|
Spoleto: detenuto condannato all’ergastolano si uccide in cella
La Nazione, 23 luglio 2005
Ergastolano suicida in carcere. Il cadavere dell’uomo è stato scoperto ieri mattina, dagli agenti in servizio nella casa di reclusione di Maiano. Si tratterebbe di un 49enne di origini abruzzesi, condannato all’ergastolo per omicidio e occultamento di cadavere. Il 49enne, secondo quanto è stato possibile apprendere, si sarebbe tolto la vita utilizzando il gas dei fornelli, di cui era dotata la cella. Non si conoscono, però, i particolari del tragico fatto. È probabile, comunque, che l’uomo abbia direttamente inalato, forse con l’ausilio di qualche rudimentale strumento a sua disposizione, il gas dell’angolo cucina. Inutile ogni tentativo di soccorso. Sul fatto, come avviene in casi del genere, è stata aperta un’inchiesta. Secondo quanto si è appreso, all’interno della casa circondariale si sarebbe recato anche il magistrato che sta seguendo la vicenda e che avrebbe sentito alcune persone informate sui fatti per fare piena luce sul suicidio. La salma del 49enne è stata intanto trasferita all’obitorio dell’ospedale, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sicurezza: approvato "Pacchetto Pisanu", 19 articoli anti-terrorismo
Ansa, 23 luglio 2005
Il pacchetto Pisanu, varato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri, è formato da 19 articoli. Esso prevede più controlli su immigrati definiti in gergo "attenzionati" e più agenti operativi nei quartieri delle città (700 unità). "Essi - ha spiegato il ministro degli Interni, Guseppe Pisanu - saranno immessi in servizio entro la fine dell’anno. Saranno anche rafforzate le misure di controllo e di prevenzione". Pisanu ha quindi messo al corrente i giornalisti che "Questa mattina in una riunione del Cis (Comitato interministeriale per la sicurezza Ndr) sono state prese nuove misure soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio degli ambienti a rischio e decisioni per aumentare la capacità dei nostri servizi per la prevenzione e il controllo sul territorio. Tra le norme varate dal Governo nella riunione di oggi ci sono: l’estensione delle norme sui colloqui investigativi previsti per la criminalità organizzata anche al terrorismo (fermi identificativi che passano dai 12 alle 24 ore), l’espulsione dal territorio di stranieri pericolosi, le specifiche task force interforze tra Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza impegnate nella lotta al terrorismo, le norme per il controllo del traffico telefonico e di Internet, il prelievo forzoso del Dna (che il ministro della Giustizia, Roberto Castelli definisce "irrinunciabile nel terrorismo") lo specifico reato di addestramento, preparazione e uso di materiale esplosivo, ripristino dell’arresto fuori flagranza di reato, potenziamento dell’intelligence, la possibilità di affidare servizi di sicurezza sussidiaria nei porti, nelle stazioni ferroviarie e nelle metropolitane a personale non appartenente alle forze dell’ordine, provvedimenti provvisori di congelamento dei beni appartenenti a terroristi, per evitare che siano ceduti durante le indagini, una licenza apposita del Questore per i circoli e i club con terminali Internet. Per quanto riguarda le spese il Ministero dell’Interno potrà derogare sulle spese, d’intesa con quello dell’Economia. Interpellato sulla tempestività dei provvedimenti il ministro risponde così alle critiche: "Voglio solo dire che il Governo inglese, che è nella situazione che tutti conosciamo, presenterà i decreti relativi alla lotta al terrorismo a settembre È quindi un paradosso dichiarare che siamo stati intempestivi". Per il massimo responsabile del Viminale in Italia sono già operative misure dedicate alla lotta al terrorismo internazionale. Fra le quali, il potenziamento dell’intelligence, la prevenzione, il controllo del territorio, il monitoraggio di ambienti a rischio". Le norme contenute nel provvedimento, evidenzia il ministro, ‘"sono aperte a contributi propositivi che potranno venire da ogni parte del Parlamento Anche perché quando si tratta di lotta al terrorismo bisogna ricercare il massimo di consenso possibile". Sicurezza: Castelli; alla fine otterremo sospensione accordi Schengen
