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Roma: Amnesty International in piazza contro la tortura
Corriere della Sera, 26 giugno 2004
La piazza gremita a metà, pochissimi ragazzi, se si escludono quelli che, il sabato al tramonto, a Campo dei Fiori, proprio nel cuore della città, vanno per l’aperitivo. Qualche immancabile straniero, più incuriosito che coinvolto. E un iracheno, anche: Taha, che alla manifestazione contro la tortura voluta da Amnesty International, è in veste di vittima. Lui, il carcere di Abu Ghraib lo ha visitato con le catene ai polsi. Il suo carceriere era Saddam Hussein. Qui, alla manifestazione, Taha porta parola. Crea silenzio. Rafforza convinzioni. "Non sopportiamo la tortura", è il titolo scelto da Amnesty per questo sit-in. "Questo è un paese in cui esiste la tortura ma non una legge che la punisca - dice dal palco Marco Bertotto, presidente di Amnesty Italia - anche se è innegabile che esiste una Italia civile". Si riferisce, "a quel mezzo milione di persone, ai 217 enti locali, alle 198 scuole e università, che da più di quindici anni chiedono l’approvazione di una legge che istituisca il reato di tortura nel codice penale". E nella piazza romana, "associazioni e movimenti, personalità del mondo della cultura e dello sport, tutti coloro che hanno aderito alla nostra campagna". Una manifestazione che, dagli organizzatori, è stata giudicata un successo: "Da oggi, ripartiamo più forti di prima". Molti, i personaggi di spettacolo e cultura che si sono alternati sul palco. Nel corso della serata, Massimo Wertmuller, Anna Marchesini, Daniela Poggi, Alessandro Haber e Simona Marchini hanno letto brani scritti da persone che hanno provato sulla pelle cosa significa la parola tortura. Poi, spazio alla musica. Sul palco Mariella Nava prima e Mimmo Locasciulli poi. Applausi. Ma è quando si è esibito Enzo Avitabile che la piazza ha conosciuto la festa nella protesta, balli e canti che hanno contagiato anche i passanti, diffuso ancora di più "l’obiettivo di questa giornata, la richiesta di una legge che punisca la tortura". La manifestazione, che è stata condotta dalla giornalista Mimosa Martini, si è conclusa, ben oltre le ore 21, con le parole di Luis Sepulveda: lo scrittore cileno, intervenendo alla radio che ha trasmesso l’evento in diretta, "Città Futura", ha pronunciato parole contro la tortura. Lunghissimo l’applauso finale dei presenti. Casal del Marmo: scuola in carcere, recite e canti di fine anno
Il Messaggero, 26 giugno 2004
Anche al carcere minorile di Casal del Marmo si festeggia la fine dell’anno scolastico. Per i 52 detenuti, un concerto dei Melon Rouge, con le ragazze in prima fila che da sedute accennano una coreografia, un torneo di calcetto e, se non fosse per le guardie che tengono in mano o appese alla cintura le tante chiavi del carcere, sembrerebbe una scolaresca qualsiasi. "Sono brava a cantare?", chiede una ragazza alla direttrice Laura Grifoni, dopo essersi esibita per qualche minuto sul palco intonando una canzone. Laura che per loro è ormai una mamma, la rassicura. Tante novità attendono questi ragazzi a partire dall’autunno: "Dopo lo sportello integrato di orientamento La Bussola che è situato da un anno nell’istituto - annuncia Luigi Nieri, assessore alle periferie e al Lavoro - attueremo un progetto di formazione". I ragazzi seguiranno corsi di meccanica, soprattutto legata ai motorini, le ragazze impareranno a fare acconciature. Dopo la formazione ci sarà la possibilità di seguire stage o tirocini nelle aziende e "per chi vorrà mettersi in proprio - spiega Nieri - l’amministrazione comunale fornirà i finanziamenti". A settembre partirà anche l’iniziativa, "Muri di Pace": i giovani detenuti si improvviseranno writers e coloreranno le grigie mura del carcere con le loro fantasie. I murales si andranno ad aggiungere a uno già esistente nel quale un ragazzo esce dal muro e grida la sua voglia di libertà. Alla fine dei festeggiamenti, ai ragazzi è stata regalata una t-shirt con la scritta: "Agli ultimi della classe, ai primi della strada".
