cella di osservazione" del carcere romano di Regina Coeli. La vicenda è stata resa nota dal Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni. Secondo le informazioni raccolte dal Garante, l’uomo è arrivato a Regina Coeli "con un referto dell’ospedale Sant’Eugenio, che certificava politraumi a suo carico". Oltre al metadone, all’uomo è stato somministrato del "narcan" - un salvavita che si usa in caso di overdose - e degli antidolorifici. Questa mattina, alle 8, gli agenti di polizia penitenziaria si sono accorti che qualcosa non andava ed hanno subito chiamato il medico, ma ogni tentativo di rianimarlo è stato vano. Il detenuto è stato dichiarato morto alle 9. "Questa è una ennesima tragedia consumata dietro le sbarre - ha detto Marroni -. Ora attendiamo l’esito dell’autopsia per saperne di più sulle cause della morte. È giusto che si faccia piena luce su quanto accaduto per capire quali siano state le cause dei politraumi e quali siano state le procedure seguite, all’interno del carcere, dal punto di vista sanitario. Sapere se ci possa essere stato un errore nella somministrazione della terapia metadonica o, piuttosto, siano state una serie di circostanze a provocarne il decesso". Roma: Manconi; molti punti critici in assistenza tossicomani
Redattore Sociale, 26 ottobre 2005
Questa mattina, nel carcere romano di Regina Coeli, è morto un detenuto. La Magistratura ha aperto un’inchiesta. "La persona morta, S.D.C., 40 anni, era tossicodipendente e si trovava in carcere da appena due giorni. – spiega Luigi Manconi, Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Roma - Ieri, in mattinata, gli è stato somministrato il metadone; questa mattina, all’alba, ha cominciato a sentirsi male e gli è stato somministrato del Narcan. Verso le 8:30 lo hanno trovato oramai senza vita". "In quanto Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è mio obbligo intervenire per la tutela di quella garanzia primaria ed essenziale che è la tutela della salute. - aggiunge Manconi - Ciò che emerge, da questo e da altri episodi, e da una diffusa insoddisfazione dei detenuti, è una gestione del Servizio per le Tossicodipendenze e del problema dell’assistenza e della terapia per i tossicomani che presenta, indubbiamente, molti punti critici". Como: catena di suicidi, sotto choc l’ex carcere-modello
Corriere della Sera, 26 ottobre 2005
Venerdì sera i tre compagni di cella si erano stupiti di vedersi offrire da Patrick la torta acquistata con i soldi dei lavori di pulizia. Sorrideva, pareva sereno. La notte gli altri dormivano e lui, infilata la testa in un sacchetto di plastica, ha inalato il gas di due bombolette da cucina. La mattina l’hanno trovato morto. Compiva i 23 anni il giorno dei funerali e doveva uscire fra 15 mesi. Ha lasciato un messaggio al cappellano: "Mi chiede di perdonarlo - spiega commosso don Giovanni - ma mi domando se non tocca a noi l’esame di coscienza: porgiamo la dovuta attenzione a questi ragazzi?". È successo ai primi di ottobre. È il quarto suicidio in un anno e mezzo al Bassone di Como, nato vent’anni fa come carcere-modello e ora sotto choc. Una lecchese di 34 anni, un comasco di 21 - pure quest’ultimo con lo stesso sistema -, un romeno di 40 impiccatosi non sopportando l’accusa di violenza su una figlia, Patrick. Vicende diverse accomunate dallo stesso tragico finale nello scenario di un carcere oggi sovraffollato - 560 detenuti invece dei 174 previsti: anche cinque in una cella. "I nostri mezzi sono quelli che sono - lamenta il sovrintendente della polizia penitenziaria Massimo Corti, dirigente Cisl -: con 220 uomini in totale, in certi turni c’è un solo agente per 75 detenuti. Molti sniffano il gas, anche solo per eccitarsi quando i compagni dormono o sono nell’ora d’aria. Purtroppo qualcuno ci rimane, ma come possiamo fare?". Como non è diversa dal resto della Lombardia dove, ricorda Angelo Urso segretario Uil, di fronte a 8.300 detenuti i poco più di 4.500 agenti sono "ridotti all’impotenza". Per il provveditore dell’amministrazione penitenziaria Luigi Pagano il problema è ancora più complesso: "Nella case circondariali tipo il Bassone, senza cioè ospiti con pene definitive, il ricambio è continuo e il viavai ci fa disperdere risorse che potrebbero intercettare situazioni precarie". Le bombole non rischiano di incentivare certi gesti? "Per i detenuti avere un fornello è stata una conquista, impensabile toglierle. Certo, vanno