Apcom, 23 luglio 2005
"Vedrete che alla fine le frontiere saranno chiuse". Ad affermarlo, in un’intervista a La Repubblica è il Guardasigilli leghista Roberto Castelli all’indomani del varo del pacchetto sicurezza. "Hanno vinto i cittadini che potranno contare su norme più efficienti per combattere il terrorismo", afferma. "Tutto il complesso è ottimo. Non c’è una singola misura migliore delle altre. È una vittoria della Lega? È un salto di qualità importantissimo. Sin dal primo G8 a cui ho partecipato nel 2002 come ministro della Giustizia la questione di una banca dati mondiale per il Dna è sempre stata riproposta all’ordine del giorno. Abbiamo discusso molto delle difficoltà organizzative e giuridiche, e quindi la decisione dell’Italia è addirittura strategica", spiega Castelli. Il Guardasigilli sottolinea, poi, che l’analisi della saliva "è una misura costituzionale, non vedo - dice - perché una persona onesta dovrebbe aver paura di dichiarare chi è attraverso una prova incontrovertibile". Infine, sulle frontiere chiuse, Castelli spiega: "È una richiesta della Lega ne riparleremo più avanti e sono convinto che si farà". Sicurezza: Prodi; d’accordo, in linea di massima, su decreto legge
Adnkronos, 23 luglio 2005
"Le misure contro il terrorismo mi trovano d’accordo in linea di massima". Lo ha detto il leader dell’Unione Romano Prodi, nella conferenza stampa al termine del seminario sul programma dell’Unione a San Martino in Campo in provincia di Perugia. "Certo, sarà necessario definire alcuni punti, come la superprocura, e vedere se si debbano fare o meno, ma la linea di essere tutti uniti contro il terrorismo e di usare tutti gli strumenti condivisi è la nostra linea", prosegue Prodi che precisa che tutte le misure vanno adottate "nel rispetto dei diritti di ogni cittadino". Aperto al confronto anche il leader della Margherita Francesco Rutelli. "Abbiamo assicurato l’impegno dell’opposizione democratica alle necessarie misure di prevenzione e contrasto del terrorismo. Lo confermiamo sia per quanto riguarda le misure di tutela della sicurezza, sia per il necessario coordinamento delle attività investigative", osserva. Per il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante, "le anticipazioni sul pacchetto Pisanu sembrano in linea con quanto detto dal ministro dell’Interno alla Camera. Confermiamo il giudizio positivo espresso in quell’occasione, ma prima vogliamo leggere il testo delle singole misure perché, in tema di libertà personali, anche una virgola può cambiare il testo". Poi sottolinea che nel decreto mancano alcune misure che l’opposizione avanza alla maggioranza. Si tratta innanzitutto della revisione del processo penale, l’istituzione di una banca dati sul terrorismo e una rafforzata cooperazione internazionale. "Garantire maggiore rigore e severità di sanzioni è la strada giusta nei confronti di chi si pone in una situazione tale da rappresentare un pericolo grave per il Paese, ma questa severità deve avere come elemento equilibrante la realizzazione di una accessibilità facilitata per chi vuole venire in Italia legalmente, per lavorare o studiare". È quanto sottolinea il responsabile Giustizia dello Sdi Enrico Buemi. "Il ministro Pisanu proceda lungo la strada indicata in Parlamento senza cedimenti agli oltranzismi propagandistici della Lega", avverte. Il "pacchetto sicurezza" "è in larga parte condivisibile, perché finalizzato a garantire meglio la sicurezza dei cittadini" anche se "su alcune questioni si dovrà discutere e approfondire mentre su altre si dovrà emendare". È la posizione dei Popolari-Udeur, espressa in una nota della segreteria del partito del Campanile. Le misure approvate oggi vengono bocciate da Rifondazione comunista. "Sono peggiori del previsto", afferma Giovanni Russo Spena, vicepresidente del gruppo di Rifondazione comunista alla Camera. "Inefficaci per combattere il terrorismo - spiega l’esponente del Prc - esse danno il segno di una volontà giustizialista di riduzione dei diritti, delle garanzie, delle libertà non solo dei migranti ma di tutte le cittadine e i cittadini". Stessa linea dei Verdi. "Il pacchetto sicurezza è debole contro il terrorismo ed è un cedimento alla demagogia leghista. Si tratta in sostanza di un provvedimento tardivo e pasticciato. Il governo ha puntato solo sulla repressione e ha varato misure insufficienti per isolare chi vuole seminare il terrore", sottolinea il presidente dei Verdi Alfonso Pacoraro Scanio. Per il capogruppo dei Comunisti italiani alla Camera Pino Sgobio, "il problema è che l’accordo si trova sempre sul peggio, andando verso una restrizione delle libertà individuali, ma senza una visione organica per la lotta al terrorismo". Sicurezza: Valentino (An); istituire biglietti ferroviari nominali
