Il SEAC del Veneto si presenta

 

Cos’è il SEAC

 

In origine si chiamava Segretariato Enti Assistenza Carcerati. Cambiato poi in Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario e Territorio.

 

Finalità e obiettivi del SEAC

 

  1. Collegamento tra enti e associazioni di volontariato penitenziario e territorio.

  2. Sensibilizzazione sulle problematiche penitenziarie, adulti e minori.

  3. Iniziative ed interventi di sostegno ed aiuto verso le persone detenute in misura alternativa, ex detenuti/e e le loro famiglie.

  4. Favorire la mediazione tra vittime e autori del reato.

  5. Promuovere e svolgere corsi di formazione ed informazione.

 

Cos’è il coordinatore del SEAC

 

Il Coordinatore Regionale SEAC Veneto ha il ruolo di verificare e promuovere la formazione delle varie associazioni che aderiscono al SEAC, la presenza dei volontari negli Istituti di pena e la presenza dei volontariato nel territorio in collaborazione con il Centro Servizio Sociale Adulti (C.S.S.A.), gli Enti Locali (Comune, Ser.T., Comunità terapeutiche, cooperative di lavoro, etc.) ed il territorio.

 

In Veneto aderiscono al coordinamento SEAC 15 associazioni.

 

Attività del SEAC

 

Durante l’anno si distinguono quattro momenti particolarmente importanti:

  1. Assemblea annuale del SEAC Regione Veneto ad inizio anno;

  2. Seminario di formazione e informazione per tutto il volontariato del triveneto (prima settimana di luglio);

  3. Seminario SEAC Nazionale per tutto il volontariato (a settembre di ogni anno);

  4. Momenti di formazione a livello locale (nelle città).

 

Problematiche

 

Quale importanza oggi ha il volontariato nel carcere.

È provato che il volontariato aiuta a far diminuire la tensione e di conseguenza ad aumentare la sicurezza.

Rivedere, se possibile, gli orari di ingresso. e anche gli spazi di qualche carcere per aiutare maggiormente i volontari nel svolgere sia dei progetti ma anche i colloqui individuali.

Come aiutare il detenuto a muoversi all’interno del carcere: promuovere maggiormente la guida dei detenuti (Che è già pubblicata e presentata in alcuni Istituti) e magari mettere su uno "Sportello di informazioni" interno che aiuti il detenuto nelle sue necessità. È già in programma (e addirittura attuato in qualche carcere non del Veneto) uno "Sportello di ascolto" esterno.

Un problema che stiamo affrontando come volontari e vorremmo arrivare prima o poi ad attuare è di lavorare all’interno del carcere come "gruppo" e non più solo come singolo per garantire maggiore professionalità, sicurezza e qualità nell’operare nei progetti che si affrontano.

Un’altra nostra esigenza è quella di poter (dove si può) collaborare con il cappellano per poter andare incontro a tutte le diversità religiose che si trovano negli Istituti. L’esigenza nasce anche da non suscitare tensione tra le nostre attività e il ruolo e le attività del cappellano.

Come affrontare un discorso di accoglienza delle famiglie dei detenuti all’interno del carcere? (Vedi: ambienti appositi per permette l’incontro tra i detenuti e i loro figli e spazi o aree verdi esterne al carcere)

 

Barbarano Vicentino (VI), 4 ottobre 2002

 

Fra’ Beppe Prioli - Coordinatore Regionale SEAC Veneto

Tel. 347.4115048 (dalle ore 21.00 alle ore 24.00, o lasciare messaggio in segreteria)

 

 

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