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Newsletter numero 15 dell'Associazione "Antigone" a cura di Nunzia Bossa e Patrizio Gonnella
L’Editoriale: La giustizia sciopera, di Arturo Salerni
È stata già approvata da un ramo del Parlamento la proposta di riforma complessiva dell’impianto costituzionale, che incide in modo particolare e significativo sull’equilibrio tra i diversi poteri (centrali e locali, legislativo ed esecutivo). L’iter di revisione è ancora all’inizio, occorrendo una doppia lettura da parte di ognuna delle Camere, ma già viene sollevata da parte dell’opposizione e da tante voci della cultura giuridica e democratica l’ipotesi referendaria, prevista dall’art. 138 della Costituzione, per impedire questo passaggio e le sue inevitabili ricadute sul complessivo sistema delle garanzie riconosciute ai cittadini. In questo contesto, la riforma dell’ordinamento giudiziario – che viene introdotta da una legge ordinaria ma che ha un indubbio rilievo sul piano del concreto esercizio del potere giudiziario - rappresenta un attacco importante all’attuale sistema ed un concreto pericolo per le garanzie di indipendenza, imparzialità e corretto esercizio del potere giurisdizionale che, solennemente sancite dal titolo IV della parte seconda della Costituzione, possono operare concretamente soltanto se ancorate ad una legge sull’ordinamento giudiziario coerente con il disegno costituzionale. La riforma dell’ordinamento giudiziario portata avanti dalla maggioranza di centro-destra si colloca in un quadro di stravolgimento del pluralismo istituzionale, della eguaglianza, della libertà e della partecipazione, stravolgimento che costituisce il momento centrale e portante del progetto di riforma del modello di Stato oggi in discussione. In questo senso la nuova massiccia mobilitazione della magistratura non può essere certamente vista come una difesa corporativa dello status quo. Impedire lo stravolgimento delle regole non significa peraltro sottovalutare i limiti del nostro sistema giudiziario e le sue ricadute sulla domanda di giustizia e di tutela dei diritti. L’intervento legislativo sull’ordinamento giudiziario che sta per essere varato, nonostante qualche crepa e contraddizione sia affiorata all’interno della stessa maggioranza parlamentare, impedisce l’avvio di un serio tentativo riformatore e mette in discussione i meccanismi indispensabili perché si possa giungere ad un accresciuta trasparenza nell’esercizio dei poteri giudiziari e ad una piena indipendenza dei giudici da ogni condizionamento da poteri superiori, compresi quelli di natura gerarchica. Anzi, limitando la libertà di espressione e associazione dei magistrati, rafforzando le gerarchie interne ed addirittura vietando i contatti fra i Pubblici Ministeri e la stampa, la riforma introduce il principio dell’opacità nella gestione degli uffici giudiziari ed apre la strada al ritorno di quei porti delle nebbie che hanno caratterizzato e condizionato lunghi decenni della vita politica del nostro paese. Si mira in buona sostanza a neutralizzare una funzione indispensabile della giurisdizione che è quella volta ad assicurare il controllo pieno ed effettivo della legalità nei confronti del potere ed a tutela dei diritti individuali e collettivi dei cittadini. Quello che emerge è un disegno che rischia di incidere non soltanto sulla giustizia, quanto sull’intero sistema democratico e di stravolgere il modello pluralista concepito dai costituenti. Si è volutamente ignorata la voce delle diverse componenti della magistratura, le quali hanno puntualmente evidenziato che l’attenuazione dell’indipendenza della magistratura non incide tanto su un privilegio quanto su una condizione essenziale per un esercizio della giurisdizione equilibrato ed improntato al principio dell’uguaglianza. Non è certo per questa via che si può giungere ad una maggiore efficienza, e questo dato pare condiviso anche dalle rappresentanze dell’avvocatura, ed è presente nella proclamazione delle giornate di astensione dalle udienze del 24 e del 25 novembre. Restano evidentemente le fondamentali diversità di opinione tra la magistratura e le Camere penali sulla questione della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, ma si coglie una consapevolezza diffusa sul fatto che l’attuale azione di riforma mira piuttosto ad ingabbiare la funzione giurisdizionale che ad aprire un effettivo ed ormai indifferibile percorso di cambiamento.