Sesto Potere, 23 luglio 2005
Il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino afferma in una nota che "le misure ipotizzate dal Governo costituiscono un grande passo in avanti sui temi della sicurezza dei cittadini e del contrasto al terrorismo internazionale", e propone che i biglietti ferroviari diventino nominali, come già lo sono quelli aerei, per consentire l’identificazione dei viaggiatori come misura di prevenzione del terrorismo ed utile alle indagini. ‘Ognuno di noi resta però impegnato a dare - sottolinea Valentino - il proprio contributo affinché si realizzi un sistema di controllo più efficace possibile ed è, con questo spirito, che intendo sottoporre un’ulteriore cautela, da adottare durante questa fase così inquietante della nostra vita sociale. In Italia, i mezzi di trasporto ferroviari interessano, ogni anno, quasi mezzo miliardo di persone, senza che però venga accertata la reale identità dei viaggiatori, che possono acquistare il biglietto rimanendo anonimi". "Appare indispensabile, pertanto, incrementare gli standard di sicurezza nel trasporto ferroviario, non solo con la presenza, già significativa, delle forze di polizia, ma con misure che permettano una prevenzione efficace. Chi viaggia sui treni deve essere identificato già al momento dell’acquisto del biglietto, esattamente come accade nel trasporto aereo. Ciò consentirà di avere, giornalmente, l’elenco organico e documentato di tutti i passeggeri, il che costituirebbe - conclude Valentino - un elemento di evidente utilità per eventuali indagini". Sicurezza: Castelli; procura "ad hoc", con contributo opposizione
Ansa, 23 luglio 2005
"Sono molto soddisfatto, tutti i principi sono stati accolti". Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha viste riconosciute dal Consiglio dei ministri praticamente tutte le proposte che la Lega aveva avanzato, con l’esclusione della misura più estrema, l’eventuale sospensione del trattato di Schengen. Si è chiuso così in pieno accordo, con una ritrovata intesa tra Castelli e Pisanu, un consiglio dei ministri dove, oltre all’approvazione del pacchetto, è stato deciso di dare via libera a un disegno di legge per l’istituzione di una procura ad hoc sul terrorismo. Un disegno di legge fortemente voluto proprio da Castelli. Anche su questo fronte il Guardasigilli ha teso la mano all’opposizione: "Presenteremo un disegno di legge sulla procura nazionale con l’auspicio che il Parlamento lo approvi nel minor tempo possibile e siamo aperti a un confronto". In un primo momento l’istituzione di una superprocura doveva essere inserita in un decreto legge, ma è stata poi scelta la strada del disegno di legge, spiega Castelli, "perché siamo venuti in possesso del pacchetto antiterrorismo presentato dalla sinistra. Nello spirito di accogliere il contributo dell’opposizione abbiamo ritenuto che sarebbe stato un atto di imperio fare un decreto legge". È stato anzi tolto, nei dodici articoli che costituiscono il disegno di legge, il rafforzativo "super": sarà invece una procura "ad hoc", con compiti specifici e con una sua dirigenza. A capo ci sarà un procuratore nazionale che coordina a livello centrale le indagini condotte dai magistrati delle direzioni distrettuali antiterrorismo che verranno istituite nelle procure dei distretti di Corte D’Appello. Può diventare procuratore nazionale di questa superprocura, che non verrà accorpata a quella antimafia, un magistrato con requisiti di anzianità e competenza che abbia "svolto, anche non continuativamente, per un periodo non inferiore ai dieci anni, funzioni di pubblico ministero". Se