potenziati i servizi di accoglienza, medici, psicologi, volontari, per conoscere meglio chi entra, ma senza troppe illusioni. Patrick era stato visitato come tutti e non sembrava presentare problemi particolari. Arduo calarsi nella testa degli altri, non solo in prigione". Ogni cinque giorni in Italia un detenuto si uccide e il gas dei fornelli, la "piccola neve" che fa precipitare in un profondo sopore, è un facile strumento di autolesionismo. Esemplare la storia di Patrick: famiglia disastrata, nessun affetto, la droga, espedienti per tirare avanti. Scarcerato a Natale era tornato dentro per l’aggressione con il cacciavite a una donna. Così era finito nella sezione speciale, reati di violenza. "Nessun caso Bassone - taglia corto l’avvocato Roberto Papa, presidente delle camere penali a Como e Lecco - : la catena di suicidi è casuale, non un’epidemia, certe cose capitano dovunque. Oggi poi il detenuto è fin troppo curato, si perde il senso afflittivo della pena". "L’incubo di Patrick - conclude il cappellano - non era la vita in carcere ma il dopo. Non l’abbiamo saputo aiutare". Giustizia: in aula pdl "bipartisan" su garante diritti detenuti
Ansa, 26 ottobre 2005
Una figura "autonoma e indipendente", che resta in carica per un solo mandato di quattro anni e che ha un compito preciso: ispezionare i luoghi di detenzione - siano essi carceri, istituti psichiatri giudiziari, istituti di pena minorili, centri di immigrazione temporanea o camere di sicurezza di commissariati di Polizia, caserme della Guardia di Finanza e dei Carabinieri - per denunciare le violazioni dei diritti dei detenuti. Approda in aula alla Camera, a sette anni di distanza dalla prima bozza, la proposta di legge per l’istituzione del "Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale". Una figura "non giurisdizionale", composta da un presidente e da quattro membri (il primo scelto dai presidenti di Camera e Senato, i secondi eletti nelle due assemblee). Si tratta di un testo bipartisan, nato in Commissione Affari Costituzionali dall’unificazione delle tre proposte di legge giacenti, presentate da Rifondazione Comunista, Ds e Udc. C’è, però, una differenza sostanziale con i tre disegni iniziali: sia in quelli dell’opposizione che in quello della maggioranza era prevista infatti la possibilità per il Garante di visitare tutti i centri di detenzione "senza autorizzazione e senza preavviso". Nella versione che domani approderà in Aula, invece, il Garante potrà accedere senza autorizzazione in tutte le strutture, ma dovrà far arrivare un "preavviso" per quanto riguarda Cpt, caserme e commissariati. Una scelta, secondo il presidente dell’associazione Antigone Patrizio Gonnella, sollecitata dal governo e in particolare dal Viminale. Al di là di ciò, dice comunque Gonnella, "si tratta di un passo estremamente significativo perché per la prima volta da anni un provvedimento concernente le carceri sposta l’asse sui diritti e le garanzie delle persone private della liberta"‘. "È un primo atto di responsabilità del Parlamento - aggiunge Stefano Anastasia, presidente della Conferenza nazionale volontariato giustizia - nei confronti del mondo del carcere. Sappiamo che si tratta di un provvedimento che non è e non sarà risolutivo, ma è comunque un punto di partenza". Il Garante, tra l’altro, è una figura esistente già in altri paesi dell’Ue. "Non è una stravaganza, né una stranezza, bensì una figura utile e urgente considerando al condizione delle carceri italiane" precisa Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia e attuale Garante per i diritti a Firenze. A sottolineare lo spirito bipartisan del provvedimento anche il deputato di Forza Italia Francesco Nitto Palma. "C’è un sostanziale accordo tra le forze politiche e le previsioni per una rapida approvazione sono positive - spiega l’esponente forzista - L’unico reale problema è di copertura di bilancio anche se credo che alla fine si troveranno i fondi". "Speriamo - conclude Gonnella - che l’iter sia veramente rapido e non si baratti la legge sul Garante con la ex Cirielli. NOn ne abbiamo proprio bisogno. Giustizia: ex Cirielli, domani forse si decide quando calendarizzarla
Ansa, 26 ottobre 2005
