Contestazioni a Castelli

 

Fischi e urla durante l’intervento del ministro

Carcere duro e carriere separate. Castelli contestato dai penalisti

 

Corriere Della Sera, 5 ottobre 2002

 

«Il 41 bis è una norma razzista? Allora il popolo è razzista. Ma questa è la democrazia»

Fischi, brusii, e anche l’accusa di essere razzista per il ministro della Giustizia Roberto Castelli al congresso dei penalisti. Una contestazione che ha sottolineato diversi passaggi dell’intervento del Guardasigilli, soprattutto quando ha difeso il 41 bis, e che ha spinto più volte il presidente delle assise Fabrizio Corbi a richiamare la platea.

Il Guardasigilli alla fine ha ridimensionato l’episodio: «E’ stata una sola persona che gridava in galleria». Ma sono gli stessi vertici dell’Unione camere penali a sottolineare che non si è trattato di contestazioni isolate.

«Il ministro ha offeso l’intera avvocatura contrapponendola al popolo italiano - accusa il segretario dell’Unione Domenico Battista - e cercando di accattivarsi le simpatie con la proposta di aumento delle tariffe forensi». La contestazione è cominciata poco dopo che Castelli aveva preso la parola per replicare punto per punto alle obiezioni dei penalisti, sulla politica del governo sulla giustizia e sul 41 bis, il regime di carcere duro per mafiosi. «È chiaro, che nessuno vorrebbe approvare una norma del genere, ha detto Castelli ma dobbiamo prendere atto che in Italia c’è un gravissimo problema di criminalità organizzata e che tutte le forze politiche hanno votato un testo più rigoroso di quello presentato dal governo.

Ciò vuol dire che tutto il popolo italiano vuole il 41 bis». A questo punto sono partiti i primi brusii e qualcuno dalla platea ha gridato al ministro «razzista». «Allora vuol dire che il popolo è razzista - ha replicato Castelli - visto che in democrazia funziona così». Ancora brusii quando ha toccato il tema chiave della separazione delle carriere: «Figuriamoci se io non ci credo nella separazione delle carriere; ma se la vogliamo dobbiamo mettere mano alla Costituzione.

E quando si fa politica bisogna tener conto dei dati di fatto. Mi avete sollecitato sull’adeguamento delle vostre tariffe» ha aggiunto subito dopo, provocando una nuova reazione dalla platea. «Non ce ne frega niente delle tariffe, vogliamo la separazione delle carriere», ha gridato qualcuno. «Ne prendo atto» ha ribattuto Castelli.

 

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