Osservatorio Parlamentare, a cura di Francesca D’Elia
Verso la modifica l’art. 67 dell’ordinamento penitenziario: la Commissione Giustizia di Montecitorio lavora su una proposta di legge tesa ad ampliare l’elenco dei soggetti che possono visitare le carceri senza autorizzazione
La commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha avviato il dibattito sulla proposta, presentata dall’on. Realacci (Margherita), tesa ad includere tra le figure che - ai sensi dell’art. 67 dell’Ordinamento Penitenziario - possono visitare gli istituti di pena senza autorizzazione, i presidenti delle province e i sindaci. Attualmente gli stessi, seppur competenti in molte materie relative alle condizioni del detenuti, quali la sanità, l’edilizia, la formazione professionale (e dunque il reinserimento lavorativo), non possono infatti accedere negli istituti se non previa apposita autorizzazione del magistrato di sorveglianza su parere del direttore del carcere. Nel confronto, ancora in corso, si è discusso inoltre della possibilità di prevedere che i garanti istituiti da Regioni, Province e Comuni possano accedere all’istituto penitenziario, previa comunicazione al magistrato di sorveglianza. L’on. Carboni, infatti, avrebbe rivisto – su sollecitazione del sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino - il suo originario emendamento diretto a favorire l’accesso dei garanti senza alcuna preventiva autorizzazione. Ma in merito sono emerse valutazioni discordanti, anche se ampiamente condivisa è la tesi di un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali per ridurre i disagi dei detenuti. Il Presidente della Commissione Giustizia, Gaetano Pecorella, ha rilevato che la competenza legislativa in materia di sicurezza ed ordine pubblico è esclusivamente statale e, quindi, riconoscere potere di accesso senza autorizzazione nelle carceri a soggetti individuati da Regioni o Enti Locali, potrebbe presentare profili di illegittimità costituzionale. L’esame, rinviato per ulteriori approfondimenti, riprenderà in settimana.
Avviato l’esame del ddl Fini sulle droghe
In data 18 novembre, nelle commissioni congiunte Giustizia e Sanità del Senato, è stato avviato l’esame della proposta di legge Fini sulle droghe. Sul provvedimento, preannunciato tre anni fa dal vicepremier, e varato circa un anno fa dal Consiglio dei Ministri, è acceso lo scontro tra maggioranza e opposizione: Alleanza Nazionale ha chiesto tempi strettissimi per l’esame del provvedimento e il centrosinistra ha cominciato a praticare ostruzionismo, chiedendo il rinvio dell’esame del testo. Nella riunione delle commissioni congiunte, il provvedimento è stato illustrato dai due relatori, il Sen. Francesco Tirelli (Lega) e il Sen. Flavio Tredese (Forza Italia), i quali hanno annunciato che sarà svolto anche un ampio giro di audizioni. Il presidente della commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini, di Forza Italia, frena sulla possibilità di un’approvazione rapida del provvedimento.
Gli stanziamenti (esigui) per garantire il diritto alla salute in carcere nella Finanziaria 2005
Stretta sui fondi destinati alla sanità penitenziaria che, già esigui, nelle previsioni della Legge Finanziaria 2005 si attestano intorno agli 87 milioni di euro (circa 13 milioni di euro in meno rispetto alle previsioni assestate per il 2004). L’emendamento a firma degli On. Pepe, Bondi, Lucidi, Maura, Cossutta, Finocchiaro, Marino, Fanfani, Cento, Pisapia, Buemi, Mantini, Siniscalchi, Ruta, Annunziata, Bonito, Carboni, Kessler, Duilio, approvato in Aula il 9 novembre - e che, in particolare, prevede lo stanziamento di ulteriori 5 milioni di euro a favore della sanità penitenziaria - è sicuramente un passo importante, ma non rende purtroppo adeguato uno stanziamento che, soprattutto in considerazione dell’emergenza carceri, continua ad essere insufficiente. Per quanto riguarda lo specifico della prevenzione e della cura dei detenuti affetti da Aids, del trattamento socio-sanitario, del recupero e del successivo reinserimento dei detenuti tossicodipendenti sono previsti circa 5,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2005-2006-2007 (l’entità del finanziamento conferma quanto previsto dalla finanziaria 2004).
