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L’Associazione "Il Portico" Solidarietà ed intervento contro l’emarginazione
"Il Portico" è un’associazione di volontari che dal 1985 offre i propri servizi nel territorio della Riviera del Brenta e cerca di coniugare l’aiuto immediato e solidale alle persone in difficoltà con l’esigenza di rimuovere le cause del disagio e dell’emarginazione. Nata da un gruppo libero di giovani impegnati nel sociale, l’Associazione ha organizzato negli anni le proprie attività fino alla configurazione attuale così articolata:
Animazione del tempo libero di persone con disabilità o emarginate
"Il Portico" occupa un luogo sociale particolare, uno "snodo" importante, tra la famiglia ed il lavoro: esso corrisponde al cosiddetto "tempo libero" che, per le persone in difficoltà, rappresenta spesso il momento meno liberante e più grigio della giornata. L’associazione opera soprattutto quando altri servizi si fermano e si propone di offrire momenti di incontro ed occasioni esperienziali semplici e significative. Le persone con disabilità che frequentano hanno fragilità di diversa natura con prevalenza del disagio mentale determinato da situazioni emarginanti di vario genere. Il momento dell’accoglienza assume pertanto una particolare importanza e delicatezza. Chiunque arriva deve sentirsi a proprio agio fin dal primo approccio col gruppo: tutti sono impegnati a mantenere il luogo di incontro come un "porto franco", un approdo libero che sciolga il disagio dall'inizio del rapporto umano. L’animazione del tempo libero è indubbiamente l’impegno più consistente sotto il profilo organizzativo. Esso richiede numerosi volontari disponibili ad animare gli incontri infrasettimanali e ad accompagnare le persone durante i consueti viaggi festivi. Le uscite domenicali sono tanto importanti, tanto attese e tanto frequentate che l’associazione ha acquistato due pulmini e una macchina per non lasciare a casa chi non possiede o non può guidare un’ automobile. La condivisione dei momenti di festa e della fatica di progettarli e gestirli senza scadere nella banale gita, cementa le relazioni ed evidenzia capacità inespresse. Spesso chi è uscito da una situazione di difficoltà personale opera come volontario e non è infrequente che disabilità diverse si integrino nella valorizzazione delle potenzialità residue: chi vede e chi cammina accompagna chi non vede e non può muoversi liberamente. E’ questa dimensione di reciprocità solidale che rende difficile distinguere fra assistenti e assistiti, tra soci abili e "disabili", tra sani e "malati". L’animazione della domenica è svolta dai volontari. Essi sono divisi in cinque gruppi: quattro si occupano delle uscite, mentre il quinto gruppo prepara le attività di animazione presso la sede (giochi, film, ecc.). Esiste una commissione attività associative che coordina tutte queste iniziative domenicali e le serate di ogni mercoledì. Il numero di coloro che partecipano con regolarità agli incontri oscilla dalle venti alle quaranta unità a seconda dei giorni e del gradimento delle attività organizzate. I soci, i volontari occasionali ed altri che si impegnano per l’associazione sono circa centotrenta, mentre il gruppo allargato di amici, parenti, collaboratori e simpatizzanti si aggira attorno alle seicento persone che di solito si ritrovano nella festa annuale della seconda domenica di settembre. Nell’ambito dei rapporti interpersonali, gli sforzi dell’associazione si sono concentrati sui seguenti punti:
Accoglienza ed ospitalità temporanea di persone in difficoltà: la "Casa di Ennio"
L’associazione ha ottenuto in usufrutto dalla Caritas di Padova l’immobile di Via Brentabassa 49 e già da anni ospita alcune persone. Quando era vivo Ennio Baldan, il proprietario della casa affetto da sclerosi multipla, le persone accolte integravano l’attività di assistenza dei volontari. In seguito, anche grazie ad una maggiore disponibilità di locali, si è iniziata un’attività di accoglienza che tuttora continua. Nella casa, attualmente, sono accolte una decina di persone con problemi personali diversi, ospitate anche in base ad accordi stipulati con i comuni del territorio. Vi sono inoltre degli immigrati e dei profughi di varia nazionalità ed altre presenze saltuarie di persone senza casa. Una commissione tecnica gestisce l’ospitalità con l’intento di responsabilizzare i soggetti, secondo progetti di affiancamento e integrazione sociale individualizzati. Per garantire un aiuto costante anche nelle ore notturne è stato organizzato un turnover di circa 30 volontari che dormono una volta al mese presso la sede dell’associazione.
