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La storia dell’associazione Il Bivacco inizia oltre dieci anni fa, nel 1989, quando un ristretto gruppo di persone, legate da rapporti di amicizia ed da comuni esperienze di volontariato nel campo dell’handicap, sceglie di occuparsi di detenuti ristretti nella Casa di Reclusione di Milano - Opera. Una ragazza non deambulante ha un fratello agli arresti domiciliari: risulta spontaneo ricercare i modi per aiutarlo a riprendere un percorso rinnovato di vita. Si tratta di un diverso tipo di problematica rispetto all’handicap, di un nuovo mondo. Rapportarsi con una istituzione totalizzante come il carcere è difficile, la nuova realtà è piena di contraddizioni e pone interrogativi inquietanti. Il carcere appare da subito come la rappresentazione più autentica dei problemi sociali irrisolti, il luogo dove spesso relegare i figli del disagio, delle famiglie inesistenti, della scuola da sempre formatrice di orizzonti ideali e dell’insufficienza dei servizi assistenziali. Si tenta, spinti solo dalla buona volontà, di creare un collegamento tra il carcere ed il mondo libero; alle spalle non c’è ancora alcuna struttura ben definita. Costruire relazioni significative con persone detenute, senza una valida organizzazione, non ha speranza di continuità e di efficacia. Manca un confronto sistematico e la possibilità di avere tenuta nel tempo, con il rischio di creare illusioni e false aspettative.
Nel 1991 prende formalmente vita l’associazione Il Bivacco, dandosi un proprio statuto. E’ una fase in cui l’impegno degli associati è soprattutto quello di garantire la presenza all’interno del carcere: colloqui con i detenuti, disbrigo di pratiche burocratiche, organizzazione di attività artigianali e ludiche, promozione di incontri e di scambi tra detenuti e persone impegnate nel sociale o in politica, costruzione di un rapporto di confronto/collaborazione con la Direzione del carcere. La presenza in carcere è sì un’azione prioritaria, ma non è sufficiente se la finalità dell’associazione vuole essere quella di "restituire" il carcere al territorio.
Dall’estate del 1992 quattro ergastolani, detenuti nella Casa di Reclusione di Milano - Opera, lavorano al computer traducendo su floppy disk libri ad uso dei ciechi e dei disabili in genere. E’ questa una particolare attività che Il Bivacco ha sostenuto ed ha collaborato a sviluppare. Che quest’idea sia venuta in mente ad alcuni ergastolani non è casuale. Anche i primi testi in braille, una ottantina d’anni fa, furono preparati da amanuensi reclusi nel carcere di Marassi (Genova). E questa attività da "amanuensi informatici" è rivolta proprio a chi non può usare gli occhi o le mani per leggere: ciechi, persone costrette all’immobilità nel corpo. Il testo computerizzato ha bisogno di varie modifiche rispetto al modo in cui è impostato per i "normodotati". La struttura tradizionale del testo risponde ad una logica visiva e presuppone l’utilizzo delle mani. In questo senso tecnico, i quattro ergastolani non sono semplici amanuensi, ma dei rielaboratori di testi: da una logica visiva a una logica che sia insieme tattile, uditiva e visiva. Diversamente dal libro tradizionale, il libro elettronico così concepito non può trovare una diffusione sufficiente per attirare investitori, in quanto interessa esclusivamente una minoranza di persone. L’impossibilità di trarre profitti rappresenta la principale difficoltà a migliorare le condizioni di dialogo e di comunicazione delle persone disabili. Ciò dimostra che ogni disabilità è relativa: sono certe condizioni sociali o "disattenzioni culturali" facilmente superabili a determinare un sovrappiù di handicap. Allo svantaggio fisico si aggiunge l’ulteriore handicap nella comunicazione che diventa particolarmente grave quando impedisce o limita fortemente la lettura. All’handicap fisico si sovrappone, come nel nostro caso, una condizione di "prigionia" determinata da ragioni culturali e sociali. Il Bivacco offre attualmente oltre 1.300 opere, rese già disponibili all’Unione Italiana Ciechi e ad altre associazioni di disabili.
Nel 1994, uno dei soci fondatori rende disponibile, presso la propria abitazione, un monolocale che rappresenterà, sino al 1996, l’unica possibilità per l’associazione di accogliere detenuti in permesso premiale. L’accoglienza non è solo disponibilità di alloggio, ma offerta di opportunità per percorrere insieme un nuovo cammino. Nello stesso anno l’associazione procede all’iscrizione nel Registro Regionale del Volontariato al fine di poter strutturare rapporti con l’Ente Pubblico che rendano più qualificato il proprio intervento.
Nel 1997 l'Associazione si è fatta ente promotore e gestore di un progetto di sperimentazione di servizi innovativi nella costruzione di politiche sociali rivolte al reinserimento di persone detenute ed ex detenute, dal titolo "Carcere e territorio: a porte aperte", approvato e sostenuto dalla Regione Lombardia. A tal fine, è entrata in funzione una nuova sede che ospita una Casa di Accoglienza per i detenuti in permesso premiale ed ex detenuti sprovvisti di altra idonea possibilità abitativa ed un Centro Servizi che ha sostenuto la riattivazione della Cooperativa Sociale Soligraf.
