Difensore civico per i detenuti

 

Piace l’idea del "difensore dei detenuti". La proposta di alcune associazioni raccoglie consensi in entrambi gli schieramenti

 

Messaggero, 6 novembre 2002

 

Maggioranza e opposizione sono una volta tanto d’accordo per il varo di una legge "bipartisan", come è di moda dire oggi che istituisca la figura del "difensore civico" dei detenuti e di tutte le persone private della libertà personale. Esattamente la proposta, elaborata dalle associazioni "Antigone" e "A buon diritto" e dalla fondazione "BNC" prevede la creazione di un organo collegiale autonomo e indipendente, composto da cinque membri con diritto di accesso, anche senza preavviso "in tutti gli istituti penitenziari, ospedali psichiatrici giudiziari, istituti penali per minori, centri di prima accoglienza, centri di permanenza temporanea per stranieri, caserme dei Carabinieri e della Guardia di finanza, commissariati di Pubblica sicurezza ove vi siano camere di sicurezza".

Il difensore civico "può ispezionare qualsiasi luogo di detenzione e incontrare chiunque vi sia ristretto" ed "ha diritto di consultare, previo consenso dell’interessato, qualsiasi fascicolo personale o cartella clinica, anche di detenuti in attesa di giudizio". È tenuto al segreto, ma nel caso riscontri delle inadempienze e l’amministrazione responsabile non si adegui alle sue raccomandazioni, emette "una dichiarazione di biasimo" che verrà diffusa dai mezzi di comunicazione e, nei casi più gravi, può chiedere l’apertura di un procedimento disciplinare. Il progetto, presentato ieri durante un convegno "Tra custodi e custoditi", svoltosi nella Sala del refettorio della Camera dei deputati, hanno partecipato parlamentari di tutti i settori politici, personalità e addetti ai lavori.

Tutti si sono espressi a favore della iniziativa, auspicando la rapida approvazione in Parlamento della proposta di legge. Giovanni Conso, ex presidente della Corte costituzionale, ha raccomandato che il difensore civico abbia piena facoltà di intervenire "nei commissariati e nelle caserme, cioè nei primissimi momenti del fermo e dell’arresto, che sono quasi sempre i più drammatici soprattutto per chi è alla prima esperienza di questo genere".

Erminia Mazzoni, responsabile giustizia dell’UDC ha osservato che il difensore civico è uno strumento importante per affrontare e avviare a soluzione i nodi chiave del nostro sistema penitenziario per il cui funzionamento l’Italia è stata "bacchettata" dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Antonino Caruso di An, presidente della Commissione giustizia del Senato, ha confermato che maggioranza e opposizione sono d’accordo nella creazione di un organismo che rappresenti "una cerniera istituzionale tra mondo del carcere e realtà esterna".

 

 

 

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