Pesaro: Fossombrone, sport in carcere al di là delle barriere
Il Messaggero, 26 giugno 2004
Favorire l’attività motoria in carcere, rieducare attraverso lo sport. Se n’è parlato ieri alla casa di reclusione di Fossombrone. Nel corso dell’incontro si sono tirate le somme - positive - di un progetto pilota di educazione motoria organizzato di concerto fra l’amministrazione penitenziaria e l’università di Urbino. Un progetto portato avanti dai docenti e dagli studenti della nuova facoltà di scienze motorie dell’ateneo urbinate. Una facoltà tutta nuova, quest’ultima, che da poco ha sfornato i suoi primi laureati. La nascita recente di un tale corso di laurea testimonia del ritardo culturale in cui versa l’Italia in questo settore. "Fino a non molto tempo fa parlare di scienze motorie sembrava una contraddizione in termini. Ci si scherzava su: "cosa c’è di motorio nella scienza?", si diceva", questo il commento del rettore dell’università di Urbino, professor Giovanni Bogliolo, che si è detto molto soddisfatto del rapporto che negli ultimi due anni e mezzo il suo ateneo ha saputo allacciare col territorio. Il rettore ha auspicato, in particolare, che l’ iniziativa forsempronese possa servire a incentivare e migliorare la dotazione di impianti sportivi nelle carceri. Dotazione quanto mai scarsa, invero, se si considera che nelle Marche lo stanziamento medio annuale per gli spazi sportivi dentro le prigioni si aggira sugli 11 mila euro. Lo ha ricordato Daniela Grilli, del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, che tra le altre cose ha informato i presenti che nel carcere di Camerino, per fare un esempio, non c ‘è alcun impianto a disposizione dei detenuti. Ma perché l’attività motoria in carcere? Beh, stare in prigione può fare decisamente male anche alla salute, oltre che all’umore (e sempre più si va scoprendo che le due cose vanno insieme). Se non ci si muove abbastanza - e in carcere il movimento è limitato per definizione -, sono in agguato malattie vascolari, diabete e quant’altro. Il che naturalmente vale sia per i liberi che per i detenuti. A questo proposito il preside di scienze motorie, professor Vilberto Stocchi, ha ricordato che l’associazione americana dei cardiologi ha stimato che l’attività fisica regolare riduce del 35 per cento i rischi di malattie cardiovascolari. L’attività fisica come prevenzione, dunque. E anche come strumento per migliorare l’atteggiamento mentale delle persone. Proprio così, "Mens sana in corpore sano". Anche in prigione.
Treviso: concorsi e comunicazione contro il disagio giovanile
Il Gazzettino, 26 giugno 2004
Il secondo convegno nazionale su comunicazione, disagio e prevenzione, tenutosi ieri mattina nella sala Marton della Provincia ha avuto per tema "L’attività multimediale come strumento pedagogico di integrazione". L’assessore alle Politiche sociali Paolo Speranzon ha sottolineato "l’importanza di rieducare e reinserire i giovani che hanno avuto esperienze legate al carcere, e di coinvolgere e sensibilizzare tutti i giovani a queste problematiche". Stefania Guiotto dell’associazione Il Soffio, operante nel mondo carcerario, ha illustrato il concorso nazionale per gli Istituti penali minorili (Ipm). "Una sceneggiatura per la realizzazione di prodotti multimediali"; si tratta di un progetto per lo sviluppo della comunicazione in ambito penitenziario con l’obiettivo di creare una conoscenza attiva tra il carcere ed il territorio attraverso la mediazione del racconto e l’ausilio di mezzi informatici, superando così le barriere comunicative e culturali attraverso il linguaggio diretto dell’immagine. In vista della terza edizione, che si terrà da ottobre a giugno, ieri si è svolta la premiazione del concorso correlato per l’ideazione di un logo che rappresenti il Concorso per sceneggiature. Tredici i soggetti in concorso. Il premio è stato assegnato all’Ipm di Airola (Benevento) ed è stato consegnato dal presidente della Provincia Luca Zaia a un ragazzo dell’istituto, in rappresentanza del gruppo, accompagnato dal vicedirettore della struttura. Presente anche Sergio Manfio del gruppo Alcuni, che ha annunciato che la prossima edizione di "Ciak Junior" ospiterà un’apposita sezione dedicata ai lavori dei ragazzi degli Ipm.
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