Reinserimento a Parma

 

Progetto per il reinserimento sociale di persone che hanno terminato una pena detentiva presso gli II.PP. di Parma

Comune di Parma - Assessorato Servizi Sociali

 

 

Nell’ambito delle azioni finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e degli ex detenuti, l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Parma, in collaborazione con gli Istituti Penitenziari di Parma ed il Centro Servizio Sociale del Ministero della Giustizia di Reggio Emilia, sviluppa interventi tesi a favorire, nella fase successiva al fine pena, il progressivo reinserimento sociale delle persone, attraverso la promozione di percorsi informativi, formativi e di graduale reintegrazione nel mondo del lavoro. In tale contesto si inserisce la messa a disposizione di una soluzione abitativa temporanea, collocata nel tessuto urbano, di cui all’atto di G. Comunale 23/05/02 n. 789 ed alla pagina 6 dell’allegato alla successiva delibera di G.C. 28/10/02 n. 1443 relativa all’insieme dei progetti volti a migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

 

L’équipe interistituzionale

 

Una apposita équipe interistituzionale, composta da una educatrice degli II.PP., una assistente sociale del Centro Servizio Sociale, un funzionario del Servizio Adulti del Comune e la coordinatrice del Servizio Sociale territoriale Adulti del Comune, e l’assistente sociale responsabile del progetto sociale individuale, sviluppa attraverso incontri e contatti periodici, una programmazione concertata che prevede:

la messa a disposizione, da parte della Direzione degli II.PP, con congruo anticipo, dei nominativi dei detenuti prossimi al fine pena per i quali si prevede un probabile inserimento/reinserimento nel tessuto sociale di Parma;

la valutazione congiunta da parte del referente degli educatori degli II.PP. e del referente per gli assistenti sociali del CSSA di singoli casi, per i quali sussistano elementi che facciano ritenere si debba procedere, al momento della conclusione della pena, ad una presa in carico da parte del Servizio Sociale territoriale;

la definizione/condivisione di criteri di riferimento per l’individuazione, fra i dimettendi, dei potenziali "utenti" della struttura;

la conseguente programmazione, da parte dei tre soggetti istituzionali coinvolti, di una progettualità mirata, da cui scaturisca, a conclusione della pena, ove necessario, la presa in carico della persona da parte del Servizio Sociale territoriale della Struttura Operativa Adulti;

il costante monitoraggio delle azioni delle procedure e delle metodologie adottate attraverso periodici incontri di verifica.

 

Il progetto personalizzato

 

L’équipe di lavoro sviluppa un progettualità individualizzata, fondata sulla persona che tenga conto delle caratteristiche comportamentali, attitudinali ecc. Vengono pertanto presi in considerazione:

precedenti inserimenti (lavorativi, abitativi, etc.), in casi di ex detenuti con recidiva, valutandone i possibili motivi di fallimento;

la professionalità posseduta e le reali prospettive di inserimento nel mondo del lavoro, elementi questi ultimi di successo per l’inserimento e la e ridotta stanzialità presso l’alloggio, con un conseguente maggior tasso di turn over per i beneficiari;

il pregresso professionale all’interno/esterno della struttura penitenziaria;

il pregresso comportamentale all’interno del carcere;

le risorse economiche possedute anche in funzione del punto precedente.

Non vengono presi in considerazione i casi di ex detenuti che identificano la permanenza a Parma come una soluzione temporanea e transitoria. In continuità con la fase immediatamente precedente al fine pena, gestita dagli educatori degli II.PP. e dalle assistenti sociali del CSS ed in base alle indicazioni scaturire dalla équipe interistituzionale, il Servizio Sociale territoriale del Servizio Adulti sviluppa nei confronti delle persone dimesse azioni di accompagnamento individuale e personalizzato. Ciò, allo scopo di costruire reali occasioni di reinserimento sociale e di autonomia e di rendere la persona partecipe di un piano di aiuto complessivo che si pone i seguenti obiettivi:

il recupero del senso di autostima attraverso la valorizzazione delle capacità individuali;

il superamento della solitudine attraverso l’attivazione di una rete di solidarietà;

il graduale processo di consolidamento dell’esperienza lavorativa;

il superamento temporaneo del problema abitativo attraverso la possibilità di utilizzare l’alloggio messo a disposizione dal Comune per un periodo limitato in base al progetto individuale;

l’attuazione di una metodologia operativa basata su una corretta integrazione fra piano di aiuto individuale e lavoro di rete.