qualcuno può pensare all’ex pm della procura di Milano Stefano D’Ambruoso, il diretto interessato precisa invece: "Non ho i requisiti. I nomi di Caselli e Grasso sono quelli adeguati". Per quanto riguarda il decreto legge, il ministro leghista ha illustrato quella che fino agli ultimi giorni era stata la proposta più in forse tra quelle leghiste: il prelievo forzoso di capelli o saliva per la determinazione del Dna. Un progetto, chiarisce il Guardasigilli, che "va nella direzione di creare, con la collaborazione di altri Stati coinvolti nella lotta al terrorismo, i prodromi per una grande banca del Dna". La procedura sarà "non invasiva" e "rispettosa dei diritti umani". Il testo è stato approvato con consenso di tutti i ministri e con tempi "ridotti al minimo", risponde Castelli alle accuse di lentezza di una parte dell’opposizione: "E dico che molto difficilmente si poteva arrivare a un risultato più efficace". Non era facile, chiarisce, "perché si tratta di questioni border line che riguardano i diritti fondamentali dei cittadini". Teramo: Rifondazione; troppi suicidi in questo carcere
Il Centro, 23 luglio 2005
"Un impegno e un’attenzione particolare a quel mondo di emarginazione e di difficoltà". È quanto chiede la Federazione dell’Aquila di Rifondazione Comunista, tramite il segretario Giulio Petrilli, dopo l’ultimo caso di suicidio in un carcere abruzzese, avvenuto l’altro ieri con la morte a Teramo del 38enne Vincenzo Donvito. Petrilli ricorda che, con dieci casi nell’ultimo anno - tra Sulmona, Avezzano e Teramo - l’Abruzzo è la regione dove sono avvenuti più suicidi negli istituti penitenziari. Rifondazione ha quindi proposto "la necessità da parte della Regione di dotarsi di un ufficio del garante per le persone sottoposte a misure restrittive. Trieste: lettera detenuti; cibo va migliorato, più ore con la famiglia
Il Piccolo, 23 luglio 2005
Una lettera. Rigorosamente scritta a mano e consegnata al consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, che ieri ha visitato di nuovo la struttura di via Coroneo. I detenuti, dunque, hanno preso carta e penna per far sapere quelle che sono le loro richieste. Tutte importanti, per chi vive in una cella di tre metri per due da dividere assieme ad altri otto, magari undici carcerati. Un’altra forma di protesta, in qualche modo, dopo lo sciopero della fame in atto da domenica scorsa. E a proposito del vitto, questa è una delle critiche: troppo poco e di scarsa qualità. Drammaticamente accorciata la lista dei cibi che i familiari possono far recapitare ai propri cari ("niente più verdure, niente acqua, sigarette solo di alcune marche, niente sughi e solo certi tipi di carne e pesce: quello che serve, bisogna acquistarlo dentro. E costa" si lamenta la moglie di un detenuto). Troppi i detenuti, poi: 250, moltissimi stranieri, per una struttura abilitata a contenerne 150. Troppi gli anziani e i malati con patologie conclamate (Aids ed epatiti incompatibili con la detenzione); troppo poco lo spazio per muoversi, per cui è stata chiesta l’apertura delle celle (sbarrate 20 ore su 24) per alcune ore al giorno. Per socializzare, anche, ma soprattutto per sgranchirsi i muscoli, visto che in cella "si dorme e si sta in piedi, ricorda Metz, a turno". E poi, l’acqua calda nelle docce sempre e non solo per i primi arrivati, un servizio sanitario presente sul serio, la partecipazione a corsi professionali o di studio, interni ed esterni. Ancora, una biblioteca (c’è, ma è sempre chiusa), una sala giochi, cd e play-station (per evadere, ma solo con la fantasia, dalla realtà), una palestra. E più ore da trascorrere con la famiglia, perché quattro al mese sono niente. Intanto lunedì, alle 20, ci sarà un presidio. Cittadini, familiari e amici daranno voce a chi non ce l’ha. "Questo non è un buco nero, commenta Metz. Eppure viene trattato come se fosse trasparente". E sempre la prossima settimana, il consigliere dei Verdi ha annunciato un incontro con l’assessore regionale alla Salute Ezio Beltrame dopo il rimpallo di responsabilità - e di euro - tra Stato e Regione su chi debba sostenere le spese sanitarie dei detenuti. Frosinone: poliziotto quartiere arresta venditore abusivo di cd...