Interventi e progetti finalizzati al coinvolgimento di persone, gruppi e istituzioni per la crescita di una cultura dell’integrazione e della giustizia sociale
Gli scopi che l’associazione persegue, contenuti nello statuto, si sintetizzano nella volontà di autentica condivisione dei problemi delle persone emarginate. Ciò significa, innanzitutto, la presa di coscienza delle cause che determinano l’emarginazione e quindi la volontà di rimuoverle intervenendo a livello sociale e personale. E’ difficile stabilire una divisione netta tra "personale" e "sociale", perché siamo consapevoli che seminando l’amicizia e abbattendo l’indifferenza si costruisce una società migliore; viceversa intervenendo nel tessuto politico contro leggi ingiuste, istituzioni molto spesso inadeguate e contro varie forme di violenza, si opera per il bene di ciascun individuo. Al di là di ciò che l’associazione riesce concretamente a fare (invero ancora poco rispetto alle necessità rilevate) queste affermazioni hanno il valore di una dichiarazione di intenti che ogni socio deve fare propria come stile specifico di un impegno che tende a migliorare la società intera e non soltanto a risolvere i problemi personali di singoli individui.
Progetti e altre iniziative
Da vari anni "Il Portico" lavora anche su progetti mirati. In genere essi vengono costruiti sulla base di attività che si stanno svolgendo in modo estemporaneo e che richiedono di essere ordinate, strutturate, ripensate e finanziate. Esse riguardano i differenti settori di intervento: animazione, accoglienza, ospitalità, formazione e i diversi referenti istituzionali: Regione, Ulss, Ministero, comuni, territorio, associazioni ecc. Alcuni progetti si sono conclusi, altri definiscono le attività che continuano a caratterizzare l’impegno quotidiano o periodico dell’associazione. L’associazione ha ottenuto il riconoscimento dell’idoneità professionale e l’autorizzazione al funzionamento rilasciata dall’Ulss 13 Dolo-Mirano al fine di qualificare i servizi offerti. I vari nomi dei progetti sintetizzano gli scopi di ciascun intervento:
Per seguire e migliorare i progetti, si vuole creare un gruppo di studio che esplori le normative e valuti le opportunità offerte da enti pubblici e privati. I progetti sono dunque un momento di riflessione e riorganizzazione delle risposte che l’associazione dà alle diverse emergenze per assicurare continuità e "professionalità" agli interventi attuati. E' stata aperta una sala-internet fornita di ristoro (riservato ai soli soci) con lo scopo di offrire strumenti adeguati per l'accesso ai servizi e per costruire relazioni tra persone richiamate dal comune interesse informatico e da altre opportunità socializzanti. La sala è già stata usata per diverse attività (cineforum, corso di computer, incontri politici e di formazione) e da diversi gruppi (Cai, Acquisto Solidale, Auto-mutuo aiuto). Presso la sede si trova anche una sala prove musicali struttura e organizzata per offrire a gruppi di giovani la possibilità di ritrovarsi e garantire la presenza della "città" presso la nostra sede. Le sale sono attive tutto il giorno. L’Associazione infine mette a disposizione gli spazi dell’immobile per incontri, conferenze, riunioni e feste di altre associazioni, gruppi e persone che lo richiedano, nella consapevolezza e nel rispetto delle nostre finalità di integrazione sociale. Per l’utilizzo dei locali nelle ore serali è stato organizzato un turnover di circa 15 volontari che aprono, gestiscono e chiudono le sale (multimediale, internet, musica). Per valorizzare e dare continuità alle attività descritte l’associazione ha alla proprie dipendenze quattro operatori, due a tempo pieno e due part-time.