La conclusione positiva del progetto è segnata dall’uscita dalla casa e dal mutamento delle condizioni di vita della persona (eventuale ripristino legami parentali, accesso all’edilizia privata o ad alloggi ERP).

 

La casa

 

L’alloggio collocato nella rete urbana, e pertanto raggiungibile dalle linee filotranviarie, è disposto su due piani ed è in grado di accogliere due utenti contemporaneamente. È dotato di:

servizi e soggiorno, adibiti a spazio comune;

due camere da letto individuali;

un ampio scantinato (che può essere adibito a laboratorio);

due spazi esterni, un giardino antistante ed un orto retrostante.

È dotato inoltre di contatore gas autonomo. I tempi di permanenza nella struttura vengono di volta in volta definiti in base ai risultati dell’iter progettuale. Si ritiene di poter indicare in un minimo di sei mesi ed un massimo di otto/nove.

 

Prerequisiti per l’ammissione

 

I criteri per l’accesso alla casa rispondono alle seguenti caratteristiche:

la sopravvenuta conclusione della pena presso gli Istituti Penitenziari (dopo il primo anno di sperimentazione, non si esclude a priori la possibilità di fare usufruire della possibilità dell’alloggio anche le persone che sono o possono entrare in regime di affidamento e non solo a fine pena. In questo modo si può favorire la collaborazione e il graduale passaggio delle consegne tra istituzioni della Giustizia e l’Amministrazione Comunale);

assenza di patologie psichiatriche;

assenza di abuso e/o di dipendenza da sostanze;

partecipazione a percorsi formativi e lavorativi che giustifichino la permanenza a Parma;

assenza di rete parentale che costituisca un reale appoggio;

il sussistere di difficili condizioni economiche.

L’ammissione è stabilita dal Dirigente del Servizio Adulti sulla base delle indicazioni dei rappresentati degli II.PP e del CSS e delle conseguenti proposte presentate dalla équipe di lavoro interistituzionale. È importante sottolineare come in questo progetto il lavoro sia un asse portante e un prerequisito fondamentale. In questo senso, a partire dalla fase preliminare all’accesso alla casa, è contemplato un monitoraggio in collaborazione con un esperto in formazione/lavoro, in rappresentanza dell’Ente formativo che sviluppa percorsi all’interno degli II.PP.

Sono inoltre previsti contatti e verifiche con il Centro per l’impiego della Provincia. Norme per la permanenza nella casa Vengono individuate con il coinvolgimento degli ospiti apposite norme di convivenza, di uso degli spazi interni, di uso e manutenzione degli spazi esterni. Questo coinvolgimento assume il valore di sostegno all’autodeterminazione e alle competenze negoziali delle singole persone. Non verrà richiesto un canone per l’affitto.

È previsto il pagamento di una retta mensile che potrà oscillare da un minimo di € 20,00 a un massimo di € 100,00, quale concorso ai costi di finanziamento della struttura per la quale si terrà comunque conto delle caratteristiche e delle reali condizioni finanziarie della persona. È previsto inoltre, da parte degli ospiti, un accantonamento mensile di una cifra che verrà stabilita nell’ambito del progetto individuale. Detta cifra verrà versata in apposito libretto personale per essere utilizzata al momento della conclusione della permanenza nella casa. 2 Riguardo ai dimittendi con problemi di dipendenza, si intendono sviluppare percorsi di accompagnamento post-detenzione specifici.

Entrambe le misure economiche saranno autorizzate dal Dirigente della Struttura Operativa competente prima dell’ingresso Nel corso della prima annualità di attuazione del presente progetto, verrò altresì promossa l’interazione con lo sportello comunale presente dal 12 marzo 2000 all’interno degli II.PP. Si prevede infatti, l’affiancamento del tutor legale con un operatore provvisto di competenze in ambito sociale allo scopo di favorire ulteriormente il rapporto tra l’area trattamentale ed i servizi sociali territoriali.

 

 

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