Osservatorio nazionale

 

Tel/fax 06.5810299

Mail: associazione.antigone@tin.it

Web: www.associazioneantigone.it

 

Osservatorio nazionale sull’esecuzione penale

e le condizioni di detenzione

 

Ente finanziatore: Fondazione BNC

 

Partnership: A buon diritto- associazione per le libertà

 

Destinatari dell’intervento

 

condannati in esecuzione penale interna (detenuti) o esterna (affidati in prova al servizio sociale, detenuti presso il proprio domicilio, ecc.);

enti e istituzioni pubbliche e del privato sociale che operano nel campo della esecuzione penale;

enti e istituzioni di alta formazione e di specializzazione nei settori del diritto penitenziario e dell’esecuzione penale, della sociologia della pena, della sociologia della devianza nonchè dell’intervento sociale per il reinserimento dei condannati e degli ex-detenuti;

operatori dell’informazione. 

 

Bacino territoriale di utenza e durata

 

La ricerca sarà condotta sull’intero territorio nazionale nel biennio 2002-2003.  

 

Enti e istituzioni da coinvolgere: 

Ministero della giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap);

Ministero della giustizia, Dipartimento della giustizia minorile;

Tribunali di sorveglianza;

Tribunali dei minorenni;

Regioni ed enti locali;

Università ed enti di ricerca;

Conferenza nazionale del volontariato della giustizia (Cvg);

Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi).

 

Analisi del contesto

 

Il mondo della esecuzione penale sta attraversando una fase di intensi mutamenti, quantitativi e qualitativi. In poco più di dieci anni la popolazione detenuta è raddoppiata e si è decuplicata la popolazione in esecuzione penale esterna. L’area del controllo penale, che nel 1990 investiva poco più di 30mila persone, oggi ne comprende quasi 100mila (secondo rilevazioni a data fissa: ovviamente molte di più sono le persone che nel corso di un intero anno solare "transitano" per il carcere o sono sottoposte a sanzione penale extra-muraria). Dal punto di vista qualitativo va innanzitutto sottolineato il progressivo riequilibrio verso l’alto tra esecuzione penale esterna ed esecuzione penale intra-moenia, e quindi la modificazione dei profili soggettivi delle persone in esecuzione penale, tra cui spiccano ora i detenuti per reati connessi all’uso di sostanze stupefacenti e quelli provenienti da Paesi extra-comunitari (dato particolarmente rilevante nella esecuzione penale minorile intra-moenia). Questi mutamenti, che seguono analoghe tendenze di altri Paesi occidentali, riflettono in gran parte i mutamenti della società italiana e il modificarsi della domanda di controllo penale che essa rivolge agli apparati di giustizia, ma - ciò che è più importante - questi mutamenti mettono in crisi un modello di reinserimento basato sugli standard dello svantaggio sociale dell’Italia del dopoguerra. Ne sorgono viceversa nuove necessità, per reinterpretare alla luce di questi mutamenti la finalità rieducativa che la Costituzione assegna alla pena e per dare risposta su un piano preventivo alla domanda di sicurezza che si esprime nei contesti urbani del nostro Paese.

  

Obiettivi

 

Obiettivi della ricerca sono quelli di:

produrre un quadro quanto più esaustivo possibile della realtà dell’esecuzione penale in Italia e delle sue tendenze, anche in correlazione con l’esperienza di altri Paesi europei;

far emergere dall’analisi puntuale delle condizioni socio-anagrafiche delle persone in esecuzione penale, i nuovi bisogni di intervento per il loro reinserimento sociale;

verificare la rispondenza delle politiche nazionali, regionali e degli enti locali ai nuovi bisogni per il reinserimento sociale

costituire una banca-dati informatizzata che consenta un costante monitoraggio della realtà, delle tendenze, delle politiche e degli interventi pubblici e del privato-sociale rivolti alla popolazione in esecuzione penale.