Relazioni istituzionali e collaborazioni nel settore privato sociale
Gli interventi della nostra associazione nell’ambito del sociale si sviluppano all’interno delle seguenti relazioni socio istituzionali:
Rapporti con la Regione Veneto:
L’associazione aderisce alla "Carta dei valori del volontariato" e la fa propria
Chiunque lo desiderasse può ritirarne una copia presso la sede dell’associazione. Vengono svolte iniziative di divulgazione della carta stessa. Alcuni soci operano all’interno di altri gruppi o associazioni e coinvolgono "Il Portico" in attività che costituiscono le aperture "planetarie" del nostro impegno sociale. Attività a favore dei Paesi in via di sviluppo: Progetti di cooperazione internazionale (iniziative sostenute da gruppi organizzati come la cooperativa "Arino Solidale" di Arino di Dolo); Contributo al progetto "Jardin de los ninos" per la costruzione di abitazioni, scuole, laboratori e centri di aggregazione e servizi socio culturali e sanitari presso le "villas miserias" della città di Posadas (provincia di Misiones). E’ un impegno che, voluto e condotto in Argentina da un argentino, il nostro amico Emilio Marchi, è nato presso "Il Portico" dove ha tuttora la sede, anche se dal 1988 è sostenuto da un’associazione autonoma (sito internet www.jardin.it ). Il progetto è stato finanziato anche dalla Comunità Europea. Divulgazione e sostegno del progetto di sviluppo alternativo del Mercato equo e solidale in collaborazione con "Bandera Florida" di Mirano, con "El Fontego" di Mestre e con la cooperativa "Arino Solidale" mediante la promozione di prodotti importati direttamente, senza lo sfruttamento di intermediari, dal terzo mondo. L'associazione, assieme ad altri Enti e volontari, ha partecipato alla costituzione de "Il Villaggio Globale", una cooperativa sociale di tipo ‘A’ che si preoccupa di reperire alloggi in affitto o a riscatto per persone socialmente svantaggiate (immigrati, ex-carcerati, disadattati, ecc.). Azione di difesa dei diritti umani: sostegno alle iniziative di "Amnesty International". Iniziative di valore ecologico e inerenti i diritti civili (alimentazione, cicloturismo, associazione di consumatori, ecc..). Finanza etica: l’associazione, socia di Banca Etica, ha aperto uno "sportello" informativo sulla finanza solidale direttamente collegato alla Mag-Venezia. Lo sportello apre tutti i venerdì dalle ore 17.00 alle ore 19.00. Informazione e sensibilizzazione dei giovani al nuovo servizio civile volontario con lo sviluppo di progetti di servizio per i giovani del territorio; attività antimilitarista, riflessione sui problemi della pace, sulle obiezioni di coscienza, la difesa dell’ambiente.
Risorse e finanziamenti
L’associazione non ha alcuna proprietà ma gode dell’usufrutto della "Casa di Ennio". Attualmente il Consiglio Direttivo sta preparando i documenti per ottenere il riconoscimento giuridico da parte della Regione Veneto e vedere così definito l'usufrutto come un bene patrimoniale di cui l'associazione dispone. Le entrate provengono da varie fonti e, in primo luogo, dalle offerte e dalle sottoscrizioni di soci e simpatizzanti. La sottoscrizione prevede il versamento di una quota mensile o semestrale oppure annuale liberamente stabilita dall’offerente. Essendo predeterminata, consente di poter contare su un minimo di entrate sicure. Una quota mensile viene versata come contributo dalle persone ospitate che svolgono un lavoro, in modo da coprire quanto più possibile le notevoli spese per la gestione della casa. Altro denaro proviene da progetti presentati a vari Enti (es. Ministero del Welfare, Regione, Comuni, fondazioni, imprese private) o dalle donazioni di gruppi, società, associazioni. Anche alcune iniziative, come l’organizzazione di feste e di gite, permette di raccogliere parte di quel denaro che finora ci ha consentito di sostenere le spese per la casa, per i pulmini e per gli altri servizi, i rimborsi, ecc.. Alcune persone sono ospitate su accordi con i Comuni del territorio che erogano un contributo per un tempo determinato. Un’ultima fonte di aiuto finanziario è il risparmio ottenuto dalle gratuità o dagli sconti o, ancora, dalle favorevoli dilazioni di pagamento che professionisti, commercianti, artigiani ci fanno sulle prestazioni o sugli articoli da noi acquistati. Il bilancio viene presentato annualmente all’assemblea dei soci e un resoconto sintetico è disponibile in fotocopia per chiunque ne facesse richiesta. Le offerte alla nostra associazione possono essere detratte dall’Irpef nella misura del 19% dell’importo fino ad un massimo di Euro 2.065,83 per le persone fisiche oppure fino a un massimo del 2% del reddito dichiarato per le imprese, così come previsto dall’art. 13 del D.L. 460/97. Per questa detrazione è necessario che vengano conservate le ricevute dei versamenti effettuati tramite conto corrente postale o bancario. Per le offerte effettuate a mezzo bonifico bancario, l’estratto conto ha valore di ricevuta. Le ricevute da noi consegnate hanno soltanto un valore interno: per la nostra contabilità e come garanzia di trasparenza. Per le imprese, inoltre, è possibile fornire cessioni gratuite di beni in esenzione Iva, così come previsto dal Dpr 633/72, art. 10.