Il Messaggero, 23 luglio 2005
La presenza della polizia di quartiere, a Ciampino, inizia a farsi sentire. A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo corpo di polizia gli agenti del commissariato di Marino hanno effettuato, mercoledì mattina a Ciampino, il primo arresto. In manette è finito un cittadino marocchino, il ventitreenne Adil Antodoma. Il giovane è stato arrestato per la vendita di Cd, videocassette, Dvd e giochi per la Playstation contraffatti. Antodoma, che ha precedenti specifici, li vendeva tra i banchi del mercato rionale di Ciampino. "La presenza di numerosi ambulanti che rivendono merce contraffatta al mercato - spiegano dal commissariato - è stata segnalata agli agenti della polizia di quartiere dai commercianti della cittadina, durante i pattugliamenti a piedi. I titolari dei negozi di dischi, di videoteche e di articoli informatici, infatti, si sono lamentati del brusco calo delle vendite a causa della presenza delle merci contraffatte, peraltro commercializzate sul territorio con disinvoltura". Al momento dell’arresto del ventitreenne marocchino molti altri ambulanti "clandestini" sono fuggiti abbandonando i loro articoli. Antodoma, al quale sono stati sequestrati oltre 200 pezzi di merce falsa, si trova in carcere a Velletri. Avezzano: detenuti organizzano "un ricordo per il grande Papa"
Il Tempo, 23 luglio 2005
Manifestazione organizzata dai detenuti della casa circondariale di Avezzano in memoria di Giovanni Paolo II. I detenuti, con l’ausilio della responsabile dell’area pedagogica dott.ssa Anna Di Giamberardino, del cappellano Francesco Tudini e di suor Benigna, hanno scritto il seguente invito per spiegare lo spirito che anima la manifestazione. "In questa casa circondariale abbiamo vissuto, in comunione con tutti i popoli della terra, gli ultimi giorni della malattia di Giovanni Paolo II, il momento della morte e i funerali. La comunità carceraria si è raccolta in particolare preghiera e nei giorni successivi ha meditato sulla vita del papa scomparso, assistendo alla proiezione di alcuni audiovisivi alla presenza del direttore Sergio Romice. Sull’onda dei sentimenti suscitati, i giovani qui ristretti hanno pensato di allestire uno spettacolo, in cui verranno presentate alcune poesie e canti intonati ai temi trattati dai versi. Lo spettacolo è stato preparato dai detenuti, che lo proporranno martedì 26 luglio, alle ore 18, nell’atrio della Casa Circondariale di Avezzano". Immigrazione: Cpt, 100 milioni di euro per violare i diritti umani
Il Manifesto, 23 luglio 2005
Ammonta a 49,7 milioni di euro, circa cento miliardi di vecchie lire, "l’impegno" profuso nel corso del 2004 dal governo italiano - e in particolare dal ministero dell’interno - per il mantenimento dei centri di detenzione per immigrati: di questi, 40, 8 milioni sono stati destinati alla gestione dei cpt; 3,3 alla manutenzione ordinaria e altrettanti a quella straordinaria; 1,9 i milioni spesi per le voci economiche. Un "impegno" del tutto encomiabile cui - ancor più meritevolmente - si aggiungono i circa 26,3 milioni di euro resisi necessari per pagare gli 800 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri impegnati nei compiti di vigilanza nei Cpt di Agrigento, Brindisi, Bologna, Caltanissetta, Catanzaro, Lecce, Milano, Modena, Roma, Torino e Trapani. Una geografia alfabetica che fa salire le voci di spesa a 76 milioni di euro. E - a questo punto - perché non rilanciare e cercare di raggiungere quota cento? In realtà basta poco. Altro non serve se non che aggiungere alla lista i quasi tredici milioni di euro richiesti dalle operazioni di rimpatrio - leggasi espulsioni - degli immigrati nonché i circa otto