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Macerata: carcere mandamentale diventerà una fattoria
Il Messaggero, 2 giugno 2004
Si impegneranno in attività di ortofloricoltura, frutticoltura e apicoltura. Non stiamo parlando di un real televisivo che vede protagonisti un gruppo di vip alle prese con l’attività contadina, ma bensì del progetto "Fattoria Pitinum". Si tratta della creazione di una piccola fattoria tipicamente marchigiana, con attività agricole diversificate, all’interno della casa mandamentale di Macerata Feltria. "Obiettivo – ha sottolineato Raffaele Iannace, Provveditore regionale Amministrazione penitenziaria - il riadattamento dei reclusi ai ritmi del mondo del lavoro, con relativo apprendimento di un’attività e professionalità spendibile sul mercato del lavoro, anche in relazione alla prossima dimissione dal carcere". Il progetto, voluto dall’Amministrazione penitenziaria, in collaborazione con il comune di Macerata Feltria e la Provincia, è stato presentato ieri mattina, all’interno della casa mandamentale. Oltre al sindaco, Massimo Vannuci, il provveditore regionale Raffaele Iannace e quello provinciale Bruno Modugno, era presente l’assessore alla Formazione e lavoro, Giuliana Gambini. "Un’esperienza innovativa – ha commentato la Gambini - che vede il finanziamento attraverso il Fondo sociale europeo di corsi per apprendere questo tipo di lavoro legato al mondo contadino". Le attività si svolgeranno in un appezzamento di circa due ettari, dietro la struttura penitenziaria. Qui sono state realizzate: una serra per la coltivazione, produzione e lavorazione di ortaggi, fiori e piante. Mentre due stanze della casa mandamentale sono state adibite a laboratorio, tutto a norma di legge, per la produzione del miele, raccolto dagli alveari già presenti in loco. A coordinare le attività ed insegnare le tecniche di lavorazione, saranno i membri della cooperativa locale "La Ginestra", per quanto riguarda l’orto-floro-frutti vivaismo, mentre per l’apicoltura i tecnici del Consorzio Apistico di Pesaro. Il progetto è rivolto a cinque, massimo dieci detenuti reclusi a Macerata Feltria, quindi a basso indice di pericolosità con pene inferiori a due anni. L’attività prevede 232 ore di formazione e 6 mila ore lavorative all’anno. I prodotti, quali piante, fiore, ortaggi e barattoli di miele, verranno commercializzati sul mercato. Sicilia: raccolti fondi per reinserire i detenuti
La Sicilia, 2 giugno 2004
Offerte devolute per una comunità di reinserimento sociale dei detenuti, quelle di Pentecoste di quest’anno. Una solennità molto animata quest’anno nella diocesi di Piazza Armerina, con una serie di celebrazioni. Sabato scorso infatti alla vigilia di quella che è ritenuta una delle più importanti solennità del cattolicesimo si è tenuto nella Chiesa Evangelica Avventista di Piazza Armerina un incontro ecumenico di preghiera a cui hanno partecipato il vescovo Michele Pennisi, il pastore avventista Enzo Caputo e il pastore della Chiesa Evangelica Apostolica Paolo Andolina, alla presenza di numerosi fedeli delle tre comunità. Mons. Pennisi, era stato invitato a visitare le comunità evangeliche della città in occasione della sua prima visita pastorale. "Lo Spirito Santo - ha detto Pennisi - che è fonte dei vari doni spirituali e garanzia di unità fa della chiesa una comunità capace di parlare l’unico linguaggio dell’amore e di farsi ascoltare in tutte le lingue". Il presule armerino ha poi pregato perché lo Spirito aiuti i cristiani delle varie testimonianze non cattoliche a superare l’incapacità di perdonarsi, la tentazione della divisione di Babele e le incomprensioni reciproche per realizzare l’unità visibile di tutti i credenti in Cristo". Domenica scorsa, a conclusione della visita pastorale alla città di Piazza Armerina mons. Pennisi in Cattedrale, nel corso di una solenne concelebrazione con tutti i parroci della città per sottolineare l’impegno per una "pastorale integrata" ha conferito il sacramento della confermazione a oltre centocinquanta cresimandi appartenenti a tutte le parrocchie. Nel pomeriggio il vescovo ha partecipato nello stabilimento petrolchimico di Gela a un incontro diocesano dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito di cui è coordinatore nazionale Salvatore Martinez. Roma: codice a sbarre, ex detenuti in scena
Roma One, 2 giugno 2004
Uno spettacolo di ex detenuti che vuole testimoniare al mondo dei liberi qual è la vita della prigione. È il contenuto di "Codice a sbarre", lo spettacolo diretto da Ivano De Matteo che sarà in scena a piazza Trilussa, a Trastevere, il 5 giugno. Quattro pareti in plexiglass saranno le mura della cella all’interno della quale si muovono i reclusi. La stanza sarà vuota mentre una porta aperta indicherà un’ipotetica ora d’aria. Alle 18 i prigionieri torneranno: la lettura di lettere originali inviate in carcere darà il via alla performance dei quattro che, in una rigorosa improvvisazione, rivivranno la loro esperienza cercando di trasmettere al pubblico il senso profondo della negazione della libertà. Leggendo giornali, giocando a carte, guardando la tv e parlando di sesso, sport e politica, i quattro cercheranno di tenersi occupati, mentre preghiere, giuramenti e profonde riflessioni, testimonieranno lo stato dei loro intensi dilemmi di coscienza. A scandire il tempo, caffè e sigarette, all’interno di un ambito fatto di cerimoniali. Alle 21 poi la luce si spegne, per lasciare il posto al buio dove i sogni pieni di speranza verranno traditi dal giorno seguente, perfettamente uguale al primo. La performance avrà così fine lasciando i prigionieri liberi di tornare alla vita di tutti i giorni, vita di ex detenuti. A fine serata il pubblico potrà intervenire rivolgendo domande ai quattro a proposito della loro esperienza carceraria. Vibo Valentia: detenuto di 43 anni si impicca in cella
Ansa, 2 giugno 2004
Un detenuto di 43 anni si è suicidato durante la notte nel carcere di Vibo Valentia, impiccandosi con un lenzuolo. L’uomo era stato arrestato nei giorni scorsi dai militari della Guardia di Finanza perché sorpreso con alcune dosi di droga. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno soccorso l’uomo, il quale però è morto poco dopo. È il secondo suicidio nel carcere di Vibo Valentia dopo quello avvenuto il 7 maggio scorso.
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