Intervista a Ibrahim Osmani

 

Ibrahim Osmani, coordinatore Progetto Formazione Rientro

 

Lavoro in una società cooperativa che si chiama S.R.F. Società Ricerca e Formazione di cui faccio il presidente del Consiglio di amministrazione. Ci occupiamo delle problematiche degli stranieri nelle carceri piemontesi dal 1998. Abbiamo organizzato dei corsi di aggiornamento agli operatori penitenziari (educatori e agenti di polizia penitenziaria) e agli insegnanti dei Ctp.

Lato detenuti stranieri abbiamo organizzato, e continuiamo a organizzare, dei corsi di alfabetizzazione, di cultura generale, dei momenti di confronto tra detenuti stranieri e detenuti italiani, momenti di informazione sul piano giuridico, attività di Etna psicologia, un corso per falegnami e un corso di lingua araba per detenuti arabofoni in un modo integrato con un corso di 150 ore d'italiano, solo per citare alcune delle nostre attività in ambito penitenziario.

Ci stiamo impegnando ultimamente nella creazione di lavoro penitenziario (lavanderia industriale, laboratorio di assemblaggio e confezione, serigrafia, etc.) Il progetto Formazione Rientro (nella versione che avete potuto leggere) è il resoconto dello studio di fattibilità. Non si tratta di azioni concrete da sviluppare ma uno studio finalizzato a innovare le politiche penitenziarie nei confronti degli stranieri.

Il proseguimento dello studio di fattibilità è un progetto finanziato dalla Commissione Europea, dalla Regione Piemonte, Comune di Torino, e dall'Unicri denominato ALNIMA (Albania, Nigeria e Marocco) ed è un progetto operativo con il quale si intendono effettuare dei rientri positivi di ex detenuti marocchini e albanesi e di lavorare in Nigeria con delle donne che sono transitate per il centro di permanenza temporanea prima di essere espulse.

La scelta di queste due nazionalità di detenuti deriva dal fatto che sono le più numerose presso le carceri piemontesi. Le ragazze nigeriane sono sempre state le destinatarie di azioni di accoglienza e accompagnamento (denuncia e protezione sociale) dell'associazione Tampep Onlus, capofila del progetto.

Gli strumenti che mette a disposizione il progetto ALNIMA sono parecchie e vanno comunque nelle direzione di preparare dei rientri positivi in Marocco e in Albania (per ciò che riguarda i detenuti). Preme subito evidenziare la caratteristica sperimentale di ALNIMA. È un progetto pilota e per ciò che riguarda i due paesi si lavorerà con delle zone particolari. In Marocco la zona di intervento sarà quella di Khouribga e dintorni mentre quella Albanese sarà la sola zona di Valona.

La maggior parte dei detenuti marocchini nelle carceri in Piemonte provengono da quell'area geografica e si può dire la stessa cosa degli albanesi rispetto a Valona. A livello pratico verranno organizzati, prevalentemente presso Le Vallette di Torino dei corsi di formazione (fino a 8 corsi). L'adesione da parte dei detenuti deve essere volontaria. Una volta avremo un elenco di nomi procederemo alla selezione. La selezione dei partecipanti sicuramente non sarà semplice. Oltre al criterio territoriale bisogna considerare la condizione giuridica e la compatibilità del "fine pena" con i tempi e le scadenze imposte dalla Commissione Europea.

Ultimata la formazione e preparato il rientro ci sarà una rete di enti e organismi ad accogliere le persone nei due paesi. La Ong Coopi, partner del progetto, oltre all'accompagnamento e alla consulenza tecnica, attraverso degli istituti di microcredito locali erogherà dei prestiti che varieranno tra 3.000 e 5.000 euro più altre agevolazioni a persona (che è quello che voi chiamate Benzina per partire).

Questo credito può essere finalizzato alla creazione di una micro impresa oppure concesso, sempre come prestito, a un datore di lavoro locale in modo che assuma la persona che rientra. Per quanto riguarda le attività agricole in Marocco e quelle turistiche in Albania le stiamo analizzando e verificando la fattibilità di corsi di formazione in queste direzioni. Lo sapete meglio di me che in certi Istituti dei corsi nel settore dell'agricoltura non sono facilmente organizzabili. Per il Marocco settore agricolo si è pensato (ve lo riporto come esempio) all'allevamento dei polli, alle serre, alle erbe officinali, ecc… e per ciò che riguarda l'Albania stiamo valutando l'opportuna di organizzare un corso su come mettere su e gestire un campeggio. I percorsi formativi non sono prestabiliti né calati dall'alto. La decisione finale verrà presa una volta che abbiamo sentito le persone detenute che aderiscono (partire dalle loro competenze sviluppandole e capire bene che cosa gli piacerebbe fare).

Sul tema della "etichettatura" delle persone ex detenute di cui parlate nella vostra lettera (ex detenuti che rientrano), secondo me la soluzione è molto semplice. Basta non dire che erano delle persone detenute. Per ciò che riguarda la trasmissione di atti (fedina penale o altri documenti) è una pratica poco esistente e quindi non esiste neanche questo pericolo.

 

Sono a disposizione per qualunque altro chiarimento. Buone cose.

 

 

Precedente Home Su Successiva