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Nuovo carcere per Milano in un grattacielo di Elisabetta Soglio
Corriere della Sera, 13 marzo 2004
Progetto del Comune. Nello stesso edificio sarà ospitato anche il Tribunale. A sud est la cittadella della giustizia.
Un carcere-grattacielo. Magari realizzato in project financing. Con il Tribunale nello stesso edificio e i detenuti suddivisi in base alla pena, piano per piano. L’amministrazione comunale non vuole più pensare soltanto al problema della dismissione di San Vittore. "La questione - spiega l’assessore all’Urbanistica, Gianni Verga - si risolve inventando una o più cittadelle della giustizia che garantiscano nuovi spazi sia al carcere sia al Tribunale". Il futuro di San Vittore e di Palazzo di Giustizia, dunque, si uniscono. E il Comune mette tutte le parti in causa intorno allo stesso tavolo: il 19 marzo prossimo, durante un workshop, che avrà come ospiti il ministro Roberto Castelli e l’onorevole Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera; ma anche il presidente del Tribunale Vittorio Cardaci e Paolo Giuggioli, presidente dell’ordine degli avvocati milanesi; fino a Felice Bocchino, provveditore dell’amministrazione penitenziaria lombarda e Giovanni Tinebra, capo del dipartimento di amministrazione penitenziaria milanese. "Il Comune - spiega il presidente della commissione Carceri, Stefano Carugo - vuole capire quali siano le reali intenzioni delle altre parti coinvolte. Soltanto quando tutte le carte saranno scoperte l’amministrazione potrà progettare sul futuro". Per parte sua, assessore e giunta hanno già le idee piuttosto chiare. Le aree, ad esempio, sono già state individuate e comunicate al ministero. Verga aggiunge una notazione decisiva in più: "Noi punteremmo decisamente sulla zona sud e sud-est di Milano, dal momento che tra la fine di quest’anno e i due successivi il Passante collegherà la città all’hinterland arrivando a Pioltello e Melzo. E subito dopo verrà attivato il tronco che porta fino a Lodi. Quindi è nostra opinione che l’alta accessibilità della zona la rende di fatto sede ideale per questa nuova struttura". Nell’elenco delle dieci aree, era già stata individuata quella di viale Forlanini, che corrisponde al complesso aeroportuale non utilizzato. Ma c’è un terreno già libero in Chiesa Rossa (tra il Basmetto e il Lambro meridionale) oppure in via Manduria. Verga non pare preoccupato per i finanziamenti: "Una cittadella della giustizia può essere studiata a costo zero, seguendo il modello che ha funzionato in alcune città europee dove è stato applicato il project financing a questo tipo di servizio". Senza contare il valore che potrebbe avere il palazzo del Tribunale, una volta liberato di aule e carte, uffici e scartoffie. Verga guarda avanti: "Potremmo destinarne una metà ad attività culturali e l’altra ad attività di profitto. Ne ricaveremmo tanti soldi quanti ne servono per ricostruire altrove. E ci avanzerebbe dell’altro". Come al solito, però, quando si parla di San Vittore e di Palazzo di Giustizia ci sono molte, troppe incognite. Insiste Carugo: "Il convegno ci aiuterà a dirci ciascuno come la pensiamo, così non ci si potrà più nascondere dietro a mille parole. Ad esempio, il ministro Castelli deve spiegarci quanto sia fondata la sua intenzione di dismettere il carcere milanese, perché a questo punto viene da chiederci che senso abbia continuare a spendere soldi, ancora di recente si parla di 35 milioni di euro, per ristrutturare questo o quel raggio di San Vittore". Quanto alla organizzazione della struttura, Carugo insiste sul fatto che "come abbiamo visto in Austria, la gestione su un palazzo di 30 piani garantisce un abbattimento delle spese fino al 30 per cento. Inoltre, c’è il vantaggio che i detenuti sono suddivisi in base alla pena e che, ad esempio, chi è in attesa di giudizio non viene mescolato ad un ergastolano e le mamme con i bambini hanno spazi più umani".
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