"Antigone in carcere" - Terzo Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia
È appena uscito il nuovo Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia. Il volume, dal titolo Antigone in carcere, è edito da Carocci ed è a cura di Beppe Mosconi e Claudio Sarzotti. È possibile acquistarlo presso tutte le librerie, nonché presso la sede dell’associazione Antigone di Via G. Modena, 95 a Roma. Il libro è il frutto del paziente lavoro degli osservatori dell’associazione che per due anni hanno visitato oltre 95 istituti di pena in tutta Italia. Attraverso le relazioni che ogni osservatore ha prodotto, è stato possibile realizzare i 12 capitoli di cui è composto il libro. Vediamo brevemente quali sono gli argomenti ivi trattati. I curatori del volume, Mosconi e Sarzotti, hanno scritto, rispettivamente, il primo ed il secondo capitolo del testo; l’uno occupandosi de "Le cifre del controllo", l’altro de "La pena detentiva in Europa: i numeri e le politiche penitenziarie". Gli altri autori, che non citiamo soltanto per brevità, si sono occupati, nei restanti capitoli, di edilizia penitenziaria, piani di intervento ordinario e straordinario e condizioni igienico-sanitarie delle strutture carcerarie; della quotidianità detentiva, di come, cioè, si vive ogni giorno in carcere; i capitoli centrali del libro, invece, fanno il punto su: sanità, ‘trattamento’ e lavoro, tematiche di estrema importanza, ognuna delle quali ha meritato un approfondimento a sé; lo stesso discorso vale per particolari categorie di detenuti, nello specifico: donne, stranieri e minori, a ognuna di queste tipologie di popolazione detenuta, è dedicato un discorso a parte nel Rapporto; un capitolo è poi dedicato agli eventi critici accaduti nelle carceri del nostro paese e un altro ancora getta uno sguardo su due storie che invece non riguardano l’Italia, ma sono state sintetizzate nel volume in quanto particolarmente gravi. In ultimo, ma non ultima, citiamo, paradossalmente, la prefazione, che è di Stefano Anastasia, Presidente di Antigone Nazionale, dalla quale riportiamo alcuni estratti, per inquadrare il senso complessivo di questo lavoro che cerca di fare il punto della situazione del sistema carcerario italiano. "(…) Dunque, a che punto siamo? Senza troppi giri di parole, dobbiamo dire che il sistema dell’esecuzione penale e della privazione della libertà in Italia sembra precipitato in un pozzo senza fondo. Abbandonate a se stesse, le carceri italiane sono tornate – senza retorica e falsi infingimenti – a essere pura sofferenza, pena per la pena, senza neanche più quelle "pietose bugie" (la finalità rieducativa della pena, la missione trattamentale dell’istituzione, il reinserimento dei detenuti, ecc.) di cui qualche tempo fa tra noi discutevamo. In carcere ci si va perché si deve e non resta che contare i giorni, sperando di cavarsela in buona salute. Come nelle vecchie favole, "c’era una volta" è l’incipit di alcuni dei capitoli che seguono: c’era una volta il trattamento, c’era una volta la sanità penitenziaria, c’era una volta …. Ad oggi, non c’è più niente, salvo – s’intende – i muri e le sbarre, i controllati e i controllori. (…)" "(…). Due però sono i segnali opposti che meritano di essere rilevati: la popolazione detenuta ha smesso di crescere a dismisura, mentre le Regioni e gli Enti Locali hanno mostrato una nuova e crescente assunzione di responsabilità verso il mondo dell’esecuzione penale. A prescindere dagli effetti del cosiddetto "indultino" (il topolino partorito da anni di discussione intorno a un generale provvedimento di clemenza), nonostante l’aggravata tendenza della nostra legislazione a indurre nella illegalità gli immigrati, nonostante i pericolosi propositi di riforma della legislazione sulle droghe, la popolazione detenuta non sembra più crescere al ritmo degli anni passati. Costretta la destra al governo a dire che tutto va bene, saggia la sinistra – salvo qualche scivolone giornalistico – a non fomentare la polemica sulla presunta "insicurezza urbana", il sistema ha trovato un equilibrio quantitativo, ancora oltre il livello di guardia del sovraffollamento, certo, ma almeno relativamente stabile. Intanto, dicevamo, le Regioni e gli Enti Locali mostrano nuova attenzione e sensibilità. L’istituzione dei garanti dei detenuti a livello locale e regionale indica una disponibilità alla corresponsabilizzazione nella gestione del sistema dell’esecuzione penale che va colta e valorizzata. Se i tagli ai trasferimenti e alle spese sociali decisi centralmente non ne soffocheranno le capacità di iniziativa, si va finalmente delineando un sistema complesso di governo dell’esecuzione penale di cui il momento custodiale governato dal Ministero della Giustizia può essere un tassello, essenziale, ma non esclusivo. Attraverso l’assunzione di responsabilità delle Regioni e degli Enti Locali nei confronti della popolazione detenuta si può forse immaginare un futuro diverso per questo mondo, un futuro che rovesci quella tendenza consolidata a fare di ogni problema sociale un problema di politica criminale. "Dal penale al sociale" abbiamo detto in buona compagnia, a proposito delle alternative alle politiche repressive nei confronti dei consumatori di droghe. "Dal penale al sociale", questa è l’inversione di rotta che il mondo del carcere, dell’esecuzione penale, della privazione della libertà chiede a chi ha orecchie per sentire e intelligenza per capire."