milioni impiegati in missioni estere e internazionali (i dati, peraltro, si fermano al 30 settembre del 2004, ndr). All’Italia, lo scorso anno, la repressione del flusso migratorio sarebbe insomma costata duecento miliardi di vecchie lire. Senza contare che la cifra - resa nota da due differenti Relazioni della Corte dei Conti - risulterebbe ancora mancante rispetto ai dati relativi alle spese sostenute dagli altri ministeri. La Corte dei conti, in proposito, non può che confermare "le difficoltà che si incontrano nel voler individuare compiutamente le risorse complessive che il bilancio dello stato destina alle politiche dell’immigrazione", stanti i numerosi soggetti istituzionali cui sono attribuite competenze in materia. Un’analisi da cui, comunque, resta fuori la spesa a carico del ministero degli affari esteri che pure opera nell’ambito delle politiche dell’immigrazione attraverso l’attività negoziale e la sottoscrizione di accordi di cooperazione. Di certo, al momento, c’è solo che ben 15.647 "clandestini" sono stati trattenuti, nel 2004, all’interno delle strutture detentive e sono un totale di 59.965 gli stranieri respinti alle frontiere, espulsi o riammessi nel paese di provenienza. Quanto ai costi relativi ai due Cpt che l’Italia sta realizzando in Libia (uno sarebbe in costruzione, il secondo in procinto di esserlo) nella relazione della Corte dei Conti non c’è traccia. Ma la notizia, mai resa nota dal governo al parlamento, suscita dure proteste: "Che l’Italia abbia iniziato la costruzione di questi Cpt - dice il deputato verde Mauro Bulgarelli - è la conferma che questo governo, tra menzogne e azioni clandestine, continua a violare i diritti umani e quello internazionale. Il pacchetto concordato con la Libia, evidentemente, non contemplava soltanto la deportazione di migliaia di migranti verso un paese che viola sistematicamente i diritti umani, ma anche l’allestimento delle strutture dove sarebbero stati detenuti". Sconcerto esprime anche Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci: "Ancora una volta - e all’insaputa del parlamento - l’Italia stipula accordi segreti con la Libia. Il primo passo per affrontare il tema dell’immigrazione non può che essere la chiusura definitiva dei Cpt. Inutile parlare di una loro riforma". Non la pensa così il sottosegretario all’interno Mantovano: "I Cpt sono un anello importante del sistema di contrasto all’immigrazione clandestina. Sarebbe interessante capire - è la sua provocazione - se la contestazione dei presidenti regionali di centro sinistra riguarda le modalità di trattamento all’interno dei centri o se si contesta comunque la loro presenza".
Epifani: i Cpt vanno superati
"I Cpt? Si possono e si devono superare. Ci possono essere proposte di accoglienza legate ad una diversa tipologia di permesso di soggiorno". Guglielmo Epifani, arrivato al meeting antirazzista di Cecina promosso e organizzato dall’Arci per partecipare al dibattito "Immigrazione e Democrazia", condannare i centri di permanenza temporanea. "Dovremmo legare i permessi di soggiorno alla ricerca del lavoro - ha poi proseguito il segretario della Cgil - e non al lavoro. Uno dei grandi guasti che il terrorismo porta è la sua grande capacità di incutere paura e preoccupazione nelle persone e nelle comunità: ciò rischia di alimentare spinte irrazionali attorno al tema dell’immigrazione". Aldibattito mancavano esponenti Ds: non c’era Piero Fassino, atteso tra i relatori ma bloccato a Roma da altri impegni politici, e non c’era nessun’altro in sua sostituzione. Venerdì, sempre al meeting di Cecina è intanto previsto un interessante faccia a faccia tra Livia Turco, Nichi Vendola e Don Ciotti.