Tipologia dell’impegno sociale
La varietà di iniziative svolte dall’associazione, pur coi limiti evidenti "degli uomini e dei mezzi", manifesta uno stile particolare dell'impegno sociale. La molteplicità degli interventi, che all’inizio può essere inevitabilmente dispersiva o di emergenza, viene subito strutturata per essere realizzata con determinazione e con la consapevolezza che ciò costituisce il "taglio" originale del nostro impegno. Un impegno sociale ecologico perché cerca di rispondere ai problemi delle persone nella loro interezza e nel loro ambiente, considerando le molteplici dimensioni: psicologiche, sociali, politiche e personali. Un impegno definibile "ad ampio spettro" perché abbraccia diverse ma significative attività che spaziano dai problemi sulla disabilità a quelli dell’ecologia, dalle tematiche sui diritti umani alla ricerca di un lavoro, dallo svago festivo al gemellaggio di fraternità con persone con disabilità e gli emarginati, dalla difesa dei diritti civili all'uso dei supporti multimediali per diffondere una cultura della responsabilità sociale. I volontari che aderiscono a "Il Portico" sono quasi tutti inserirti in altri gruppi non solo di "amicizia" ma anche di impegno (alcuni svolgono attività in aggregazioni politiche, associazioni culturali, gruppi parrocchiali e movimenti vari). Ciascuno trova necessario ritagliare del tempo per dare vita a questa associazione che desidera mantenere l’aspetto di un gruppo di amici, solidali fra loro e al tempo stesso attenti a tutti quegli "altri" - e sono molti - che per vari motivi vengono considerati "diversi" e, spesso, abbandonati a se stessi o semplicemente dimenticati da chi rincorre unicamente il proprio benessere. D’altra parte queste considerazioni debbono superare il "buon proposito" generico e, incarnandosi nella realtà del territorio della Riviera del Brenta, si concretizzano nella sensibilizzazione delle decine di migliaia di cittadini che qui vivono spesso indifferenti o ignari di quei drammi che si consumano dietro la porta dei vicini di casa. Questi "limiti" territoriali costituiscono in realtà l’ "apertura" e la dimensione del nostro impegno ed anche lo scopo stesso della nascita del gruppo de "Il Portico" il cui obiettivo principale, va ribadito, è quello di sensibilizzare mediante la testimonianza della condivisione. Essa appare infatti come l’unica esperienza che riesca a formare un carattere rispettoso, forte e paziente in grado di sostenere nel tempo anche la lotta, quasi sempre dura e poco gratificante, contro la lentezza o l’ingiustizia delle istituzioni, delle leggi, delle strutture. L’impegno "ad ampio spettro" non è pretesa di esaustività o desiderio di arrivare a fare tutto. E’ un modo socialmente produttivo di affrontare la complessità valorizzando le inclinazioni e le disponibilità di ciascuno rispetto alle infinite richieste umane. E’ predilezione dell’impegno armonico, "artigianale" rispetto a quello specialistico e "industriale". E’ l’arricchimento di stimoli ed occasioni offerte a coloro che incrociano la nostra strada e comprendono che l’umanità migliorerà davvero quando non saranno "pochi" a fare tanto, ma tanti a fare "un poco".
