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Chiude la sezione femminile di Opera, detenute trasferite alla Giudecca
Il Gazzettino, 21 dicembre 2003
È un fenomeno consolidato che nel periodo natalizio le carceri si riempiano: si spiega col fatto che taccheggi e piccoli furti crescono molto in questi giorni e di pari passo, ovviamente aumentano gli arresti da parte forze di polizia. Ecco dunque che a Venezia l’arrivo di nuovi detenuti, sia nella struttura maschile (Santa Maria Maggiore che ha una capienza di 130 posti), che in quella femminile della Giudecca (70 - 80 ospiti la media annuale di presenze) sta provocando i soliti problemi di sovraffollamento. Ma sul vecchio istituto - un ex convento - che accoglie le donne, incombe anche un’altra "minaccia": dal supercarcere milanese di Opera stanno infatti arrivando una decina di donne (forse qualcuna di più, ma le notizie sui trasferimenti sono rigorosamente top secret, per ovvi motivi di sicurezza) portando così la capienza a superare la quota limite di 90 posti. La notizia arriva in verità non da Milano, ma da Roma, e la confermano i volontari che fanno assistenza: il ministero della Giustizia ha infatti approvato un progetto che le detenute veneziane ancora non conoscono. Sta per essere cancellata e svuotata la sezione femminile del nuovo carcere "periferico" di Opera (quello che alla fine degli anni 80 alleggerì la vetusta struttura di San Vittore): al suo posto nascerà una nuova sezione di massima sicurezza, per i cosiddetti "detenuti del 41 bis"; condanne per mafia. Sono soggetti ad alta pericolosità quindi la piccola struttura interna al penitenziario milanese (che ospitava 65 donne, sul totale di oltre 1.100 detenuti) è considerata l’ideale, una volta ristrutturata. Le ricadute di questa decisione si faranno sentire a Venezia, in particolare alla Giudecca dove già in quasi tutte le celle le detenute dormono su letti a castello e hanno spazi vitali ridottissimi. Alcuni arrivi ci sono già stati (ancora impossibile sapere quante delle 65 "milanesi" saranno trasferite in laguna). Ci sono anche detenute "celebri": la più conosciuta è la vicentina Annamaria Botticelli, condannata a 21 anni come la compagna Filomena Sica, allora 18 enne: strangolarono la loro amica Nadia Roccia, il 14 marzo 1998, nel foggiano. La direttrice delle tre strutture veneziane, Gabriella Straffi, che si deve "dividere" fra Santa Maria Maggiore e i due istituti della Giudecca (oltre al femminile c’è la casa lavoro di custodia attenuata, 12 detenuti) avrebbe già ricevuto proteste da alcuni operatori. Senz’altro la Giudecca - struttura con molti servizi, ma obsoleta - rischia di scoppiare ed eventuali altri arrivi da Opera accresceranno i problemi peraltro già segnalati sul periodico dei carcerati "Ristretti Orizzonti". Le novità al carcere della Giudecca non finiscono qui: sta per essere nominato il nuovo cappellano, dopo il trasferimento in Israele di padre Andrea, che operava fra le detenute veneziane da 14 anni. Al suo posto - dopo la "supplenza" di frate Eugenio - sarà nominato il parroco di Sant'Eufemia, don Mauro. L’investitura ufficiale sarà il 6 gennaio prossimo, presente il patriarca cardinal Scola.
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