Potrebbe essere la prossima conferenza dei capigruppo di Montecitorio, prevista per domani, a calendarizzare la proposta di legge ex Cirielli per la fine delle vacanze di novembre. Secondo quanto si è appreso, infatti, la Cdl sarebbe intenzionata a votare il provvedimento entro il prossimo mese. "Il testo - dichiara il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino (An) - è pronto, di fatto già confezionato, e si potrebbe votare in qualsiasi momento...". Non ci vorrebbe molto tempo, spiegano, si potrebbe fare tutto in un giorno. Così meglio attendere il momento più propizio. Quando le acque nell’ Udc, ad esempio, si saranno calmate. In realtà l’obiettivo originario era quello di portarlo in Aula già per la fine di ottobre. Ed era già stato messo a punto un vero e proprio "blitz": votare la proposta di legge "abbatti-prescrizione" lo stesso giorno in cui è stata approvata la devolution. Ma poi si sarebbe preferito soprassedere in attesa del Consiglio Nazionale dell’Udc convocato per giovedì prossimo. Il vertice centrista infatti avrebbe chiesto espressamente agli alleati di non affrontare un tema così spinoso prima che si arrivi al chiarimento interno sul dopo-Follini. Prima di tutto, sarebbe stato spiegato, andrebbe sistemata la questione segretario. Poi si potrebbero prendere anche decisioni su ex Cirielli e par condicio. Temi sui quali molti centristi dissentono. L’idea insomma era quella di evitare che il vertice centrista, che sta procedendo nell’opera di "defollinizzazione" del partito, uscisse indebolito da possibili accuse di "eccessiva debolezza" o accondiscendenza nei confronti del premier e del principale alleato. Ma non è detto che basterà l’appuntamento di giovedì prossimo a calmare le acque in casa centrista. Follini infatti ha annunciato oggi di voler presentare un ordine del giorno al Consiglio Nazionale dell’Udc per vincolare i parlamentari a votare contro par condicio ed ex-Cirielli. Giustizia: ex Cirielli; il Csm la boccia, Berlusconi la promuove
Asca, 26 ottobre 2005
È rimasta nel calendario dei lavori della Camera ma se ne riparlerà non prima di due settimane. La ex-Cirielli, il provvedimento sulle recidive e sui meccanismi della prescrizione, continua, però, ad agitare le acque nella Casa delle Libertà. La questione, infatti, sarà al centro dei lavori del prossimo Consiglio Nazionale del partito centrista - da sempre "malpancista" - dal momento che l’ex segretario Marco Follini ha annunciato che, in quella circostanza, proporrà un ordine del giorno che vincoli i gruppi parlamentari a non votare non solo la ex Cirielli ma anche l’eventuale modifica della par condicio. Sarà pur vero come afferma il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, che le posizioni di Follini sono note ma pure dentro il partito di Fini non si registra un grande entusiasmo. Non è un caso che nei giorni scorsi il presidente dei deputati di An, Igrazio La Russa, insieme ad altri parlamentari del suo partito, durante una conferenza stampa, avevano posto l’accento sull’importanza della prima parte delle legge, tanto da lanciare "un avviso ai naviganti": qualora non vi fossero le condizioni per procedere all’approvazione complessiva del provvedimento sarebbe stato opportuno individuare quei "rimedi tecnici" per conservare le norme sulla recidiva che per An sono considerate di grande rilevanza sociale per combattere la criminalità. Nel giorno in cui il Consiglio Superiore della Magistratura torna a bocciare la ex-Cirielli approvando in Commissione Riforma un nuovo parere contrario per gli effetti negativi che si avrebbero in caso di entrata in vigore del provvedimento - parere che presto arriverà al plenum per il via libero definitivo - il premier torna a parlare della proposta di legge. La ex Cirielli è una "legge giusta" e "sacrosanta", e non ha niente a che vedere con provvedimenti "ad personam", ha ribadito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "È una legge che fissa la prescrizione come un fatto certo, non deciso dai giudici a seconda dell’imputato che si trovano di fronte - afferma il premier - mi sembra sia una legge giusta, come tutte le altre, che hanno occupato meno dell’1% del lavoro del Parlamento. Si vogliono definire leggi ad personam ma sono leggi sacrosante, nessuna esclusa". E l’esame del provvedimento continua a slittare. Giustizia: ex Cirielli; Finocchiaro, premier ammetta che serve a Previti
Apcom, 26 ottobre 2005