Il Portico
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (O.N.L.U.S.) Via Brentabassa n°49 – 30031 Dolo (VE) Tel. 041/412338 – Fax 041/5134245 E-mail: associazione@il-portico.it Banca Popolare Etica S.c. a r.l. – sede di Padova – c/c 102844 – ABI 05018 – CAB 12100 Conto Corrente Postale n° 14371306 – Poste di Dolo – ABI 07601 – CAB 02000
Presidente: Lorenzo Zuin E-mail: lorenzozuin@il-portico.it
Responsabile della "Casa di Ennio": Pio Mason E-mail: piomason@il-portico.it
Responsabile alle attività associative: Paolo Rizzato E-mail: paolorizzato@il-portico.it
Sito internet del Volontariato Veneziano: www.volontariatoveneziano.it Sito Internet dell’Associazione "Il Portico": www.il-portico.it Progetto Passolungo Accoglienza alternativa alla detenzione carceraria di persone in attesa di giudizio o condannate per reati minori
Premessa
Il presente progetto è mirato alla prevenzione della devianza e all’integrazione sociale di persone in regime di detenzione per reati non gravi. Si pone come intervento innovativo sia rispetto al territorio della Riviera del Brenta, sia all’area di intervento, il settore carcerario, perché assolve ad un compito non coperto da interventi istituzionali. La tipologia dell’intervento è inoltre in linea con le direttive della legge 8 novembre 2000 n.328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" e, soprattutto, con le indicazioni contenute nella recente ridefinizione del protocollo d’intesa tra Ministero di Giustizia e Regione del Veneto, in particolare per quanto riguarda i due presupposti dell’intero sistema di intervento:
Obiettivi
Obiettivo generale:
Obiettivi specifici:
Per raggiungere questi obiettivi, in rapporto alle nostre modeste forze e risorse, pensiamo di non poter operare con più di quattro persone accolte contemporaneamente agli altri ospiti della casa e due giovani in condizione di "messa alla prova".
Filosofia dell’intervento
"Le finalità dell’esecuzione della pena deve essere l’inclusione, e non l’esclusione delle persone" così sostiene Alessandro Margara. Alessandro Margara è considerato uno dei padri della legge Gozzini. Magistrato di Sorveglianza, è stato Direttore del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria. Ora è in pensione, e si occupa con immutata energia della difesa dei diritti delle persone "escluse". Il testo che segue è parte del suo intervento nel dibattito di San Servolo a Venezia: "In una valutazione spontanea che una persona può fare su chi sconta una pena, si dice spesso: è bene che stia in galera, perché solo così impara e solo così, quando uscirà, sarà un’altra cosa, sarà un’altra situazione. Questo discorso può andare bene per chi valuta le cose da fuori, ma mi sembra chiaro che una persona che ha fatto tutta la sua pena in carcere, che è stata dentro per non poco, quando esce non è che trovi le cose molto diverse da quelle che erano prima di entrare. Il discorso, molto più semplice, è che l’inserimento si realizza attraverso un periodo di prova controllata e sostenuta, quello di cui la Corte Costituzionale ci parla." (Tratto da "Polis" n° 88, "Certezza della pena o certezza del recupero?") Come sostiene Alessandro Margara, si deve superare lo stesso, fondamentale concetto di certezza della pena per mirare alla certezza del reinserimento, certezza del recupero e della reintegrazione sociale della persona detenuta. Questa nuova consapevolezza guida il nostro intervento. Dal Piano Regionale dei Servizi alla Persona e alla Comunità 2003-2005, attualmente in discussione presso la Regione Veneto, si estraggono i seguenti dati: "al 31 marzo 2003 nei 10 Istituti di Prevenzione e Pena del Veneto, aventi complessivamente una capienza pari a 1.374 posti, erano presenti 2.472 detenuti, con un indice di sovrappopolazione pari al 79.9% di cui il 93.7% di sesso maschile". Tra i bisogni prioritari di intervento vengono indicati:
Il presente progetto cerca di rispondere a quest’ultimo bisogno, come elemento strategico del percorso di riabilitazione sociale che, troppo frequentemente, si vanifica in questa fase. Le "ricadute", le micidiali recidive, si verificano nel momento finale del processo di reinserimento che azzera senza pietà tutti i precedenti interventi.