 

Metodologia

 

La ricerca prevede la raccolta, il trattamento e la pubblicizzazione di tutte le informazioni sull’esecuzione penale e le condizioni di detenzione utili alle finalità descritte nel paragrafo precedente. In particolare essa prevede la raccolta di dati e notizie risultanti da almeno tre tipologie di fonti documentarie:

i dati statistici ufficiali e fonti normative interne e internazionali in materia di ordinamento penitenziario ed esecuzione della pena;

studi e ricerche in materia di diritto penitenziario e sociologia della pena prodotte in Italia e nei Paesi oggetto di indagine comparativa;

interviste e testimonianze raccolte presso le strutture centrali e periferiche dell’Amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile, gli uffici competenti delle Regioni e degli enti locali, i Tribunali di sorveglianza e i Tribunali per i minorenni, gli enti e le associazioni del privato-sociale che operano nel penitenziario e sul territorio per il reinserimento dei detenuti.

Alla raccolta e catalogazione dei dati in corso seguirà un lavoro di classificazione, che accorpi ed incroci per materia le informazioni raccolte. Attività (lavoro, istruzione, sport, ecc.), servizi e strutture (spazi, aree verdi, servizi sanitari e di infermerie, biblioteche, strutture sportive, ecc.), condizioni soggettive (immigrati, tossicodipendenti, affetti da Hiv, ecc.), regime interno (ore d’aria, regolamenti e loro applicazione, rapporti con il personale di custodia, con la direzione, gli operatori dell’amministrazione e con quelli del volontariato, ecc.), misure alternative alla detenzione (richieste, concessioni, modalità di esecuzione, ecc.), offerte del territorio (impegno degli ee.ll., strutture di accoglienza post-detentiva, offerte di lavoro per detenuti e semi-liberi, aziende che occupano stabilmente persone in esecuzione penale esterna) costituiscono, in prima approssimazione, i grandi campi in cui organizzare il materiale documentario.

In seguito alla possibilità di rendere consultabili i materiali grezzi raccolti nel corso del lavoro dell’Osservatorio, sia attraverso la costituzione di un Centro di documentazione aperto al pubblico, sia attraverso la immissione in rete telematica dei materiali più rilevanti, l’esito pubblico del lavoro di raccolta e di elaborazione dei dati da parte sarà la redazione di un Rapporto sull’esecuzione penale e le condizioni di detenzione in Italia da cui emergano la fenomenologia dell’esecuzione penale, le sue linee di tendenza e le indicazioni per una efficace combinazione di interventi rivolti al reinserimento sociale dei condannati, alla riduzione della recidiva e della domanda sociale di penalità.

  

Fasi della ricerca 

 

Fase preliminare

 

costituzione e formazione del gruppo di ricerca;

elaborazione delle griglie per la raccolta dei dati statistici ufficiali e delle fonti normative e predisposizione dei questionari per le interviste agli operatori;

sensibilizzazione degli interlocutori istituzionali e del privato-sociale

 

Fase operativa

 

raccolta dati e interviste;

elaborazione delle informazioni raccolte

predisposizione della banca dati telematica e del centro di documentazione

 

Fase conclusiva

 

conferenza stampa di presentazione dei risultati della ricerca

apertura al pubblico del centro di documentazione

fruibilità in rete della banca dati telematica

convegno pubblico di discussione dei risultati della ricerca

pubblicazione del rapporto sull’esecuzione penale

 

Struttura di ricerca

 

Sotto la Direzione scientifica del dott. Stefano Anastasia, Presidente nazionale dell’Associazione Antigone Onlus, il gruppo di ricerca, coordinato dal dott. Patrizio Gonnella, Direttore penitenziario distaccato fuori ruolo, si avvarrà della consulenza di un Comitato scientifico composto da:

prof. Alessandro Baratta

prof. Luigi Ferrajoli

dott. Franco Maisto

dott. Alessandro Margara

prof. Giuseppe Mosconi

prof. Massimo Pavarini

prof.ssa Tamar Pitch

prof. Eligio Resta

 

Referente:

Stefano Anastasia, Presidente nazionale dell’Associazione Antigone Onlus

Via Gustavo Modena, 95 - 00153 Roma

Tel./Fax 06.5810299 - Cell. 333.7214889

 

 

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