"Il parere del Csm conferma le nostre previsioni in ordine all’impatto che la ex Cirielli produrrà sui processi corso per reati molto gravi e anche nel caso in cui si sia già arrivati a sentenze di condanna di primo e secondo grado". Lo dichiara in una nota Anna Finocchiaro, capogruppo dei Ds in commissione Giustizia della Camera. "L’allarme è condiviso da tutti: dall’Anm, dal Csm, dalle Camere penali, dagli avvocati in generale e da autorevoli professori di diritto, come Vassalli. Berlusconi, - prosegue l’esponente della Quercia - parlando di "legge giusta e sacrosanta", non riuscirà a nascondere il sole con un dito. Non è vero che si accelerano i processi, semplicemente i processi non si faranno. Si assuma dunque la responsabilità politica di dire che la ex Cirielli, che produrrà un elevato pregiudizio per la sicurezza dei cittadini italiani, - conclude Anna Finocchiaro - è appositamente destinata a salvare l’onorevole Cesare Previti". Giustizia: ex Cirielli; Pagliarulo, Berlusconi vuole portarla a casa
Apcom, 26 ottobre 2005
"Il plateale panegirico di Silvio Berlusconi sulla ex Cirielli conferma che il governo intende portare a casa il risultato al più presto in ostentato contrasto col giudizio del Csm". Lo sostiene in una nota il senatore del Pdci Gianfranco Pagliarulo secondo il quale: "affermare, come ha fatto il presidente del Consiglio, che la ex Cirielli fissa la prescrizione come un fatto certo è esattamente l’opposto del giudizio del Csm, che prefigura incertezze applicative, incoerenza organizzativa, difficoltà rilevanti nell’organizzazione degli uffici giudiziari". "L’unica cosa sicura è che si cancelleranno tanti processi. Insomma - conclude Pagliarulo - Berlusconi sostiene che la legge non è ad personam e che non sono mai stati approvati in questa legislatura provvedimenti ad personam. Lo sfido a mettere la mano dentro la bocca della verità". Giustizia: ex Cirielli; Buemi (Sdi), maggioranza ha la faccia di bronzo
Asca, 26 ottobre 2005
"Gli effetti gravi dell’approvazione della proposta di legge ex- Cirielli sulle recidive e i tempi di prescrizione sono gravi ed evidenti e produrranno un’amnistia surrettizia e discriminatoria, perchè vedrà esclusi coloro che non avranno avuto la possibilità di affidare la loro difesa a studi particolarmente attrezzati nelle tecniche di allungamento dei processi". Ad affermarlo è Enrico Buemi, responsabile giustizia dello Sdi, aggiungendo che "la discriminazione tra ricchi e poveri si manifesterà anche, ed in maniera drammatica, nell’applicazione di questa norma iniqua ed incostituzionale che introduce nel nostro ordinamento un principio di disuguaglianza dell’imputato di fronte ai termini di prescrizione, non per il reato commesso ma per la sua storia penale". "Ancora una volta - prosegue Buemi - si introduce un principio, non coerente con le norme costituzionali, per creare condizioni di favore in processi riguardanti esponenti della maggioranza, ed operando nella direzione di sottrarli ai processi. Tutto questo avendo la faccia di bronzo di dire agli italiani che si tratta di riforme importanti e utili al paese". Usa: proposto per Nobel, il 13 dicembre va in camera della morte
Agi, 26 ottobre 2005
Solo il governatore della California, Arnold Swarzenegger, può salvare Stanley "Tookie" Williams, un detenuto che è stato proposto per il Nobel per la pace per il suo impegno dietro le sbarre contro la violenza giovanile. Il giudice dell’Alta Corte ha fissato ieri al 13 dicembre la data dell’esecuzione. Il recluso, 51 anni, è rinchiuso nel braccio della morte di San Quintino dal 1981, quando fu condannato alla pena capitale per quattro omicidi. Williams ha ammesso di aver fondato la banda dei "Crips", che ha seminato il terrore per decenni, ma si è detto estraneo ai delitti, commessi nel 1979. In carcere ha fatto ammenda delle sue colpe e, nel suo cammino verso la redenzione, ha scritto libri per l’infanzia. È stato anche il soggetto di un film per la tv interpretato da Jamie Fox, e quindi è stato proposto per il Nobel. Giustizia: la ex- Cirielli rischia di far esplodere le carceri
Comunicato stampa, 26 ottobre 2005