Situazione
La nostra associazione offre accoglienza presso la propria sede, a persone in difficoltà come immigrati o senza fissa dimora ed ospita da alcuni anni anche persone che hanno commesso reati di non grave rilevanza penale. Inizialmente costoro erano giovani detenuti che, completato il percorso prescritto presso comunità di accoglienza (come la Cooperativa "Olivotti" di Mira) dovevano affrontare il momento rischioso della libertà riconquistata, senza avere una famiglia accogliente, una casa o una rete di amicizie "sane" che impedisse loro di ricadere negli errori commessi. L’associazione elaborò il "progetto Bruzzico" che aveva lo scopo di favorire quel passaggio delicato e offrì ad alcuni giovani, con positivi risultati, un sostegno prezioso ed insostituibile. L’accreditamento progressivo presso assistenti sociali, CSSA di Venezia e Ser.T. di Dolo, a seguito dei successi ottenuti, ha portato, soprattutto ultimamente, ad allargare la nostra ospitalità ad adulti in regime di libertà vigilata, arresti o detenzione domiciliare con pendenze anche onerose (per accumulo di piccoli reati, in attesa di giudizio o in uscita – permesso premio). Inoltre la nostra associazione, in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, Ufficio Servizio Sociale per Minorenni di Venezia, accoglie giovani (con reati commessi in minore età) durante lo svolgimento delle attività associative con ragazzi diversamente abili. L’associazione non sarebbe attrezzata ad accogliere persone particolarmente problematiche o pericolose, ma si dà il caso sempre più frequente, di adulti disadattati con problemi di alcool o di equilibrio psichico, privi di parenti diretti o allontanati dagli stessi, che hanno commesso una serie consistente di reati minori di diversa natura. Spesso queste persone non trovano accoglienza presso le comunità deputate al reinserimento di ex carcerati perché la tipologia dei reati e l’indole di chi li ha commessi non assume i connotati di particolare pericolosità e la richiesta non è surrogata da sufficiente certificazione. Nell’attuale sovraffollamento delle carceri si tende ancor più a dare precedenza ai detenuti maggiormente problematici, sottovalutando l’effetto destabilizzatore della microcriminalità sul delicato equilibrio sociale.
Analisi del "bisogno", innovativitá del progetto e metodologia dettagliata di raggiungimento degli obiettivi
È emersa pertanto la necessità di costruire un percorso differenziato per questi casi particolari di soggetti con prospettive di accoglienza a lungo termine. La nostra associazione ha sempre offerto ospitalità temporanea limitando a 6 mesi il soggiorno massimo previsto. Alcune eccezioni si sono già verificate (come nel caso di A.C., giovane senza alcun parente perché adottato da due genitori successivamente deceduti), ma sono rimaste tali. Ora si tratta di predisporre l’accoglienza per tempi più lunghi. I due operatori a tempo pieno assunti dalla associazione per integrare il lavoro dei numerosi volontari, svolgono ormai una funzione insostituibile al punto che, a seguito delle nuove accoglienze prolungate, la situazione si è capovolta nel senso che i volontari ora completano con il loro servizio gratuito le attività gestite dagli operatori. D’altro canto l’ospitalità di persone in difficoltà è soltanto una parte delle attività svolte dai volontari. Queste attività prevalentemente di animazione del tempo libero di persone diversamente abili, permettono di arricchire la sede di iniziative e di presenze continue di giovani e adulti e contribuiscono a costruire quel tessuto comunitario di relazioni significative che aiuta notevolmente l’inserimento degli ospiti in restrizione giudiziaria e stempera i conflitti e le tensioni inevitabili nella convivenza comunitaria. La diversificazione delle attività svolte dall’associazione facilita l’integrazione degli ospiti. Nella nuova sala musica insonorizzata si alternano ogni sera decine di giovani che suonano e cantano in gruppo. Quest’attività è una positiva distrazione che crea un clima festoso. Nella sala internet gli ospiti possono accedere alla rete e seguire brevi corsi per l’utilizzo adeguato