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Carceri, si fa strada l’indulto
Il Manifesto, 1 ottobre 2001
Pecorella: la proposta in commissione giustizia subito dopo la legge Cirami. Forza Italia è favorevole, applausi da Verdi e Prc. E dopo Taormina e Pisapia arriva la proposta Siniscalchi.
Ora in parlamento infuria la battaglia sulla legge Cirami, cioè sul famigerato legittimo sospetto che serve a salvare l’imputato Previti dai giudici di Milano. Subito dopo la camera comincerà ad occuparsi dell’indulto, reclamato in queste settimane da decine di migliaia di de-tenuti che hanno aderito alle proteste lanciate dall’associazione Papillon. È l’impegno di Gaetano Pecorella, presidente forzista della commissione: "Già questa settimana l’ufficio di presidenza comincerà a discutere della calendarizzazione. Stiamo cercando la convergenza di tutti i gruppi". Le prime convergenze si registrano già, Una proposta d’indulto condizionato l’hanno firmata Biondi, Cicchitto e Taormina di Forza Italia, un’altra l’ha annunciata Paolo Cento dei Verdi, quella dei diessini Folena e Siniscalchi è già pronta, Pisapia e Russo Spena del Prc ne hanno due (una prevede indulto e amnistia condizionati, l’altra la sospensione condizionale delle pene che permetterebbe di aggirare il quorum dei due terzi richiesto per gli atti di clemenza veri e propri). Tra i diversi schieramenti sono in corso i primi contatti per arrivare ad un testo comune, a una base di discussione sottoscritta, se possibile, anche da parlamentari estranei al Comitato carceri. E intanto da Forza Italia arriva una presa di posizione ufficiale che si aggiunge alle iniziative dei singoli e soprattutto alle parole con cui Berlusconi, venerdì scorso, ha smentito l’infelice battuta del ministro Castelli sulle carceri "hotel a cinque stelle". Ieri mattina ai microfoni di Radio radicale il portavoce azzurro Sandro Bondi ha detto che "su indulto e amnistia le forze politiche potrebbero assumere subito provvedimenti di buon senso. il presidente del consiglio - ha spiegato - ha detto bene: la società ha il diritto di limitare la libertà di chi commette reati, ma non abbiamo il diritto di offendere la sua dignità". Bondi, a nome di Forza Italia, si è detto favorevole alla proposta dell’ex senatore radicale Pietro Milio, appena ripresa da Taormina, nonché alla "liberazione condizionata, che potrebbe essere concessa a chi ha da scontare ancora due o cinque anni di pena, nel caso però di reati non gravi e nel caso in cui il condannato abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento". Per il portavoce forzista "questi semplici provvedimenti di buon senso, su cui tutte le forze politiche potrebbero concordare, aiuterebbero molto a lenire la sofferenza che purtroppo c’è in molte carceri". Perfino il ministro Castelli, notoriamente contrario ad atti di clemenza (come la Lega e gran parte di An), ha fatto un passetto indietro, anzi due. Ecco il primo: "Non ho mai detto che le carceri sono dei grand hotel, ho detto invece che non si può pretendere che in carcere si stia come al grand hotel". E il secondo: "Il governo non deve prendere una posizione su indulto e amnistia. Se il parlamento voterà a favore di un provvedimento di clemenza, con una maggioranza dei due terzi, noi ne prenderemo atto". Il resto, a partire dalla provocazione contro i parlamentari della sinistra accusati di "fomentare rivolte" nelle carceri, il guardasigilli leghista dovrà spiegarlo giovedì alla camera, dove lo aspettano un po’ tutti a cominciare da Russo Spena che gli ha rivolto un’interrogazione urgente. Proprio Russo Spena e Cento sono stati i primi a commentare positivamente l’apertura di Biondi: "Se non è una chiacchiera strumentale è una novità importante - ha detto il vicepresidente dei deputati del Prc - Lo sciopero e le proteste pacifiche e non violente dei detenuti hanno finalmente riaperto il dibattito sulle carceri. Le proposte ci sono, l’importante è iniziare immediatamente il percorso". "A questo punto - ha aggiunto Cento - dobbiamo solo iniziare il confronto in commissione. È chiaro che a nessuno sarà consentito di strumentalizzare il dibattito per favorire qualche potente". È il possibile colpo di spugna sui reati finanziari e di corruzione a preoccupare gran parte dell’Ulivo e in particolare i Ds, che temono persino regali alla mafia, Senza contare che Violante e altri non rinunciano facilmente all’immagine di partito della legge e dell’ordine, tenacemente costruita negli anni, Si capisce allora che Anna Finocchiaro, responsabile giustizia Ds, pur dicendosi "disponibile a discutere", chieda "un quadro di misure strutturali al di fuori del quale - ha detto - è grave ragionare di misure come l’indulto. La gente che sta in carcere non si diverte affatto". È una preoccupazione, quest’ultima, largamente condivisa tra chi frequenta le carceri: nessuno ha dimenticato la delusione del 2000, quando ad alimentare le speranze intervenne anche il papa ma poi l’indulto svanì nel nulla. E anche per questo Folena e Siniscalchi promuovono un provvedimento limitato rispetto a Pisapia e a Taormina. L’indulto, triennale e revocabile in caso di nuova condanna, sarebbe applicabile solo a chi ha già scontato almeno sei mesi e soprattutto escluderebbe undici categorie di reati: dall’associazione mafiosa alla partecipazione ad associazioni con finalità di terrorismo, dalla pedofilia alla violenza sessuale e ai delitti contro la pubblica amministrazione (sempre che non vi sia stata restituzione del maltolto).
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