Nella Casa di Accoglienza il detenuto incontra una "comunità", delle opportunità lavorative, delle relazioni di aiuto che gli restituiscono parte di una nuova identità sociale, affidabilità, competenza, fiducia che gli consentono di esprimersi in contesti di "normalità".
Il Centro Servizi, quale centrale di coordinamento per un concreto reinserimento dei detenuti, vede tra i suoi principali obiettivi quello di creare collegamenti strutturati tra il carcere e i soggetti esistenti sul territorio, quali le pubbliche istituzioni, la comunità civile e le risorse di volontariato ed imprenditoriali, al fine di sollecitarne ed organizzarne la partecipazione all’azione rieducativa. Il lavoro di accoglienza e di accompagnamento, supportato e condiviso dalla Caritas Ambrosiana, è realizzato all’interno di un progetto a respiro regionale che vede Il Bivacco co-protagonista, unitamente ad altre realtà di volontariato ed istituzionali.
Nel 1999 l’Associazione ha realizzato, con il contributo del Comune di Milano, il progetto "Oltre il muro" che aveva come proprio obiettivo quello di individuare percorsi di accompagnamento educativo e di accoglienza per il reinserimento sociale e lavorativo di ex detenuti e di detenuti ammessi alle misure alternative alla pena detentiva.
Al fine di meglio qualificare l’intervento/azione in questa specifica area del disagio, il Centro Servizi de Il Bivacco ha presentato, nell’anno 2000/01 un progetto denominato "Carcere: percorsi di tutoring", che ha trovato sostegno nella sua realizzazione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La finalità del progetto è quella di restituire alla comunità persone socialmente competenti, capaci cioè di individuare modalità di emancipazione personale attraverso azioni diverse da quelle illecite. Tale finalità si sviluppa mediante l'individuazione di un percorso di tutoring mirato al reinserimento sociale e lavorativo di ex detenuti e di detenuti che siano ammessi alle misure alternative alla pena detentiva. In questo contesto la figura del tutor (appositamente selezionata a seguito di un corso di formazione) si definisce attraverso la funzione dell'accompagnamento alla persona nella fase di reinserimento nell'ambito della collettività. Chi esce dal carcere deve ricostruire relazioni precedenti troncate dalla detenzione, mantenere relazioni di carattere istituzionale, sviluppare nuove relazioni interpersonali nella comunità civile.
In collaborazione con AiBi –Associazione Amici dei Bambini, nel corso dell’anno 2002 è stato presentato e finanziato dalla ASL Milano 2 il progetto "Papà è via per lavoro": percorsi sperimentali di sostegno a genitori detenuti e ai loro figli nel rinforzo delle relazioni familiari. L’iniziativa intende promuovere la crescita armonica di quei minori che vivono l’esperienza di detenzione di uno o entrambi i genitori, garantendo un supporto sia ai figli (attraverso un servizio di tutoring) sia ai genitori detenuti e all’intero nucleo familiare, promuovendo attività di sensibilizzazione e accompagnamento circa i loro compiti sociali ed educativi. Viene rilevato come importante sotto-obiettivo la sensibilizzazione del contesto scolastico e sociale nel quale i minori sono inseriti, favorendo attività di prevenzione e/o risoluzione di eventuali temporanee situazioni di emarginazione e problemi di carattere scolastico e/o sociale.
Sempre nell’anno 2002 l’Associazione ha presentato alla Provincia di Milano il progetto "Sbarre multietniche" che è stato accolto e finanziato. Il progetto prevede la sperimentazione di servizi innovativi rivolti al reinserimento sociale e lavorativo di persone extracomunitarie detenute e ex detenute prive di altre possibilità.
Per perfezionare la formazione dei tutors interni all’Associazione e reperire nuove risorse, inoltre, il 19 ottobre prenderà avvio il corso di formazione "Carcere e lavoro: il tutor dell’inserimento lavorativo" organizzato dall’Associazione Il Bivacco in collaborazione con CIESSEVI, Diaconia, Agenzia di Solidarietà per il lavoro e C.I.A.O. Tipologia e numero soci
13 soci operatori, 5 soci ordinari, 1 socio benemerito e 27 simpatizzanti.
Risorse qualificate interne all’Associazione
n.1 mediatore culturale n.2 educatori n.5 tutor dell’accompagnamento n.2 tutor dell’inserimento lavorativo n.1 coordinatore
Risorse qualificate esterne all’Associazione
n.1 criminologo n.1 orientatore n.1 psicologo n.1 assistente sociale
Accoglienza negli anni 1999-2001
In media per ogni anno sono state ospitate le seguenti tipologie di utenza: detenuti in permesso premiale n. 20 (giorni presenza n. 210) detenute in permesso premiale n. 05 (giorni presenza n. 65) detenuti ammessi al lavoro all’esterno (art. 21 O.P.) n. 04 (tutto l’anno) detenuti in affidamento in prova n. 04 (tutto l’anno) persone in libertà controllata n. 01 (tutto l’anno) persone in licenza internate in case di lavoro n. 01 (tutto l’anno) liberati dal carcere n. 06 (tutto l’anno)
Carcere di provenienza: Milano – Opera, Milano S. Vittore, Pavia, Monza, Vigevano, Piacenza, Como, Vercelli, Sulmona, Saliceto di S. Giuliano, Mamone, Fossombrone, Terni e Porto Azzurro.
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