degli strumenti informatici. Questa possibilità permette agli ospiti di poter accedere a notizie utili (ricerca del lavoro, dell’abitazione, ecc.) e comunicare con altri all’esterno della struttura attraverso l’uso dell’e-mail. Con sempre maggiore frequenza la sala multimediale, dotata di registratori, televisione, amplificatori e maxi schermo è richiesta da gruppi ed associazioni esterne. Gli incontri che si svolgono sono di carattere organizzativo, culturale, formativo e, spesso conviviale. Anche queste presenze e tutte le altre attività collaterali dell’associazione (festa annuale, compleanni, matrimoni, meeting associativi, ecc.) si rivelano occasioni utili per la costruzione di amicizie e relazioni fruttuose. La "collocazione" di soggetti potenzialmente reclusi in contesto aperto e dinamico di partecipazione impegnata o festosa si rivela vincente come modalità di integrazione sociale. In questo contesto, tuttavia, diventa ineludibile la presenza continuativa di un operatore per l’intera giornata, presenza garantita anche di sera e di notte in modo sistematico da un gruppo di 37 volontari. I volontari per il servizio notturno e serale, difficili da reperire, assicurano comunque una presenza costante e ben organizzata. Un ulteriore esigenza è quella del sostegno economico per quei detenuti che non percepiscono un "minimo vitale" per le esigenze strettamente personali e, preferendo ovviamente una situazione alternativa alla reclusione, ma non avendo abitazione, devono essere ospitati e sostenuti in vitto e alloggio (e in altre esigenze particolari quali spese mediche, vestiti, ecc.) fino al momento in cui trovano lavoro o viene loro riconosciuto il domicilio di soccorso dal comune in cui avevano (o hanno) la residenza prima dell’entrata nell’ultimo istituto di pena. Per coloro che sono in carcere da almeno due anni viene assegnata la residenza presso l’istituto di pena con l’enorme difficoltà di far riconoscere il domicilio di soccorso da parte dei comuni. Nei casi citati interviene l’associazione ed eroga a proprie spese parte dei servizi. Infine, questi nuovi casi richiedono una qualificazione dell’intervento dei volontari e la consulenza programmata di esperti esterni come supporto specializzato a operatori e "assistiti". Finora non si sono verificati casi di burn-out tra i nostri volontari e tra gli operatori, ma la contiguità e la condivisone quotidiana degli spazi e dei problemi rischia di produrre livelli pericolosi di stanchezza psicologica. Anche negli ospiti la presenza saltuaria di esperti, spesso volontari (psicologo, avvocato, educatore, medico), non ha consentito di ottenere risultati migliori (prevenzione e controllo dei conflitti; sostegno agli ospiti nella soluzione dei propri problemi legali, psicologici, relazionali, ecc.). Con il progetto "Passo Lungo" questi difetti vengono risolti e l’associazione si appresta a rispondere in modo adeguato alle attuali, inderogabili, esigenze di qualificazione del servizio. Servizio delicato, particolare e innovativo, tipico del terzo settore, perché interviene in un ambito sostanzialmente scoperto strutturando un’attività non più risolvibile con iniziative estemporanee. La nostra esperienza è, inoltre, riproducibile e, per molti aspetti, questa "esportabilità" del modello ne avvalora l’efficacia intrinseca.
Modalitá di valutazione qualitativa
Il sistema di controllo interno, attivato da anni e continuamente aggiornato e riqualificato con positivi risultati, prevede più livelli di monitoraggio delle attività realizzate. Si è costruita una struttura interna, articolata in commissioni e gruppi di lavoro secondo tempi e composizioni funzionali. Si allega al presente progetto una tabella riassuntiva della struttura gestionale per la verifica qualitativa degli interventi (Allegato A). Agli incontri evidenziati nella tabella si aggiungano le relazioni richieste da noi agli stessi ospiti. Queste storie individuali, ordinatamente raccolte, sono documenti essenziali di valutazione non autoreferenziale del progetto. Gli operatori compilano giornalmente le schede di lavoro con osservazioni personali. Le schede sono archiviate in sede.