Antigone: una legge per cambiarli
I centri di permanenza temporanea cambiano natura: da luoghi di detenzione coatta senza regole e garanzie per la tutela della persona, a luoghi eletti a "domicilio" entro cui esercitare il controllo che non sia lesivo della dignità della persona. È quanto contiene il disegno di legge illustrato ieri da Antigone (associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale) e che, fatto proprio dai partiti dell’opposizione, sarà presentato al Parlamento nei prossimi giorni a dimostrazione che "una politica dell’immigrazione alternativa alle proposte sconce della Lega e della coalizione governativa è possibile, si può abrogare la Bossi-Fini ma senza ritornare alla Turco - Napolitano". "I cpt vanno trasformati - ha detto il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella - da centri di detenzione amministrativa coatta a luoghi con funzione, direi umanitaria, di prima accoglienza dei migranti appena giunti in Italia, ovvero di domiciliazione di persone che, destinatarie di un provvedimento di espulsione non definitivo e sottoposte alla misura di sorveglianza speciale che è disposta dal tribunale su richiesta motivata del questore non abbiano luogo dove dichiarare il domicilio eletto in pendenza del procedimento d’espulsione". Trento: 30 detenuti inscenano protesta davanti ai mass media
Adnkronos, 23 luglio 2005
Una trentina di detenuti del carcere di Trento hanno inscenato una manifestazione di protesta, battendo contro le inferriate scodelle ed altri oggetti in metallo. La manifestazione ha colto di sorpresa gli agenti di custodia, ma non gli operatori dell’informazione, dal momento che alle redazioni la notizia era pervenuta alcune ore prima. Dunque, la protesta è stata seguita da giornalisti, fotografi ed anche da diversi cittadini; non sono state fornite spiegazioni per la protesta, ma sembra che a motivarla sia stata la notizia della mancata concessione dell’amnistia o dell’indulto. Domani, probabilmente, i manifestanti verranno segnalati al dipartimento penitenziario per aver provocato disordini. Trieste: il sindaco; trasformiamo caserma "Polonio" in un carcere
Il Piccolo, 23 luglio 2005
"Quella del carcere è una soluzione che risolverebbe perlomeno la questione dell’impatto di una simile struttura sul territorio. L’ho sottoposta al prefetto D’Ascenzio e ci ha consigliato di compiere celermente tutti i passi necessari. Le possibilità sono remote, ma potremmo provarci". Il giorno dopo la visita dei funzionari del Viminale a Gradisca, il sindaco Franco Tommasini svela i retroscena della proposta a sorpresa rivolta ai rappresentanti del governo: il cambio di destinazione della caserma Polonio da Cpt a struttura penitenziaria, a maggior ragione in caso di esito positivo di un’eventuale ricorso al Tar. Entro fine mese il ministero dell’Interno dovrà fornire tutta la documentazione mancante relativa al mancato coinvolgimento della Regione nella famigerata commissione tecnico-consultiva, e le istituzioni locali vogliono farsi trovare pronte in caso di azione legale. "L’idea del cambio di destinazione in carcere è stata discussa in giunta, non senza aver sentito che anche l’opposizione l’ha sposata in pieno - racconta Tommasini -. Mi sembra una soluzione ragionevole, date le condizioni del carcere goriziano, e che giustificherebbe il pesante investimento del Viminale sulla caserma (17 milioni di euro, ndr)". Il primo cittadino torna con la mente alla visita che giovedì ha svelato cosa cela il muro sulla statale 305: "Le sensazioni sono nettamente contrastanti - dichiara -: nella prima parte del sopralluogo ci siamo trovati di fronte a una struttura realmente dotata di servizi di prim’ordine. Quando abbiamo raggiunto i dormitori è chiaro che sbarre e inferriate hanno colpito molto tutti quanti. Del resto sapevamo di visitare un luogo di detenzione e non certo un villaggio-vacanze. Un luogo, lo ribadisco, sul quale siamo profondamente contrari e contro cui ci batteremo fino alla fine, tanto più se dovessimo trovare il pertugio giusto in cui infilarci congiuntamente a Regione e Provincia". Tommasini definisce altresì "pittoresca" la mancata protesta simbolica che avrebbe dovuto vedere i consiglieri comunali e, chissà, anche la giunta indossare una t-shirt con la scritta "No al Cpt": "Era l’occasione per dimostrare con un gesto d’impatto che la contrarietà non è solo a parole" aveva accusato Greta Defend (consigliere comunale di Rifondazione comunista), l’unica rappresentante dei cittadini ad aver portato la maglietta nel corso del sopralluogo con i funzionari del Viminale. "Abbiamo preteso che anche i consiglieri potessero prendere parte alla visita, abbiamo ribadito per iscritto la nostra contrarietà ed abbiamo preannunciato le nostre contromosse: credo che i fatti dimostrino il nostro dissenso al Cpt più della t-shirt". Frattanto in un documento congiunto Indipendenti, Rete e Coordinamento civico dei partiti condannano "la repressione ed i procedimenti penali sulle presunte illegalità commesse durante le azioni politiche di opposizione al Cpt. Chiediamo il ritiro delle accuse a carico di imputati ed indagati che hanno solamente dimostrato coscienza e solidarietà sociale". Luigi Murciano Catania: giorni d’estate "sociale" per immigrati e detenuti