Le Iniziative di Antigone, a cura della Redazione
Venerdì 3 e sabato 4 dicembre - Firenze, Palazzo Vecchio, Sala dè Dugento due giornate dedicate al tema: Del carcere solo questo sappiamo, ciò che non è, ciò che non vogliamo. A cura di: Regione Toscana - Assessorato alle Politiche sociali; Comune di Firenze - Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale; Fondazione Michelucci. Segue il programma dettagliato delle giornate: Venerdì 3 dicembre - ore 10.00: Osservatorio sugli Istituti penitenziari della Toscana Introduzioni: Angelo Passaleva - Assessore Politiche sociali della Regione Toscana; Alessandro Margara - Presidente Fondazione Michelacci; Roberto Grippo - Direttore CSSA di Firenze; Vincenzo Sapere - Presidente Tribunale di Sorveglianza di Firenze. Relazioni: Saverio Migliori - Fondazione Michelucci: L’Osservatorio sugli istituti penitenziari della Toscana; Nedo Baracani - Università di Firenze: La commissione regionale di consulenza e supporto sulle attività sperimentali e le ricerche sul trattamento; Patrizia Meringolo - Università di Firenze: Le interviste ai detenuti: la percezione soggettiva del trattamento. Conclusioni: Massimo De Pascalis - Provveditore Amm. penitenziaria Toscana. Dibattito Buffet preparato dalle detenute della Casa circondariale di Empoli. Nel corso del pomeriggio verrà proiettato un filmato, realizzato da Fabbrica Europa, sulle attività dei detenuti a Sollicciano; in seguito Cinzia Labriola interpreterà un monologo da lei stessa scritto, Il mondo dei grandi. Il monologo fa parte dello spettacolo "Novelle per una vita novella", allestito alla sezione femminile di Sollicciano dalla Associazione teatralmusicale Aria. Sessione pomeridiana - ore 14.30: Un progetto per Sollicciano e il Giardino degli Incontri Introduzioni: Lucia De Siervo - Assessore Politiche sociali Comune di Firenze; Alessandro Martini - Assessore Politiche sociali Provincia di Firenze; Eros Cruccolini - Presidente del Consiglio comunale di Firenze. Relazioni: Franco Corleone - Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Firenze: Il carcere malato; Corrado Marcetti - Fondazione Michelucci: Il Giardino degli Incontri a Sollicciano; Enrico Rossi - Assessore alla Sanità della Regione Toscana: La riforma regionale per la sanità in carcere; Massimo Pavarini - Università di Bologna: Ideologia della solidarietà limitata; Luigi Manconi - Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Roma: Il ruolo e l’esperienza del garante; Emilio Santoro - Università di Firenze: La detenzione straniera; Franco Maisto - Procura della Repubblica di Milano: Il lavoro e il carcere; Grazia Zuffa - Università di Firenze, Direttrice Fuoriluogo: Carcere e tossicodipendenza; Gianfranco Politi - Responsabile area educativa Sollicciano: Sollicciano tra passato e futuro; un rappresentante della Commissione detenuti di Sollicciano: Un documento dei detenuti. Dibattito Sabato 4 dicembre - ore 09.00: La necessità della riforma Introduzione: Giuseppe Matulli - Vicesindaco del Comune di Firenze. Relazioni: Mauro Palma - Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti o delle pene inumani o degradanti: Le carceri d’Europa; Luigi Pagano - Provveditore Amm. penitenziaria Lombardia: La gestione delle carceri metropolitane; Alessandro Margara - Fondazione Michelucci: Un progetto di riforma dell’Ordinamento penitenziario. Tavola rotonda: Marco Boato - Deputato Verdi; Enrico Buemi - Deputato Sdi; Giuseppe Fanfani - Deputato Margherita; Pietro Folena - Deputato