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Castelli sigla il patto Italia - Albania Rimpatrio forzato a Tirana dei condannati
I l Messaggero, 25 aprile 2002
Scambio di detenuti tra Italia e Albania. Il governo italiano, che ieri ha siglato l’accordo bilaterale per il rimpatrio delle persone condannate nei due paesi, si ripropone in questo modo di alleggerire la situazione nelle carceri e di farsi restituire qualche boss di spicco della Sacra Corona Unita. A firmarlo sono stati i ministri della giustizia Roberto Castelli e Spiro Peci. L’accordo, che ampia la convenzione di Strasburgo dell’83, prevede il trasferimento del condannato anche senza il consenso del detenuto. «Uno degli obiettivi- ha spiegato Castelli nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi - è la riabilitazione e il recupero delle persone condannate attraverso il loro reinserimento nella comunità nazionale di appartenenza e consentirà un alleggerimento della pressione fortissima sulle carceri italiane». Gli albanesi detenuti nelle carceri italiane sono infatti 2.700, di cui 960 condannati con sentenza definitiva. Tra questi più di 300 devono scontare una pena residuale superiore a tre anni ed è probabile che saranno i primi a essere rispediti nelle patrie galere. In cambio di alcuni detenuti italiani che sconteranno la pena in Italia. «Un vero e proprio scambio», ha detto il Guardasigilli, anche se il numero dei nostri concittadini arrestati in Albania è nettamente inferiore. Nell’accordo sottoscritto si fa riferimento ad un patto d’intesa più ampio destinato a colpire tutti i traffici clandestini di cui sono protagonisti da anni gli scafi che fanno la spola tra Valona e la costa brindisina trasportando clandestini, sigarette di contrabbando, droga e talvolta armi. Il memorandum riguarda dunque anche il riciclaggio e il traffico di esseri umani. Un modello che dovrebbe essere, secondo il Guardasigilli, esportato in Marocco, Algeria e Tunisia. Il ministro della Giustizia albanese, Peci, ha fatto presente che il contributo "prezioso" del governo italiano nella lotta alla criminalità organizzata e soprattutto ai traffici illegali ha già dato risultati concreti: nel primo trimestre di quest’anno c’è stata una diminuzione del 60% dei clandestini che entrano in Italia dall’Albania. Insomma, ha concluso Castelli, è un patto molto importante: «Nessun governo italiano aveva ottenuto questo risultato». Se una volta tornati in libertà gli albanesi, consegnati sulla base di questo accordo al loro paese d’origine, dovessero nuovamente rientrare nel nostro paese sarebbero immediatamente riaccompagnati alla frontiera.
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