Destinatari
I casi di detenuti nella situazione descritta sono a noi presentati dagli assistenti sociali dei comuni o dai Servizi Sociali carcerari. La caratteristica qualificante del nostro intervento, dal punto di vista metodologico, è il piccolo gruppo. I detenuti vengono inseriti in una realtà coabitativa dove la gestione è di tipo comunitario e il numero massimo dei componenti è una decina di persone. Il progetto è pensato per l’inserimento massimo di quattro detenuti maschi, a seconda delle richieste pervenute. Gli interventi degli operatori e dei volontari sono costantemente proiettati verso la crescita dell’autonomia e della responsabilità personale dei soggetti. Fin dove è possibile si favorisce l’autogestione degli spazi e dei tempi. Le attività domestiche, dalla colazione alla cena, dalle pulizie quotidiane a quelle settimanali e mensili, sono regolate da tabelle che stabiliscono turni e competenze. L’attività degli operatori e dei volontari è definibile – secondo il modello del sociologo Luigi Gui – come "affiancamento" alla persona, con lo scopo di camminare assieme nel percorso di riappropriazione gestionale e progettuale della propria quotidianità. A questo proposito è importante rilevare come ciascun ospite ritagli progressivamente un proprio spazio e una propria "specializzazione" all’interno delle molteplici attività della casa. Questa identità viene rinforzata dagli affiancatori che valorizzano i diversi orientamenti. A. si occupa prevalentemente della cucina; B. della pulizia dei cortili; C. dell’officina e delle piccole manutenzioni; D. degli acquisti e della guida del pulmino; ecc… L’efficacia di una piccola comunità ordinata e autogestita per il ri-consolidamento graduale delle norme sociali, è ormai un fatto riconosciuto, soprattutto se questa comunità ristretta è inserita all’interno di una realtà associata più vasta e tuttavia sensibile, fortemente motivata all’aiuto verso queste persone per la ricostruzione della rete di relazioni umane. Il progetto prevede inoltre l’accoglienza e la partecipazione alle attività associative di due giovani (con reati commessi in minore età). Questa possibilità, offerta a ragazzi presentati dall’Ufficio Servizio Sociale per Minorenni di Venezia del Ministero di Grazia e Giustizia, permette loro un approccio in un ambiente "sicuro" dove poter iniziare delle nuove amicizie e riscattare gli errori commessi. I giovani vengono integrati nelle attività di animazione delle persone diversamente abili frequentanti l’associazione e il costante impegno e disponibilità diventa metodo educativo stimabile e apprezzabile per coloro che abbisognano di una "nuova" integrazione sociale.
Numero, qualifica e compiti dei volontari impegnati nel progetto
Presso la sede dell'associazione "Il Portico" sono accolte varie persone, già ben integrate nel territorio e nell'associazione. Costoro costituiranno la "famiglia" nella quale verranno ad inserirsi i nuovi arrivati. Vi è comunque il supporto continuo di volontari esperti per esperienza o professione. Si allega al presente progetto una tabella riassuntiva dei volontari impiegati nel progetto (Allegato B). Come si evince dalla tabella l’ammontare delle ore mensili offerte dai volontari all’interno del progetto è pari a 445.
Attrezzature utilizzate nel progetto
L’associazione dispone presso la propria sede di una sala multimediale polivalente e di una sala-bar-internet. Esse offrono varie possibilità di incontro e di svago ed altre occasioni di diverso carattere culturale. Le attrezzature, anche sofisticate, (5 computer in linea, proiettore per megaschermo, DVD) saranno valorizzate per le finalità del progetto assieme alla sala insonorizzata per la produzione e l’ascolto musicale. Oltre a questi mezzi, l’associazione mette a disposizione i propri ambienti e i propri mezzi d’uso quotidiano, in particolare i due pulmini per il trasporto di persone, strumenti utilissimi anche per la socializzazione durante le uscite festive. Per il presente progetto si prevede di sostituire due computer presenti nella sala-bar-internet e attrezzarla maggiormente con altre apparecchiature. Vi sarà inoltre la necessità di acquistare mobili e armadi per le camere e per i luoghi comuni.
Tempi previsti per la realizzazione del progetto
Indicazione e qualificazione del responsabile del progetto
Gozzo Alessandro, docente di Scienze Sociali e dell’Educazione nella scuola superiore e Supervisore di tirocinio alla Scuola Interateneo di Specializzazione del Veneto (SSIS) presso Ca’ Foscari.
Collegamento con altre realtà istituzionali
La nostra associazione è iscritta
Questi contatti permettono il continuo aggiornamento sulle problematiche di settore.
Nello specifico del presente progetto, l’Associazione ha attivato i seguenti contatti:
Dolo, 18 luglio 2003 Il Presidente, Lorenzo Zuin
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