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La persona umana è il massimo valore a motivo della sua intelligenza e libera volontà, dello spirito immortale che la anima e del destino che l'attende. La sua dignità non può essere svalorizzata, snaturata o alienata nemmeno dal peggior male che l'uomo, singolo o associato, possa compiere. L'errore indebolisce e deturpa la personalità dell'individuo, ma non la nega, non la distrugge, non la declassa al regno animale, inferiore all'umano. Ogni persona è parte viva e solidale della comunità civile; distaccare chi compie un reato dal corpo sociale, disconoscerlo, emarginarlo, fino addirittura alla pena di morte, sono azioni che non favoriscono il bene comune, ma lo feriscono. La legge e le istituzioni penali di una società democratica hanno senso se sono tese al ricupero di chi ha sbagliato, se operano in funzione dell'affermazione e sviluppo della sua dignità. Promovendo
il senso della dignità umana - per cui nessun uomo merita di essere
emarginato per sempre, ma occorre sperare nella sua capacità di ripresa, di
rieducazione - non si incoraggia forse il male? Non si trattano alla stessa
stregua la vittima e il carnefice? Spesso mi domando: le leggi, le istituzioni, i cittadini, i cristiani credono davvero che nell'uomo detenuto per un reato c'è una persona da rispettare, salvare, promuovere, educare? Per quanto riguarda le istituzioni, ci vogliono certamente leggi e ordinamenti che difendono e assicurano il rispetto della vita e dell'incolumità di tutti i cittadini. La sicurezza va garantita. Se tuttavia ci confrontiamo con l'esperienza di chi sta in carcere e di chi sta accanto ai carcerati, scopriamo con amarezza e delusione che la realtà carceraria in Italia (e anche altrove!) spesso non contribuisce al ricupero della persona. Per
un vescovo quella del carcere e dei carcerati è un'esperienza fondamentale e
doverosa, perché risuona anche nell'oggi la parola di Gesù: «Ero in carcere
e siete venuti a visitarmi» (Mt 25,36). La carcerazione deve essere un intervento funzionale e di emergenza, quale stremo rimedio temporaneo ma necessario per arginare una violenza gratuita e ingiusta, impazzita e disumana, per fermare colui che, afferrato da un istinto egoistico e distruttivo, ha perso il controllo di se stesso, calpesta i valori sacri della vita e delle persone, e il senso della convivenza sociale... Siamo
molto lontani dalla comunità perfetta a cui punta il Vangelo, e quindi
abbiamo bisogno di strutture di deterrenza e di contenimento.
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