Ds; Gaetano Pecorella - Presidente Commissione Giustizia Camera, Forza Italia; Giovanni Russo Spena - Deputato Rifondazione Comunista. Coordinamento: Stefano Anastasia - Antigone Sono stati inviatati a intervenire: Elvio Fassone - Senatore Ds e Giovanni Tamburino - Dirigente Ufficio studi e ricerche Dap. Sono state invitate le Direzioni e gli operatori di: Case circondariali di Arezzo, Empoli, Firenze-Sollicciano, Firenze-Mario Zozzini, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, Massa Marittima; Case di Reclusione di Volterra, Gorgonia, Massa Carrara, Porto Azzurro, San Gimignano; l’Ospedale psichiatrico giudiziaro di Montelupo Fiorentino; Centro di Servizio Sociale per Adulti del territorio di Firenze, Livorno, Pisa, Siena. Sono state invitate, inoltre tutte le associazioni di volontariato attive in Toscana, nonché Gruppo Abele - Milano, A buon diritto - Roma, Antigone - Roma Per informazioni: Segreteria organizzativa Fondazione Giovanni Michelucci, Via Beato Angelico 15 - 50014 Fiesole (Fi), Tel: 055 597149 Fax: 055 59268, e-mail: fondazione.michelucci@michelucci.it Sabato 4 dicembre – Seminario di lavoro conclusivo: Araba Fenice - Prospettive e percorsi per l’inserimento lavorativo e sociale delle persone sottoposte a sanzione penale, a Cosenza presso la Città dei ragazzi dalle 11.30 alle 13.30. Interventi: Carmen Bertolazzi, Arci Ora d’aria; Nicola Di Silvestre, Dap; Maria Pia Giuffrida, Dap; Antonella Massimi, Comune di Roma; Alessandra Naldi, Ass. Antigone; Matilde Napoleone, Ass. Antigone; Mario Nasone, Provveditorato Amministrazione Penitenziaria - Calabria. Moderatore: Piero Caroleo, Consorzio Promidea. Per informazioni rivolgersi alla segreteria dell’ Associazione Antigone (tel/fax: 065810299, e-mail: associazione.antigone@tin.it); oppure al Centro di Supporto per l’Economia Sociale (tel: 0961/770749 - 0961/770873; e-mail: arabafenice@promidea.it).
Venerdì 10 dicembre - A Roma, presso la Camera dei Deputati, Sala della Sagrestia, in Vicolo Valdina, 3/a, a partire dalle ore 11.00 e fino alle 14.00, convegno dal titolo: Diritti umani: strumenti e tecniche di tutela - Presentazione dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione. In occasione della giornata internazionale ONU per i diritti umani, la Fondazione BNC, l’Associazione Antigone Onlus e l’Associazione A Buon Diritto presentano le attività dell’Osservatorio Nazionale sulle Condizioni di Detenzione e promuovono una giornata di incontro e di riflessione sulle esperienze e sugli strumenti di tutela dei diritti. Intervengono: Fondazione BNC; Stefano Anastasia, Presidente di Antigone; Riccardo Arena, conduttore di Radio Carcere in onda su Radio Radicale; Giuseppe Cascini, Magistrato; Luigi Manconi, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Roma e Presidente dell’associazione A buon diritto; Arturo Salerni, Avvocato; Maria Vittoria Tessitore, Università di Roma Tre. La giornata è stata organizzata in collaborazione con il Master Universitario "Politiche dell’incontro e mediazione culturale" dell’Università di Roma Tre; i corsisti del laboratorio "Tutela dei diritti dei migranti e delle migranti" presenteranno un paper sulle tecniche di tutela dei diritti. Per informazioni: Associazione Antigone Onlus tel./fax 06 5810299. N.B.: per l’ingresso alla sala del convegno è necessario l’accredito; per gli uomini è richiesta la giacca. Visitate il sito dell’associazione: www.associazioneantigone.it
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