Professori universitari, magistrati e avvocati, per la prima volta uniti, dicono no al disegno di legge ex Cirielli. L’eccezionale presa di posizione unitaria, tra figure tanto diverse e non sempre in accordo tra loro, è nata dall’adesione di un documento promosso da Radio Carcere, la rubrica di informazione su giustizia penale e detenzione a cura di Riccardo Arena, in onda su Radio Radicale tutti i martedì alle 21. Il documento di Radio Carcere, che è stato inviato al Presidente della Camera, Pierferdinando Casini e ai capigruppo politici, sottolinea l’incostituzionalità del disegno di legge in discussione alla Camera e la preoccupazione circa le conseguenze disastrose che produrrebbe sulla giustizia penale il ddl ex Cirielli. Il disegno di legge in questione ha come oggetto la riforma dell’istituto della prescrizione del reato e dell’istituto della recidiva. Questo progetto di riforma prevede, in sintesi, una drastica riduzione dei termini di prescrizione dei reati ed un incisivo inasprimento delle pene e del trattamento penitenziario per chi è stato dichiarato recidivo. Tra i firmatari dell’appello anche il prof. Tullio Padovani, Ordinario di diritto penale presso la Scuola Superiore Studi e Perfezionamento di Pisa e il prof. Enrico Marzaduri, ordinario di procedura penale all’Università di Pisa. Ricorda Marco Cecchi, presidente dell’associazione radicale Libera Pisa: "La legge elimina i benefici e le previsioni della Gozzini per tutti i recidivi (cioè, per oltre i due terzi degli attuali detenuti); aumenta una serie di pene anche per reati di minore gravità; elimina, al terzo reato, qualunque beneficio previsto dalle leggi vigenti. Questo provocherà un aumento incredibile dei detenuti presenti in carcere aggravando a dismisura i dati del sovraffollamento." Riccardo Arena e Tullio Padovani saranno a Calci giovedì 27 ottobre alle 21 ad un dibattito sulle carceri organizzato dal circolo territoriale di Montemagno (presso il circolo Arci La Corte). Al dibattito moderato dal giornalista Doady Giugliano interverranno e porteranno le loro esperienze anche il professor Giuliano Campioni, fondatore di Africa Insieme, Don Roberto Filippini, cappellano del Carcere Don Bosco e Stefano Tovani, dell’Associazione "Antigone". Per ulteriori informazioni: Marco Cecchi cell. 3474032652
Associazione Radicale Libera Pisa Pisa: al via una settimana di riflessione sulla detenzione
Comunicato stampa, 26 ottobre 2005
Dopo il dibattito sulla Legge 40, oggetto dell’ultimo Referendum, il Circolo territoriale di Montemagno sposta l’attenzione su un tema confinato da sempre fra le persone direttamente coinvolte, il carcere e la detenzione, e dedica all’argomento una settimana intensa che si terrà nei locali del Circolo "La Corte" in Via S. Piero a Calci. Domenica 23 ottobre alle ore 18 sarà proiettato il film del 1971 di Nanni Loy "Detenuto in attesa di giudizio" dove Sordi dà vita ad un personaggio veramente tragico, appassionante, straziante, viene arrestato e soltanto dopo molte peripezie si verrà a sapere che il pover’uomo è stato incarcerato per errore. Martedì 25 alle ore 21 sarà proiettato "L’erba voglio" di Lionello Massobrio, un film girato con ex detenuti, di grande impatto. Giovedì 27 alle ore 21 si terrà l’incontro-dibattito "Dentro il carcere. Dati, testimonianze, riflessioni sulla detenzione". Interverranno e porteranno le loro esperienze Giuliano Campioni, fondatore di Africa Insieme, Tullio Padovani, Professore di Diritto Penale dell’Università di Pisa, Riccardo Arena, conduttore di Radio Carcere, trasmissione settimanale di Radio Radicale, Don Roberto Filippini, Cappellano del Carcere Don Bosco, Stefano Tovani, dell’Associazione "Antigone", Doady Giugliano, giornalista. Domenica 30 alle ore 18 chiuderà l’iniziativa un’ultima proiezione, "Le torri di Pisa", documento realizzato dalla Compagnia Nastro Adesivo 43, un’altra importante testimonianza sul tema della detenzione e del reinserimento nella società. Informazioni al 3349091348
Circolo Territoriale di Montemagno - Calci (PI) Salerno: apre uno sportello per i diritti dei detenuti
Il Mattino, 26 ottobre 2005
Nasce lo sportello per i diritti dei detenuti che sarà curato dall’Osservatorio permanente sul carcere del Comune. Lo annuncia l’assessore alla Trasparenza, Roberto De Masi, che ieri ha visitato il carcere di Poggioreale insieme ad una delegazione dell’Osservatorio, accompagnato dal direttore dell’Istituto, Salvatore Acerra, e dal direttore dell’Ufficio del Trattamento Intramurale, Sergio Napolitano. "I detenuti potranno scrivere all’Osservatorio permanente presso l’assessorato alla Trasparenza e segnalare problemi legati alla condizione carceraria, sui quali - ha proseguito l’assessore - ci attiveremo nei confronti dell’amministrazione penitenziaria". L’Osservatorio invierà, nei prossimi giorni, una relazione sulle visite effettuate presso gli istituti cittadini.
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