La Sicilia, 23 luglio 2005
Quella di Caltagirone è anche un’estate "sociale", con iniziative attente agli "ultimi" e finalizzate alla piena integrazione di quanti, per motivi diversi, rischierebbero di restare ai margini. Sono in corso di svolgimento, alla Corte Capitaniale, nell’ambito dell’"Estate a Caltagirone", la serie di manifestazioni promosse dal Comune con il supporto di altri enti per allietare la stagione, la mostra di ceramica "IntegrArte" di Besnik Harizaj, la mostra realizzata con i manufatti del laboratorio della casa circondariale di Caltagirone e la vetrina del commercio equo e solidale a cura dei consulenti del sindaco per l’immigrazione, l’argentina Viviana Estela Fernando e Canistus Colombage dello Sri Lanka. Si tratta di iniziative destinate a dare voce e a consentire l’espressione della piena creatività degli immigrati e dei detenuti della struttura carceraria di contrada Noce che trovano nell’arte uno strumento importante per valorizzare le proprie peculiarità. "L’integrazione - sottolinea il sindaco Francesco Pignataro - si costruisce anche così. La nostra città può contare su un’importante rete di associazioni che svolgono un ruolo di grande utilità". Intanto, su iniziativa dell’assessorato comunale ai Servizi sociali, è cominciato il 18 e si concluderà il 29 luglio il soggiorno in piscina di 40 fra bambini e ragazzi che frequentano le ludoteche delle frazioni di Granieri, Santo Pietro e Piano San Paolo. Le attività in piscina coinvolgono pure, da ieri al 26 agosto, una trentina di diversamente abili. La piscina comunale gestita dalla cooperativa Csti si conferma, quindi, un importante luogo sono soltanto di socializzazione e integrazione. La Spezia: detenuto di 39 anni si diploma in carcere
Il Giornale, 23 luglio 2005
Ha 39 anni e davanti a sé ha ancora un lungo periodo di detenzione: ma nello studio ha trovato se stesso. Si chiama Ivo G., il primo detenuto spezzino diplomato come operatore grafico turistico in carcere. Ivo G. è a Villa Andreini. In cella ha potuto seguire le lezioni che gli insegnanti dell’istituto "Einaudi" svolgono nella particolare sezione carceraria. Il progetto è diretto dalla preside Clementina Petillo in collaborazione con la direttrice del carcere Cristina Biggi. L’esame di stato ha seguito tutti i criteri adottati nelle scuole, anche se ovviamente il candidato era da solo, sorvegliato da videocamere e sotto il controllo discreto ma attento della polizia carceraria. "L’allievo ha sostenuto la prova scritta di italiano, quella di grafica e l’esame delle quattro materie scelte dai docenti - spiega la Petillo -; si è diplomato con un ottimo 93/100. È per noi una soddisfazione poter augurare a questo diplomato particolare che il titolo di studio e la nuova passione possano portarlo ad una esistenza nuova". Ivo G. ha anche realizzato un marchio per i commercianti del quartiere Umbertino. È stato premiato - anche se non presente - durante la serata di presentazione del logo. Come nel caso del diploma di maturità, il premio gli è stato recapitato in carcere. Nisida News: il giornale dei ragazzi dell’Ipm compie 15 anni
Giustizia.it, 23 luglio 2005
Parole, pensieri ed emozioni per evadere oltre le sbarre, oltre i cancelli, oltre quel mare che limita la libertà. Forse è questo lo spirito che anima i giovani giornalisti di Nisida News, il giornale dei ragazzi del carcere penale minorile di Nisida. La testata nasce quindici anni fa a scopo didattico, e rappresenta un mezzo attraverso il quale i ragazzi redattori, ma allo stesso tempo lettori, possono esprimersi e, soprattutto, riflettere sugli errori del passato, i disagi del presente e le speranze per il futuro. Oltre alla scuola, centro di attività rieducative e formative, a Nisida è presente una ricchissima biblioteca intitolata ad Alexandre Dumas, che la donò nel 1862 al carcere borbonico. L’archivio delle copie del giornale Nisida News è conservato nella biblioteca che raccoglie inoltre circa cinquemila libri, catalogati direttamene dai ragazzi.
|